Inferno di Dante

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Testo

SCHEDA DELL’INFERNO DI DANTE
PROFEZIE
Nella Divina Commedia sono presenti numerose profezie, quasi completamente orientate verso il piano politico, come, in effetti, è stata tutta la vita di Dante, piena di travagli politici, lotte intestine nella sua amata città e un esilio che lo segnò sia come persona sia come letterato sia come diplomatico.
Canto I: Profezia del Veltro

Molti son li animali a cui s’ammoglia,
e più saranno ancora, infin che ‘l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapienza, amore e virtute,
e sue nazion sarà tra feltro e feltro.

Veltro [cane da caccia] → riformatore [uomo politico]
1. imperatore [De Monarchia] → no avidità poiché già ricco
2. impero = strumento provvidenza divina
3. feltro → località [Montefeltro] → Cagrande della Scala
→ elezione [bussollotti] → uomo politico
→ panno → uomo umile
→ cielo [leggerezza] → strumento divino
4. atteggiamento nei confronti di Arrigo VII
Canto VI: Profezia di Ciacco
1) Chi sei? “…Ma dimmi chi tu se’ che ‘n sì dolente
loco sè messo,e hai sì fatta pena,
…”
a) Prima excursus su Firenze e poi rivelazione dell’identità e del peccato
“… La tua città, ch’è piena
d’invidia sì che già trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena.
Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
per la dannosa colpa de la gola,
…”
2) Quale sarà il futuro di Firenze? Ci sono dei giusti? Quali sono le cagioni?
“… Ma dimmi, se tu sai, a che verranno
li cittadini del la città partia;
s’alcun v’è giusto; e dimmi la cagione
per che l’ha tanta discordia assalita.”
b) I guelfi cacceranno i ghibellini, poi dopo tre anni i neri cacceranno i bianchi con l’aiuto di Bonifacio VIII. Ci sono due giusti, ma non sono ascoltati e le cause sono la superbia, l’invidia e l’avarizia.
“Dopo lunga tensione
verranno al sangue, e la parte selvaggia
caccerà l’altra con molta offensione.
Poi appresso convien che questa caggia
infra tre soli, e che l’altra sormonti
con la di tal testè piaggia…
…Giusti son due, e non vi sono intesi;
superbia, invidia e avarizia sono
le tre faville c’hanno i cuori accesi.”
3) Dove sono gli altri uomini politici?
“…Farinata e ‘l Tegghiaio, che fuor sì degni,
Iacopo Rusticucci, Arrigo e ‘l Mosca
e li altri ch’a ben far puoser li ‘ngegni,
dimmi ove sono e fa ch’io li conosca.”
c) Questi uomini sono nell’Inferno più nero
“Ei son tra l’anime più nere;…”
Canto X: Profezia di Farinata degli Uberti
Farinata profetizza esplicitamente l’esilio di Dante e anche quando questo avverrà, usando un intervento mitologico nella sua narrazione [Proserpina].
“…Ma non cinquanta volte fia raccesa
la faccia de la donna che qui regge
che tu saprai quanto quell’arte pesa…”

