Scheda di comprensione di Rinascimento privato

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale
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Testo

Rinascimento privato
- M.Bellonci -
Scheda di comprensione e analisi di un testo letterario di tipo narrativo
1.Coordinate spaziali e temporali
a) Dove è ambientato il racconto?
Gran parte del racconto si svolge a Mantova, ma la scena si sposta anche in altre città italiane, come Napoli, Venezia, Genova, Roma e Bologna.
b) Quando si svolge?
La storia narra di eventi accaduti fra il 1500 e il 1533, per una durata complessiva di circa 33 anni.
c) Tempo e luogo sono espliciti o devono essere dedotti dal lettore?
Il tempo è esplicito, in quanto, sebbene in modo discontinuo, la narratrice o gli altri personaggi fanno riferimento a date precise, ad esempio le lettere inviate da Robert de la Pole ad Isabella sono tutte concluse con la firma del mittente e la data in cui è stata scritta la missiva. Anche il luogo viene spesso indicato dai vari personaggi e in particolar modo dalla protagonista e narratrice degli eventi.
d) Ci sono molte descrizioni d’ambiente?Quali le più significative?
Le descrizioni d’ambiente non sono molte, in quanto la narratrice non si sofferma sui luoghi nei quali si svolge la narrazione se non per dare poche indicazioni, ma preferisce puntare la sua attenzione su abiti e gioielli. Tra le descrizioni d’ambiente una delle più particolareggiate è quella che la narratrice fa della stanza che preferisce, la “grotta ”: “Le pareti vicine da potersi toccare allargando le braccia, il luogo di poco spazio, il soffitto non molto alto si raccolgono intorno alla persona, e per un misurato rapporto di numeri non premono addosso. E’ facile scaldarsi d’inverno magari con soli bracieri, e non è possibile starvi se non in due […] La Grotta di Castello era uno stanzino dal soffitto a botte in legno intagliato alla mia impresa delle pause musicali; e le mie altre imprese figuravano sul pavimento della stanza con dolce gaiezza di colori, turchino e verde sul bianco. […] Cominciavo a radunare nella Grotta pitture magistrali, oggetti di scavo, testine e statuine in marmo, bronzetti piccoli, libri scritti a mano o a stampa per i quali mi rivolgevo a Venezia, ad Aldo Manuzio”.
Un’altra descrizione degna di nota è quella dell’appartamento di Isabella a Cortevecchia: “Ho rifatto qui i miei camerini più famosi: e di rarissima eleganza sono riusciti lo Studiolo e la Grotta ricoperti sulle pareti e sui soffitti di legno intagliato e dorato opera di falegnami orafi: e su questo sfondo risalta la forza e la verità pittorica dei miei quadri e spiccano le collezioni di bronzetti antichi e di oggetti rari allineati sulle mensole. Divide e congiunge questi perfetti spazi la porta di Gian Cristoforo Romano, di porfido e granito rosso scompartita da medaglioni di marmo bianco scolpiti a figure; e sembra, per le sue misure e per il suo disegno che questa porta abbia il potere di rivelare il carattere di chi entra tanto la cornice ha una sua interiore proporzione. Nello studio presso la camera da letto è il mio luogo di lavoro dove tengo chiusi negli armadietti libri rari e documenti segreti ordinati per cronologia, e vicino ad esso il gabinetto degli orologi […]”.
Nel suo soggiorno a Roma, Isabella ha la fortuna di visitare “i giardini magici di casa colonna” e li descrive così: “Dalla piazza dei Santi Apostoli salgono a terrazze come è leggenda che salissero i giardini di Babilonia; e arrivano fin sul colle Quirinale. C'è una gaia solennità, un riso olimpico in questo luogo che a suo modo non ha l'eguale. Coprono l'altura collinosa boschetti, pini giganti, cipressi snelli e rigonfi di raccolta rameggiatura, palme sontuosamente frangiate, giocondi frutteti, orti ben coltivati, boschetti di erici e fontanelle ad ogni passo. Intere siepi di roseti dividono gli spazi alternandosi con enormi cespugli di gelsomini che fiatano profumo dalle corolle stellate. Ogni tanto si scoprono tra il verde gigantesche arcate romane, pilastri, colonne, cornici scolpite, e gli studiosi discutono se siano i ruderi delle Terme di Costantino o del Tempio del Sole. A volte, rovine a scaletta, sedili e nicchie a conchiglia compongono angoli da favola pastorale: il silenzio odoroso, i leggeri venti, sono esaltati dal canto corale e dagli assoli di un immenso popolo di uccelli.”
