la ragazza di bube

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Data:14.03.2006
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Testo

Alice Cappelli IV Ginnasio B
SCHEDA DI LETTURA
TITOLO E ANALISI DEL TITOLO
La ragazza di Bube
Il titolo del romanzo è riferito alla protagonista, Mara, che si ritrova legata per la vita al fidanzato quasi senza volerlo e quindi non più “Mara”, ma “la ragazza di Bube”, un ruolo che assorbe la sua intera esistenza

ANNO DI PUBBLICAZIONE
Il romanzo viene pubblicato nel 1960, e nello stesso anno riceve il premio Strega.
“La ragazza di Bube” segna il momento di massima ispirazione per l’ autore e nel 1963 diventerà un film, per la regia di Luigi Comencini.
VITA DELL’ AUTORE
Carlo Cassola nasce a Roma nel 1917, vive per molti anni a Volterra ed è qui che partecipa alla Resistenza; la Toscana, infatti, diventerà per lo scrittore patria artistica e poetica.
Cassola compone una serie di brevi racconti, in parte pubblicati sulle riviste “Meridiano di Roma”e “Letteratura” e poi raccolti in un volume dal titolo “La visita”. Dopo l’interruzione della guerra, Cassola si dedica con continuità alla narrativa, affiancata all’insegnamento di filosofia in un liceo di Grosseto. Pubblicò i racconti lunghi Baba (1946), I vecchi compagni (1953), Fausto e Anna (1952), tutti di argomento partigiano. Con il racconto lungo “Il taglio del bosco”, scritto tra il ’48 e il ’49 ma pubblicato nel 1954, si allontana dalle tematiche storiche per assumere un tono più dimesso e intimistico. Questo aspetto rimarrà tipico delle produzioni successive, come “Il soldato”, con il quale vince il premio Salento, e la raccolta di racconti “La casa di via Valadier”; su questa scia si collaca anche “La ragazza di Bube”, grazie a cui vince il premio Strega nel 1960.
Nella produzione degli ultimi anni troviamo: “Un cuore arido” (1961);
“Il cacciatore” (1964); “Tempi memorabili” (1966); “Storia di Ada” (1967); “Ferrovia locale” (1968); “Una relazione” (1969); “Paura e tristezza” (1970); “Monte Mario” (1973); “L’antagonista” (1978); “Il ribelle” (1980).