SIMILITUDINI
Nell’Inferno, come del resto nelle altre cantiche, ci sono molte similitudini che servono innanzi tutto per sviluppare argomenti complessi o per approfondirli meglio, poi per rendere la poesia esteticamente migliore e per finire per rimanere nell’ambiente letterario tipico di ogni periodo.
Come abbiamo visto, infatti, le similitudini variano in base al canto in cui sono situate.
CANTO I
v. 22-27 Dante esce dalla selva come un naufrago scampa la morte in un mare periglioso.
v. 55-57 Dante viene respinto dalla lupa come quando l’avaro cerca di accumulare ricchezze [avanzare], ma perde tutto [respinta].
CANTO II
v. 37-39 Dante è dubbioso come quello che continua a cambiare strada in seguito a riflessioni.
v. 48 L’uomo è impaurito dal buoi come un animale che è impaurito dall’ombra.
v. 127-129 Dante è piegato dall’avarizia come quando i fiori chiusi per il gelo, aspettano il sole.
CANTO III
v. 30 La folla agitata sembra un massa di sabbia mossa vorticosamente dal vento.
v. 112-114 La calca dei dannati assomiglia al cumulo di foglie che si accumula sulle radici.
v. 117 I dannati sono attratti come gli uccelli dal richiamo
CANTO IV
v. 96 Omero sovrasta gli altri poeti come un aquila che vola in alto nel cielo
CANTO V
v. 29 Il vento muggisce come il mare quando c’è la tempesta.
v. 40-42 Gli spiriti vagano spinti dal vento come gli stornei che migrano in inverno.
v. 46-47 Il lamento dei dannati è come quello della gru.
v. 82-84 L’allontanamento di Paolo e Francesca dalla schiera è simile al ritorno delle colombe al nido.
v. 126 Francesca mentre racconta assomiglia a colei che piange e parla insieme.
v. 142 Lo svenimento di Dante assomiglia alla caduta di un corpo morto.
CANTO VI
v. 19 Le urla dei dannati assomigliano ai guaiti dei cani.
v. 28-33 Cerbero addomesticato assomiglia ad un cane prima affamato, ora sfamato.
CANTO VII
v. 22-24 Gli scontri degli avari e dei prodighi assomigliano alle onde generate da Cariddi che si infrangono sulla costa.
v. 84 La fortuna è in agguato come la serpe è in agguato tra l’erba.
CANTO IX
v.76-78 I dannati scappano dal Messo celeste come le rane scappano dalla serpe.
FIGURE FEMMINILI
Nella cantica sono numerose le figure femminili, sia contemporanee a Dante che antecedenti, sia storiche che mitologiche, sia donne rappresentati del Cristianesimo che dei primordi della nostra religione. Bisogna sottolineare il fatto che alcune figure come Beatrice e Francesca sono sviluppate mentre altre sono solo citate o solo guardate da Dante durante il suo cammino.
CANTO II
In questo canto sono padrone tre donne che hanno segnato profondamente la vita del vate.
Beatrice grazia cooperante carità ragione/teologia
S. Lucia grazia illuminante speranza luce [protettrice degli occhi]
Madonna grazia preveniente fede onnipotenza supplicante
Beatrice inoltre è presentata come figura del Dolce Stil Novo e figura Christi, quindi è impregnata di tutti gli elementi che hanno vissuto costantemente in Dante.
Caratteristiche occhi [v. 55] → specchio dell’anima
voce [v. 57]
donna = virtù → amor cortese
vassallaggio [v. 80]
creatura divina [v. 103]
amore disinteressato e gratuito [vv. 60-62]
CANTO IV
Tra gli spiriti magni ci sono anche numerose donne, appartenenti alla tradizione letteraria e alla storia romana. Dopo questo, quindi, abbiamo:
Elettra madre di Dardano, capostipite dei Troiani
Camilla prima eroina greca
Lucrezia donna violentata da Tarquinio [amore coniugale]
Giulia moglie di Pompeo [dedizione familiare]
Marzia moglie di Catone Uticense [nobiltà]
Cornelia madre dei Gracchi [grandezza d’animo]
CANTO V
In questo canto abbiamo oltre a Francesca, signora di questo passo, altre quattro donne che sono in contrapposizione alle quattro donne degli spiriti magni.
Semiramide moglie di Nino e sposa in seguito figlio [incesto]
Didone suicidio dopo il tradimento [tradimento]
Cleopatra amante di Cesare e Antonio, suicidio con aspide [doppiogiochista]
Elena causa della guerra di Troia [amore distruttivo]
Francesca simbolo dell’amor cortese → Ars Amandi di Cappellano
→ personificazione dell’amore
→ ridondanza parola amore
→ caratteristiche Dolce Stil Novo
PERSONAGGI STORICI CONTEMPORANEI
Nella Divina Commedia i personaggi storici dei periodi antecedenti o contemporanei a Dante sono molto comuni, sia politici sia laici sia religiosi. Quindi la Commedia era ed è un passaggio attraverso i periodi che hanno toccato il poeta e attraverso un viaggio che ci porta a conoscere le persone che lui stesso bene o male ha consociuto.
CANTO III
Il personaggio del “gran rifiuto” si suppone sia Celestino V che abdicò al soglio pontificio, lasciando così il posto a Bonifacio VIII, il papa della teocrazia, contro il quale politici, religiosi e letterati hanno lottato per porre fine alla corruzione della Chiesa.
CANTO V
Paolo e Francesca.
Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, andò in sposa a Gianciotto Malatesta, signore di Rimini, per motivi politici. In seguito Francesca si innamorò del cognato Paolo Malatesta, ma sorpresa nel momento del tradimento, fu uccisa insieme all’amante dal marito.
Paolo fu capitano del popolo di Firenze tra 1282 e il 1283; venne dunque conosciuto dal giovane Dante. Il fatto di sangue risale con più probabilità al 1285 quando Gianciotto fu eletto podestà a Pesaro.
CANTO VI
In questo canto è presentato Ciacco, secondo alcuni identificabile con il rimatore Ciacco dell’Anguillaia, di carattere arguto e mordace, viveva da scroccone e secondo la leggenda vendetta la sua libertà per continuare a bere e a mangiare a sbaffo.
Anche il suo nome ha una lunga serie di interpretazioni: c’è chi dice che deriva dal dialetto “ciens” [che chiede], o ancora dalla deformazione del nome Giacomo o Jacopo e per finire dalla radice toscana “porco”.
CANTO VIII
Qui troviamo Filippo Argenti, al suo secolo Coppo di Borghese de’ Cavicciuoli, cavaliere ricchissimo che era solito ferrare il suo cavallo con ferri d’argento e per questo motivo fu soprannominato Argenti.
CANTO X
In questo capitolo della Divina Commedia troviamo importanti personaggi nell’ambiente fiorentino come Farinata degli Uberti e Cavalcante dei Cavalcanti.
Il primo fu capo dei ghibellini fin dal 1239 e riuscì anche a sconfiggere i guelfi nel 1248 che per vendetta lo ricacciarono nel 1258, ma rientrò nel 1260. morì pochi anni dopo, 1264, dopo aver vissuto una esasperante lotta politica. Dopo vent’anni dalla sua morte il francescano Salomone lo accusò di eresia e fece riesumar le sue ossa e confiscare l’eredità ai suoi eredi.
Il secondo invece, fu il padre di Guido Cavalcanti, miglior amico di Dante, e aveva fama di essere un epicureo. Si salvò nella battaglia di Montaperti e rientrò in patria dopo la vittoria guelfa nel 1266 a Benevento.
Dopo questi ci sono l’imperatore Federico II, nonostante fosse considerato un epicureo, era ritenuto un uomo di grande onore, un principe esemplare e un pensatore dotto.
Poi abbiamo il cardinale Ottaviano degli Ubaldini, vescovo di Bologna, anche lui aveva fama di essere epicureo, ma nonostante fosse un uomo di chiesa era uno dei più grandi protettori dei ghibellini.
INDICAZIONI TEMPORALI
Nell’Inferno ci sono dei punti dove il poeta ci permette di capire il periodo in cui si sta svolgendo l’azione e di comprendere il tempo di sviluppo dell’azione.
CANTO I
“Nel mezzo del cammin di nostra vita…” → età del poeta = 35 anni
“…l’ora del tempo e la dolce stagione…” → nascita di un nuovo giorno e primavera che ridona vita alla natura morta durante la precedente stagione, inverno
CANTO VII
“…già ogne stella cade che saliva…” → mezzanotte
CANTO X
“…Lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso…”
→4 settembre 1260,battaglia Montaperti [vittoria ghibellini]
FIGURE MITOLOGICHE
Nell’Inferno Dantesco vengono riprese molte figure mitologhe presenti nel VI libro dell’Eneide, dove il pio Enea giunge nell’Ade, quindi questa è un’ulteriore conferma del fatto che Dante trova in Virgilio l’ispirazione e la fonte principale di tutto il suo operato.
CANTO III
In questo canto troviamo la prima figura mitologica, Caronte, il nocchiero infernale con nuovi tratti demoniaci.
Caronte vecchio [bianco per antico pelo]
barba bianca [lanose gote]
atteggiamento aggressivo [viene calmato dal tono iussivo di Virgilio]
occhi fiammeggianti [li occhi avea di fiamme rote]