Molto particolareggiate sono le frequenti descrizioni dei vestiti e dei gioielli indossati dai vari personaggi; in particolar modo è estremamente dettagliata la rappresentazione dell’abbigliamento indossato da Isabella il giorno dell’incontro con l’inglese Robert de la Pole: “Quel giorno indossavo un abito color berrettino più dorato che grigio a groppi di catenelle d’oro allacciati gli uni con gli altri rifiniti da puntali di perle pendule; avevo intorno alla scollatura una piccola gorgiera di tela candida ricamata a fili d’oro con la finezza che mettono in questi lavori le monache di Santa Paola: una mia invenzione semplice, ma tutta nuova che presto sarebbe stata imitata da molte dame. Portavo i capelli spazzolati e slentati con due ciocche rialzate sulle tempie e annodate dietro come nella medaglia di Gian Cristoforo.”.
2.Personaggi
a) Costruisci il sistema dei personaggi secondo le seguenti indicazioni: protagonista/i - antagonista/i – aiutanti – oggetto/i del desiderio
Senza dubbio la protagonista del romanzo è Isabella Gonzaga; fra i suoi molti aiutanti quello che si eleva sugli altri per fedeltà e costanza è Pirro Donati che per tutta la durata del libro resta al fianco della protagonista; fra i molti altri aiutanti sono degni di nota il marito Francesco, i figli Ercole e Ferrante, Baldesar Castiglione, Elisabetta Gonzaga e Alfonso d’Este. Così come gli aiutanti anche gli antagonisti sono molto numerosi: tra tutti devono essere ricordati Tolomeo Spagnoli, Lucrezia e Rodrigo Borgia, Isabella Boschetta, Carlo V e i papi Giulio II e Leone X.
Isabella agisce sempre per il bene della propria famiglia, cercando di tenere alti l’onore e la fama dei Gonzaga e degli Este. La protagonista lotta perché nel ducato di Mantova regni la pace e cerca sempre di aiutare i propri parenti; agisce con sia per rafforzare il potere politico della propria famiglia, sia per la felicità dei parenti, primo su tutti l’amato figlio Federico.
b) I personaggi vengono presentati direttamente o indirettamente o per mezzo di una combinazione tra le succitate tecniche?
Nella maggior parte dei casi i personaggi vengono presentati indirettamente: tramite l’osservazione del loro comportamento il lettore può farsi un’idea del loro carattere; non mancano comunque le impressioni personali della protagonista che giudica con estrema attenzione l’operato dei vari personaggi e ne delinea le caratteristiche fisiche più evidenti.
c) Descrivi i personaggi secondo i seguenti fasci di caratterizzazione (ove sono presenti): fisionomica, sociale, culturale, psicologica, religiosa, simbolica.
La protagonista del romanzo è Isabella Gonzaga, figlia di Ercole d’Este e moglie di Francesco Gonzaga, marchese di Mantova. L’unica caratteristica del suo aspetto fisico di cui siamo a conoscenza sono i lunghi “capelli dorati”, ma nel corso della storia viene più volte lodata per la sua bellezza e per la cura con la quale sceglie vestiti e gioielli.
Ha una grande passione per l’arte, tanto che si circonda di famosi letterati e intellettuali come Mario Equicola e Baldesar Castiglione, e fin da piccola rimane affascinata dalle parole e dagli acuti ragionamenti di Pico della Mirandola. E’ una donna molto curiosa e ricca d’interessi, in particolar modo lei stessa afferma di essere attratta dalle geografie, ed è grande anche il suo interesse per le scienze, infatti trascorre molto tempo nell’aromateria, dove, con l’aiuto dei fratelli speziali Giusto e Umbrasia da Udine, crea essenze e creme che usa lei stessa.
