Sartre- scheda

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Categoria:Filosofia

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Testo

11. Scelta, libertа, angoscia e responsabilitа
Sartre procede ad un'analisi pignola del per-sй, della coscienza. Il per-sй и
legato all'in-sй, nel senso che lo fonda nullificandolo, lo fa essere negandolo
come in-sй. Ciт sia dell'in-sй della coscienza, sia dell'in-sй degli enti
extracoscienziali.
И lo stesso per-sй che determina costantemente se stesso a non essere
l'in-sй. Il che significa che il per-sй non puт procedere a fondare se
stesso che a partire dall'in-sй e contro l'in-sй. La nullificazione...
rappresenta il legame originale fra l'essere del per-sй e l'essere
dell'in-sй.
(L'essere e il nulla)
Il per-sй и l'origine della negazione, e sussiste per e attraverso la negazione.

Il per-sй, come fondamento di sй, coincide col sorgere della negazione. Esso
si fonda in quanto nega di sй un certo essere o una certa maniera d'essere.
Sappiamo che ciт che esso nega o nullifica и l'essere in sй. Ma non un
qualunque ed astratto essere in-sй: la realtа umana и in primo luogo il suo
proprio nulla. Ciт che essa, in quanto per-sй, nega o nullifica di sй, non
puт essere che sй. E poichй essa и costituita nel suo senso da questa
nullificazione, ne viene che и il sй come «essere in-sй mancato» ciт che
costituisce il senso della realtа umana.
(L'essere e il nulla)
Evidentemente la nullificazione non и l'annientamento che produce il dileguarsi,
la scomparsa dell'essere. La coscienza nega se stessa, ma come in-sй; nega cioи
il carattere di identitа con sй, di immobilitа, di «pienezza di sй» che
caratterizza ogni in-sй. La coscienza nega l'essere extracoscienziale non nel
senso che lo fa scomparire, ma nel senso che ne nega il suo «essere in sй», la
sua «estraneitа» rispetto ad essa, il suo «stare oltre» la coscienza.
Sicchй la coscienza и definibile pure come ciт che trascende se stesso negando
la trascendenza dell'in-sй.
Nel trascendere se stessa, cioи nel nullificare sй e l'in-sй, la coscienza attua
la sua libertа; anzi la libertа и la condizione implicita della nullificazione,
e, per la coscienza, la condizione d'essere se stessa.
Sulla base di questi presupposti teorici Sartre delinea il suo esistenzialismo.
L'uomo и coscienza, trascendimento continuo di sй; la sua esistenza consiste in
questo trascendersi continuo; egli non «и» qualcosa, ma «diviene» sempre; nella
sua vita non esplicita un'essenza prefissata, ma la costruisce via via. In tal
senso, contrariamente a quanto - egli dice - si и sostenuto finora in filosofia,
l'esistenza precede l'essenza.
In termini filosofici, ogni oggetto ha un'essenza e un'esistenza.
Un'essenza, cioи un assieme costante di proprietа; un'esistenza, cioи una
certa presenza effettiva nel mondo. Molti credono che prima venga l'essenza
e poi l'esistenza... Tale idea trova la sua origine nel pensiero
religioso... E per tutti coloro i quali credono che Dio crei gli uomini,
bisogna pure ch'egli l'abbia fatto riferendosi all'idea che aveva di loro.
Ma anche quelli che non hanno la fede hanno conservato l'opinione
tradizionale secondo cui l'oggetto non esisteva mai se non in conformitа con
la sua essenza; e l'intero XVIII secolo ha pensato che vi era un'essenza
comune per tutti gli uomini, chiamata natura umana. L'esistenzialismo
reputa, al contrario, che nell'uomo, e solo nell'uomo, l'esistenza precede
l'essenza. Ciт significa semplicemente che l'uomo anzitutto и e che poi и
questo o quello. L'uomo deve crearsi la propria essenza.
(Action del 27-12-1944)
L'essenza che l'uomo si crea non и un'essenza universale; es i crea quei
caratteri specifici della sua individualitа, e li crea attraverso la sua libera
«scelta». Certo, la scelta non и assolutamente incondizionata; essa ha luogo
nell'ambito delle possibilitа che caratterizzano la situazione di ciascuno.
