Bellum Catilinarum, Sallustio, libro LXXI

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Testo

Sallustio: lo spettacolo dei campi dopo la sconfitta dei catilinari(bellum catilinarum LXXI)
Ma, cessato il combattimento, allora veramente si sarebbe potuto scorgere quale coraggio e quale eroismo animassero l’esercito di Catilina. Infatti ognuno, da morto, ricopriva col suo cadavere quasi quella posizione che da vivo aveva occupato combattendo. Solo pochi, che la coorte pretoria aveva scompigliato nel centro, erano caduti un po’ più lontano, ma tutti, comunque, per ferite al petto. Catilina, però, fu ritrovato a distanza dai suoi, tra i cadaveri dei nemici, ancora con un filo di fiato e conservando impressa sul volto la fierezza di quando era in vita. Insomma di tutta quella massa di soldati nesssun cittadino di condizione libera fu catturato né in battaglia, né in fuga: a tal punto tutti quanti avevano avuto, in ugual modo, riguardo della propria vita e di quella dei nemici. Né, d’altra parte, l’esercito del popolo romano aveva riportato una vittoria esaltante o senza spargimento di sangue; infatti tutti i più valorosi erano caduti sul campo di battaglia o ne erano usciti gravemente feriti. E molti che si erano allontanati dall’accampamento per curiosità o per fare bottino, nel rigirare i cadaveri dei nemici trovavano chi un amico, chi un ospite o un parente. Altri riconobbero anche i loro nemici personali. Così in tutto l’esercito si avvicendavano letizia e tristezza, pianti e manifestazioni di gioia.
*Ale*

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