Alessandro Manzoni

Materie:Tema
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Testo

Alessandro Manzoni
(1785-1873)

Nasce a Milano nel 1785. La sua prima formazione intellettuale gli viene fornita frequentando vari collegi religiosi.
Nel 1805 raggiunge la madre a Parigi. Questa riconciliazione con la madre segna l’inizio di quel riavvicinamento ai dogmi religiosi che culminerà nella conversione del 1810. Conosce Enrichetta Blondel e la sposa nel 1808.
Nel 1810 torna a Milano. La sua condizione di nobile agiato gli permette di dedicarsi interamente ai suoi studi.

Tra il 1815 e il 1827 compone le sue opere maggiori: Inni Sacri, Odi, Tragedie, la prima e la seconda redazione dei Promessi Sposi. Dopo il 1827 prevalgono gli interessi linguistici che culminano nella revisione del romanzo per l’edizione "quarantana".
Nel 1861 riceve la nomina di Senatore del neonato Regno d’Italia. All’età di 88 anni, dopo aver vissuto una vita appartata caratterizzata da frequenti lutti familiari, muore a Milano nel 1873.

Nell’anniversario della morte Giuseppe Verdi comporrà in sua memoria una Messa da Requiem.

LA POETICA

La poetica del Manzoni è incentrata su due cardini: il vero e la morale.

Il vero rappresenta la realtà a cui ogni intellettuale deve attenersi nelle sue opere. L’autore distingue in quest’ambito il vero storico dal vero poetico. Il primo impone di basarsi esclusivamente sulla storia, a cui bisogna attenersi scrupolosamente. Il secondo è quel tanto di invenzione che è consentito al poeta (solamente riguardo a fatti secondari) ma che deve risultare verosimile e perfettamente coerente contesto storico-culturale.

La morale è l’insegnamento che deve scaturire da ogni opera. Vero e morale sono pertanto due principi complementari: insegnare è efficace solo se ci si basa sulla verità in quanto essa ha quell’alone di serietà che rende i fatti accaduti vivi e suggestivi anche se trattano di fatti dolorosi.

Lo stile utilizzato è innovativo. Inventa, con gli Inni Sacri, una poesia religiosa che non ha precedenti; modifica il genere tragico, eliminando le unità di tempo e di luogo ed interpretando personalmente l’unità d’azione (Lettre à M. Chauvet); i Promessi Sposi rappresentano il primo esempio di romanzo storico in Italia.

LA DONNA E L'AMORE

Manzoni affronta la questione dell’amore in letteratura nel "Fermo e Lucia", in una digressione abolita poi nei Promessi Sposi, immaginando un dialogo nel quale gli viene rimproverata la mancata descrizione dei sentimenti dei due fidanzati. Questa lacuna avrebbe, secondo l’autore lo scopo di evitare conseguenze nocive all’utilità morale e sociale della letteratura. Secondo lui, di amore ce n’è fin troppo e il mondo ha bisogno di altri sentimenti.

Quindi la figura femminile, rappresentata principalmente da Manzoni in Lucia ed Ermengarda, si separa dal tema amoroso assumendo un ruolo domestico al centro degli affetti familiari. A conferma di ciò l’amore diventa addirittura parola impronunciabile per Lucia, la quale invece incarna la purezza, i valori della famiglia, ed è simbolo di un atteggiamento cristiano verso la vita, apparendo sempre insicura al di fuori delle mura domestiche.

Gertrude è la faccia opposta di Lucia, infatti la sua bellezza turbata e scomposta si oppone a quella discreta e composta della giovane, evidenziando un sintomo di inquietudine derivante da un difficile rapporto adolescenziale col padre-principe. Anche in questo caso Manzoni si sottrae alla rappresentazione della passione amorosa.

L’amore di Ermengarda a differenza dei precedenti, è un amore coniugale inizialmente casto e lecito, ma che, dinanzi alla perdita dell’amato Carlo, esplode in una passione tremenda, travolgente e distruttiva caratterizzata da un rifiuto ad accettare la realtà angosciante. Ma anche in Ermengarda passione e fede coesistono e portano l’eroina romantica a cercare la morte, infatti è consapevole che il dolore scaturito dal fallimento dell’amore umano, sarà placato dall’amore verso Dio nell’aldilà, secondo il concetto della provvida sventura.

