Tommaso d'Aquino e Ockham

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Categoria:Filosofia

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Testo

TOMMASO D’AQUINO (1224/25 – 1274)

Aquino vicino a Frosinone nel Lazio.
Nel XIII secolo, la scolastica era dominata dal dibattito della filosofia aristotelica. Le opere di Aristotele erano giunte in Europa attraverso la mediazione degli arabi. STORIA: la tradizione scientifica e filosofica del mondo antico era andata in gran parte perduta con la caduta dell’impero d’Occidente (476 d.C.). Gli arabi conobbero questa tradizione quando conquistarono i territori bizantini del Mediterraneo, così questa tradizione poté giungere in Europa attraverso la Spagna e la Sicilia musulmane (arabe).
Tommaso apparteneva all’ordine dei domenicani (insieme ai Francescani).
Fu il massimo pensatore della scolastica medievale. Si propone di assimilare nel quadro del Cristianesimo il pensiero di Aristotele considerato somma espressione della razionalità umana → aristotelismo cristiano.

LA METAFISICA

Aristotele definì la metafisica (scienza dell’ente in quanto ente). Tommaso elabora una dottrina dell’ente (metafisica) in cui assumono un ruolo centrale le nozioni aristoteliche di ATTO e POTENZA.
Il significato dell’ente è la SOSTANZA: la sostanza è qualcosa che esiste in modo determinato. Ciò che determina la sostanza è la sua essenza (natura di una cosa; ciò che la fa essere quello che è). Non basta l’essenza a fare di una sostanza qualcosa di esistenza → ciò che fa esistere una sostanza è l’ATTO DI ESSERE o ESISTENZA.
L’essenza esiste in qualche modo in potenza, ma affinché esista (si realizzi) è necessario questo ATTO d’ESSERE. L’atto d’essere non ha bisogno dell’essenza. Al contrario l’essenza esiste solo mediante l’atto d’essere. L’atto d’essere è l’atto puro di esistere, cioè atto prima d’essere, cioè Dio, si distingue da tutti gli altri enti in quanto ATTO PURO.
a) Dio o atto puro è atto d’essere o illimitato. Gli altri enti → il loro atto d’essere è limitato dall’essenza. (ciò che li fa rendere proprio quell’essere)
b) Dottrina dell’analogia dell’ente. Sostiene la partecipazione proporzionale di tutti gli enti sull’atto puro d’essere (Dio).

LA TEOLOGIA

3 questioni fondamentali:
1. Se Dio esiste
2. Che cosa Dio è
3. Come è possibile un discorso intorno a Dio.

1. l’esistenza di Dio non è immediatamente evidente alla ragione per due motivi:
a) Il nostro intelletto si arresta alla conoscenza degli enti sensibili (Dio non è visibile con i sensi). Dio non è oggetto di esperienza sensibile.
b) L’esistenza di Dio non è evidente neppure in base alla nozione che ne abbiamo a priori. Se non abbiamo nessuna conoscenza o evidenza immediata di Dio → non possiamo dedurre l’esperienza.
Il teologo crede in Dio → suppone la sua esistenza in virtù della fede, ma non ha alcuna prova razionale della sua esistenza.

Per Tommaso esistono due tipi di dimostrazione:
1) dimostrazione a priori → passare dall’essenza di una cosa alle sue proprietà → passaggio dalla causa agli effetti. Non è applicabile alla conoscenza di Dio perché non abbiamo alcuna conoscenza immediata di Dio.
2) Dimostrazione a posteriori → parte dagli effetti (proprietà) per risalire alla loro causa (essenza di ciò che determina quegli effetti). Gli enti sensibili che costituiscono il mondo sono gli effetti, che possiamo sperimentare attraverso i nostri sensi. Se esistono degli effetti (cose sensibili), deve esistere la loro causa, altrimenti i loro effetti sarebbero privi di causa. Dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio (anche senza il ricorso alla fede).

2. Qual è l’essenza di Dio?
La nostra conoscenza di Dio si arresta alla sua esistenza in quanto causa prima → l’essenza di Dio (natura di Dio) ci resta sconosciuta. TEOLOGIA NEGATIVA → si attribuiranno a Dio il contrario delle proprietà dei suoi effetti (cose), → Dio non è finito, Dio non è limitato.

3. Come è possibile parlare di DIO?
È possibile dire che Dio è buono?
Per Tommaso è possibile rintracciare delle affermazioni positive attorno a Dio, purché queste definizioni siano private di ogni limite. Dio è buono, ma in modo eminente (al grado massimo, infinito).

L’ETICA

L’etica di Tommaso dipende dalla metafisica. Ogni ente è caratterizzato da una determinata natura o essenza. La natura o essenza è il fine a cui tende ogni ente.
Qual è il fine proprio dell’uomo?
Il fine dell’uomo è la visione beatifica di Dio. Per conseguirla è necessaria la fede. Questo fine o bene ultimo decide la norma delle azioni umane.
Le azioni moralmente buone saranno quelle rivolte al fine ultimo → conformi
alla propria natura.
Le azioni cattive saranno le azioni contrarie al fine ultimo e alla realizzazione della natura umana.

LA POLITICA

Tommaso, come Aristotele, difende la natura sociale dell’uomo. Ognuno ha bisogno degli altri per soddisfare i proprio bisogni.
La società politica si differenzia dalla semplice società naturale in quanto è una forma di vita associata che esige e richiede l’autorità. L’autorità attua il bene comune ma opera attraverso la legge. Una società politica sarà buona o cattiva se la sua autorità governerà o meno in vista del bene comune.
Il bene comune non è solo il benessere materiale dei cittadini, ma è anche il raggiungimento della vita virtuosa.
Alla norma umana deve aggiungersi la norma divina. In pratica, i re cristiani devono sottomettersi all’autorità del papa, che è il vicario di Cristo.

