Cicerone: Catilina, vattene da Roma

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Testo

Cicerone: Catilina, vattene da Roma.
Stando così le cose, Catilina continua da dove hai cominciato, una buona volta vattene dalla città: le porte sono spalancate. Da troppo temo i tuoi accampamenti ti vogliono imperatore. Conduci fuori anche tutti i tuoi e se non tutti almeno una parte, libera la città. Da molta paura mi libererai quando tra me e te ci sarà un muro. Ormai non puoi più restare in mezzo a noi, io non lo sopporterò, non lo subirò, non lo permetterò. Si dee rendere grande gratitudine agli dei immortali e a questo stesso Giove Statore, antichissimo custode di questa città, poiché tante volte fuggiamo la rovina dello stato tanto tetra, tanto orribile e tanto ostile. Non è saggio mettere a repentaglio la salvezza estrema dello stato nelle mani di un solo uomo. Per tutto il tempo in cui tu Catilina hai fatto insidie a me designato console non mi difesi con pubblico aiuto ma con attenzione privata. Quando nell’eminenza degli ultimi comizi consolari hai voluto uccidere me console in campo e i tuoi rivali ho represso i tuoi tentativi nefandi per mezzo di un gruppo di amici senza aver smesso alcun tumulto.

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