La coscienza di Zeno

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Testo

"La coscienza di Zeno" di Italo Svevo

Notizie sull'autore
Aron Hector Schmitz nacque nella Trieste austro-ungarica il 19 dicembre 1861 in una famiglia agiata di commercianti; il nonno era originario dell'Ungheria. L'origine non italiana, unita alla discendenza ebraica e alla nascita in una città in cui era vivo il desiderio dell'italianità ma che era insieme gelosa delle proprie ricchezze culturali, saranno molto importanti per la formazione dello scrittore.
Ettore venne educato in una rinomata scuola commerciale della Baviera. Nel 1878 ritornò a Trieste ma dopo due anni la ditta del padre fallì ed Ettore, per aiutare economicamente la sua famiglia, trovò un impiego alla filiale triestina della banca Union di Vienna. Nel frattempo collaborava come critico teatrale e letterario a "L'Indipendente", giornale triestino sul quale nel 1890 comparve a puntate la sua novella L'assassinio di via Belpoggio. Nel 1892, dopo 5 anni di lavoro, viene pubblicato il primo libro di Italo Svevo: Una vita.
Nel 1896 Svevo sposa la cugina Livia Veneziani dalla quale, l'anno successivo, ha una figlia, Letizia.
Nel 1898 esce a puntate il secondo romanzo, Senilità. Nell'anno successivo Ettore lascia la banca e diventa socio nella ditta di vernici del suocero.
L'insuccesso dei primi due romanzi indusse Svevo a circa vent'anni di silenzio letterario anche se non totale poiché nel tempo libero continuò a scrivere commedie e novelle.
Intorno al 1906 Svevo cominciò a prendere lezioni d'inglese da James Joyce, con il quale intrecciò un'amicizia. Joyce lesse con entusiasmo le opere di Svevo e lo incoraggiò a scrivere un terzo romanzo. Nel 1923 venne pubblicato La coscienza di Zeno. Svevo morì nel 1928 in seguito ad un incidente automobilistico.
Furono Eugenio Montale e Joyce a rendere omaggio al nome di Svevo, il primo pubblicando un articolo sul periodico milanese "L'esame" e il secondo parlando dello scrittore triestino agli amici francesi Crémieux e Larbaud.

Personaggi principali
Zeno Cosini: protagonista del libro è un ricco commerciante triestino, bizzarro e intelligente. Vive con i proventi di un'azienda commerciale vincolata, per disposizione testamentaria del padre, all'amministrazione Olivi. È buon marito e viene considerato il miglior uomo della famiglia.
Augusta Malfenti: è la buona e dolce moglie di Zeno. Il protagonista la scarta subito quando deve scegliere fra le quattro figlie di Giovanni Malfenti, preferendole Ada, la quale lo rifiuterà in favore di Guido Speier; solo per non rimanere fuori dal salotto di casa Malfenti, essendo stato respinto anche da Alberta, accetterà di sposarla. Ella è disposta a vivere ed assistere Zeno. Augusta è un personaggio opposto rispetto al marito, lui rappresenta il"malato" mentre lei l’impersonificazione della "salute"
Ada Malfenti: è la sorella di Augusta e cognata di Zeno. È stata a lungo amata da Zeno per la sua bellezza ma ella l'ha sempre rifiutato non apprezzandone l'ironia e la lietezza. Il personaggio poi con il passare del tempo diventerà sempre più malinconico e triste a causa del matrimonio fallimentare con Guido il quale la tradirà con Carmen, la sua impiegata
Guido Speier: marito di Ada e odiato da Zeno in quanto rivale e oggetto di invidia, dato che è bello, disinvolto e capace di suonare bene il violino. In seguito però lui e Zeno diventano amici.