Isabella ama il divertimento, dice di essere “inclinata alla capacità di godere la vaghezza della vita, la grazia sublime della musica, lo splendore della natura e delle arti, inclinata al gioco: agli scacchi, alla primiera e allo scartino”. Da buona donna di corte ama anche le commedie e la poesia.
La protagonista rimane sempre fedele al marito sia nella vita che nella politica, dove si dimostra un validissimo aiuto, tanto che dopo la morte di Francesco diventa lei la marchesa di Mantova e si occupa con successo della politica del paese; ha infatti una grande abilità nel governare e una saggezza quasi profetica, tanto che molti altri governatori si rivolgono a lei per consigli su decisioni da prendere o semplicemente la lodano per le sue doti amministrative e per la sua capacità di prevedere quali saranno le future mosse degli avversari politici. Il potere ha per lei una così grande importanza che rimane delusa quando le nascono figlie femmine, perché sa che nella vita non riusciranno mai ad essere completamente libere e padrone di loro stesse.
Isabella dedica gran parte della sua vita all’educazione dei figli, in particolar modo al primogenito Federico, il figlio prediletto al quale dedica tutte le sue attenzioni e tutto il suo amore materno.
Non è una donna eccessivamente religiosa tanto che afferma di non saper “meditare di religione” di esser “senza armi di fronte alla Divinità”, di essere sempre stata “precisa e sbrigativa nelle devozioni”, e di non “conoscere slanci mistici”.
Francesco Gonzaga, marito della protagonista Isabella e marchese di Mantova, è un uomo virile e irruento. E’ un guerriero valoroso e riporta molti successi in battaglia, fra tutti viene più volte ricordato il successo di Fornovo. Nonostante la sua abilità nei combattimenti, non appare altrettanto esperto in politica, infatti è spesso vittima di cattivi consiglieri (come Tolomeo Spagnoli), e agisce, a differenza della moglie, più riflessiva, senza considerare le conseguenze delle sue azioni.
Francesco si innamora di Lucrezia Borgia e vive con lei una passione travolgente, ma l’abilità della moglie Isabella, che si accorge dell’infedeltà del marito e si oppone alla loro relazione, e “il mal francese” stroncano la loro relazione.
La sua salute è costantemente minata da una lunga serie di malattie che lo portano ad una morte precoce; prima di morire Francesco lascia la conduzione del marchesato alla moglie, mostrandole gratitudine e riconoscendo le sue doti amministrative.
Federico Gonzaga è il figlio primogenito di Francesco e Isabella. Viene definito bello fin dalla nascita (“Era bello questo mio figlio, meritava davvero la culla a pergolato d’oro ed ogni sorta di buon auspicio”) e con gli anni il suo fascino cresce continuamente (“fanciullo magnifico che solo apparendo chiama la fede e il consenso dei sudditi”, “non soltanto la sua persona era gentilmente tagliata, ma ciò che è più raro, una maniera di muoversi sciolta e signorile, un moto della testa esclamativo e vocativo insieme. Uno scrollare della chioma di color castano a lumeggiature ramate, il colore della zazzera virile di Francesco, annunciavano in lui un giovane in più modi avvertito”). Ormai adulto la madre lo descrive come “un giovane di statura alta, di snella corporatura, di occhi scuri”.
Nell’adolescenza coltiva quelle passioni che in gran parte erano state anche della madre e che continuerà ad avere per il resto della sua vita: su tutte vanno ricordate il canto e la musica. Fin da piccolo, quando viene inviato alla corte di Roma, appare scaltro (“Sembra ragionare con la duttile sapienza vostra, solo non sapendo ancora tutte le parole e tutti gli argomenti”), acuto, ricco di interessi (“Tutto lo interessava”); con il trascorrere del tempo diventa anche spigliato e disinvolto con le donne (“Le donne, le mie ragazze non lo intimidivano: scherzava audacemente con loro e il motto giusto non gli mancava mai”).