LA QUESTIONE DEGLI UNIVERSALI E GUGLIELMO DI OCKHAM

Il problema degli universali fu centrale per tutto il Medioevo. Esso si interrogava intorno alla natura dei generi e delle specie di cui si fa uso nella logica. I generi sono nozioni generiche e le specie sono le nozioni specifiche che noi usiamo quando ci riferiamo ad una realtà presa come soggetto in un giudizio. Es.: Socrate è un uomo.
La domanda che si ponevano i Medievali era la seguente: i generi e le specie sono delle cose o esistono solo nelle nostre menti?

1ª SOLUZIONE: IL REALISMO RADICALE

Esso sostiene l’esistenza ANTE REM degli universali. Difendono l’esistenza extra - mentale degli universali. Influenza platonica: dottrina delle idee. L’idea di uomo è distinta dai singoli uomini.

2ª SOLUZIONE: IL NOMINALISMO

Gli universali, cioè i nomi (FLATA VOCIS) esistono POST REM, gli universali esistono solo nella nostra mente. La realtà è sempre individuale, cioè costituita da cose singole ed è la mente a creare questi universali attraverso un’operazione di astrazione.

3ª SOLUZIONE: IL CONCETTUALISMO

Molto simile al nominalismo. Afferma che accanto agli individui, le uniche sostanza esistenti, e ai nomi, vi sono i concetti, emissioni vocali. Concetti: significati universali che attribuiamo alle cose. L’universale ha una concretezza concettuale ma non materiale, è una creazione della mente umana. Il nominalismo si affermerà definitivamente nel XIV secolo con Guglielmo di Ockham. Con Guglielmo la logica diventa un sapere puramente formale, non si interroga sulla realtà dei termini, ma sul loro funzionamento.

4ª SOLUZIONE: REALISMO MODERATO o ARISTOTELICO

il realismo moderato è la posizione di Tommaso d’Aquino. Per Tommaso gli universali in quanto concetti sono POST REM, cioè esistono della nostra mente, ma esistono anche IN RE (nella cosa). Tommaso si riallaccia alla visione Aristotelica secondo cui la sostanza deriva dall’unità di materia e forma. I nostri concetti sono in re perché costituiscono i principi informatori della realtà.

GUGLIELMO DI OCKHAM E LA CRISI DELLA SCOLASTICA

1280 ca. – 1349 ca.
La crisi della scolastica indica il venir meno della fiducia nella filosofia medievale di Tommaso.
Guglielmo di Ockham era un francescano. Al centro della sua riflessione c’è il problema del rapporto tra linguaggio realtà. La logica è intesa da Guglielmo come lo studio delle strutture formali del discorso.

ELEMENTI DELLA LOGICA
1) TERMINE;
2) PROPOSIZIONE: insieme di termini;
3) DISCORSO: insieme di proposizioni.

Esistono 3 tipi di termini
• TERMINE MENTALE: il concetto, l’immagine mentale della cosa.
• TERMINE ORALE: la parola, il simbolo convenzionale del concetto.
• TERMINE SCRITTO: il segno grafico, simbolo convenzionale della parola.

Sono il risultato di una convenzione, cioè di un accordo libero tra gli individui intorno ai termini da usare per un certo concetto e variano in base al popolo.

Per Guglielmo la mente specchio della realtà. Nella mente ad ogni termine coincide una realtà singolare o individuale. Dal nominalismo logico si passa al nominalismo ontologico, cioè la logica rivela la struttura individuale e singolare della realtà.
Gli universali non hanno nessuna corrispondenza nella realtà perché la realtà e costituita solo da cose individuali. Concetti universali termini generici e confusi, solo per comodità. L’unica conoscenza certa è quella fornitaci dai 5 sensi che ci permettono di cogliere l’esistenza di cose individuali.

→ la scienza dovrà basarsi sulla conoscenza sensibile.
Una conoscenza è evidente quando rivela l’esistenza di una cosa individuale. L’esistenza di una cosa non può essere dedotta dalla sua essenza, ma solo intuita per via diretta.
Non si può derivare dall’idea di Dio e della sua essenza la prova diretta della sua esistenza. Se la scienza si basa sulla conoscenza di cose che io sperimento direttamente, la TEOLOGIA RAZIONALE non può costituirsi come scienza. Né i sensi né l’intelletto possono avere una conoscenza diretta di Dio. L’essenza assolutamente semplice di Dio resta inattingibile per l’uomo. L’unico discorso possibile su Dio è quello della teologia sacra, teologia che si fonda sull’autorità delle scritture e quindi sulla rivelazione. L’atteggiamento di Guglielmo anche intorno al problema dell’esistenza d Dio è un atteggiamento FIDEISTICO (si basa sulla fede).
Secondo Guglielmo è possibile parlare di Dio servendoci dei concetti che ricaviamo dalla nostra esperienza, ma si deve comunque essere consapevoli che si tratta di una nostra rappresentazione soggettiva.
Dio è VOLONTA’: Dio è la volontà che può tutto. Volontà che ha ogni potere sulle sue creature. → formula niceana (credo in Dio padre onnipotente…). Guglielmo come posizione volontaristica.

Esempio