Afghanistan

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Testo

AFGHANISTAN (repubblica dell’Asia centro occidentale)

Superficie: 652225 km²

Popolazione: 13 748 000 abitanti

Densità: 21 abitanti per km²

CAPITALE: KABUL

Lingua: dari e pashto

RELIGIONE: MUSULMANA

Unità monetaria: afghani diviso in 100 puls.

Confini: Nord → Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan
OVEST → IRAN
SUD + EST → PAKISTAN
Nord/Est → Cina

Ordinamento: Repubblica presidenziale dal 1973, a seguito del colpo di stato che ha detronizzato il re. Dopo il colpo di stato militare che nel 1978 aveva consegnato il potere ad un Consiglio dominato dai Comunisti del Partito democratico popolare, una lunga e sanguinosa guerra civile ha provocato, tra il 1979 e il 1989, L’INTERVENTO DELLE TRUPPE SOVIETICHE A SOSTEGNO DEL GOVERNO DI KABUL e si è conclusa nel 1992 con la vittoria degli insorti islamici. Questi, divisi da contrasti etnici, politici e religiosi, gestiscono il potere tramite un Consiglio direttivo di 10 membri, rappresentanti delle diverse fazioni. Amministrativamente il Paese è diviso in 31 province.

Geografia Fisica:

Morfologia: I caratteri salienti del territorio afghano si collegano essenzialmente ad un fatto morfologico e ad un fatto climatico. Il primo è costituito dalla presenza di un’imponente catena montuosa che si erge al centro del paese con direzione est-ovest; il secondo è caratterizzato dall’aridità, cui supplisce però una certa ricchezza di acque fluviali provenienti dalle catene montuose. Queste appartengono al sistema dell’Hindukush, che nella sezione più orientale si spinge sin oltre i 7000 m d’altezza, assumendo forme maestose, con estesi fenomeni glaciali; nella sezione centrale il massiccio del Koh-i-Baba funge da chateau d’eaux, centro e vertice del paese. Verso Ovest la catena è formata da digitazioni via via più aperte e digradanti nelle pianure alluvionali che, a Sud e Nord rispettivamente, rappresentano la continuazione dell’altopiano iranico. Altri rilievi chiudono a Est e a Sud-Est il Paese: sono i monti Sulaiman, gradino morfologico tra altopiano iranico e pianure dell’Indo.

Clima: L’aridità, come in tutta l’Asia sud-occidentale, è essenzialmente il risultato di un eccesso di continentalità. Alle alte pressioni dell’Asia si deve anche il sad-u-bist ruz (vento dei 120 giorni) che spira costante e violento nel Sud-Ovest del Paese alla fine dell’estate.
Nei periodi invernale e primaverile, con lo spostamento zenitale del sole e l’allentarsi delle alte pressioni, si verificano le precipitazioni. Esse però sono scarse: variano da 50 a 150 mm nelle pianure e si elevano fino a 300 mm sui rilievi e nella sezione orientale, marginalmente esposta agli influssi monsonici. Alla continentalità e all’altitudine del Paese si devono le forti escursioni termiche diurne e stagionali; la temperatura media è di 12-13° C, passando, a Kabul, da una media invernale di 0° C a un’estiva di 25° C. Nelle sezioni meridionali e orientali si ha un clima generalmente mite, che consente colture mediterranee.

Idrografia: Le valli sono generalmente ampie e percorse da fiumi che in primavera, allo scioglimento delle nevi, diventano tumultuosi. Essi fanno parte di tre distinti bacini, corrispondenti a tre versanti che si pongono come prima divisione regionale del Paese: a Nord si riversano nell’Amudarja, ad Est nella valle dell’Indo, a Sud nell’Helmand, il maggior fiume dell’Afghanistan, o terminano in depressioni endoreiche, tra cui quella del Gaud-i-Zirreh occupata da estese paludi laghi salati.

Geografia umana:

Popolamento e composizione etnica: Il popolamento dell’Afghanistan riflette perfettamente le condizioni naturali. La densità media è di 21 abitanti/km², ma la distribuzione della popolazione è molto irregolare, perché dipende essenzialmente dalle disponibilità idriche. Le aree più popolate corrispondono pertanto alle vallate dei principali fiumi che scendono dai rilievi centrali: Kabul, Arghandab, Helmand, Hari rud, Murghab, Surkhab, Ghorband. La sedentarietà in queste vallate, dove i villaggi si susseguono lungo le belle fasce verdi irrigue di fondovalle, ha origini antiche che si collegano alle prime civiltà neolitiche di fondamento agrario e sviluppatesi poi sulle importanti vie carovaniere che un tempo attraversavano l’Afghanistan. Alla sedentarietà si oppone il nomadismo, che nell’Afghanistan è un fenomeno imponente. La maggior parte dei nomadi sono Pathani, popolazioni di lingua Pashto, e si spostano tra l’Hindukush e le piane dell’Indo ignorando il confine politico tra Pakistan e Afghanistan. Negli Afghani, proprio per la funzione di crocevia del paese, si trovano però le tracce di numerosi miscelamenti con genti centrasiatiche diverse. Gruppi d’origine turca formano frazioni cospicue della popolazione Afghana: numerosi sono gli Usbechi, i Turcomanni, gli Haziri, i Tagichi, che vivono nella zona di Kabul e nella parte settentrionale del Paese e sono classificabili come iranici.