Sebbene la madre cerchi di modellare il suo carattere fin da piccolo per farne un perfetto governatore, abile in politica e al tempo stesso leale e onesto con tutti, Federico si allontana gradualmente dall’ala protettiva materna e, con il passare degli anni, si trasforma in un uomo “guastato dall’adulazione e dalla presunzione”, “debole” e disonesto, tanto che Isabella afferma che Federico conosce il significato della lealtà solo a parole, e che a lui “l'inganno sembra un esempio di bravura”.
Eleonora Gonzaga è la prima figlia di Isabella. Nell’infanzia e nell’adolescenza appare fragile (“Scoppiava in lacrime per la minima riprensione, o peggio si chiudeva in un’obbedienza ostile”), “appartata e taciturna”. Adora Francesco, suo padre, e si schiera sempre dalla sua parte, tanto che appare chiusa e ostile nei confronti della madre. Si sposa con Francesco Maria delle Rovere, nipote di papa Giulio II e diventa così duchessa di Urbino. Con il passare degli anni, e in particolar modo con i travagli seguenti alla scomunica papale per il marito, il suo carattere si fa più forte, indurito dalle tribolazioni e dalle sofferenze riservatele dalla sorte (“Mi parlò ancora di Eleonora, e di quanto fosse brava e coraggiosa: da un pezzo aveva perduto l’abitudine di piangere ”).
Ercole Gonzaga è anche lui figlio di Isabella e Francesco. Viene presentato come un uomo molto simile alla madre, sia nell’aspetto fisico (“Vi somiglia come può somigliare un uomo a una donna”) che nel carattere, tanto che la protagonista lo definisce “il più estense dei Gonzaga”, riconoscendo l’evidente somiglianza.
E’ ambizioso, ma al tempo stesso molto rispettoso e, a differenza del fratello maggiore, leale. La sua ambizione, unita ad un carattere forte e solido, lo portano ad essere eletto cardinale all’età di venti anni direttamente da papa Clemente.
Ferrante Gonzaga è il terzo figlio maschio della protagonista; del suo aspetto fisico sappiamo solo che è “ricciuto e biondo”. Intraprende con successo la carriera militare, sebbene non riesca mai ad eguagliare l’abilità strategica e bellica del padre.
Ippolita e Livia Gonzaga sono, insieme ad Eleonora, le figlie femmine di Isabella e Francesco; il loro destino è comune: vengono infatti avviate già giovanissime ad una vita religiosa e divengono entrambe monache dell’ordine domenicano. Nel corso della storia non assumono grande importanza, il loro è un ruolo marginale e la stessa protagonista afferma di non esser mai stata molto vicina alle figlie.
Elisabetta Gonzaga è la sorella di Francesco e moglie di Guidobaldo, duca d’Urbino. E’ una donna molto affabile, dolce e comprensiva, tanto che si lega subito ad Isabella e a sua figlia Eleonora; in particolar modo il rapporto con la protagonista è stretto e sincero. Dopo la conquista di Urbino da parte di Cesare Borgia, Elisabetta e Francesco Maria sono costretti a lasciare il loro territorio e a fuggire di corte in corte; vengono ospitati anche a Mantova, ma sono costretti anche ad allentarsi da li. Dopo la morte del marito, Elisabetta non si perde d’animo e continua la sua dura lotta con la sorte avversa.
Alfonso d’Este è il fratello d’Isabella più vicino a lei. Del suo aspetto fisico sappiamo solamente che ha una “fitta e giovanile zazzera di capelli castani”.
Essendo il primogenito eredita il ducato di Ferrara dal padre Ercole e conduce una vita ricca, ma non priva di sofferenze. Si sposa due volte, prima con Anna Sforza e, dopo la morte di questa, viene costretto a sposarsi con Lucrezia Borgia, nonostante i due non provino amore l’uno per l’altra, come dimostra la relazione che la donna ha con Francesco Gonzaga. In seguito a questa relazione Alfonso dimostra il suo carattere irruento e vendicativo, arriva infatti ad uccidere Ercole Strozzi, accusato di fare da intermediario fra i due amanti.