TRAMA DEL LIBRO
Mara è una ragazzina sedicenne che vive in casa con il padre, la madre e il fratello minore. Sante, il fratellastro, muore durante la guerra in cui è schierato
come partigiano.
In un pomeriggio tranquillo arriva a Monteguidi un compagno di Sante, desideroso di vedere il padre, militante comunista, che in quel momento non è in casa.
Mara lo accoglie e ne resta affascinata.
Dopo aver aspettato a lungo, il ragazzo riesce a parlare con il padre del compagno e si presenta come Arturo Cappellini, detto Bube, amico fraterno del defunto Sante, soprannominato dai partigiani “Vendicatore”.
Prima di ripartire per tornare a casa, Bube, lascia a Mara una pezza di seta gialla ricavata dal tessuto di un paracadute, con la quale la ragazza ci si cucirà una nuova camicetta.
Mara ingenua, vanitosa e superficiale si vanta dell’ incontro e del regalo con la cugina Liliana, e le fa credere che il giovanotto si era innamorato di lei guardando la fotografia che Sante teneva con sé.
Mara e Bube, dopo una seconda visita del ragazzo, cominciano a scriversi delle lettere, che vengono recapitate alla fanciulla da Carlino, un sensale di Volterra.
Poco tempo dopo Bube torna dalla ragazza e le comunica che per motivi politici non può più restare a Volterra con la sua famiglia, ma deve trasferirsi a San Donato. Durante quest’ incontro Bube rivela a Mara di voler informare la famiglia della loro relazione e, anche se lei non è del tutto d’accordo, parla con il padre. Pertanto la ragazza si ritrova fidanzata con Bube quasi senza accorgersene, senza esprimere una scelta o un’opinione.
Durante l’ inverno, Bube si fa vivo con poche lettere, ma non con vere lettere d’ amore come si aspetta Mara. Per il carnevale va a trovarla a Monteguidi e non fa altro che parlare di politica con il padre, ma la cosa che più contraria Mara èil fatto che Bube parlasse sempre di matrimonio.
Mara pensava poco a Bube, ma le faceva piacere soprattutto vantarsi con le amiche e la cugina di aver un fidanzato straniero.
A San Donato Bube viene coinvolto in una sparatoria: il ragazzo si trovava con due suoi amici e due ragazze che volevano accompagnare in chiesa, ma qui il parroco gli impedisce di entrare visto che avevano il fazzoletto rosso al collo, chiaro simbolo politico. Si stava per arrivare alle mani quando in difesa del prete accorre il maresciallo del paese, che spara a uno dei tre compagni. L’ altro ragazzo allora, per vendicare l’ amico, uccide il maresciallo mentre Bube insegue il figlio dell’ uomo e alla fine ammazza anche lui.
Bube è di nuovo costretto a scappare, ma prima di tornare a casa si ferma da Mara per domandargli di seguirlo fino a Volterra, dove avrebbe conosciuto la sua famiglia. La ragazza, con l’ approvazione del padre , anche se non del tutto convinta, accetta e l’ indomani parte con il fidanzato in bicicletta.
Arrivati a Colle i due si aggirano per il mercato e Mara, che si è fatta promettere un regalo, si fa comprare un paio di scarpe di pelle, alte col tacco.
Sostano in un caffè dove Bube riconosce il prete di Ciolfi , al quale da piccolo aveva fatto da chierichetto.
Per pranzo mangiano in una trattoria e incontrano Memmo, amico di Bube, anche lui di ritorno al paese.
Di sera i tre prendono l’ autobus sul quale c’ è anche il prete Ciolfi.
Una donna riconosce Bube e lo invita a dare una lezione al prete “…perché i preti sono tutti fascisti…”, e racconta tra le lacrime che i fascisti le hanno ammazzato il nipote, un ragazzo di soli diciannove anni. Mara finora mostratasi indifferente, prova pietà per quelle lacrime.
Quando sull’ autobus salgono alcuni giovani intenzionati a picchiare il prete, Bube, per evitare il peggio, decide di condurre il malcapitato in prigione. Ma qui, per onore, è costretto a picchiare il parroco: un gruppo di donne si scaglia sul religioso e Bube per non farsi vedere più debole si mette anche lui a menarlo.
Mara, che era stata per tutto il tempo ad aspettare il ritorno del fidanzato alla fermata della corriera, quando arriva in casa non ha una buona impressione dell’ abitazione: sporca e disordinata, e nemmeno della madre e della sorella di Bube entrambe bruttocce.
La notte, tormentata da mille pensieri, riesce a prendere sonno soltanto dopo aver preso la decisione di rompere il fidanzamento.
Prima dell’ alba, all’ improvviso, Bube viene avvertito dall’ amico Lidori che stanno per arrestarlo e che deve fuggire per ordine del partito, così si rifugia insieme a Mara in una capanna su una collina.
Nel poco tempo in cui stanno insieme riescono a trovare la loro intimità.
Bube parla di sé e Mara, pur nella sua leggerezza, capisce il dolore del ruolo di vendicatore che gli è rimasto appiccicato addosso come pece.