«L'uomo non и che una situazione. И totalmente condizionato dalla sua classe
sociale, dal suo guadagno, dalla natura del suo lavoro, condizionato fin nei
sentimenti, fino nei suoi pensieri». Pur cosi condizionato, tuttavia
l'individuo, e solo lui, «decide» sul significato della sua condizione. Io posso
esser malato; non и, questa situazione, il frutto di una mia scelta, tuttavia:
«Io non posso esser malato senza scegliere il modo secondo cui formo la mia
infermitа (come "intollerabile", "umiliante", "da tenersi nascosta", "da
rivelare a tutti", "oggetto di orgoglio", "giustificazione dei miei scacchi")».
Dunque l'uomo «sceglie se stesso» ma «non nel proprio essere» bensн «nella sua
maniera di essere». И lui che sceglie obiettivi, scopi, valori, e decide in
conseguenza, ed agisce con le modalitа di comportamento ch'egli stesso ha
stabilito. Ed и libero al punto che le scelte precedenti non lo condizionano
totalmente; puт infatti riesaminare le decisioni assunte, rimettere in
discussione le scelte riformare continuamente gli obiettivi, riformulare scopi e
valori. Questo potere di scelta, che investe anche il campo degli scopi e dei
valori, non ha alcun punto di riferimento; si sceglie senza punti d'appoggio,
senza un criterio preordinato. Certo, c'и una «scelta profonda» che dа senso a
tutte le nostre decisioni particolari; ma essa non и modellata su un criterio
esterno alla nostra esistenza anzi «fa tutt'uno con la coscienza che noi abbiamo
di noi stessi". L'uomo dunque и radicalmente libero; non solo negli «atti
volontari», ma anche nelle emozioni, nei sentimenti, nelle passioni. Anzi la
libertа и il contrassegno che caratterizza specificamente l'esistente, lo
caratterizza nel suo quid proprium.
Ci и stato possibile comprendere come la realtа umana sia il proprio nulla.
Essere, per il per-sй, и annullare l'in-sй che esso и. Cosi stando le cose
la libertа non puт esser null'altro che questa nullificazione. И in virtъ
sua che il per-sй sfugge al suo essere nel senso di essenza, и in virtъ sua
che esso и sempre qualcos'altro da ciт che si puт dire di lui. Dire che il
per-sй ha da essere ciт che и, dire che esso и ciт che non и nel mentre non
и ciт che и, dire che in lui l'esistenza precede e condiziona l'essenza...
equivale a dire che l'uomo и libero.
(L'essere e il nulla)
Ma l'esser liberi non и in senso proprio un privilegio, bensн una condanna.
Io sono per sempre condannato ad esistere al di lа della mia essenza, al di
lа del moventi e del motivi della mia azione, sono condannato ad essere
libero. E ciт significa che non и possibile trovare alla libertа altri
limiti oltre se stessa, o, se si preferisce, che non siamo liberi di cessare
di essere liberi.
(L'essere e il nulla)
Essere liberi и un peso da sopportare. Tant'и vero che molti mascherano o
rifiutano la propria libertа.
Nella misura in cui il per-sй cerca di incorporarsi l'in-sй come suo
autentico modo d'essere, esso cerca di mascherare a se stesso la propria
libertа. Il rifiuto della libertа non puт quindi attuarsi che come tentativo
di concepirsi come essere-in-sй.
(L'essere e il nulla)
Ma questa, di sottrarsi alla propria libertа, и operazione vana; infatti
significherebbe sottrarsi al proprio «essere» umano, il che и impossibile.
L'Esserci umano и libero proprio perchй и a se stesso insufficiente perchй и
costantemente sottratto a se stesso. L'uomo и libero perchй non и se stesso
ma presenza a se stesso. Un essere che fosse ciт che non и non potrebbe
esser libero. Abbiamo visto infatti come per la realtа umana esserci
significa scegliersi... Essa и totalmente abbandonata (e senza rimedio
alcuno) alla ineliminabile necessitа di farsi essere anche nel piщ piccolo
particolare. E perciт la libertа non и un essere, ma l'essere dell'uomo.
(L'essere e il nulla)
Questa condanna alla libertа fa si che la scelta sia sempre angosciosa; la
continua instabilitа dell'uomo, il suo costante impegno a scegliersi, a farsi,