Robert de la Pole è un chierico proveniente dall’Inghilterra, dove opera a servizio di Enrico VII. Non è molto alto e porta i capelli che “tendono al colore del miele” a zazzera, ha “occhi di smalto nero stranieri al suo viso liscio e quasi rosato”. Appare “svelto e vivace, sebbene di modi ritenuti”, s’interessa a tutto, in particolar modo condivide con Isabella la passione per l’arte e per le cose preziose. Ha passato la giovinezza nei più illustri studi nel territorio italico: è stato a Padova, Bologna, Firenze e in particolar modo ha trascorso molti anni a Roma per apprendere “l’arte di comporre le scritture politiche e diplomatiche nello stile della curia”. Ancora giovane ha un incontro con Isabella, e questo gli si rivela fatale. Subito rimane colpito dal fascino e dall’intelligenza della donna, e sebbene non la incontri più per il resto della sua vita, nel corso degli anni le invia dodici lettere, nelle quali parla degli avvenimenti politici e sociali che accadono nei luoghi in cui soggiorna. Essendo un religioso l’attrazione che prova per la protagonista rimane un amore platonico, tanto che Robert non cerca mai di incontrare nuovamente la protagonista, perché sa che non potrebbe resistere ancora una volta ad un incontro con lei.
Pirro Donati è il segretario personale di Isabella. Ha il “viso nitido”, occhi castani, una “fronte resa più ampia da una lieve stempiatura, il naso affilato e dritto, la bocca tranquilla”. E’ a conoscenza di tutti i segreti della protagonista e sta al suo fianco per tutta la durata del romanzo. Manifesta di essere un uomo tranquillo, fedele (“Pirro Donati è di fedeltà tanto temprata che non permetterebbe a se stesso una parola”), scaltro, sul quale Isabella fa pieno affidamento tanto che gli concede il permesso di recarsi ovunque nel palazzo di corte e nelle case circonvicine; spesso consiglia saggiamente la sua padrona, che lo definisce un uomo che “tutto sa e poco dice” e “che senza parole allontana ogni paura”.
Il conte Baldesar Castiglione è colui che si occupa degli affari del ducato di Mantova. E’ un uomo bello, con degli occhi “fulminanti”, che talvolta “risultava irresistibile”. Nel corso della storia dimostra di essere molto scaltro, e viene considerato uno fra i più utili collaboratori per acutezza dell’ingegno (“chiamato universalmente campione di fede e virtù, pratico di ogni argomento politico e di quanti altri argomenti potessero darsi”) e per i modi signorili che lo contraddistinguono.
E’ un abile scrittore (“Sommamente egli rifulgeva nella capacità di scrivere che dimostrò col suo unico Cortegiano”), e, proprio per questa sua abilità e per il suo finissimo ingegno, viene scelto per essere inviato a Roma con l’incarico di informare Isabella inviandole a Mantova lettere e dispacci.
d) I personaggi sono statici o dinamici?
Poiché la storia ha la durata di più di trenta anni è ovvio che la maggior parte dei personaggi compia un’evoluzione nel tempo. Prima su tutti Isabella che, con il trascorrere degli anni, diventa una donna sempre più saggia e riflessiva, tanto che quasi al termine del romanzo afferma di aver imparato a vivere “senza freddezze né spasimi”. Anche Francesco Gonzaga è un personaggio dinamico: in gioventù appare innamorato e completamente stregato dal fascino e dall’intelligenza della moglie, mentre quando si avvicina il momento della morte si fa più freddo nei confronti di Isabella, la allontana dagli affari di corte e tende ad estrometterla dalla vita politica di Mantova. Così, come per Francesco, anche Federico nel corso degli anni si allontana sempre di più dalla madre, a causa del suo carattere orgoglioso e per niente riconoscente e dell’influenza negativa che hanno su di lui cattivi consiglieri e donne perfide (come la Boschetta). Anche gli altri figli della protagonista compiono una maturazione nel corso degli anni: all’inizio del romanzo sono dei bambini e nel diventare adulti cambiano il loro carattere, compiendo grandi trasformazioni.
3.Il narratore e il narratorio
a) Il narratore è interno o esterno alla storia?
La narratrice è la stessa Isabella Gonzaga che narra una sorta di autobiografia della propria vita.
b) C’è solo un narratore?
Il narratore è unico
c) Il narratorio è interno o esterno alla storia?