Riassunto
Protagonista è Zeno Cosini, ricco commerciante triestino. Giunto all'età di cinquant'anni, Zeno decide di affidarsi alla psicoanalisi per guarire il suo vizio per il fumo, per liberarsi dalla malattia e da i complessi che lo affliggono. Lo psicanalista consiglia a Zeno di scrivere i ricordi della sua vita, ricordi che egli non rievocherà in ordine cronologico. Nascono così le varie storie narrate in prima persona da Zeno stesso: il fumo, La morte del padre, La storia del matrimonio, La moglie e l'amante. Nelle pagine conclusive del suo diario Zeno si dice convinto di essere guarito, non per la psicoanalisi, ma per la felice ripresa della sua attività commerciale.
Capitolo 1: Il fumo
Zeno inizia a fumare per rivaleggiare con il padre, con il quale non ha mai avuto buoni rapporti. Si convince però che il fumo potrebbe seriamente danneggiare la sua salute, e decide di smettere, ma "passerà il resto della sua vita a fumare l'ultima sigaretta". Purtroppo nessuno riesce a guarirlo dal suo vizio, così chiede aiuto ad una clinica specializzata, dove però riesce a corrompere l'infermiera e fugge dopo un giorno di degenza. Zeno in questa situazione pone il fumo come causa stessa del suo male congenito, cerca quindi di sbarazzarsene .
Capitolo 2: La morte di mio padre
Il capitolo inizia col ricordo del genitore, seguito dalla narrazione degli eventi dal suo ultimo colloquio col padre fino alla sua morte. Nell'ultimo colloquio Zeno non riesce a far esprimere i propri sentimenti di amore verso il padre. Zeno si sveglia la mattina dopo e già trova il padre diverso dal solito, sensazione che verrà confermata dopo, quando scoprirà che il padre è malato. Per via del delirio e dell'incoscienza di quest'ultimo, non riesce a comunicargli i suoi veri sentimenti, in questo riesce invece il padre, che, al momento della morte, e gli dà uno schiaffo in quanto voleva alzarsi dal letto ma il figlio glielo impediva. Tutti parlano di riflesso meccanico e incosciente, ma il ricordo di quello schiaffo Zeno se lo porterà dietro per sempre. La scomparsa del padre rappresentò la scomparsa dell'antagonista col quale misurarsi per mettere in luce le proprie capacità.
Capitolo 3: La storia del mio matrimonio
Zeno, per affari, conosce il sig. Malfenti, col quale entra in buoni rapporti, viene quindi invitato in casa sua, dove conosce le sue quattro figlie, delle quali la più bella gli sembra Ada, con la quale, però, si comporta piuttosto goffamente, e viene quindi respinto. Ne parla quindi con la sig.ra Malfenti, ma questa situazione non fa altro che allontanarlo dalla casa del suo collega, ove ritornerà dopo cinque giorni. Ritornando, poi, nella casa dell'amata, conosce Guido Speier, che successivamente diventerà il marito dell'amata Ada. Zeno rifiutato anche da Alberta quasi per gioco si ritrova a sposare Augusta, una delle sorelle di Ada, che non ama, ma dalla quale è amato. Zeno in questo capitolo si sente vittima del caso, che gli impedisce di sposare la donna amata, e che, per una serie di circostanze, gli fa sposare quella che non ama.
Capitolo 4: La moglie e l'amante
Dopo i primi tempi di matrimonio, Zeno si accorge, inaspettatamente, di amare Augusta, e la considera un po' come la sua protettrice; questa piacevole situazione dura fino a quando Zeno rivede un suo vecchio compagno di università, Copler, il quale lo invita a dedicarsi con lui alla beneficenza, e più precisamente ad apportare un aiuto economico a Carla, una giovanissima cantante. Quando Copler invita Zeno a giudicare il canto di Carla, egli rimane affascinato dalla ragazza la quale diventa la sua amante. Per farle migliorare la voce, Zeno assume per Carla un maestro di canto, del quale però Carla si innamora, fino a lasciare Zeno, che cade in una profonda desolazione. Nel racconto della sua avventura Zeno oscilla tra l'atteggiamento di aperta confessione e la ricerca di una giustificazione qualsiasi. Mentre si confessa, egli vuol apparire agli altri ed a se stesso innocente e puro. Per quanto riguarda le giustificazioni, invece, quella da lui più accreditata era di non amare Augusta, e quindi non avrebbe dovuto provare rimorso nel tradire la moglie. Infine in lui non mancò del tutto la resistenza al peccato. Intanto egli considera la colpa come un avanzamento della malattia, mentre l'innocenza gli si configura come salute.
