Socrate

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Socrate
(469-399 a.C.)
prima parte

Con questo filosofo la critica ai Sofisti diventa radicale ma proprio in virtù di questa critica, S. ristabilisce un rapporto positivo con la realtà - verità. Con S. il pensiero filosofico potrà ritentare la riconciliazione tra ragione ed esperienza, quindi tra sapere umano e la realtà.
S. afferma continuamente di non sapere. L’espressione di S. so di non sapere è riferita a quel saper umano costruito secondo leggi, consuetudini, principi morali, credenze religiose, dottrine di filosofi, dato che il saper per lui è qualcosa di incontrovertibile, è cioè la verità che egli non vede contenuta in tutte queste conoscenze o regole umane. In questo senso S. fa una critica alla società molto più radicale, vera di quella dei Sofisti. Non so ma so di non sapere. La differenza che c’è tra lui e gli altri è che lui è cosciente di questo non sapere, sa cioè che la cultura e la società non corrispondono all’idea di verità che lui ha ben presenti. Capire la verità x S. non vuol dire avere solo l’idea della verità, ma significa essere nella realtà.
S. è nella verità quando tenta di ricreare una nuova verità nel momento in cui si rende conto di non possedere la verità. Una prima tappa, allora, è quella di rifiutare tutto ciò che è privo di verità. È una verità povera (sapere di non sapere) ma è anche una verità che si dispone a diventare ricca perché si dispone a diventare ricerca di quel sapere che S. sa ora di non sapere. S. nella ricerca della verità adotta per forza il metodo della MAIEUTICA (arte del togliere la verità). La maieutica è una delle condizioni fondamentali affinché il pensiero filosofico potesse mettersi in cammino per trovare il sapere. Innanzitutto la verità non può esserci trasmessa da altri o venirci data dall’esterno. Egli stesso avverte i suoi interlocutori che, rivolgendosi a loro, non ha nulla da insegnare. Se essi giungono a scoprire la verità è perché l’hanno n sé e sono essi stessi, quindi a generarla. Il filosofo (S.) può solo aiutare gli uomini in questa generazione, ripetendo con essi quanto sua madre (levatrice) faceva con le partorienti. La maieutica (arte del far nascere) è appunto il modo con cui S. si rapporta a chi non è ancora nella verità. A costui domanda il significato e la giustificazione di ciò che egli crede di sapere, ma l’interlocutore che di volta in volta risponde partendo da convinzioni sociali o culturali del suo tempo finisce col non sapere più cosa rispondere. S. ogni volta pretende da lui una risposta che in nessun modo possa venire contraddetta: S. domanda la verità delle convinzioni dell’interlocutore e la verità nasce proprio quando l’interlocutore si accorge di non avere verità alcuna, allora la verità esiste per noi solo in quanto riconosciamo e questo riconoscimento non può essere un altro a compirlo al nostro posto ma la dimensione della verità siamo noi stessi: non già quanto corpo o sensibilità ma in quanto coscienza. In questo senso riconosce il valore essenziale dell’invito scritto sul frontone del tempio di Delfi: CONOSCI TE STESSO.
Nick: malva

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