Bube trova conforto e si affida a lei: la storia d’ amore nasce veramente.
Sognano la felicità e dei bambini, ma Bube, per non essere processato, deve fuggire e, sempre per ordine del partito, scappa in Francia.
Mara ritorna alle sue abitudini, anche se ormai non è più la stessa: insensibile a quanto le accade intorno, non sopporta più il suo piccolo paese. Appena le capita l’ occasione si trasferisce a Poggibonsi, dove lavora a servizio da una famiglia benestante. Non conosce nessuno tranne Ines, una compaesana più grande di lei di cinque anni, con la quale esce tutte le domeniche per andare al cinema o al Luna Park.
Durante una di queste uscite Ines presenta a Mara Stefano,giovane sensibile e riflessivo, operaio in una vetreria.
I due si innamorano, ma Mara non cede alle proposte del ragazzo in quanto legata ancora a Bube. Alla fine però, vinta dall’ amore, si fidanza con Stefano. “Questo era l’ amore: qualcosa che riscaldava il cuore e struggeva le membra. Mara non sentiva il bisogno di lunghi discorsi, ma solo del generico bisbiglio degl’ innamorati”.
Un anno dopo Bube viene arrestato alla frontiera tra Italia e Francia e condotto a Firenze.
Mara, con il padre e con Lidori, va a trovare Bube in carcere e dopo il commovente incontro comprende quanto sia ancora forte il suo amore per lui.
Capisce di essere “la ragazza di Bube” e non più semplicemente Mara.
È costretta alla difficile scelta, ma grazie alla sua forza interiore, abbandona Stefano, e con lui ogni speranza di un futuro felice, con l’ amore è cresciuta e sente di dover stare per sempre al fianco di Bube: “…sarebbe stata un’ inaudita vigliaccheria abbandonarlo ora che era in galera…”.
Durante il processo, Mara prende la parola per spiegare ai giudici che Bube era povero, ignorante, assetato di giustizia e intrappolato nel suo ruolo di “vendicatore”, ma i giudici conoscono solo il codice, non la pietà e lo condannano a quattordici anni di carcere.
Mara non lo abbandona e si reca spesso a trovarlo nelle varie prigioni in cui viene rinchiuso. Passano sette anni e Mara trova conforto nell’ amicizia con un secondino, Tonino, e con sua moglie Vilma, che la ospitano quando si reca a Firenze pere far visita al carcerato.
La sua unica consolazione è quella di sognare un futuro migliore, felice in una casa con dei figli ed il suo “Bubino”.
PERSONAGGI
MARA- è la protagonista. Ragazza sedicenne che vive in un piccolo paese nella campagna toscana, si considera carina anche se non sopporta i suoi capelli arruffati che sembrano “stecchi” ritti in mezzo alla testa.
Durante il corso del romanzo matura giorno dopo giorno, a causa di tutte le difficoltà che la circondano. Segno di maturità è proprio la scelta che compie alla fine del romanzo, quando rifiuta l’ amore di Stefano, che le assicura un futuro felice. Riconoscendo gli errori di Bube e sacrificandosi decide di ripagarlo con la fedeltà e l’ amore eterno, con la speranza di avere insieme a lui un futuro migliore.
Ma è proprio grazie a questa sofferenza che si lascia alle spalle il mondo dei sogni per diventare una donna capace di guardare alla vita con coraggio.
BUBE- “…magrolino, bruno, con i capelli lisci ed i baffetti…” È un ragazzo timido e tranquillo quando si trova insieme a Mara, ma impulsivo ed esuberante nel desiderio di fare giustizie dei fascisti. La sua freddezza e determinazione in battaglia gli hanno procurato il soprannome di “Vendicatore”. Orfano di padre, non ha mai avuto un modello da seguire ed è per questo che si lascia influenzare dall’ ideologia del partito. Così, animato dalla speranza di miglioramento rappresentata dalla Resistenza, dopo essere stato coinvolto in due gravi episodi di violenza ed essere stato abbandonato al suo destino, il povero Bube si sente tradito dal suo partito, in quanto questo non lo ha difeso.
COMMENTO PERSONALE
È un libro molto coinvolgente, che mi ha appassionato pagina dopo pagina trascinandomi tanto da farmi affezionare ai personaggi e in particolare alla storia d’ amore tra Mara e Bube.
Ricco di descrizioni paesaggistiche, a me molto familiari, mi ha permesso di immaginare molto bene i luoghi dove si svolgono le vicende.
È anche un modello di maturazione da seguire, in quanto Mara, da ragazzina spensierata e superficiale, diventa una donna matura e cosciente delle decisioni importanti, che è costretta a prendere da sola.
MESSAGGIO DELL’ AUTORE
Ambientato intorno al 1944, il romanzo affronta il tema del reinserimento in una vita normale degli ex partigiani, il conflitto fra le esigenze dell’ amore e quelle della politica .L’ autore sottolinea con questa storia d’ amore il significato della vita: un susseguirsi di dolori, delusioni, infelicità, disperazioni, ma anche piccole gioie, speranze, entusiasmo, coraggio e fedeltà.

Esempio