La Locandiera

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Testo

Agnese Accapezzato
II A Liceo Classico

LA LOCANDIERA

1 - Catalogare tutte le situazioni in cui i personaggi fingono di essere ciò che non sono: cioè recitano. Riflettere sulle ragioni della finzione.

● Mirandolina finge di essere innamorata del Cavaliere per tutta la durata della commedia. Lei mente perché non accetta il fatto che quest’uomo possa avere un’idea così negativa delle donne tanto da non innamorarsi di nessuna di loro. Così la Locandiera, che è solita avere tutti gli uomini ai propri piedi, riesce con maestria ad ingannarlo e a lo conduce a confessare che ha ceduto alle attenzioni di una donna e soprattutto ai grandi tormenti dell’amore. Nella scena nona atto I assistiamo proprio al monologo di Mirandolina fulcro importante di questa sua messa in scena. Dice che il Cavaliere è il primo uomo soggiornante nella sua locanda a non essere innamorato di lei e il fatto che disprezzi le donne la fa terribilmente irritare. Decide che sarà lei stessa a fargli cambiare idea e così ha inizio il suo scherzoso raggiro.
● Le due commedianti Ortensia e Dejanira si fingono l’una baronessa e l’altra contessa. Al loro arrivo alla locanda Fabrizio le scambia per nobildonne e così, lusingate e divertite, fanno credere di appartenere a una classe sociale più elevata della loro. Recitano le parti di due donne aristocratiche, una siciliana l’altra romana, ma Dejanira scoppia più volte in risate poiché dice di non sapere fingere fuori dalla scena. Infatti anche a causa del loro linguaggio un po’ ampolloso, Mirandolina scopre quasi subito la loro vera posizione sociale ma promette di mantenere il segreto. Tutto ciò lo possiamo trovare a partire dalla scena diciassettesima atto I, poi nella ventunesima entra in scena anche il Marchese e in quella successiva il Conte. Difatti le commedianti si atteggiano ancora di più a dame di fronte ai due uomini per assicurarsi le loro cortesie, e naturalmente scatta una sorta di competizione fra il Marchese ed il Conte per mostrare la loro gentilezza allo sguardo di Mirandolina. Così le due false signore approfittano di questa situazione ricavando dei benefici come regali o inviti a pranzo.
● Il Marchese di Forlipopoli, nobile di nascita ma senza denaro poiché le sue ricchezze sono state dissipate da lui e dal padre. Di fronte al ricchissimo Conte che riempie di regali Mirandolina, egli finge di disprezzare il denaro e di non voler vantarsi di ciò che fa. La ragione della sua finzione sta nel fatto che in realtà è uno “spiantato” (come dice il Conte nella scena prima atto I) e che non può permettersi di spendere in tanti lussuosi regali. Si dichiara spesso come il protettore di Mirandolina e non vuole che nessun altro la corteggi e cerca in ogni modo di ostentare a una ricchezza pressoché inesistente. Nella scena prima atto I, ritroviamo un’accesa discussione con il Conte d’Albafiorita in cui il Marchese afferma di essere nobile di nascita, di non mancare di denari e di non voler vantarsi di come li spende. Qui appunto finge di essere ricco perché non vuole sfigurare di fronte al Conte, il quale pur non essendo di nobile casata, è assai benestante e per questo può permettersi di donare oggetti costosi alla locandiera. La scena terza atto I è interamente concentrata su questo tema; infatti si assiste all’ennesimo dibattito fra il Conte e il Marchese, nel quale quest’ultimo afferma che per essere protettore della locandiera ed avere la sua stima non è necessario il denaro mentre l’altro afferma tutto il contrario. Nella scena ottava atto I però, il Marchese fra sé dichiara la sua vera posizione. Infatti dopo che il Conte ha donato degli splendidi orecchini a Mirandolina, e vedendo che questa ha molto apprezzato, il povero Marchese ammette che il Conte “con questi suoi denari mi ammazza”.
● Anche il Cavaliere di Ripafratta, nelle scene diciassettesima e diciottesima atto III, finge di non essere innamorato di Mirandolina mentre in realtà è cascato a pieno nel suo tranello e si è fatto abbindolare dallo squisito comportamento della donna. A questo punto della commedia in qualche modo si rovesciano le parti; infatti all’inizio era il Cavaliere che si burlava del Marchese e del Conte perché si contendevano l’amore di una donna, invece ora accade tutto il contrario. Ma il Cavaliere è talmente orgoglioso da non voler assolutamente ammettere di essere caduto ai piedi di una donna a tal punto di esser perfino disposto a battersi con la spada.
2 - Esaminare il linguaggio usato dai diversi personaggi.
Sintassi semplice o complessa?
Lessico aulico o quotidiano?
Referenziale o allusivo, ricco di espressioni gergali.
Riflettere anche se i personaggi usano sempre lo stesso linguaggio o se viene modificato a seconda dell’interlocutore o delle circostanze.

