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Testo
L’Islam e il conflitto con l’Occidente
Negli ultimi anni si nota una violenta campagna di persecuzione contro i cristiani nei Paesi abitati dai musulmani: i fedeli sono uccisi e le chiese date alle fiamme. Che cosa sta succedendo oggi nel mondo islamico?
Per capire che cos’è l’islam bisogna cominciare dall’inizio, vale a dire dal progetto di Maometto volto ad unificare tutte le tribù arabe sotto la guida di una sola persona e a creare un impero arabo nella penisola arabica. Questo progetto era l’aspirazione della tribù dei Coreisciti, cui apparteneva Maometto. E Maometto, in modo geniale, è riuscito a realizzarlo. Maometto attua il suo progetto a Medina, dove è fuggito da La Mecca nel 622. La gente lo accoglie come una persona capace di organizzare la città per far meglio fronte a La Mecca, la città rivale. All’inizio l’attività di Maometto ha carattere amministrativo e politico: stipula un patto con le tre ricche tribù ebraiche presenti a Medina, ma poi le espelle e comincia piccole guerre (in dieci anni condusse quaranta guerre, secondo la prima e più famosa sua biografia, quella di Ibn Hisciàm), amministra la città istituendo un sistema politico, giuridico e fiscale-amministrativo. Il suo gran progetto politico include anche la religione, la fede in un Dio unico. Sul piano religioso recupera tutto quello che può: le antiche usanze arabe, la tradizione di Abramo, d’Ismaele, elementi di ebraismo e cristianesimo. Dal paganesimo arabo provengono i riti del pellegrinaggio a La Mecca che verranno islamizzati. L’islam non è dunque solo la fede in un unico Dio e la preghiera: possono pensarla così solo quanti ignorano l’islam e proiettano su di esso la propria mentalità cristiana. L’islam è una totalità socio-politica, culturale e religiosa. Lo stesso si può dire della moschea: non è una chiesa musulmana, non è solo un luogo di preghiera, ma anche di studio e di dibattiti politici. Purtroppo, la maggior parte dei cristiani paragona l’islam al Cristianesimo, pensando che l’islam sia una versione araba del Cristianesimo, leggermente diverso da esso. I cristiani lo fanno con intenzioni buone, convinti che così comportandosi siano più vicini allo spirito del Vangelo. Invece pensare in tal maniera è da ingenui. Perché la prima regola del dialogo è rispettare gli altri nelle loro diversità, e considerarli per quello che sono, senza pretendere che tutte le religioni siano simili o abbiano lo stesso scopo, pertanto, un musulmano va visto come membro del suo movimento socio-politico-cultural-religioso. Se qualcuno si converte all’islam, compie non solo un gesto religioso, ma anche una scelta politica, sociale, culturale, giuridica. Per esempio, i croati sono chiamati tali secondo un criterio etnico, e i serbi pure; invece, un croato o un serbo che si è convertito all’islam è chiamato “musulmano”, come se perdesse la sua origine etnica. Voglio ripetere ancora che l’islam è un progetto politico che include la religione. L’islam è un sistema integrale che può facilmente scivolare verso il totalitarismo, perché lo scopo dell’uomo politico musulmano, anzi il suo dovere, è di sostenere la religione musulmana. In tutti i Paesi del mondo dove i musulmani diventano maggioranza - Bosnia, Cecenia, regioni occidentali della Cina, certe zone delle Filippine- essi chiedono l’indipendenza politica. A loro non basta la libertà religiosa, proprio perché lo scopo ultimo dell’islam è una società integralmente basata su determinate visioni politiche. Dietro la religione c'è anche un progetto politico. Altri esempi. Il corso di religione per i musulmani in Germania include spesso l’insegnamento della lingua e delle usanze turche, mentre in Francia, quando s’insegna l’islam, s’insegnano anche la lingua araba e le usanze nord-africane. In tal maniera, i governi europei pagano professori che insegnano non solo una religione, ma anche lingue o culture che