L’EROE PER MANZONI

Il concetto dell’eroe è un tema ricorrente nella letteratura romantica.

L’eroe per Manzoni si differenzia da quello degli autori precedenti in quanto è riscattato dalla religione che assicura, dopo la morte, l’inizio della vera vita dove Dio sarà garante della giustizia e dove colpe e meriti saranno valutati.

Per comprendere il significato dell’eroe per questo autore romantico prendiamo in esame i principali personaggi : Ermengarda, Adelchi, che da il nome alla maggiore delle tragedie dell’autore e Renzo , protagonista dei Promessi Sposi.
Ermengarda, definita unica eroina romantica, è un personaggio molto commovente, dilaniata da un amore totalizzante per il marito Carlo. Questo sentimento è tipicamente romantico, è infatti globale, vissuto in maniera pudica e inespressa e rappresenta, per lei, un ideale per sempre perduto che si scontra con la realtà, che la tormenta e le comporta sofferenza acuta che non può essere attenuata.
E’ un’eroina triste, malinconica, che non si rassegna e che agisce secondo il criterio del sentimento, a differenza di Carlo e Desiderio che agiscono secondo il criterio dell’utile.
La sua sconfitta è meno dura di quella di Ortis (eroe sconfitto di Foscolo) non solo perché la sua morte non è procurata ma perché Ermengarda arriva alla morte certa di accedere a un’altra vita, consolata dalla provvida sventura e convinta che Dio l’aspetti per abbracciarla.
Adelchi è un esempio di eroe romantico perché in lui si dibattono due anime: quella del principe guerriero e quella del cristiano che non vuole combattere una guerra di conquista contro il papa che egli sente ingiusta. Egli è dunque travolto da una vicenda di cui si sente responsabile, mentre nel suo cuore vive una delusa brama di bontà e giustizia.
Adelchi definito antitesi del padre, è dubbioso insicuro ,dilaniato e condannato all’inazione; questo non perché sia un debole ma perché il suo dissidio è profondo.
Adelchi, uno degli ultimi eroi romantici, attivo e combattivo è convinto che la giustizia si possa realizzare nella storia grazie all’impegno di molti. La sua figura si può definire Ortis convertito al cristianesimo.
Il destino comune ad Ortis, Adelchi e agli eroi alfieriani è caratterizzato da infelicità e sconfitta. Adelchi tuttavia, a differenza di questi ultimi, non è un ribelle, ma una vittima.

La vicenda di Renzo viene definita romanzo nel romanzo . Renzo è impegnato in una "ricerca" ed è soggetto a una sorta di "educazione". Rappresenta , in un certo senso, il modello borghese perché è laborioso, onesto, ha spirito imprenditoriale e vive un’emancipazione sociale diventando così un piccolo imprenditore.
E’ un personaggio che si evolve perché vive diverse esperienze, è costretto a cambiare, ad adattarsi alle situazioni, a maturare e a modificare la sua personalità.
Questa ricerca, oltre che sostenuta dalla volontà di ricongiungersi con la donna cui è promesso, si carica di valori etico-ideologici e di significati simbolici, dal momento in cui si trasforma in un’esperienza dei meccanismi prevaricanti della giustizia e del potere.
Durante il romanzo la ricerca si svolge parallela alla maturazione di Renzo, grazie ad una serie di progressive trasformazioni come quelle di ordine morale, intellettuale e sociale che mutano la figura del personaggio dalla situazione di partenza a quella finale.
Questa figura è soggetta anche a una "educazione" durante il tragitto dalla campagna alla città, dando i canoni del "romanzo di educazione".
Durante il romanzo Renzo assume ruoli diversi ( fuggitivo, viaggiatore, pellegrino e cercatore) ma tutti collegati con il suo tipo di eroe "cercatore".
Renzo è definito il "vero protagonista" dei Promessi Sposi invece Lucia, altra protagonista non subisce un’evoluzione perché non si trova mai a contatto con il mondo esterno, rimane sempre chiusa all’interno delle quattro mura famigliari e del piccolo paese di provincia e per questo non ha bisogno di cambiare e di adattarsi alle diverse e svariate situazioni.