la non definitivitа delle scelte e delle decisioni, la ingiustificabilitа delle
stesse scelte (la scelta non ha infatti parametri di valutazione, criteri
precostituiti) sono per l'uomo fonte di angoscia.
L'angoscia rivela alla coscienza la nostra libertа e testimonia la costante
modificabilitа del progetto iniziale. Nell'angoscia non ci limitiamo a
renderci conto del fatto che i possibili da noi progettati sono
costantemente rosi dalla nostra libertа in attuazione, ma comprendiamo
inoltre la scelta, ossia noi stessi, come ingiustificabili; il che vuol dire
che ci rendiamo conto che la scelta non trae origine da alcuna realtа
anteriore, ed и anzi, tale da dover fungere da fondamento dell'insieme dei
significati che costituiscono la realtа. In tal modo siamo costantemente
impegnati nella scelta di noi stessi e costantemente consapevoli di poter
bruscamente rovesciare la scelta ed invertire la rotta. Siamo pertanto sotto
la costante minaccia della nullificazione della nostra scelta attuale, sotto
la costante minaccia di divenire altri da ciт che siamo. Proprio per il
fatto di essere assoluta, la nostra scelta и fragile.
(L'essere e il nulla)
Oltre che nel segno dell'angoscia la scelta si muove in quello della
responsabilitа. La consapevolezza che la sua scelta va oltre se stesso, spinge
l'uomo a sentirsi responsabile non solo di ciт che pensa e fa ma anche di ciт
che avviene esternamente a lui e su cui egli non ha potere diretto.
La conseguenza fondamentale che deriva... и questa: essendo l'uomo
condannato ad esser libero, egli porta sulle sue spalle il peso del mondo
intero, l'uomo и responsabile del mondo e di se stesso quanto al modo di
essere. Usiamo qui il termine «responsabilitа» nel suo significato corrente
di «coscienza (d')esser l'autore incontestabile di un evento o d'un
oggetto». In questo senso la responsabilitа del per-sй и opprimente; egli и
infatti colui per cui accade che «ci sia» un mondo. E poichй и anche colui
che «fa essere se stesso», qualunque sia la situazione in cui il per-sй si
trovi deve assumere totalmente questa situazione col suo coefficiente di
avversitа. Questa responsabilitа assoluta non и perт accettazione; и la
semplice rivendicazione logica delle implicanze della nostra libertа.
(L'essere e il nulla)
Io anzi sono sempre responsabile anche di certe situazioni o dati di fatto
indipendenti dalla mia volontа; ne sono responsabile come se li avessi scelti,
in virtъ dell'atteggiamento che assumo di fronte ad essi. Se sono mobilitato in
guerra, questa guerra и la mia guerra; certo non l'ho scelta io; ma tuttavia non
mi sono sottratto ad essa, ad esempio con la diserzione; dunque, in qualche modo
l'ho scelta e ne sono responsabile. Oppure: io non ho scelto di nascere,
tuttavia mi atteggio sempre in qualche modo di fronte alla mia nascita; essa non
mi и indifferente: posso vergognarmene, ad esempio, o esserne fiero; dunque io
assumo in me la mia nascita essa esiste per me nel modo in cui la «vivo» ora;
pertanto l'ho scelta.
Gli oggetti che costituiscono il mondo sono dunque in-sй. Essi mi sono
«trascendenti». In sй non hanno significato, nй carattere nй proprietа. Ne
acquistano quando diventano «per me», quando si presentano come «fenomeno» alla
mia coscienza. И per la mia coscienza ch'essi acquistano un senso,
un'intelligibilitа; per essa vengono all'esistenza. E il loro «esser per me» si
risolve nell'essere «miei utensili», strumenti del mio progetto esistenziale,
delle mie scelte, della mia libertа. Utensili senza una funzione propria,
specifica; infatti possono assumere molteplici funzioni proprio in relazione al
mio progetto.
Il che significa che il mondo assume significati diversi in relazione alla
nostra specifica situazione, ai programmi che ci proponiamo. Noi scegliamo il
mondo - non nel suo contesto in sй, ma ne suo significato - scegliendo noi
stessi. Esso «dipende» da noi.

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