Verifica su Pascoli

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Testo

VERIFICA DI ITALIANO

a) PARAFRASI

LAVANDARE
Nel campo, in parte arato e in parte no, c’è un aratro fermo senza buoi attaccati che sembra dimenticato tra il vapore che si sprigiona dalla terra.
Dal canale proviene il rumore delle lavandaie che battono i panni sulle pietre ritmato da tonfi pesanti e dalle lunghe cantilene da loro cantate.
(Le lavandaie cantano : )”Il vento soffia e dal ramo cade la neve che vi si era depositata, il vento soffia e dal ramo scendono le foglie come fiocchi di neve e tu ancora non ritorni al tuo paese!Quando sei partito sono rimasta come l’aratro in mezzo al campo.”

IL TUONO
Ad un tratto, nella notte nera come il nulla, con rumore simile ad una frana crollata da un ripido dirupo, il tuono rimbombò improvviso come uno schianto: il suo suono rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo e tacque, e poi ritornò a far rumore per poi svanire. Allora si sentì il soave canto di una mamma che cullava il proprio figlio.

b) La poesia si compone di 3 momenti diversi, una per ogni strofa: nella prima terzina prevalgono le sensazioni visive, il poeta fissa la sua attenzione su un aratro abbandonato in mezzo ad un campo e sul vapore da esso sprigionato ; nella seconda terzina invece, alle sensazioni visive subentrano quelle uditive, infatti Pascoli parla della gora (canale) e descrive il rumore prodotto dalle lavandaie che sbattono con forza i panni sulle pietre accompagnando il loro lavoro con lunghe e monotone cantilene; nell'ultima strofa Pascoli più che descrivere, riporta la cantilena delle lavandaie: una cantilena carica di malinconia, e di abbandono che riprende il motivo dell'aratro dimenticato, solo, in mezzo al campo descritto nella prima strofa.

c) L’immagine che apre e chiude la poesia è quella dell’aratro lasciato in mezzo al campo che diventa simbolo della solitudine e dell'afflizione della donna, che ha visto partire senza ancor tornare un suo caro. Pascoli, in questa poesia, oltre a descivere il dolore di una donna paragonandola a quello dell'aratro dimenticato, fa dei chiari riferimenti autobiografici. Tutte le opere pascoliane, non solo questo componimento, sono un chiaro aggancio alla sua vita personale, ai suoi dolori, alla sua solitudine, causata principalmente da due fattori: la tragedia familiare, che vide morire uno dopo l'altro i suoi genitori e tre dei suoi fratelli e in secondo luogo la crisi di fine ottocento, di cui Pascoli con la sua poetica decadente diventò espressione riconoscendo l'impotenza della scienza nel risolvere problemi umani e sociali.

d) La lirica “Il Tuono” è costruita su un accostamento di sensazioni essenzialmente uditive, vi è la rappresentazione di questo fenomeno naturale, il tuono, e la descrizione del paesaggio, che trasmettono entrambi i sentimenti del poeta. Egli appunto si serve di queste descrizioni della natura, per esprimere come si sente interiormente.

e) L’allitterazione è la ripetizione della stessa vocale, consonante o sillaba, all'inizio o all'interno di due o più parole conseguenti e legate dal senso. In poesia, nelle canzoni viene usata per far risaltare determinati effetti musicali e per mettere in evidenza certe parole. Così nei versi di Pascoli il suono delle parole esprime quello che le parole già esprimono con il loro significato. Nella prima poesia vi è allitterazione della lettera -r- tra le parole “gora - sciabordare - lavandare”; nella seconda invece tra le parole “rimaneggiò – rinfranto”.

f) Hanno valenza positiva. Pascoli ha una visione idilliaca della vita di campagna e in questa sua visione c’è anche l’idea di “nido famigliare” come luogo di felicità. Infatti la conclusione della poesia “Il tuono” contiene un elemento di consolazione al frastuono causato dal tuono: il canto rassicurante e protettivo di una madre che culla il proprio figlio, che ci riporta dentro quell’idea di “casa-nido” che rappresenta il simbolo degli affetti più profondi del poeta.

g) Il componimento che più si avvicina a “Il tuono” è “Il lampo” .Queste poesia sono strettamente collegate e presentano molti elementi in comune, a cominciare dalla struttura metrica e dallo schema delle rime, che sono identici.
Entrambe le liriche sono costruite su un accostamento di sensazioni: viene descritto lo stesso fenomeno naturale ma sottolineandone qui, le caretteristiche essenzialmente uditive; in “Il lampo” prevalentemente visive. Come per molti altri testi pascoliani, va anche qui sottolineata la presenza del simbolismo: la rappresentazione di un fenomeno naturale serve infatti a trasmettere le impressioni e i sentimenti del poeta.

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