Leggendo le opere di Manzoni si nota che i tipi di personaggi descritti nelle tragedie e nelle odi non sono più gli stessi presi in esame nei Promessi Sposi. Infatti, i protagonisti delle opere in poesia sono grandi e famosi personaggi, come Napoleone, e popoli storicamente ben definiti, come i Longobardi; mentre nel romanzo Manzoni rivolge la sua attenzione al mondo dei contadini, degli osti, dei traghettatori, insomma a tutta quella gente di "piccolo affare" e umile.
Comunque, anche nelle opere poetiche i poveri sono sempre coloro che subiscono le ingiustizie, soffrono le grandi sciagure e pagano le colpe dei potenti.

LE PRINCIPALI OPERE

Prima della conversione:

Il Trionfo della Libertà: esprime gli ideali giacobini introdotti in Italia dopo la campagna militare napoleonica del 1796.
Urania: rappresenta l’unica esperienza a carattere mitologico-allegorico della vita del poeta. Descrive l’opera di incivilimento umano svolta dalle Muse e dalle Grazie.
In morte di Carlo Imbonati: in esso nel 1805 Manzoni esprime per la prima volta i concetti di Vero e Morale. L’autore immagina che Imbonati dia dei consigli su come scrivere le poesie.
Dopo la conversione:

Inni Sacri: scritti dal 1810 rappresentano la prima opera dopo la conversione. Sono opere a carattere religioso che derivano dallo studio di testi sacri e salmi religiosi. La scelta dei modelli è quindi anticlassica. Infatti Manzoni attenendosi ai principi romantici vuole creare con essi una poesia popolare che abbia come pubblico la massa dei fedeli. L’autore scrive cinque inni: La Risurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione, La Pentecoste. Al loro interno si possono individuare tre fasi: la commemorazione del fatto storico, il significato che il fatto ebbe nel proprio contesto storico, gli effetti del fatto nel mondo contemporaneo.
Le Tragedie: sono rappresentate da "Il Conte di Carmagnola" e dal "Adelchi". Domina in esse la rappresentazione del vero storico e rappresentano il primo impegno da parte di Manzoni nel trattare una materia più ampia, complessa, epica e drammatica. In esse l’autore riprende dallo stile classico l’utilizzo del Coro, strumento che permette al poeta di ritagliarsi uno spazio all’interno dell’opera dove esprimere le sue considerazioni, rispettando così il fondamentale principio del vero.
I Promessi Sposi: è un romanzo storico e rappresenta il primo esempio di questo genere in Italia. Il modello è il romanziere inglese Walter Scott, da cui Manzoni si discosta affidando alla storia un ruolo più centrale, creando situazioni e personaggi totalmente verosimili, ben inseriti nel contesto storico che l’autore ricostruisce rigorosamente su testi e documenti. Proprio da una grida trae spunto per la trama del romanzo. La struttura dell’intero romanzo è basata su una finzione: Manzoni immagina infatti di aver trovato un manoscritto risalente al 1600 in cui un anonimo afferma di aver ascoltato la storia direttamente da Renzo. Il romanzo racconta la vicenda di Renzo e Lucia che giunti nell’imminenza delle nozze, vedono il loro matrimonio impedito dalla prepotenza di un corrotto Signore del luogo, don Rodrigo. La viltà di don Abbondio consente al malvagio di mandare a buon fine il suo proposito. Le umili vicende dei due promessi si intrecciano con quelle più grandi della guerra dei Trent’anni e dei suoi riflessi in Italia ( calata dei Lanzichenecchi e la conseguente pestilenza del 1630). La vicenda si conclude finalmente col matrimonio celebrato proprio da don Abbondio

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