Cicerone- Brutus 261- 262

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Testo

Cicerone- Brutus 261- 262
"Cesare invece applicando una norma razionale corregge l'uso scorretto e guasto con l'uso corretto e puro. Pertanto quando a questa eleganza di parole schiettamente latine, che anche se tu non sia oratore ma sia soltanto un libero cittadino romano è pur necessaria, egli aggiunge quegli ornamenti che la'rte suggerisce per abbellire il discorso, sembra, per cos' dire, ch'egli collochi bei quadri nella luce più favorevole. E poiché aggiunge questo pregio singolare alle doti che ha in comune con gli altri oratori, non vedo a chi possa essere considerato inferiore. Ha un'eloquenza splendida e non da mestierante, eloquenza cui la voce, il gesto, la sua stessa bellezza aggiungono maestà e nobiltà". E Bruto allora: "Certo, le sue orazioni mi piacciono immensamente, ne ho lette molte; e anche i commentari ch'egli ha scritto sulle sue imprese". "Ammirevoli davvero- dico io- sono schietti, semplici, ricchi di grazia, spgli d'ogni ornamento come un bel corpo senza veste. Ma mentre gli ha voluto fornire ad altri il materiale cui potessero attingere quelli che volessero scrivere di storia, ha fatto forse cosa gradita agli stolti che sarannno tentati di appicciarvi fronzoli, ma certamente ha distolto dallo scrivere gli uomini di buon gusto. Nulla infatti è più gradevole della semplice e chiara brevità".

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