Distribuzione: L’incremento demografico è valutato intorno al 2,3%, ma si sa che il tasso di mortalità è elevato a causa delle frequenti malattie epidemiche. L’urbanesimo è poco sviluppato; solo il 17,7% della popolazione vive nelle città, ma il processo di urbanizzazione è ormai avviato, benché ancora privo di concrete motivazioni economiche e industriali. La città di gran lunga più importante è Kabul, massimo centro economico, politico e culturale del paese, punto di raccordo delle principali vie di comunicazione. Le altri maggiori città sono: Herāt, antica capitale timuride; Kandahar, Ghazni, antica capitale dell’impero gasnavide; Mazar-i-Sharif, Baghlan, Kunduz, centri in via d’industrializzazione, e Jalabad.

Geografia economica:

L’Afhanistan è un paese sottosviluppato che ha cominciato solo da poco a muovere i primi passi verso forme moderne di economia. I piani quinquennali, avviati partire dal 1956, hanno puntato dapprima sulle grandi opere d’irrigazione e sull’agricoltura in generale, poi sull’industria cui sono destinati, anche nell’ultimo piano di sviluppo (1986-91), cospicui investimenti. Alla formazione del prodotto nazionale contribuiscono in ordine decrescente l’agricoltura, l’industria e l’allevamento. Il prodotto nazionale pro capite annuo è di 242 dollari USA, reddito bassissimo e per di più ripartito in modo assai ineguale: la parte maggiore va alla ricca borghesia mercantile e a quella di tradizioni rurali che spesso si è fatta imprenditrice, avviando piccole industrie di trasformazione dei prodotti agricoli; il ceto urbano medio è la classe emergente , benché ancora molto esigua e di scarso potere; POVERISSIMA È INFINE LA MASSA DEI CONTADINI E DEI NOMADI.

Agricoltura: L’agricoltura impegna ancora il 54,8 % della popolazione attiva. Essa ha antiche tradizioni specie per quanto riguarda l’irrigazione (in certe zone fatta con Kārēz, cioè irrigazione sotterranea), tecnica vitale per un paese arido, ancora incolto e improduttivo per il 38 %.Le acque dei fiumi sono il bene più prezioso dell’Afghanistan e negli ultimi decenni grandi sbarramenti hanno consentito un maggior sfruttamento di tale risorsa. Le opere di sbarramento e canalizzazione dei fiumi Helmand,Aghandab, Hari rud e Kabul hanno permesso la conquista di nuove terre prima desertiche; sviluppata è la cerealicoltura (19 250 000 quintali di frumento nel 1990, oltre al riso, 4 300 000, e al mais, 8 000 000 000), mentre tra le colture industriali il primo posto è occupato dal cotone (600 000 quintali tra fibra e semi), che alimenta alcune industrie tessili a Gulbahar, Jabal-us-Seraj e Kabul; altra coltura importante è la barbabietola da zucchero (100 000 quintali nel 1990) con zuccherifici a Baghlan, Jalalabad, Kunduz. La frutticoltura è un settore peculiare dell’Afghanistan e dà prodotti pregiatissimi come meloni, albicocche e agrumi.

Allevamento: Assai sviluppato è l’allevamento, risorsa fondamentale dei nomadi che, a seconda dei gruppi, allevano ovini (13 500 000 capi, comprese 6 800 000 pecore karakul), caprini, bovini, asini e cammelli: la produzione di pelli karakul costituisce una delle principali fonti del commercio estero.

Risorse minerarie ed industrie: Le risorse minerarie non sono rilevanti: gas naturale (la cui esportazione ha costituito negli anni Ottanta un terzo delle entrate), quindi piombo, ferro, carbone, famosi sono i giacimenti di lapislazzuli nel Badakhshan, le cui pietre sono poi lavorate a Kabul. Il dato, in qualche misura già valutabile, destinato ad incidere sempre di più sulla vita nazionale, è senza dubbio il drammatico spopolamento delle campagne, dovuto sia all’esito di circa 3 000 000 tra contadini e pastori verso il Pakistan, sia al rapido inurbamento, entrambi conseguenza del conflitto passato e della forzata industrializzazione del Paese. Impianti più importanti sono quelli idroelettrici di Sorabi, Pui-i-Kumri, di Naghloo, di Mahipar, di Asadabad. Investimenti sono stati diretti anche verso il miglioramento della elementare rete di vie di comunicazione, con la realizzazione di 1060 km di nuove strade, a partire dal 1983.