CANTO V
Qui troviamo il giudice infernale che da uomo oculato e saggio nell’amministrare [Eneide] diventa un mostro demoniaco [Inferno].
Minosse demone che ringhia [orribilmente, e ringhia…]
giudice infernale [esamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia…]
dotato di coda […cignesi con la coda tante volte…]
mostro ostacolante [viene convinto da Virgilio]
CANTO VI
Nel canto VI troviamo il mostro infernale per eccellenza, Cerbero, il guardiano infernale dell’Eneide e di molti altri miti greci [vedi Ercole e le dodici fatiche, ecc…].
Cerbero bestia crudele e mostruosa [fiera crudele e diversa]
3 bocche [con tre gole carinamente latra]
→ 3 tipi di gola → qualità
→ quantità
→ qualità e quantità
occhi rossi [occhi vermigli]
pelo unto e sporco [barba unta e atra]
ventre largo [simbolo voracità insaziabile]
addomesticamento di Cerbero [Virgilio = terra mentre Sibilla = focaccia]
CANTO VII
In questo passo incontriamo Pluto, simbolo dell’avidità e della bramosia di ricchezze.
Pluto voce rauca [voce chioccia]
imprecazione [Pape Satàn, pape Satàn, aleppe!]
maledetto lupo
CANTO VIII
Nel canto VIII troviamo il secondo nocchiero infernale, Flegias, ancor più demoniaco e aggressivo del precedente.
Flegias unico marinaio [sol galeotto]
iracondo [ira accolto]
urlante [tu gridi a voto]
ATTEGGIAMENTO VERSO LA CHIESA
La Divina Commedia, come molte altre opere di Dante, è una continua riflessione sulla Chiesa, sulla corruzione che domina costantemente, sull’avidità dei cuori ecclesiastici e sui vari problemi che interessano questo mondo.
CANTO I
In questo canto abbiamo l’interpretazione allegorica della “Lupa” come rappresentazione della Chiesa, insaziabile nella sua potenza e fraudolenta nel suo costume.
CANTO VII
“Maestro mio, or mi dimostra che gente è questa, e se tutti fuor cherci questi chercuti a la sinistra nostra”.
Con questa frase Dante condanna per la prima volta i corrotti costumi della Chiesa, e soprattutto quando l’avarizia coinvolge gli ecclesiastici, le parole di Dante diventano ironiche e pungenti come spine.
Qui il poeta condanna la cecità morale degli uomini di Chiesa.
“Questi fuor cherci, che non han coperchio piloso al capo, e papi e cardinali in cui usa avarizia il suo soperchio”.
In questo periodo Dante accusa l’avarizia dei papi e delle alte cariche ecclesiastiche [cardinali e vescovi] verrà più volte duramente ribadita.
CANTO X
Qui ritroviamo il cardinale Ottaviano degli Ubaldini che usava violenza contro la curia quando più riteneva opportuno e spesso difendeva i ribelli contro la Chiesa, eretico di fede epicurea e legato al denaro più ancora della stessa Roma.

