La signorina Else

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Data:24.10.2007
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Testo

RELAZIONE: ”LA SIGNORINA ELSE”

“La signorina Else” è l’apice della bellezza letteraria proposta da Arthur Schnitzler.
Questo romanzo parla di una particolare ragazza “altera” che durante delle tranquille vacanze in famiglia, dove lei cercava come sempre di mettersi in mostra e primeggiare sugl’altri, riceve un telegramma dalla madre.
La notizia sconvolgente riguarda il padre che, come d’abitudine, doveva prendere in prestito dei soldi altrimenti sarebbe finito in galera.
La madre nel telegramma pregava Elsa di chiedere quella “irrisoria” somma di denaro-trentamila fiorini-al signor von Dorsday.
Von Dorday è un uomo di classe, un amico di famiglia, che lusinga Else per la sua bellezza e compostezza e che avrebbe di sicuro accettato.
Else trovava von Dorday un uomo raccapricciante e poco sopportabile, ma dopotutto era Else ad essere insopportabile con tutti, dato che pensava di essere l’unica al mondo.
Else si fa coraggio parla con von Dorsday; lui decide di accettare ma a condizione che Else si mostrasse a lui nuda a mezzanotte in camera sua oppure nel bosco.
Else rimane sconcertata ed proprio in questa parte del libro che inizia la sua pazzia interiore.
Decide di accettare, però vuole mostrarsi non solo a von Dorsday ma a tutti quelli dell’albergo; perché in fondo come diceva lei: non era altro che una sgualdrina.
Else ritorna in camera, prepara una dose estrema di Veronal in modo che se la vergogna era tanta avrebbe potuto uccidersi(pensiero che gli balenava in testa continuamente), esce dalla camera con solo un cappotto e le scarpe indosso e inizia a cercare von Dorsday.
Entra nella sala della musica: lui è li, lei lo fissa fin che gli rapisce lo sguardo, così si leva il cappotto e tutte le persone in sala sgranano gli occhi.
Else per tutta la sera diceva di sentire la fronte calda ed è forse per questo motivo che cade a terra svenuta.
Viene portata subito nella sua camera adagiata sul letto; lei sentiva tutte le voci ma non riusciva a reagire, quando per un momento era da sola, riuscì con un rapido scatto a prendere il Veronal e berlo tutto, così lo svenimento diventa eterno e le parole che voleva dire gli si bloccarono tra le labbra.
Questo libro fu pubblicato per la prima volta nel 1924 e nessuno avrebbe potuto evocare la società viennese di fine ottocento e inizi novecento come Arthur Schnitzler.
La particolarità del suo libro sta nel narratore interno-Else- con focalizzazione interna, ed è proprio in questo modo che Schnitzler riesce a farci sentire la folla di Else e i suoi capricci da ragazzina viziata e poco trattabile.
Come dice anche il commento di Renata Colorni sul questo libro:
“Mai forse un altro narratore moderno era riuscito a fondere il monologo interiore, la fantasticheria, l’azione e il dialogo(…) in una simile intimità, dove ogni elemento è il fremente rovescio dell’altro”.
Tutti i pensieri di Else non sono altro che i nostri pensieri; anche noi infatti pensiamo nella nostra mente in maniera un po’ egoistica, oppure fantastichiamo sul nostro aspetto fisico o pensiamo di essere i migliori, tutto questo passando da un discorso ad altro senza nessi logici:”La camera è carina. Legno di cembro. Là c’è il mio casto letto.-Questo si che è un vero Alpengluen.Ma davanti a Paul dirò che non è vero. In realtà è un timido, Paul. Un medico, per di più ginecologo!”.
Else nel suo monologo sembra essere la regina del mondo, una ragazza perfetta impeccabile, e i suoi pensieri così egocentrici la rendono quasi nemica del lettore come se lei volesse farsi odiare da tutti:”Forse Se fosse più elegante…E’ vero che sono proprio una snob. Anche papà ne è convinto e mi prende in giro.”.
Anche se in fondo ha delle simpatie per alcune persone dell’hotel, ma se c’era una persona che non gli andava giù era Cissy: una ragazza che passava del tempo con Paul(suo cugino) che però aveva anche del riguardo per lei; non voleva ammetterlo ma nei suo pensieri un po’ di gelosia verso quella coppia l’aveva sempre avuta.
Con loro non era sempre garbata e le sue risposte davano da pensare che fosse anche alquanto lunatica:”Faccia pure il suo single con Paul, signora Cissy.Oggi con me non c’è proprio da divertirsi.”.
