Materie: | Appunti |
Categoria: | Filosofia |
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VITA
Arthur Schopenhauer era nato a Danzica il 22 febbraio 1788. Avviato dal Padre al commercio preferisce dedicarsi agli studi di filosofia. S'iscrisse all'università di Gottinga, sotto la guida del maestro scettico Schulze e a Berlino seguì le lezioni di Fichte restandone disgustato. Grazie al salotto fondato dalla madre, conobbe personaggi come Goethe e Friedrich Mayer che lo introdusse al pensiero indiano consigliandogli la lettura dell'Upanishad. Insegnò all'università di Berlino, dove condusse un'accesissima polemica con Hegel che considerava un ciarlatano che vendeva la sua filosofia. Il compito della filosofia, per Schopenhauer, è quello di cogliere alle radici del male l'esistenza per offrire all'uomo liberazione e consolazione al dolore. Viaggiò per l'Italia e infine si stabilì a Francoforte dove morì nel 1860.
Non ebbe un gran successo con le sue opere, solo la cultura successiva si occuperà di lui con numerosi filosofi che lo tennero molto presente e con influenze nel Romanzo europeo di Tolstoy, Zola, Kafka, Thomas Mann. Da ricordare è anche che nel 1858, sulla "rivista contemporanea", il De Sanctis pubblicò il suo celebre articolo dal titolo Schopenhauer e Leopardi.
La sua opera più importante è "Il mondo come rappresentazione" nella quale è evidente l'adesione alla filosofia di Platone e di Kant, l'influenza delle filosofie orientali e il rifiuto dell'idealismo.
Altre opere sono: "La volontà della Natura" e "I due problemi fondamentali dell'etica".
IL MONDO COME VOLONTA' E RAPPRESENTAZIONE
Schopenhauer critica l'idealismo (tutto è logos) e il materialismo (tutto è materia) e supera queste concezioni attraverso la RAPPRESENTAZIONE che si realizza attraverso la realtà fenomenica, cioè dai sensi, per cui "il mondo è una mia rappresentazione" e la rappresentazione diventa una necessità fisiologica, un processo di conoscenza di cui non riconosce il limite a differenza di Kant che aveva diviso il fenomeno (conoscibile) dal noumeno (inconoscibile).
Quindi, il mondo è un insieme di rappresentazioni condizionate dalle forme a priori della conoscenza che, per Schopenhauer, sono il tempo, lo spazio e la casualità e avviene sia negli uomini sia negli animali. L'uomo ha la ragione che trasforma le rappresentazioni in concetti (rappresentazioni delle rappresentazioni), che sono comunicati attraverso la parola da cui, a sua volta, nasce il linguaggio. Mettendo questo in relazione con la conoscenza si ha il sapere, la scienza.
Il principio alla base di questo è la causa-effetto di ragion sufficiente.
Abbiamo poi quattro diverse applicazioni di tale principio:
1. Ratio Fiendi (la ragione che costruisce per suo mezzo le ragioni sperimentate)
2. Ratio Cognoscendi (Ragione per la quale un giudizio è vero o falso)
3. Ratio Essendi (Ragione che rende possibile le operazioni matematiche)
4. Ratio Agendi (Ragione che spiega il motivo dell'azione ed è alla base delle scienze morali, comportamentali)
IL MONDO COME VOLONTA'
Il mondo fenomenico è costituito da quello noumenico composto da una forza cieca e cieca volontà presente in tutta la realtà e maggiormente nell'uomo che la intuisce. Essa si manifesta come desiderio ed il desiderio non realizzabile è dolore.
Questa volontà costituisce il principio noumenico e metafisico della realtà che è mossa da quest'impulso. Dunque, l'essenza del nostro essere è la volontà che si manifesta in forme diverse nella realtà, ma, nonostante questo, è unica ed irrazionale e ha come fine ultimo il mantenimento di se stessa.
L'uomo, quindi, agisce ed è condizionato dalla volontà irrazionale, ma maschera dietro un velo, chiamato velo di Maya, l'impulso cieco del desiderio di vivere con motivazioni apparentemente razionali.
IL DOLORE E LA NOIA, LA LIBERAZIONE E LA REDENZIONE
Ogni essere umano tende a soddisfare un qualche desiderio. Finché tale desiderio non è soddisfatto, la tensione verso la meta genera inquietudine e sofferenza. Ma appena il desiderio viene appagato subentra la noia, l'insoddisfazione e nuovamente s'impongono altri desideri che chiedono di essere soddisfatti. Così la vita è come un pendolo che oscilla tra noia e dolore; l'umanità è tutta tesa verso il raggiungimento di una felicità impossibile. Lo scopo della Filosofia è rendere l'uomo consapevole dell'infelicità dell'esistenza e indicargli la via per la possibile salvezza che non può avvenire nel mondo, ma solo fuori. Questa salvezza è attuabile con la REDENZIONE, cioè negazione della volontà di vivere, passando dalla volontà alla nolontà (non volontà).
Tale negazione ha tre gradi:
L'ARTE
Nel momento estetico l'uomo supera la conoscenza del fenomeno liberandosi della dimensione dello spazio, tempo e casualità.
L'artista è in grado di cogliere quell'idea eterna che c'è dietro il fenomeno in una dimensione diversa da quella terrena.
L'arte si eleva gradatamente dall'architettura, alla scultura, alla pittura, alla poesia sino a giungere alla musica che non coglie le idee della volontà ma la propria essenza di volontà.
La volontà diviene oggetto di conoscenza e perde quel carattere di forza misteriosa.
Solo che l'esperienza estetica, permette una liberazione momentanea dalla volontà.
E così si passa al secondo grado del processo di redenzione della volontà di vivere.
LA MORALE DELLA COMPASSIONE
Reprimendo il proprio egoismo, istinto che porta l'uomo alla conservazione, inizia a praticare la giustizia e ad avere compassione per i suoi simili perché comprende che tutti gli uomini sono vittime dello stesso destino rispetto alla volontà.
L'uomo così riesce ad annullare la volontà di vivere che, altrimenti, potrebbe sopraffare il prossimo. Anche in questo stadio, però, è ancora presente un certo attaccamento alla vita che va ulteriormente eliminato.
L'ASCESI O VOLONTÀ
In questa dimensione l'uomo può finalmente rinunciare ad ogni forma di vitalità dunque fa propria la castità, la povertà ed il rifiuto di tutte quelle cose che rendono comunemente la vita piacevole.
Questa è la dimensione della non-volontà per cui un uomo vive senza il desiderio di vivere.
E' chiara la forte influenza della religiosità indiana che attraverso il raggiungimento del Nirvana giunge alla condizione di salvezza estrema con la cessazione del dolore.
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