FIGURE RETORICHE
Nella Divina Commedia, oltre alle similitudini, sono presenti altre figure retoriche tra cui climax, antitesi, anafore, allitterazioni, iperbole, perifrasi, metonimie, metafore, endiadi, ecc…
Bisogna sottolineare il fatto che le perifrasi sono quasi sempre utilizzate per identificare Dio ed il suo operato.
CANTO I
“…pianeta che mena dritto altrui per ogni calle…” Sole Perifrasi
“…nel lago del cor…” nel profondo del cuore Metafora
“… mi fa tremar le vene e i polsi…” gambe e braccia Sineddoche
“…penso e discerno…” penso e medito Endiadi
“…imperador che là su regna…” Dio Perifrasi
CANTO II
“…l’avversario d’ogne male…” Dio Perifrasi
“…padre eletto…” Dio Perifrasi
“…a dir soave e piana…” con voce soave e dolce Dittologia
“…tu duca, tu segnore e tu maestro...” Virgilio Climax
“… segnor mio…” Dio Perifrasi
CANTO III
“Per me si va…per me si va…per me si va…” Epigrafe Anafora
“…divina spodestate, la somma sapienza e ‘l primo amore…” Trinità Perifrasi
“…sospiri, pianti e alti guaiti…” lamenti Climax
“…bianco per antico pelo…” Caronte Ipotiposi
“…l’umana spezie e ‘l loco e ‘l tempo e ‘l seme… ” bestemmie Ignavi Climax
CANTO IV
“…un possente, con segno di vittoria coronato…” Cristo Perifrasi
“…maestro di color che sanno seder tra filosofica famiglia…” Aristotele Perifrasi
CANTO V
“…dicono e odono e poi son giù volte…” Anime Climax
“…luce muto…” luce Sinestesia
“…le strida, il compianto, il lamento…” urla Climax
“…il re de l’universo…” Dio Perifrasi
“…noi……voi…” / Chiasmo
CANTO VI
“…il gran vermo…” Cerbero Perifrasi
“…simil…simil…” / Iterazione
“…ciel li addolcia o lo ‘nferno li attorca...” Paradiso/Inferno Antitesi
CANTO VII
“…perché tieni?...perchè burli?…” avari/prodighi Antitesi
“…ondoso metro…” cantilena Metonimia
“…prime creature…” intelligenze angeliche Perifrasi
CANTO IX
“…li rami schianta, abbatte e porta fori…” Messo celeste Climax
“…il nerbo del viso…” acume Perifrasi
“…passo passava…” / Allitterazione
CANTO X
“…sommo duce…” Dio Perifrasi
“…mille giaccio…” anime Iperbole
“…muro…” Città di Dite Metonimia
Bisogna ricordare anche che Virgilio viene citato molte volte con epiteti (il duca mio, maestro, il mio amico…), simboli della poesia epica.

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