Platone e l'etica

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Categoria:Filosofia

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Testo

PLATONE

Nato ad Atene nel 428, egli elaborò una concezione particolare dell’uomo.
Il vero fondamento della sua etica è la “seconda navigazione”, quella che si intraprendeva quando non funzionavano più le vele e si poneva mano ai remi che simboleggia l’intelletto umano. Inoltre come Empedocle riprese la dottrina Orfica e trasformò la distinzione fra anima e corpo in una opposizione. Secondo il suo pensiero il corpo è la “tomba” e il “carcere” dell’anima.
Dunque finché siamo vivi la nostra anima è mortificata perciò il nostro morire sarà il nostro vivere, perché morendo il corpo, si libera l’anima dal carcere.
Il corpo inoltre è radice di ogni male, è fonte degli amori, delle passioni ed è appunto tutto questo che mortifica l’anima.
Due sono i famosi paradossi di cui ci parla Platone;
- il primo paradosso è quello della “fuga dal corpo” cioè l’anima deve cercare di fuggire il più possibile dal corpo e perciò il vero filosofo è colui che desidera la morte poiché la morte arreca grande beneficio permettendo di vivere una vita più vera;
- il secondo paradosso è quello della “fuga dal mondo” cioè il fuggire dal mondo significa diventare virtuosi e cercare di assimilarci a Dio.
Il primo paradosso vuol dire fuggire dal male del corpo mediante virtù e conoscenza e il secondo fuggire dal male del mondo con l’uso delle medesime virtù.
Platone inoltre riprese anche Socrate che aveva posto nella cura dell’anima il supremo compito morale dell’uomo. Egli però aggiunse che cura dell’anima significa “purificazione dell’anima” che si realizza quando l’anima, trascendendo i sensi, si impossessa del puro mondo dell’intellegibile. Qui la purificazione coincide con il processo di elevazione alla suprema conoscenza dell’intellegibile. In questo modo si comprende che, per Platone, il processo della conoscenza razionale sia anche processo di “con-versione” morale: infatti nella misura in cui il processo della conoscenza ci porta dal sensibile al soprasensibile , ci converte dall’uno all’altro mondo, ci porta dalla falsa alla vera dimensione dell’essere..
Le anime inoltre sono generate dal Demiurgo, con la stessa sostanza di cui è stata fatta l’anima del mondo: esse hanno dunque una nascita, ma non una morte. Esse dunque sono immortali. Platone ci fornisce anche alcune prove dell’immortalità dell’anima:
1- Per la prova della reinimiscenza che dimostra che se l’anima in un corpo ricorda è perché ha già precedente visto e conosciuto la realtà tutta. Egli infatti per dimostrarlo fece una prova: interrogò uno schiavo, ignaro di geometria, e riuscì a fargli risolvere una complessa questione di geometria. Con ciò dimostrò che, poiché lo schiavo non sapeva nulla riguardo a quella materia, non restò che concludere che egli l’aveva tratta dal di dentro di se stesso, della propria anima, ossia che se ne era ricordato;
2- Per la prova del soffio vitale cioè poiché l’anima era stata plasmata con la stessa materia dell’anima del mondo;
3- Per la prova dei contrari poiché come la vita viene dalla morte e dalla morte viene la vita, così dalla morte verrà la vita e l’anima dalla morte del corpo avrà la sua vera vita.
E’ evidente dunque la sua teoria della “metempsicosi” cioè la dottrina che indica la trasmigrazione dell’anima in vari corpi. Platone infatti ci dice che le anime sono di numero limitato, sicché, se tutte quante avessero nell’aldilà un premio o un castigo eterni, ad un certo momento non ne resterebbero più sulla terra. Per questo il premio e il castigo ultraterreni per una vita vissuta sulla terra devono avere una durata limitata.
E poiché una vita terrena dura al massimo cento anni, Platone ritiene che la vita ultraterrena debba avere una durata di dieci volte cento anni, ossia mille anni. Trascorso questo ciclo, le anime devono ritornare a reincarnarsi.
Questa dottrina è spiegata anche attraverso due miti: il mito di Er e quello del “carro alato”.
Il primo racconta il destino delle anime una volta compiuto il loro viaggio millenario. Esse convengono su una pianura dove gli vengono proposti “i paradigmi delle vite” che stanno in grembo alla Moira Lachesi figlia di Necessita. Essi non sono però imposti, ma proposti alle anime. Ciò ha un profondo significato morale poiché l’uomo non è libero di scegliere se vivere o non vivere, ma è libero di scegliere come vivere moralmente, ossia se vivere secondo la virtù o secondo il vizio.
Il secondo racconta dell’origine del viaggio dell’anima. Infatti essa nasce presso gli dei e in seguito cade sulla terra in un corpo per una colpa. L’anima è come un carro alato tirato da due cavalli con l’auriga. Mentre i due cavalli degli dei sono egualmente buoni, i due cavalli delle anime degli uomini sono di razza diversa : uno è buono, l’altro è cattivo perciò la guida risulta difficile perché il cavallo di razza cattiva tira in basso. Cos’ avviene che alcune anime riescono a vedere l’Essere e per questo motivo continuano a vivere con gli dei. Invece altre anime che non riescono a vederlo si ammassano, si scontrano e si calpestano, le ali si spezzano e queste anime precipitano sulla terra. La vita umana dunque è moralmente più perfetta a seconda di ciò che a veduto. Alla morte del corpo l’anima viene giudicata, e, per un millennio, godrà di premi o sconterà pene. Dopo il millesimo anno ritornerà a reincarnarsi. Passati diecimila anni, tutte le anime rimettono le anime e ritornano presso gli dei. Quelle anime che per tre volte consecutive hanno vissuto secondo filosofia, rimettono le ali dopo tremila anni.
L’uomo in conclusione è sulla terra come di passaggio e la vita terrena è come una prova. L’anima viene giudicata in base al solo criterio della giustizia e della ingiustizia, della virtù e del vizio. La sorte che tocca all’anima può essere triplice: se avrà vissuto in piena giustizia riceverà un premio; se avrà vissuto in piena ingiustizia riceverà un castigo, se avrà compito ingiustizie sanabili, pentendosene allora sarà solo contemporaneamente punito. La giustizia verrà ad essere quella a disposizione dell’anima secondo cui ciascuna parte dell’anima stessa fa ciò che deve fare e come lo deve fare.

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