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Categoria: | Italiano |
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Data: | 20.01.2006 |
Numero di pagine: | 3 |
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Testo
Di Matteo Stefano Fascicolo di documentazione scolastica della provincia di Cuneo
Dalla stampa alla multimedialità
In 550 anni l’uomo è passato dalle 200 copie della Bibbia a una disponibilità immediata di qualsiasi testo
Un po’ di storia
Risale al 1455* l’invenzione che ha permesso all’umanità di diffondere a tutti il proprio sapere. Proprio in quell’anno Johann Gutemberg diede vita a una vera e propria rivoluzione delle comunicazioni, un fatto che rappresentò una delle più radicali trasformazioni nella storia intellettuale della nostra civiltà: l’invenzione della stampa a caratteri mobili. Sono passati esattamente 550 anni, e le innovazioni sono state molte. Si dovettero aspettare più di 300 anni per realizzare i primi quotidiani, a cavallo tra il settecento e l’ottocento. Ma la seconda era delle invenzioni tecnologiche inizia col telegrafo, continua con il telefono e si conclude con la radio: l’era della comunicazione immediata. Invenzioni che non intaccano la natura simbolica dell’uomo**. Diciamo questo perché ciò accade nella terza fase dell’evoluzione tecnologica: quella della televisione. Che culmina con l’avvento recentissimo del computer e di internet, che permette di comunicare istantaneamente, anche visivamente con altre parti del mondo, magari con i cinesi, che in questo periodo vanno così tanto di moda (ma questa è un’altra storia…).
eBook: il flop
Attorno al 2000 molti avevano previsto che si sarebbe sicuramente verificata, con l’arrivo imminente dei libri multimediali, una seconda rivoluzione culturale. Questi libri multimediali sono chiamati eBook. Molti pronosticavano
*Vengono riportate dalle fonti molte date diverse, ma è attorno a questi anni che viene stampata la Bibbia, primo libro realizzato da Gutemberg attraverso il nuovo sistema.
**Come afferma Sartori nell’”Homo videns”. Egli critica profondamente l’avvento della televisione che riporta l’uomo sullo stesso piano degli animali, poiché viene ridotto alla sola attività dell’osservazione.
ormai certi che, giunti nel 2005, tutti avremmo letto al computer Dante e gli altri grandi del passato, e che questa sarebbe stata la modalità che avrebbe diffuso la cultura dopo Gutemberg*. Dopo tutte queste rosee previsioni, a questo punto, possiamo parlare con soddisfazione di flop. Perché con soddisfazione? Perché studiare i classici su un libro facendo appunti personali a mano a lato, e portando il libro sempre con sé per leggere in momenti morti come sul treno, è ben diverso dallo studiare ad esempio “La Commedia” di Dante scorrendo le pagine con il mouse. E spesso la lettura è esercitata per diletto, magari sotto le coperte prima di andare a dormire, o sulla poltrona di fronte al focolare, non seduti su una sedia di fronte ad un monitor.
Le altre teorie
Bisogna però lasciare anche spazio alla difesa. Maragliano** nel “Nuovo manuale di didattica multimediale”, sostiene che dopo l’invenzione della stampa di Gutemberg, l’umanità, a causa dei libri, sia piombata in un’era di silenzio. E che solo le nuove tecnologie multimediali le hanno ridato colori e suoni. Addirittura qualcuno propone di frequentare la scuola a casa dal proprio pc. Ma dove finiremmo? Sarebbe una cosa aberrante, 5 ore attaccati ad un computer a seguire le lezioni, senza avere dei compagni con cui legare, senza il rapporto insegnante-studente. Anche perché il docente non è solo professore della propria disciplina, deve anche preparare caratterialmente ed eticamente lo studente.
Tirando le somme
Io ritengo che per troppi motivi il computer non rimpiazzerà mai i libri, e che questi siano uno dei pochi oggetti che accompagneranno l’umanità per sempre.
*Lo dice chiaramente in un articolo di “Tuttoscienze” del 2000 Simonelli.
**Docente di pedagogia, forte sostenitore dei libri informatici.