Istruzione: A partire dagli anni Sessanta, epoca in cui l’analfabetismo interessava oltre il 90 % della popolazione afghana, rilevanti progressi sono stati compiuti nel settore dell’istruzione, grazie anche all’aiuto dell’UNESCO, che ha elaborato un piano trentennale di sviluppo dell'insegnamento a tutti i livelli. Nel 1985 si è registrato un tasso di analfabeti del 76 %. L’istruzione, che compete unicamente allo Stato e fa capo al relativo ministero, è gratuita ed obbligatoria per la durata di 9 anni (dai 7 ai 15 anni d’età).

Storia:

Situato su una delle grandi vi mondiali di comunicazione, fin dai tempi più antichi, l’Afghanistan dovette difendersi da numerosi tentativi di invasione. Dal 250 a.C. si stabilì a Battra una dinastia greco-battriana. Nella prima metà del IX secolo l’Afghanistan fu convertito all’Islam conservando da allora la fede sunnita. Nel XIX secolo in seguito alle guerre del 1832-1842 del 1878-1879 l’Afghanistan fu costretto a subire la dominazione inglese dalla quale riuscì a liberarsi con il conflitto del 1921.Dal 1879 al 1989 l’Afghanistan venne occupato dalle truppe sovietiche intervenute in appoggio al governo do Kabul per contrastare la guerriglia dei mujaidin (combattenti) islamici. La sanguinosa guerra civile è proseguita anche dopo il ritiro delle truppe sovietiche e nel 1992 le diverse fazioni degli insorti islamici, divise all’interno da profondi contrasti, hanno ottenuto il controllo del potere rovesciando il governo filosovietico di Najibullah.

La sua collocazione ne ha fatto sicuramente un punto di frizione fra le tendenze egemoniache russe e poi sovietiche, da una parte, e mondo islamico dall’altra.

Principali tappe della storia afghana:

Secolo IV a.C.
Sottomissione ad Alessandro Magno, che stabilisce colonie nella regione settentrionale di Battriana.

321-231
Dominio della dinastia indiana dei Maurya.

250-50
Regno ellenistico di Battriana.

50-480 d.C.
Dominio della dinastia indoscita dei Kushana, che forma un vasto impero comprendente l’India settentrionale.

Secoli V-VI
Si susseguono nella regione le invasioni degli unni bianchi e dei Sassanidi persiani.

Secoli VII-IX
Invasione degli arabi; islamizzazione del paese.

962-1173
Dinastia turco-musulmana dei Gasnavidi.

1173-1526
L’Afghanistan dipende dal sultano di Delhi.

1222
Invasione di Gengis Khan; formazione di principati mongoli.

1369
Invasione tartara di Tamerlano.

Secolo XVI
In seguito alla penetrazione degli Afghani, popolazione di stirpe iranica, il paese assume il nome attuale.

1526
Babur, capostipite della dinastia Moghul, occupa Kabul e annette parte dell’Afghanstan all’impero indiano.

Secoli XVI-XVII
L’Afghanistan è diviso tra Moghul e Persiani Safawidi.

1747
Creazione del regno afghano da parte di Ahmed Scià Durrani; politica di espansione verso l’India.

1773-1793
Regno di Timur Sci: perdita delle provincie indiane; alla sua morte si apre una grave crisi dinastica.

1838-1842
Prima guerra Anglo-Aghana, motivata dall’intervento britannico nelle lotte dinastiche.

1878-1879
Seconda guerra anglo-afghana, conclusa con il riconoscimento della tutela britannica, in opposizione alle influenze russe.

1907
L’accordo anglo-russo riconosce l’influenza britannica sull’Afghanistan.

1919
L’assassinio del re Habib Ullah innesca una terza guerra anglo-afghana, conclusa con il trattato di Rawalpindi che sancisce l’indipendenza afghana sotto l’emiro Aman Ullah.

1921-1929
Aman Ullah diviene re, inaugura un tentativo di modernizzazione, ma viene deposto (1929).

1933
Mohammed Zahir Khan dà vita a una monarchia ereditaria costituzionale.

1953
Governo di Mohammed Daud. Contrasti con il Pakistan per i territori di confine.

1973
Colpo di stato di Mohammed Daud, che depone la monarchia e assume la presidenza della repubblica.

1978
Daud avvia una politica filoiraniana e anticomunista. Colpo di stato dei militari filosovietici che instaurano un regime marxista, contro cui si leva la guerriglia islamica.

1979
Intervento militare sovietico a sostegno del regime, guidato da Babrak Karmal.

1986
Il nuovo capo dello Stato Muhammad Najibullah inaugura una politica di “riconciliazione nazionale”.

1988-1989
Ritiro delle truppe sovietiche; continua la lotta tra esercito regolare e guerriglieri mujahennin.

1992
I mujahennin rovesciano il governo di Najibullah e conquistano il governo del paese; tra le varie fazioni che li compongono scoppiano sanguinosi conflitti armati.

1994
Nuovi aspri scontri fra le truppe fedeli al presidente B.Rabbani e la fazione fondamentalista islamica guidata dal primo ministro G.Hekmatyar.

1996
Il successo dell’offensiva militare dei Taleban (studenti delle scuole religiose sunnite), appoggiati dal Pakistan e sostenuti da forze uzbeche, prelude alla trasformazione dell’Afghanistan in stato islamico.

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