Stoicismo, Eclettismo, Neoplatonismo, Plotino

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Testo

STOICI
Logica
Si rifanno ai Megarici soprattutto nel sostenere che tutte le cose passate sono necessarie. Questa teoria è formulata da Diodoro Crono in base a dimostrazioni logiche (che non chiede nell’interrogazione). Sostanzialmente le proposizioni false al presente sono false anche nel passato; le proposizione vere al presente potevano essere vere o false nel passato. Diodoro Crono segue lo schema d’inferenza logico aristotelico, ma esiste una sostanziale differenza tra i due filosofi:
1. Logico aristotelico: la conchiglia si trova in fondo al mare quindi non si vede, ma è possibile che sia veduta;
2. Logico stoico: la conchiglia si trovo in fondo al mare quindi non si vede ed è impossibile che possa essere vista.
La logica di Diodoro Crono implica la discontinuità del tempo, di cui gli stoici hanno una concezione deterministica.
La logica si attua seguendo tre procedimenti:
1. i discorsi;
2. la retorica (=discorsi continui);
3. dialettica: studia ciò che è vero o falso, ma anche le proposizioni né vere, né false per evitare i paradossi. Paradosso del coccodrillo: un coccodrillo rapisce un bambino. La madre insegue l’animale e chiede che le venga restituito il figlio. Il coccodrillo risponde: “Te lo restituisco se mi perdici il futuro”. La donna: ”Mangerai il mio bambino”. Il coccodrillo non sa come comportarsi:
a) se dà il figlio alla madre la proposizione di lei sarà falsa e quindi in realtà dovrebbe tenersi il bambino;
b) se lo mangia si avvera la predizione della donna e quindi dovrebbe restituirle il figlio, ma non è possibile perché allora se lo sarà già mangiato.
Risoluzione: la proposizione moralizzata temporalmente cambia la verità → conta l’occasione temporale in cui sono state pronunciate e da chi sono state pronunciate. Bisogna distinguere linguaggio e oggetto da metalinguaggio.
Proposizioni contingenti: vere per alcune distribuzioni del valore di verità e false per altre distribuzioni.
La conoscenza
Criticano la filosofia di Epicureo (teoria del conoscere sensistico). Noi dobbiamo interpretare le nostre sensazioni assegnando un valore alle cose di cui abbiamo sensazione. E’ necessario l’atto di assenso o catalessi in base al quale si asserisce che non è sufficiente basarsi sulle sensazioni per giungere al sapere.
Entità lectologiche (lectà --- significati colti dall’intenzione significante): intermedie tra noi e le cose. Posso riferirmi ad un oggetto solo cogliendo il senso di riferirmi a quell’oggetto.
Intenzione significante: può rescindere ciò che nell’oggetto dell’intuizione era inscindibile. Attraverso questo procedimento giungo ad un oggetto inteso in quanto inteso da noi. Separo alcune caratteristiche che nell’oggetto erano fuse insieme.
La mente è come una tabula rasa che registra. Su di essa sono incise le impressioni del mondo esterno. Il conoscere però non è solo un processo passivo, bensì deve esserci l’intervento dell’intenzione significante, in altre parole dobbiamo interpretare le impressioni.
Logos
La struttura logica di ciò che è esprimibile attraverso il linguaggio è il logos. Bisogna distinguere tra:
a) significante: parole;
b) significato: ciò che è espresso dall’uso significante della parola;
c) cosa che viene accolta in riferimento attraverso il significato.
Questi tre elementi formano il triangolo semiotico.
Esistono significati dipendenti (hanno bisogno di integrazione) e indipendenti (non hanno bisogno di integrazione. Il significato nominale non esprime qualcosa di vero o falso.
Logica modale (logica del discorso indiretto): ciò che conta è il significato della proposizione.