Non risono informazioni sul narratorio, che va comunque considerato esterno alla storia.
d) Il narratore è omniscente?
La narratrice, pur raccontando un’esperienza ormai conclusa, non può essere definita omniscente, infatti non conosce ogni aspetto della vicenda, poiché racconta gli avvenimenti come se li vivesse nel momento in cui li narra.
e) Il narratore conosce (fatti, pensieri, sentimenti) quanto gli altri personaggi?Meno degli altri personaggi?Più degli altri personaggi?
Il narratore conosce fatti, pensieri e sentimenti quanto gli altri personaggi.
f) Quali delle seguenti tecniche narrative sono state utilizzate?Discorso raccontato, discorso indiretto, discorso indiretto libero, discorso diretto, soliloquio, monologo. Quali sono prevalenti?
La tecnica narrativa più utilizzata è senza dubbio il discorso raccontato, che viene utilizzato per narrare gli avvenimenti in modo dettagliato e al tempo stesso molto realistico. Viene utilizzato anche il discorso diretto, quando la narratrice crede opportuno riportare le parole così come sono state pronunciate dai vari personaggi. Non mancano anche monologhi e soliloqui.
4.Catena cronologica
a) Gli avvenimenti sono narrati nell’ordine fabula?
Gli avvenimenti sono prevalentemente raccontati nell’ordine fabula, sebbene i flash-back siano molto frequenti.
b) Ci sono flash-back e anticipazioni?
L'intera narrazione può essere considerata un unico flash-back, infatti Isabella narra ricordando avvenimenti accaduti più di trent’anni prima. Ci sono comunque altri flash-back all'interno della storia, come quando la protagonista ricorda il padre Ercole e le imprese da lui compiute, o ripensa a quando era ancora una “puttina” e viveva a Ferrara (ad esempio quando le torna in mente l’incontro con Pico della Mirandola). Nel testo non sono invece presenti anticipazioni.
c) Considerati l’inizio e la fine della narrazione qual è il punto culminante?
Poiché il romanzo è un racconto di gran parte della vita di Isabella Gonzaga (più di trent’anni), non è possibile individuare un unico punto culminante; tuttavia uno dei momenti più importanti della storia è quello immediatamente successivo alla morte di Francesco, durante il quale la protagonista si trova a dover amministrare il ducato di Mantova.
d) Dividi il racconto secondo il seguente schema: situazione iniziale, evento complicante, sviluppo dell’azione, conclusione.
La situazione iniziale vede il matrimonio di Isabella e Francesco che trascorre felice, anche dal punto di vista politico tutto è tranquillo e per la protagonista non si preannunciano problemi. Inizia quindi un periodo difficile, tempestato di eventi complicanti: Francesco s’innamora di Lucrezia Borgia e nello stesso periodo inizia a mostrare i primi segni del “mal francese” che lo porteranno poi ad una precoce morte; viene preso prigioniero dai veneziani, e in seguito ad un intreccio di manovre politiche Federico è costretto a recarsi a Roma come ostaggio del Papa; sempre nello stesso periodo Eleonora ed Elisabetta vengono definitivamente scacciate da Urbino e sono costrette a fuggire. Isabella, grazie alla sua grande abilità, riesce a far liberare il marito e a far tornare il figlio a casa, ma le sofferenze non sono finite: la malattia di Francesco si complica e sopraggiunge la morte; Federico, ormai adulto, allontana sempre più la madre dal governo. La protagonista, umiliata e avvilita, vede ridursi drasticamente il suo potere e si riduce a governare il feudo di Solarolo.
e) Il tempo della storia e il tempo del racconto coincidono? Ci sono ellissi? Pause? Sommari? Scene?
Per la maggior parte del romanzo il tempo della storia e il tempo del racconto coincidono; molte sono infatti le scene. Comunque, dato che la vicenda narrata ha la durata di più di trent’anni, è ovvio che per rendere il racconto più rapido siano utilizzate anche molte ellissi e sommari. Talvolta troviamo anche delle pause, soprattutto quando Isabella si sofferma a descrivere ambienti, abiti o gioielli.
5.Stile
a) Quale varietà di linguaggio è usata (formale, informale, parlato, familiare o dialettale o standard, gergale, sperimentale, aulico, denotativo, lirico...)?