non hanno niente a che vedere con la cultura tedesca o francese. E’ questo, per noi cristiani, il grande problema: essendo l’islam società, cultura e religione, come vivere in un sistema musulmano che ha come fine l’islamizzazione di tutti gli aspetti della vita della società? Riporto qualche esempio. Già prima dell’alba, gli altoparlanti delle moschee svegliano tutti per la preghiera, proclamando che “la preghiera vale più del sonno”. La radio deve interrompere i programmi e i notiziari per trasmettere le preghiere musulmane. A scuola, l’islam è materia obbligatoria anche per i non musulmani. Anche nelle scuole private cattoliche, prima di cominciare le lezioni, si deve leggere e commentare qualche brano del Corano. La radio diffonde tutta la giornata passi coranici. La televisione è sempre più islamizzata nei programmi. I film sono spesso ispirati alla storia musulmana, e talvolta hanno finalità chiaramente celebrative. Cresce tuttavia il fenomeno dei matrimoni misti. La ragazza cristiana che sposa un musulmano ha teoricamente il diritto di rimanere cristiana, in pratica diventa però impossibile, perché non erediterebbe e i figli sarebbero in ogni caso legalmente musulmani, anche se battezzati. Se inoltre capita un divorzio, i figli sono automaticamente affidati alla “parte migliore”, come dice la legge, in pratica a quella musulmana. Al contrario, l’islam non consente per legge l’unione tra una musulmana e un cristiano. Il motivo è politico. Il matrimonio non è un affare d’amore, è un progetto di società, di vita, serve anche ad aumentare il numero dei credenti. Capo di questa società familiare è l’uomo. Una donna musulmana non può sposare un cristiano, perché i figli sarebbero cristiani, salvo che il cristiano non si converta all’islam. Il caso contrario è impossibile: un musulmano che si converte al cristianesimo o all’ebraismo deve essere ucciso, in quanto ritenuto “infedele”.
Negli ultimi anni anche in Italia ci siamo ritrovati gli islamici, inevitabilmente qualcuno gli considera “diversi” o perfino “inferiori”. Di questa nuova forma d’intolleranza religiosa ne sono vittime quanti ritengono che solamente i propri testi religiosi fondamentali siano depositari della “verità”e, a causa di ciò, li ritengono superiori ad altri testi d’altre religioni. A tal proposito è bene citare le parole di Gandhi in una lettera ai suoi discepoli: “Se fossimo pervenuti alla piena visione della verità, non saremmo più dei ricercatori, saremmo uno con Dio, poiché la verità è Dio. Ma poiché ancora stiamo cercando, continuiamo la nostra ricerca, consapevoli della nostra imperfezione. Noi non abbiamo il diritto di imporre agli altri di agire secondo il nostro modo di percepire la verità.
Sono notizia di tutti i giorni i ripetuti scontri tra popolazioni che ritengono i propri testi sacri superiori. Questo tra la popolazione dell’occidente e i musulmani; di conseguenza a causa di questi giornalieri conflitti o rivalità si sono create alcune sette islamiche note con il nome d’Integralismo Islamico che compiono atti di terrorismo contro proprio il mondo occidentale(l’attentato alle torri gemelle, l’attentato a Madrid poi a Londra gli innumerevoli attacchi kamikaze in varie grandi metropoli).Un’importante caratteristica di questi nuovi movimenti religiosi e la loro aspra e sottile reazione alle critiche che sono comunemente denunciate quali attacchi alla libertà religiosa o semplicemente alla libertà di credo. Un episodio può essere l’episodio delle “vignette satiriche su Maometto”sulle quali tanto in questi giorni si è parlato. Si trattava d’alcune raffigurazioni satiriche sul profeta Maometto che hanno irritato il popolo musulmano accusando l’occidente di attaccare la libertà religiosa musulmana.
Di questo settarismo religioso si è discusso anche nel parlamento europeo dove si sono formulate alcune “raccomandazioni”, sostituire all’ideologia dell’odio quella della tolleranza.
Pierangelo Rollo I E