Logica enunciativa (logica delle proposizioni non analizzate): proposizione analizzata con un tutto che può essere vero o falso. I primi a studiarla in modo matematico sono gli Stoici.
Hanno una concezione metafisica del mondo.
a) La logica corrisponde alla virtù razionale;
b) La fisica corrisponde alla virtù naturale;
c) L’etica corrisponde alla virtù morale.
Esiste un criterio di verità. Esiste un atto d’intellezione, che dà un senso alle nostre azioni, e un atto di catalessi.
Dottrina del significato: esiste un significante che è la parola in sé ed un significato che è ciò che intendo indicare con quella parola. Il significato deve però essere distinto dal riferimento --posso intendere un significato anche se non è presente l’oggetto di cui si parla. Il significato è il contenuto dei nostri atti mentali. I significati si dividono in dipendenti ed indipendenti: si tratta di proposizioni dipendenti ed indipendenti. CONNOTAZIONE + DENOTAZIONE = SIGNIFICATO. Il significato deve obbedire ad un criterio di verità.
Gli stoici sostengono il cosmopolitismo e il giusnaturalismo.
ECLETTISMO
Sincretismo filosofico.
Cicerone è un eclettico, ma interessato più alla pratica, che non alla teoretica. Egli considera la filosofia come un insegnamento vitale, che mira a sollevare l’uomo al di sopra di tutte le cose esteriori, mira a far cogliere il fine della vita.
Attraverso la religione l’uomo dà valore al sacro delle cose, alla vita.
Ammette il probabilismo, cioè i criteri di persuasione.
Cicerone vuole valorizzare la filosofia come insegnamento etico. Egli appartiene al mondo romano, e per questo non ha una mentalità atta alla speculazione filosofica, che è più orientata al pratico. Per questo motivo la filosofia greca venne rifiutata inizialmente, in quanto considerata forma di disorientamento.
Nel mondo romano vennero accettati soprattutto gli stoici, in quanto insegnavano ad affrontare la vita, a sopportare il dolore, ad essere indifferenti alle cose esterne.
Sono in antitesi OTIUM e NEGOTIUM, quindi sono in antitesi la vita ttiva e quyella contemplativa.
X MEDICINA: Dottrina di Ippocrate: teoria dei 4 umori: sangue, flemma, bile, atrabile. La malattia dipende da un mancato equilibrio tra i 4 umori.
NEOPLATONISMO
Nuova coorente filosofica che rielabora la dottrina di Platone, in senso misticheggiante, perché risente del nuovo clima spirituale, dovuto al fatto che sta tramontando la vecchia religiosità (sorge il Cristianesimo). Proprio per questo motivo le ultime filosofie greche assunsero caratteri religiosi (soprattutto con l’unione della religione orientale con la tradizione giudaica).
Il politeismo cominciò ad essere considerato come un insieme di superstizioni, senza fondamento filosofico. Il monoteismo, invece dà un fondamento filosofico alla religione, perché ha il potere di penetrare nell’animo umano.
Gli ultimi filosofi che dipendono ancora dall’età classica risentono già di queste innovazioni del pensiero. Per questo gli ultimi stoici sono legati ad una religiosità laica.
Presenta una fisica che è di andamento ridico. Sostiene la trascendenza assoluta di Dio e considera il logos intermediario tra Dio e l’uomo. Il logos è inteso nel senso di logica, linguaggio universale. Il linguaggio è dunque considerato rivelazione dell’essere. Il linguaggio struttura il nostro essere ed è qualcosa di trascendente l’uomo di cui l’uomo ne partecipa. Il linguaggio denomina le cose. Esso è condizione fondamentale del nostro essere nel mondo. Va al di là della mia soggettività. Uno dei temi della filosofia neoplatonica è quello del ritorno dell’uomo a Dio attraverso l’estasi: l’uomo si ricongiunge al principio attraverso la dialettica, l’arte, l’eros platonico.

