La tragedie in Manzoni

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano
Download:502
Data:17.04.2007
Numero di pagine:2
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
tragedie-manzoni_1.zip (Dimensione: 3.41 Kb)
trucheck.it_la-tragedie-in-manzoni.doc     22 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

La tragedia per Manzoni fu il genere letterario più fluibile che permetteva una problematizzazione degli eventi. L’autore aspirava alla stesura di una tragedia storica che si attenesse al vero proprio come la storiografica. Per Manzoni però la storiografia raccontava i fatti mentre la poesia spiegava le motivazioni che avevano spinto gli uomini a comportarsi in un determinato modo. I rispetto della verità storica è particolarmente innovativo in quanto i tradizionali tragediografi come alfieri e monti non si erano mai fondati su fonti sicure e avevano sempre stravolto i fatti. Manzoni non interferisce invece con gli eventi e si esprime solo attraverso i cori. L’autore studiò così le tragedie di shakespeare, dei moralisti francesi e dei drammaturghi tedeschi. Rifiutò però i tradizionali schemi di spazio e tempo aristotelici i quanto ricercava in un intreccio più profondo non una semplice identificazione del lettore nei fatti ma un vero e proprio sviluppo di coscienza che lo portasse a saper distinguere tra il bene e il male e ad avvicinarsi alle virtù cristiane di speranza e rassegnazione poiché gli eroi tragici di Manzoni seppur innocenti soffrivano in continuazione per dimostrare la caducità dei fatti terreni. Di queste tematiche Manzoni parla nella lettera al Monsier Chavuet che viene poste come prefazione del conte di Carmagnola. Questa tragedia iniziò a essere scritta nel 1816, conclusa nel 1820 venne rappresentata con poco successo a teatro nel 1828. gli eventi vengono narrati per stazioni separate fondate su un lessico e schemi classici. Il punto più alto della tragedia è rintracciabile nel s’ode a destra uno squillo di tromba che dal punto di vista opposto a quello del eroe parla dell’irrazionalità della battaglia fra uomini che dovrebbero essere fratelli e della stoltezza degli stranieri che approfittano delle divisioni degli italiano. Avviene perciò qui una condanna alla guerra che universalizza il valore cristiano della pace. Il conte di Carmagnola Francesco bussone capitano di ventura aveva lavorato in un primo momento per il duca di Milano, sotto i quale aveva sconfitto Maclodio, e in un secondo momento per la repubblica veneziana. Per gli usi delle compagnie di ventura aveva per liberato i prigionieri fatti una battaglia e questo venne perciò interpretato come un tradimento il conte venne cosi catturato e condannato a morte. Manzoni presuppone l’innocenza di questo eroe che viene perciò visto come una vittima virtuosa della volontà divina e di un disegno universale che non poteva controllare. L’ironia sta però anche nel fatto che sia il conte di Carmagnola sia i politici veneziani erano nel giusto poiché questi si erano limitati a rispettare le procedure della legge.

Esempio