Schopenauer.

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
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Testo

Schopenauer
Critica idealismo: Schopenauer osservando la realtà nota dappertutto male e dolore. Tutto è disarmonico, illogico, e nulla sembra avere uno scopo. Contro l'armonia della ragione affermata dalla ragione, pone un principio irrazionale che possa spiegare la visione pessimistica del mondo che ha l'autore, questo principio è La Volontà, posta da Schopenauer a fondamento della vita universale essa si oggettiva nella natura come principio immanente e si rivela nei modi più diversi. Nell'uomo si eleva ad una forma più elevata, come pensiero, essa è un "cieco irresistibile impeto", "l'intimo essere", il "nocciolo di tutto".
Il singolo individuo viene quindi annullato dalla volontà, non ha perciò alcun valore almeno finché rimane soggetto alla volontà.
Come Kant, anche Schopenauer ammette la distinzione tra fenomeno e noumeno: il mondo noumenico, essenza di tutto è la volontà che si manifesta in ogni individuo e in ogni cosa., il mondo fenomenico è costituito dalla conoscenza che è rappresentazione umana delle impressioni sensoriali, collegate fra loro dalle forme a priori mediante cui il soggetto opera, che sono spazio, tempo, causalità. (Kant riconosceva le dodici categorie, mentre Schopenauer ne conserva una soltanto, la causalità, perché la realtà dello spazio e tempo è mossa secondo i rapporti di causa-effetto). Fra le rappresentazioni e la realtà in sé vi è pero il "velo di Maia" che avvolge l'uomo come in un sogno illusorio e gli impedisce di conoscere la vera essenza delle cose. L'uomo però, al di fuori della conoscenza può scoprire la vera essenza mediante un atto geniale del proprio io.
La concezione filosofica di Schopenauer può anche essere detta Pessimismo perché dicendo che tutto è mosso dalla volontà si implica il volere, che significa desiderare e desiderare implica uno stato di bisogno che è infelicità. Questo desiderare è eterno ed infinito perché appena un desiderio è soddisfatto, sorgono altri infiniti desideri (perché la volontà è inesauribile) che portano ad un infinito soffrire. E anche se i desideri potessero finire il dolore continuerebbe a esserci, perché ci verrebbe ad essere la noia, un vuoto terribile peggiore di ogni altra sofferenza. Il piacere è puramente negativo e viene da Schopenauer visto come una pausa tra un dolore e l'altro. Anche l'amore non da la vera gioia, ed è il mezzo attraverso il quale la volontà fa eternare il dolore dell'uomo.
Il suicidio non è contemplato, ma criticato da Schopenauer perché esso non può liberare l'uomo dalla volontà di vivere, l'uomo con esso non rinuncia alla vita, ma afferma di voler vivere in modo diverso. Il suicidio è un morire apparente, perché la volontà continua a sopravvivere con la specie.
L'uomo può liberarsi dal dolore, attraverso:
1. L'arte è sospensione della volontà percgè è contemplazione disinteressata del bello, in questa contemplazione, l'uomo intuisce nel soggetto particolare, l'idea. Entra cioè nel mondo delle idee che coincide con quello della volontà. La liberazione dal dolore, fornitaci dall'arte è però momentanea e l'uomo è presto ripreso dalle passioni e dal dolore.
2. La giustizia è unfreno all'egoismo (volontà di vivere), con la giustizia l'uomo riconosce anche la volontà degli altri, ed è portato a rispettarla
3. la compassione è la partecipazione al dolore altrui, con essa l'egoismo individuale è pienamente superato e il singolo vive in unione di solidarietà con gli altri.
4. l'ascesi è l'annullamento totale della volontà di vivere, che l'uomo annienta rifugiandosi nella nolontà , che è l'aspirazione ad essere assorbito nel nulla (corrisponde al nirvana della sapienza indiana).

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