Ad eccezione dei dialoghi, viene utilizzato un linguaggio formale. Durante i discorsi diretti, invece, ogni personaggio parla utilizzando un linguaggio diverso, particolarmente formale in determinate occasioni (come nelle cerimonie ufficiali quali l’incoronazione dell’imperatore), più familiare in altre, ma in generale il linguaggio utilizzato nei dialoghi è colto, visto che la maggior parte dei personaggi è di buona cultura e si esprime di conseguenza.
b) Il suono è importante nella scelta delle parole?
Il suono non è importante nella scelta delle parole.
c) Quale tipo di lessico è usato (neologismi, arcaismi, parole insolite, abbondante oggettivazione, scarsa oggettivazione, parole o espressioni chiave ricorrenti...)?
Il lessico utilizzato è ricco di arcaismi; l’autrice infatti nel comporre quest’opera ha si è basata molto sul linguaggio dell’epoca, in particolar modo nelle descrizioni è evidente come Maria Bellonci abbia attinto al lessico rinascimentale (“l’abito color berettino”, “il vestito di tabì bianco”, “il robone di velluto alessandrino”, “gli occhi color tanè” e così via). Per rendere i dialoghi più verosimili e più vicini all’epoca l’autrice ha inserito nel testo molti aggettivi e sostantivi che terminano con i suffissi –ivo (“attrattivo”, “incitativi”, “ragionativi”, “dubitativa”, “penetrativo”) e –ità (“attrattività”, “successività”, “negatività”, “istintività”), molto frequenti nei documenti cinquecenteschi. L’aggettivazione è piuttosto abbondante. Non sono presenti neologismi.
d) E’ usato il linguaggio figurato (similitudini, metafore, metonimia...)?
All’interno del testo sono presenti alcune similitudini (come “Le mie ragazze sotto gli ordini della mia Camilla Gonzaga corrono come uno stormo di passere verso di me” e “Mi colpì come un accordo di note basse”) che servono a migliorare la comprensione della narrazione. Sono presenti anche alcune metafore.
e) Qual è il tono predominante (ironico, sarcastico, referenziale, drammatico, lirico, comico, patetico, parodico, fantastico...)?
Il tono varia secondo la scena e lo stato d'animo del narratore, dal drammatico al referenziale, che comunque resta quello predominante.
6.Il tema o i temi
a) Qual è il tema centrale?
Il tema centrale dell’opera è la narrazione di una parte della vita di Isabella Gonzaga accompagnata ad un’attenta descrizione delle principali corti italiane del XVI secolo.
b) Ci sono temi minori?
Molti sono i temi minori trattati all’interno della narrazione; senza dubbio quello più evidente è la rappresentazione dettagliata e assolutamente impeccabile della vita politica e sociale di corte e di tutti gli aspetti che ne derivano.
Vengono inoltre toccati anche altri argomenti, quali il potere temporale dei Papi e più in generale viene dato molto spazio alla religione e al mondo cattolico in generale che in quel periodo sta vivendo uno dei momenti più agitati della sua storia. Vengono trattati anche il tema dell’educazione dei figli e ancora viene dato molto spazio alla mentalità utilitaristica dei governanti, prima su tutti Isabella, che non esita a rendere infelici i figli pur di combinate loro matrimoni d’interesse politico.
c) Sono dichiarati esplicitamente dall'autore (in altri scritti esplicativi) o dai personaggi della storia?
I temi minori non sono dichiarati esplicitamente dall’autore, ma sono in ogni modo evidenti e facilmente individuabili dal lettore.
d) Quando è stata scritta l’opera?
L’opera è stata completata nell’autunno del 1985 ed è stata pubblicata per la prima volta tre anni dopo, nel 1988.
e) Per chi è stata scritta?
Nel testo non ci sono indicazioni sul destinatario dell’opera.
f) Per quale scopo?
Anche lo scopo dell’opera non viene esplicitato.
g) Come fu accolta dai lettori del tempo?
Il libro non ha avuto un seguito nel campo cinematografico, ma è comunque da considerarsi di discreto successo.

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