La sintassi del racconto è semplice e lineare. È paratattica e presenta frasi molto brevi con un uso abbondante della punteggiatura. Il modello resta invariato sia nei dialoghi fra i vari personaggi che nei monologhi. Il lessico usato è piuttosto quotidiano e ricco di espressioni gergali tipiche di quel tempo. Il linguaggio di alcuni personaggi però viene modificato a seconda delle circostanze o dell’interlocutore.
Per esempio Fabrizio, quando dialoga con i clienti della locanda acquista un tono elegante ed ossequioso, mentre con Mirandolina usa un linguaggio più familiare.
Mirandolina stessa parla in modo più posato e ricercato con il Cavaliere, il Conte e il Marchese, nei suoi monologhi invece è molto sciolta.
Così come Ortensia e Dejanira, le quali tra loro usano una parlata dal gergo dialettale, quando discorrono con gli altri personaggi invece hanno un modo d’esprimersi più raffinato.

3 - Dalle didascalie individuare i vari luoghi dove si svolgono le scene.
Riflettere se il passaggio dal luogo pubblico al privato determina cambiamenti di esperienza.

SCENA
LUOGO
Da prima a decima. Atto I
Sala di locanda
Da undicesima a sedicesima. Atto I
Camera del cavaliere
Da diciassettesima a ventitreesima. Atto I
Altra camera di locanda
Da prima a nona. Atto II
Camera del Cavaliere
Da decima a diciannovesima. Atto II
Camera del Conte
Da prima a dodicesima. Atto III
Camera di Mirandolina
Da tredicesima a ventesima. Atto III
Camera con tre porte
Il passaggio dal luogo pubblico al privato determina certamente cambiamenti d’esperienza. Infatti si può notare come il rapporto tra Mirandolina e il Cavaliere sia più freddo e distaccato quando si trovano in sale affollate, mentre diventa molto più amichevole e confidenziale(se così si può dire all’interno della finzione) quando si trovano loro due da soli. Si può fare un discorso analogo anche per quanto riguarda Ortensia con Dejanira e Fabrizio con Mirandolina; le coppie infatti hanno un legame stretto e d’intesa fra loro. Di fronte ad altre persone invece tutto cambia e si comportano con molta normalità, anzi quasi come se si conoscessero appena.

4 - La locanda accoglie persone appartenenti a diversi strati sociali, quale significato simbolico può assumere ciò?

Il Marchese di Forlipopoli rappresenta la nobiltà decaduta, un ceto ormai fuori dal tempo e incapace di adattarsi alle nuove realtà storiche. Il Conte d’Albafiorita simboleggia la classe dei parvenus, cioè coloro che sono ricchi ma non di nobili origini. Il Cavaliere di Ripafratta impersona il ceto medio, una piccola nobiltà che è una via di mezzo fra i due precedenti. Mirandolina infine è un’esponente della piccola borghesia imprenditoriale. La locanda ci offre perciò un’ampia visuale della società del tempo, infatti le varie classi sociali, pur incontrandosi in un luogo comune, rimangono sempre l’una staccata dall’altra. Goldoni vuole mostrare una società in fervida trasformazione, accentuando le caratteristiche di ogni ceto attraverso i pregi e i difetti dei personaggi. La locanda è intesa quindi come la società italiana del tempo; in costante fermento e agitazione come i movimenti tra una sala e l’altra. C’è anche un cambiamento nei vari strati sociali, come quello che avviene nei diversi personaggi. Inoltre in quegli anni si dibatteva su un nuovo e più importante ruolo per la donna.