Al contrario c’erano persone con quali discorreva tranquillamente senza offendere come il Signor von Dorsday; infatti di lui pensava che, anche se non giovanissimo, era un uomo di bell’aspetto:”con quella barbettina brizzolata” ed elegante però non aveva il senso dell’umorismo e questo metteva anche Else in imbarazzo che mostrava sorrisi forzati alle sue battute.
Ed è proprio per questo motivo forse che nel momento di chiedergli i soldi, inizia a incepparsi e a parlare a strappi; Else inizia ad essere quasi sedotta da von Dorsday e dal suo sguardo penetrante che la sorprende notevolmente, le fa cambiare atteggiamento, non è più altera, ma docile e priva di cattive intenzioni.
Nei loro discorsi tutto sembra andare bene ma la conclusione non era proprio quello che Else si aspettava: quel uomo ormai di mezza età che chiedeva una cosa simile ad una ragazza, di sicuro bella, ma una ragazza, d’altronde non bisogna stupirci ma all’epoca la differenza d’età contava molto di meno.
Else è costretta a vendere il suo corpo per il padre e questa volta era un affare serio perché senza soldi sarebbe andato in galera; il padre di Else, di titolo nobile, non avrebbe mai accettato l’umiliazione e quindi si sarebbe suicidato.
Nei momenti di attesa Else era diventata pazza pensava di tutto, cose folli e prive di senso, all’inizio pensava di non far niente e di far morire il padre, ma si rese conto che non poteva andare così.
L’unica soluzione era quella di stare ai patti, anche se era una soluzione vergognosa, ma la sgualdrina che era in Else per una volta poteva farsi avanti.
Era nel pieno delirio, gi scottava anche la fronte e non aveva cenato, si sentiva male e in pressione, quando ritornò in camera sua era gia pronta per far vedere le meraviglie del suo fisico a von Dorsday, ma aveva preparato già il Veronal, così se qualcosa fosse andata male aveva il rimedio pronto.
Else però non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidersi, era troppo innamorata di se stessa e aveva voglia di vivere, vivere nel suo mondo fatto di altezzosità.
Però il destino non poteva essere cambiato.
Si continuava a guardare allo specchio passandosi le mani sui suoi fianchi e ripeteva gli apprezzamenti sul suo corpo, come se ancora non fosse pronta a commettere quella pazzia; voleva fare un dispetto al signor von Dorsday e farsi vedere nuda da tutti, anche dai ragazzetti che alloggiavano in albergo e che gli piacevano tanto.
Così quando fu tutto pronto riuscì a uscire dalla camera con indosso soltanto un cappotto lungo e delle scarpe.
Mentre scendeva lentamente le scale ripensava a cosa stava per fare e voleva tornare indietro ma ormai era troppo tardi e secondo lei le persone sedute sui divani avevano capito che lei era nuda.
In preda al panico cominciò a guardare in ogni singolo angolo remoto del primo piano, non riusciva a trovare von Dursday e la cosa la urtava alquanto, pensava non si fosse presentato per nulla al loro appuntamento.
Da lontano però sentiva il suono dolce del pianoforte e così si diresse verso la sala da musica, aprì la porta e lo vide; lui era li fermo e non la guardava.
Lei iniziava a spazientirsi, iniziò a guardarlo con una tale insistenza da far venir paura, allora finalmente lui posò lo sguardo su di lei e forse si era già accorto della sua nudità; in sala c’erano anche i ragazzetti che le piacevano e questa era sicuramente una buona occasione per lei di mostrarsi.
Si levò il cappotto e tutti la guardarono stupita, specialmente von Dursday che sgranava gli occhi per capire se ciò che vedeva era tutto vero.
Else svenne e la portarono in camera sua a riposare, con lei nella stanza rimasero Paul e Cissy, Else sentiva tutti i loro discorsi e cercava di immaginare le loro smancerie amorose.
Cissy non credeva che Else fosse svenuta pensava fosse una messa in scena, ma Else era davvero immobile non riusciva a parlare, gli si bloccavano le parole nella bocca, chiusa ermeticamente, ad un certo punto sentì bussare alla porta ed era von Dursday, così si risveglio da quel coma e riuscì a prendere il bicchiere di veronal e a vuotarlo con un colpo deciso.
E così iniziò a volare dentro i suoi sogni, non sentiva più le parole di Paul e di Cissy ma vedeva il matador che l’aspettava all’ingresso del “campo santo” e lei si sentiva libera, come non lo era mai stata:”Mi chiamano da tanto lontano!Ma che volete? Non svegliatemi. Sto dormendo così bene. Domani mattina. Sogno e volo. Volo…volo…volo…domo e sogno…e volo…non svegliatemi…domani mattina…”El…”Volo…sogno…dormo…sogno…so…so…vo…”.

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