Schopenhauer

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Testo

ARTHUR SCHOPENHAUER (1788-1861)
Pensatore antisistematico e antiscientifico, pose l’uomo e i suoi “fatti più importanti” (noia, sofferenza, inquietudine) al centro della propria ricerca filosofica, caratterizzata da un procedere per introspezione interiore.
I Maestri
- Kant
Ha presentato il dualismo fenomeno-noumeno. Il fenomeno è la nostra rappresentazione, non è volontà che agita il mondo.
Rilegge Kant in modo molto originale, rendendo materiali molti concetti: intelletto diventa il cervello (influenza dello scettico empirista humiano Schultze)
- Platone
Per primo ha concepito le idee eterne come qualcosa di superiore al sensibile, che va superato
- Buddha e le filosofie Orientali
Insegnano a superare il dolore per arrivare al Nirvana, che nega la volontà di vivere.
Il Mondo come volontà e rappresentazione (1818)
1) Il Mondo come Rappresentazione delle singole persone
2) Il Mondo come Volontà (come si manifesta)
3) Il Mondo come Rappresentazione della Ragione
4) Il Mondo come Volontà di vivere
Il Mondo come Rappresentazione
3 Categorie organizzano la realtà e la rendono “mi rappresentazione”:
1) Spazio (determina la posizione delle cose)
2) Tempo (determina la posizione in una prospettiva di successione)
3) Causalità (determina i legami causa-effetto)
Secondo Schopenhauer la realtà è coperta da un velo illusorio (velo di Maya).
L’uomo deve squarciarlo sentendosi vitalità per poter arrivare al Noumeno.
L’uomo potrebbe essere oggetto tra gli oggetti, ma intuitivamente (Schopenhauer rifugge qualsiasi tipo di conoscenza mediata) si scopre volontà e capisce che tutto ciò che lo circonda è volontà.
⇒ la volontà muove il Mondo e Kant ha sbagliato a separare il fenomeno dal noumeno
La Volontà
La volontà è quella forza che spinge l’uomo a lottare per cercare di colmare quell’eterno bisogno che sente al proprio interno. Tuttavia, quando l’uomo raggiunge questo appagamento, si sente insoddisfatto
⇒ la volontà illude l’uomo
⇒ “la vita è un pendolo che oscilla tra la sofferenza e la noia”
Per Schopenhauer la noia (causata da un mondo borghese ormai privo di slanci vitali) è rendersi conto che ogni azione sia destinata al fallimento.
Schopenhauer critica l’amore romantico (anelito all’infinito), in quanto questo è uno strumento attraverso il quale la volontà illude e manipola l’uomo.
L’amore non è altro che un desiderio biologico di riproduzione.
Critica inoltre lo storicismo Hegeliano, affermando che la storia è assolutamente casuale, senza ordine in quanto “cambia tutto ma non cambia niente” (Gattopardo).
La sua visione sociale è simile a quella di Hobbes, in quanto l’uomo (specialmente quello borghese dei suoi tempi) è continuamente in lotta con i propri simili per cercare di ottenere vantaggi personali.
La liberazione dalla vita
L’uomo deve liberarsi della Volontà, e per farlo deve ricorrere alla Noluntas, sorta di Nirvana Buddista, di non-volontà che si raggiunge attraverso:
1) Arte
Coglie l’essenza eterna delle cose avvicinando l’uomo al piano ideale a un’estasi estetica in cui la volontà non riesce più a dominarlo. Ha una funzione catartica (Purifica la vita e fa intravedere una possibile vita di quiete) e mistica (usa la materialità per innalzarsi verso lo Spirito).
Le sue massime espressioni sono la tragedia (in cui l’uomo può vedere rappresentate le proprie disgrazie senza soffrirne in prima persona) e la musica, vera quintessenza della volontà depurata di ogni malvagità (Kafka: “La musica è u nutrimento desiderato e sconosciuto)
Tuttavia l’arte può essere goduta solo da pochi e comunque rappresenta una piccola parentesi all’interno di una grande disgrazia.
2) Pratica Etica
L’uomo deve capire (“compatire”) che gli altri sono uno specchio di sé, cercando quindi di mettere fine al continuo tentativo di sopraffazione dell’uomo sull’uomo.
Infatti la lotta per la sopravvivenza è uno strumento usato dalla volontà per imporre la propria forza.
3) Ascesi Laica
Momento in cui cessa il principio di individuazione e l’uomo si sente parte di un qualcosa di fuso.
L’uomo deve vivere la propria vita come se fosse un estraneo e aspettare la fine riflettendo sui temi della vita.
Attraverso questo metodo di vita e con alcuni “voti” (castità, digiuno ed essenzialismo: il piacere è il trionfo della volontà di vivere) l’uomo può giungere alla Santità.
L’uomo comunque non deve cercare rifugio nel suicidio, perché questo rappresenta la resa di fronte alla ragione.

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