Capitolo 5: Storia di un'associazione commerciale
Quando Guido (divenuto il marito di Ada) decide di mettersi in affari, aprendo una casa commerciale, coinvolge Zeno e assume due impiegati, Carmen e Luciano. Guido, su consiglio di alcuni affaristi, compra del solfato di rame, da rivendere quando il prezzo sarebbe salito, ma invece di seguire i buoni consigli fa di testa sua e vende subito il prodotto, contraendo una grave perdita. Nel frattempo Ada dà alla luce due gemelli, e viene colpita da una malattia che la fa progressivamente imbruttire ,mentre Guido diventa l'amante di Carmen. Ma gli affari non apportano i guadagni necessari a coprire la perdita causata dal solfato di rame e Guido non accetta i consigli di dichiarare bancarotta. Sia Ada che Augusta si preoccupano non poco per la situazione economica delle corrispettive famiglie in quanto Zeno aveva deciso di fare un consistente prestito a Guido. Non sapendo cosa fare, Guido attua una strategia che lo aveva portato precedentemente al successo: ingerisce un potente sonnifero, il Veronal, che, se assunto in dosi elevate, poteva portare alla morte. Guido voleva solo fingere di essere in punto di morte ma, a causa del maltempo e di altre circostanze, il medico arrivò troppo tardi e Guido morì. Zeno comincia quindi a lavorare intensamente per cercare di ridurre il debito accumulato tanto da dimenticarsi del funerale del collega- amico. Per questo Ada lo disprezza, mentre Zeno la considera un'ingrata, considerazione che non ha occasione di farle capire, in quanto Ada parte per l'Argentina.
Capitolo 6: Psico-analisi
In quest'ultimo capitolo delle sue memorie Zeno riconosce che il Dottor S. non lo aveva guarito affatto, e gli manda quest'ultima parte dei suoi ricordi per fargli capire cosa ne pensasse della sua cura; infatti si fa curare da un medico vero che lo trova in perfetta salute. Intanto siamo arrivati nel 1915, quando l'Italia entra nel primo conflitto mondiale, e poiché la villa di Zeno si trova al confine tra Austria e Italia, gli viene impedito di entrarvi, e trasferito con la sua famiglia a Trieste, dove constaterà su se stesso gli effetti della guerra: si ritiene fortunato in primo luogo perché si è disfatto della sua malattia, e guarda il mondo con occhi diversi, perché si considera fortunato in mezzo alle brutture della guerra. Nell'ultima parte del libro Zeno trasferisce, inoltre, la sua malattia dal suo privato a tutta la società, soprattutto a quella del suo tempo.

Le tematiche
Le tematiche più importanti che emergono dalla lettura del romanzo di Svevo sono quelle della cura tramite la psicoanalisi e della scienza, ma quella che è la principale, tanto da insidiare la Coscienza è quella della malattia. Essa per gran parte del romanzo appare come una forma di malattia psichica. La malattia ci fa guardare la vita con invidia, che non si vuole afferrare o che ci è impedita, per cui ci si sottrae e non si è incapaci di viverla. Ma se all'inizio la malattia si pone come un problema individuale, finisce poi per diventare comune condizione dell'uomo. Zeno quindi si pone come metafora della crisi dell'uomo contemporaneo, una crisi accentuata dalla acquisizione della consapevolezza della propria condizione.

Giudizio personale
Il romanzo di Svevo mi è apparso interessante da leggere anche se ho incontrato qualche difficoltà nella comprensione.

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