5 - Procedere ad un’analisi di tutti i personaggi rilevando in quali punti della commedia si manifestano: di Mirandolina l’interesse economico, il desiderio di potere, il programma di seduzione. Del cavaliere l’alterigia, la mentalità feudale, il disprezzo per le donne. Del marchese il culto delle vuote apparenze, la vigliaccheria. Del conte la volgare ostentazione del denaro. Di Fabrizio l’interesse borghese.

● Mirandolina. L’interesse economico è l’attenzione principale della locandiera che si occupa con professionalità dell’andamento della sua locanda. Si manifesta soprattutto nella scena decima atto I nel dialogo con Fabrizio in cui dice che se tratta bene i clienti lo fa “per tenere in credito” la sua locanda. Poi lo ritroviamo nel monologo della scena ventitreesima atto I dove riferendosi al Conte e al Marchese dice: “se dovessi attaccarmi ad uno di questi due, certamente lo farei con quello che spende di più”.
Il desiderio di potere è un tratto peculiare del carattere di Mirandolina. Alla fine della commedia infatti si assiste al trionfo del suo volere su tutti. “mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne” frase significativa della scena nona atto I. Indica la sua grande determinazione con la quale può raggiungere qualsiasi obiettivo.
Il suo programma di seduzione è incentrato in particolar modo sul Cavaliere. Vuole riuscire a farlo innamorare di lei per dimostrargli che non è vero che odia le donne. “tratto con tutti ma non m’innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimanti; e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura” in questo frammento tratto dalla scena nona atto I spiega in maniera chiara ed evidente quello che è il suo programma, oltre che di seduzione, di vita. Anche nell’ultima scena dell’atto I rinforza il fatto che riuscirà a far cadere ai suoi piedi il Cavaliere.
● Cavaliere. L’alterigia fa parte del carattere del personaggio. Lui infatti tende a prendere le distanze dagli altri come se fosse superiore. All’inizio della scena quarta atto I lui entra quasi con un aria di presunzione domandando il motivo della contesa tra il Cavaliere e il Marchese lasciando intendere che in realtà non gliene importa molto. Oppure nelle scene dodicesima e tredicesima atto I, nel dialogo col Marchese cerca di dargli dei consigli. La mentalità feudale è espressa nella scena quattordicesima atto I in cui dice di essere un “garbatissimo cavaliere”. Il disprezzo per le donne è il punto focale che lo distingue da qualsiasi altro personaggio. È proprio così che si presenta già nella scena quarta atto I dove espone la sua misoginia. Nella scena sedicesima atto I invece ammette di essersi un pochino divertito dopo aver passato un po’ di tempo a interloquire con Mirandolina che gli ha portato la biancheria pulita in camera, ma non per questo si lascerà travolgere dai sentimenti.
● Marchese. Lo distingue Il culto delle vuote apparenze perché si attacca sempre al fatto di essere un nobile di antica casata anche se poi è uno spiantato taccagno. Dalle prime scene dell’atto I di comprende benissimo questo suo atteggiamento. Poi mostra la vigliaccheria perché non ha neanche il coraggio di battersi per ciò a cui tiene. Nella scena diciassettesima atto III infatti fa di tutto per non essere coinvolto nello scontro tra il Conte e il Cavaliere.
● Conte. La volgare ostentazione del denaro è il suo costante connotato e non perde occasione per sottolinearlo, maggiormente per mettere in ridicolo il Marchese. Crede che sia segno di generosità invece si presenta spesso pesante e grossolano già dalla prima scena come anche nella quinta atto I quando regala gli orecchini di diamante a Mirandolina e pensa di averla conquistata.
● Fabrizio. Interesse borghese tipico per un uomo del suo rango sociale. Si manifesta nella scena seconda atto I quando il Conte lo invita a chiedere uno zecchino al Marchese e lui obbedisce subito oppure nella scena decima atto I quando ricorda a Mirandolina il suo impegno di sposarlo e si conforta nel fatto che i forestieri vanno e vengono dalla locanda mentre lui resta sempre. O ancora nell’ultima scena atto III dove finalmente realizza il suo desiderio di avere la mano della locandiera.
6 - Trovare tutti i punti della commedia in cui si affrontano i temi della differenza sociale, del denaro, del culto delle apparenze.

