tanto gentile e tanto onesta pare

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Testo

Tanto gentile e tanto onesta pare- la vita nuova – analisi del testo

Sonetto
Rima quartine incrociata ABBA ABBA
Rima terzine ripetute inverse CDE EDC

Verso 1: Tanto gentile e tanto onesta pare

“gentile”: da gens , si riferisce alla divisione clanica della società e alla nobiltà interiore della donna.
“tanto... tanto”: iterazione, sineddoche indeterminato per determinato. La figura retorica dà valore qualitativo e non quantitativo all’idea di gentile (val. sociologico) e di onesta (val. etico).
“pare”: indica il valore qualitativo dell’atto. Appare si riferisce all’essere che va valutato mediante l’anima razionale nei riguardi di dio.
È presente un’inarcatura che rallenta il ritmo.

Verso 2: la donna mia quand’ella altrui saluta

“altrui”: posizione iperbatica che sottolinea il diretto contatto tra “ella” e “altrui”
“saluta”: da salus, si riferisce alla salvazione dell’anima.

Verso 3: ch’ogne lingua deven tremando muta

“lingua”: da logos, proiezione del figlio nel nostro intelletto. Si esprime la limitatezza dell’uomo infatti chi non è capace di “entrare”nell’apparizione viene posto in condizione di disagio.
“deven”: apocope che sottolinea l’azione

Verso 4: e li occhi no l’ardiscono di guardare

“occhi”: il guardare non attiene allo sguardo ma alla capacità di penetrare nell’anima razionale e all’ordinare in maniera qualitativa l’esperienza.

Verso 5: ella si va, sentendosi laudare

“Ella si va”: atto con cui invita gli altri a elevarsi verso la potenza

Verso 6: benignamente d’umiltà vestuta

“benignamente”: benevolenza+umiltà : elementi fondamentali per poter entrare nel regno di dio.

Verso 7: e par che sia una cosa venuta

“par”: indica il valore qualitativo dell’atto. Appare si riferisce all’essere che va valutato mediante l’anima razionale nei riguardi di dio.

Verso 8 : da cielo in terra a miracol mostare

“miracol” : forza rigeneratrice dell’anima razionale
La rigenerazione consiste nel portare dall’atto alla potenza l’anima razionale.

Verso 9: mostrasi si piacente a chi la mira

“mostrasi”: paragoge , il passaggio traduce il coro dei beati proprio dei movimenti celesti
“mirare”: guardare attento e intenso, pieno di meraviglia (sforzo dell’anima razionale di penetrare in lei)

Verso 10: che dà per li occhi una dolcezza in core

“occhi”: metonimia, concreto per astratto, indicano la capacità e la volontà di conoscere.
“dolcezza”: amore perché elemento didascalico ma anche dichiarazione del dolce stil novo

Verso 11: che ‘ntender non la può chi non la prova

“prova”: si trova in posizione iperbatica
“non…non”: doppia litote.
Ci si riferisce al pensiero scolastico tramite la conoscenza.
“prova”: sema criptico perché nasconde il rinvio del metodo scolastico. Il problema risiede nella capacità razionale di intendere ciò che è da ciò che non è.
L’intendimento è una funzione complessiva dell’anima razionale. L’intendere implica attività logica.

Verso 12: e par che dalle sue labbia si mova

“si mova”: indica l’azione del movimento, emana

Verso 13: uno spirito soave pien d’amore

“amore”: ritorna l’idea dell’amore, proiezione dello spirito soave

Verso 14: che va dicendo all’anima:sospira

“sospiro”: invito a riflettere e a ragionare, sforzo di tensione verso l’incontro con dio.

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