PLOTINO (204-270)
Concetto dell’ascesi mistica: l’uno
Vi è un uno-superessente che è assolutamente finito e contiene in sé i concetti di volontà, libertà. Non è determinato né è identificabile con le cose del mondo. Questo concetto era presente già in Platone nell’idea dell’ uno-bene. L’uno è al di sopra dell’essere e del non essere. Tutte le cose presuppongono l’idea dell’uno. Il concetto di unità è un concetto formale, cioè una forma logica che rende possibile la strutturazione del pensiero. Subordinato all’unità è anche l’individuo che pensa, sente e vede e dà senso alle cose con il pensiero. L’individuo è essenzialmente uno e irripetibile. L’essere si pone come singolo. L’uno per noi è un elemento costitutivo, senza il quale le cose si disgregherebbero all’infinito (esempio: un libro =1300 pagine = numero infinito di atomi --- 1 libro: unità; 1300pagine,atomi: predicato numerico). Essere uno non è il predicato di un concetto,né di un oggetto, bensì è un concetto formale che è alla base della predicazione.
Platone e Plotino si riallacciano in questo modo ai Pitagorici. In Platone era infatti già presente l’idea della monade (determinato) e della diade (molteplice). I concetti di uno e molteplice sono correlativi, tant’è che il molteplice è costituito da unità. L’uno-superessente può essere paragonato all’apeiron di Anassimandro. E’ riferibile ad una cosa, ma non è una cosa.
La dialettica deve porre l’unità attraverso le tesi e le antitesi. Punto di arrivo della dialettica è l’unità. L’uno è il risultato di un processo di ascesi, si può svincolare da qualsiasi determinazione. Uno = libertà (svincolarsi da qualsiasi cosa), volontà (andare al di là di se stesso). La trascendenza dell’uno consiste proprio nell’essere al di là di se stesso. L’uno-superessente si realizza nell’andare al di là di se stesso. Andare al di là di noi stessi = il pensiero va la di là del pensiero --- sdoppiamento :
1. essere: altro dal pensiero, ma qualcosa che viene colto dal pensiero (pensato);
2. pensiero: pensiero dell’essere (pensante).
L’essere è qualcosa di esistenziale, ma solo se abbiamo posto una determinazione concettuale. Esistere è il predicato di un concetto, non di un oggetto. Il concetto di unità va al di là dell’essere e del non essere e dell’oggetto. L’uno è infinito, ma anche indefinito: non si può stabilire se esista o meno.
La metafisica
La metafisica di Plotino vuole rispondere alla domanda: “perché l’essere e non il nulla?”
L’essere secondo Plotino è generato dallo sdoppiamento dell’uno in pensiero ed essere che dà origina alla dialettica di pensante e pensato. Si tratta di un’autoriflessione che va all’infinito: quando mi penso, mi pongo come oggetto del pensiero,ma pensandomi sono già diverso da com’ero prima di pensarmi. Il pensiero può esistere solo relativamente all’oggetto pensato. Secondo questo ragionamento hanno senso il nous, secondo Anassagora e il logos, secondo Eraclito, entrambe concepiti come intelletto e quindi come pensiero. Intelletto è anche atto e pensiero dell’uno.
La temporalità
Con l’anima cosmica (elemento universale che compenetra il mondo) ha inizio la temporalità. La temporalità è originariamente connessa con la coscienza interiore. Implica la dimensione del non ancora dato (futuro) --- presente: luogo della rivelazione; passato: sprofondare nell’essere.
Il tempo è concepito come l’immegine mobile dell’eternità. Le dimensioni temporali sono 3: passato, presente, futuro. Tra queste il presente è in stretta relazione con l’eternità: noi non possiamo andare al di là del presente, che si ripropone all’infinito (ripresentificazione: viviamo sempre nel presente, anche se ritratta di un presente sempre nuovo) --- iterazione del presente. La vita stessa è temporalità.
Aristotele: “Quid quod erat esse”. Parlando delle sostanze Aristotele dice che: “la sostanza è ciò che l’essere era”. Il passato è qualcosa di ricompreso nell’essere. L’essere è qualcosa di necessario. L’essere è ciò che è stato. I fenomeni vengono ricompresi nell’essere attraverso la dimensione del passato.
La libertà consiste anche nell’autodetrminarsi. L’uno s’identifica anche con la libertà perché si autopone.
La teoria dei semicerchi
Plotino sostiene la Teofania = manifestazione di Dio attraverso il mondo.
Esistono due semicerchi:
1. dall’uno si va al molteplice (quindi anche all’uomo);
2. via del ritorno all’uno;
Il movimento generato dai due semicerchi è di andamento triangolare: le cose emanano dall’uno, ma ritornano all’uno. L’uomo si trova punto nodale dei due semicerchi. A questa teoria si collega anche il tema della coscienza interiore attraverso la quale sono date le cose.
La via del ritorno segue diversi percorsi attraverso:
1) le quattro virtù cardinali di Platone: sapienza, coraggio, tolleranza, giustizia;
2) arte ed eros: si raggiunge un’estasi mistica che coincide con un’immedesimazione nell’uno;
Questo secondo percorso rivela un tipo di pensiero influenzato dall’oriente (l’estasi mistica). Tuttavia è diverso dal misticismo orientale perché è un punto di arrivo di una visione intellettuale, di un iter compiuto attraverso la ragione.
Mondo = teofania = autorivelazione di Dio.
L’uno non ha creato il mondo, ma le cose emanano dall’uno. Plotino nega il creazionismo, ma getta le basi per la filosofia cristiana. Plotino verrà ripreso anche nel periodo umanistico-rinascimentale, anche per il concetto di arte che si identifica nella rivelazione, nella pura contemplazione.
La filosofia di Plotino, però, crea un’immagine negativa della teologia, perché rappresenta Dio come ineffabile ed inesprimibile, perché è una cosa determinata.
Le ipostasi
I. sussistenza intermedia tra l’uno e il mondo. L’uno si pone come uno autoriflettendosi. Si attua uno sdoppiamento tra pensiero ed essere. Per chiederci se qualcosa esiste o meno dobbiamo porlo attraverso il concetto del pensiero. L’uno è al di sopra dell’essere e del non essere. ‘uno: questione che può essere posta solo attraverso dei concetti. Essere come pensato.
II. Intelletto paragonabile al mondo delle idee di Platone ed assimilabile al concetto di Diodi Aristotele. L’intelletto è verbo e atto dell’uno. L’uno si pone in atto attraverso l’intelletto. UNO + INTELLETTO = ANIMA COSMICA, che compenetra di sé ogni cosa. Esplica in concreto i pensieri relativamente alle singole cose. I pensieri sono posti in atto attraverso l’anima cosmica.
III. Temporalità: andare al di là di se stesso, trascendere al di là di se stesso. L’individuo è dato dal presente interiormente vissuto. Il presente svanisce nel passato. Il pensiero è un atto di trascendenza. Noi trascendiamo verso il mondo. La temporalità è immagine mobile dell’eternità. Le cose vengono ad accadere perché sono date dalla temporalità. Farsi essere attraverso la propria scelta --- volontà; lasciar accadere le cose --- libertà.
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Esempio



  


  1. Francesca

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