● Differenza sociale. Questo tema lo incontriamo già a partire dalla prima scena. La locanda accoglie infatti persone provenienti da differenti strati sociali. Benché Mirandolina faccia parte della piccola borghesia e venga a contatto con classi molto più elevate, non cerca di garantirsi la protezione di quelle.
● Denaro. Anche questo tema è molto presente, soprattutto nella diatriba tra il Conte e il Marchese. Il primo che considera il denaro come un suo punto di forza, il secondo che non lo possiede e ostenta per non sfigurare. Nella scena dodicesima atto III il Marchese si dispera poiché ha donato una boccetta che non credeva fosse oro e invece lo era, a una donna che credeva fosse una dama e invece non lo era, e per di più dovrà ripagarla al Cavaliere ma non ha soldi. Mirandolina pensa al denaro come il ricavato dal suo lavoro così come Fabrizio lavora per guadagnarlo. Nella scena ventitreesima atto I infatti la locandiera puntualizza che il suo principale interesse è quello di far innamorare il Cavaliere e un grande gioiello non varrebbe lo stesso piacere.
● Culto delle apparenze. I personaggi che maggiormente fingono sono il Marchese e le due commedianti. Infatti la scena ventunesima atto I è quella che meglio identifica questo argomento poiché è dove si concentrano questi personaggi e scoppiano in un’animata discussione quasi surreale.

7 - Trovare le differenze nella concezione delle donne dei vari personaggi maschili.

● Cavaliere. Disprezza le donne, non le ha mai amate e le considera “un’infermità insopportabile”. Le considera impertinenti, irriconoscenti, approfittatrici e attaccate ai beni materiali. Più volte hanno provato a farlo sposare ma non ha mai voluto perché quando considera che per avere dei figli dovrebbe tollerare una donna, gli passa subito la voglia. Il suo denaro vuole spenderlo solo con gli amici e dice inoltre di stimare quattro volte di più un buon cane da caccia che una donna. Giudica pazzo chi spende i suoi averi per una donna. Nei confronti del sesso femminile ha un atteggiamento molto aggressivo.
● Marchese. Una donna gli è dovuta per il titolo nobiliare. Egli infatti vuole offrire protezione e essere degno di farla felice. Però bisogna anche che una donna porti rispetto e che sia una perfetta nobildonna.
● Conte. Una donna è un oggetto di valore, ha un prezzo e bisogna avere la possibilità di acquistarlo. Deve essere riempita di doni e attenzioni ai quali si deve mostrare riconoscente. Il sesso femminile è anche molto capriccioso e difficile da comprendere, ma allo stesso tempo amabile e grazioso. Il Conte dice di essere sempre stato solito a trattare con le donne e che ne conosce pregi e difetti.
● Fabrizio. la donna è semplicemente la madre dei suoi figli e l’amministratrice delle faccende domestiche. Per la sua mentalità borghese, la vede come un qualcosa di necessario per la vita sociale ma ha comunque una visione positiva.

8 - Nella commedia si assiste ad una vera e propria vittoria di Mirandolina. Si può parlare di lieto fine?

Secondo me non si può realmente parlare di un lieto fine per molteplici motivi. Per quanto concerne la situazione di Mirandolina ad esempio, si può dire che lei è riuscita a raggiungere ogni suo scopo (ovvero ingannare il Cavaliere, sposare Fabrizio..), ma non si può ritenere completamente felice perché in verità lei non possiede il vero amore. È stata in grado solo di giocare con i sentimenti altrui, e anche se alla fine ha uno sposo, l’amore verso Fabrizio non è poi così forte. Anche riferendoci agli altri personaggi non si può parlare di un lieto fine poiché tutti i loro sogni d’amore vengono miseramente distrutti. Si assiste alla vittoria della scaltrezza di una furbissima Mirandolina e alla misoginia di un freddo Cavaliere i quali, nel messaggio morale di Goldoni, rappresentano i due esempi in negativo di come si dovrebbero intrattenere le relazioni fra un uomo e una donna.

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