Stile nominale

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

Descrivi in stile nominale, secondo lo schema dell’accumulazione e del catalogo con utilizzo di artefici ritmico-sonori (rime, allitterazioni, fonosimbolismi, ecc…) a scelta: gli oggetti di un cassetto, le persone di una folla, la frutta al supermercato…

Zzz, zzzitti, c'è una mosca che dorme sul fondo di quel cassetto. Lurida e schifosa, nera e pelosa era la vergogna della sua specie: i suoi occhi grandi non servivano a niente, ridotti com'erano a quel monocolo restringente. Sbatteva di qua, cozzava di là era un continuo smarrimento; la sua curiosità cieca non valeva niente. Un giorno senza saperlo, si trovò a vagare in una stanza speciale. Dopo vari scossoni sbattè contro un muro di cartone. Scivolò, ruzzolò, piombò all'ingiù, facendo una capriola.. Si stropicciò gli occhi, e si rese conto di essere stata catapultata in altro cassetto… Una superficie chiara e cristallina si estendeva fredda sotto le sue zampine, i suoi vecchi occhi misero a fuoco attraverso il monocolo leggermente crepato e si vide riflessa al contrario…C’erano parecchi specchi, ed intorno ad essi un cestino con finocchi e ranocchi che saltellavano qua e là.
Nell'altra direzione il suo sguardo goloso, catturò un'altra cosa. Non stava sbagliando, vedeva bene che era marmellata. Dolce, carnosa, fresca e saporosa, non doveva fare altro che avvicinarla, per gustarla. Rapidi passettini e la sua proboscide affondo nell'inebriante viola, dissetandosi con una vicina macchiolina di Coca Cola che era finita sul fondo di quel magico cassetto posto sotto il letto… che bel banchetto che stava facendo la moschina birichina.
Gonfia gonfia si rialzò e si guardò intorno, c’era un teatrino piccino con giocosi burattini e scaltri soldatini. Un pagliaccetto con un petto vigoroso che cammina a ritroso. Una foto adornata con petali di loto di un bambino intento nella su prima lezione di nuoto. C’erano sparse molte matite spezzate e tavole da disegno tanto odiate, un libro di matematica ancora plastificato… non doveva essere molto amato!
Ma attenzione qualcosa succede nella stanza vicina. Passi felpati sempre più insistenti si stavano avvicinando al lettino. La moschina era impaurita.
“Devo nascondermi, o morirò stecchita!”
Un leggero rumore, un movimento dissestante, uno spillo vagante. Buio, silenzio, stordimento. Il cassetto fu chiuso da una mano indifferente.
La moschina fece un respiro di sollievo e tornando alla sua esplorazione pensò fra se e se…
“Che bello il dolce far niente…”

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