Schopenhauer

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Testo

Schopenauer

La filosofia di Schopenauer può essere considerata il più energetico tentativo di sbarrare la strada al diffondersi della ottimistica e giustificazionista filosofia di Hegel, secondo cui tutto ciò che è reale è razionale, in quanto manifestazione di uno Spirito che se è Logos (ordine) è anche, soprattutto nel suo risultato finale ( coincidente con lo Stato prussiano e con la filosofia hegeliana) bene.

Per Schopenauer nulla è più falso di questa filosofia che egli definisce:
• “ciarlataneria”
• “buffonata filosofica”
• “colossale mistificazione”
• opera di un “sicario della verità”

In funzione antihegeliana egli si richiama a Kant e alla sua Critica della Ragion Pura, di cui fa propria l’affermazione che la conoscenza del mondo e dell’intelletto, è conoscenza del mondo dei fenomeni.

La conoscenza del mondo fenomenico è quella che S., nel suo capolavoro “Il mondo come volontà e rappresentazione”(1819), chiama rappresentazione, intendendo con tale espressione, un mondo illusorio, che è solo dentro di noi, una specie di “velo di Maya” che nasconde il vero mondo, quella cosa in sé, quel noumeno che Kant aveva dichiarato in conoscibile.

S.si considera discepolo di Kant, ma anche colui che ha completato il lavoro del maestro, pervenendo alla conoscenza del vero essere, che sta oltre i fenomeni.

L’essenza del mondo è sfuggita a Kant perché egli ha fatto dell’intelletto la fonte della conoscenza.

E’invece la più pura corporeità la fonte della più profonda conoscenza:quella del vero essere, che sta sotto l’ingannevole rappresentazione che di esso ci dà l’intelletto.

E cosa ci dice la nostra esperienza corporale?Che essa è dominata dalla volontà di vivere.

Gli studiosi di S. concordano che l’espressione scelta per indicare l’assenza del mondo è tale da trarre in inganno,piochè volontà fa pensare a qualcosa di razionale e consapevole, mentre con essa egli definisce qualcosa che assomiglia di più a un impulso, un’energia, una forza cieca.

E’ questa forza l’essenza della nostra esperienza( corporale).

Ma tale volontà di vivere, che l’uomo scopre in sé, quando si ausculta, libero dai condizionamenti intellettuali, non è propria solo della nostra individuale realtà umana, ma essa è universale, di tutti gli uomini, piante, animali, vale a dire di tutte le realtà vivente, ma secondo S. anche di quelle non viventi, inanimate. Essa è la legge che accomuna tutti gli esseri dell’universo.

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