Platone

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Testo

Platone: I paradigmi
Kuhn parla di due tipi di scienza: la scienza normale, che è un'interpretazione della realtà all'interno di un paradigma, e la scienza straordinaria, che è invece una realtà che non rientra in nessun paradigma.
Il paradigma è l'unità di misura, il parametro, il canone sulla base del quale analizzo la realtà.
La scoperta della scienza straordinaria fa nascere nuovi paradigmi che possano racchiuderla, oppure cambia i paradigmi già esistenti.
Per interpretare l'opera di Platone si usano due paradigmi:
1. Paradigma classico: elaborato dallo studioso Schleiermacher che ritiene che gli scritti platonici sono autarchici, cioè che non hanno bisogno delle dottrine non scritte per essere spiegati o interpretati.
2. Paradigma della scuola di Tubinga: elaborato da Kramer, Reale e Gaiser che sostengono che gli scritti platonici non sono autarchici poiché egli stesso li interpreta e ne da i principi fondamentali oralmente-le dottrine non scritte sono la chiave di lettura dello scritto platonico. I tre studiosi supportano la tesi con una frase scritta da Platone che afferma che la scrittura serve solo a fissare ciò che si è già spiegato oralmente.
La vita
Platone nacque ad Atene nel 428 a.C. da una famiglia aristocratica.
Fu discepolo di Socrate e inizialmente voleva dedicarsi alla politica. Cambiò idea dopo la condanna a morte di Socrate che fece capire a Platone che la società era malata e lo convinse a consacrarsi alla filosofia.
Secondo lui il compito della filosofia era quello di condurre l'uomo e la società alla giustizia.
Durante i suoi numerosi viaggi conosce le teorie pitagoriche-per questo gli enti matematici ricopriranno un ruolo importante nella sua dottrina-e fonderà la sua scuola molto simile ad un'associazione religiosa.
Platone morì ad Atene all'età di 81 anni.
La filosofia
Inizialmente Platone concentra i suoi studi sulla persona di Socrate e cerca di interpretare le sue dottrine, poi abbandona il maestro e si dedica studi più personali quali la Dottrina delle Idee.
Per esprimere le sue teorie Platone usa il dialogo perché è l'unica forma scritta che gli consente di mantenere la dinamicità dell'oralità.
Platone si serve anche del mito, una sorta di favola che permetteva:
• Di rendere più facile la comprensione delle sue dottrine attraverso delle figure facilmente immaginabili dalla collettività
• Di colmare quei buchi che la ragione creava all'interno delle sue teorie.
Il nostro filosofo fu una mente poliedrica, aveva cioè una molteplicità d'interessi; di fatti si occupava di gnoseologia, metafisica, etica, politica, pedagogia, matematica?
La dottrina delle idee
Viene formulata nel secondo periodo, quando Platone ha ormai lasciato Socrate.
La dottrina era probabilmente presentata nelle dottrine non scritte ma è possibile ricavarne alcuni aspetti tramite:
1. Mito della caverna: tratto da "La Repubblica", è il riassunto di tutto il pensiero platonico e presenta la spiegazione di come si arriva alle idee e delle varie fasi della conoscenza.
2. Mito del demiurgo: tratto dal "Timeo", parla del rapporto tra le idee e la realtà.
3. Mito della biga alata: tratto dal "Fedro", espone la reminiscenza, cioè il modo in cui noi conosciamo le idee
Secondo Platone il pensiero e l'essere coincidono-la mente è lo specchio della realtà (REALISMO GNOSEOLOGICO).
Secondo lui l'oggetto della scienza deve avere le sue stesse caratteristiche, deve cioè essere stabile, immutabile e perfetto. Quindi l'oggetto della scienza sono le idee, delle entità perfette che danno vita alla vera conoscenza detta episteme o sophia. Le realtà sensibili danno vita ad una conoscenza imperfetta detta opinione o doxa (DUALISMO GNOSEOLOGICO).
Platone intende il non essere in due modi (DUALISMO ONTOLOGICO):
• Non essere in senso forte: completa mancanza di essere (Parmenide)
• Non essere in senso debole: non è l'essere in senso pieno ma una sua copia. Le idee per Platone sono come dei modelli secondo cui vennero fatte le cose reali.
Le cose sensibili possono essere conosciute dall'uomo attraverso i sensi e quindi attraverso il corpo; le idee invece possono essere conosciute solo attraverso l'anima (DUALISMO ANTROPOLOGICO). Di fatti, durante la trasmigrazione l'anima arriva alle soglie dell'Iperuranio, la zona dove si trovano le idee, e le scorge. In vita però non ricorda più ciò che ha visto ma mantiene una sorta di consapevolezza incosciente.
Per Platone la conoscenza è innata poiché è intrinseca all'anima che è eterna, di fatti l'uomo può conoscere le idee perché possiede un'essenza simile ad esse, l'anima appunto.
L'essere di Platone, cioè le idee, è unico di per sé ma esistono una pluralità di esseri poiché esistono una pluralità di idee che si dividono in:
• Idee valori: principi etici come la giustizia o la bellezza
• Idee matematiche: entità geometriche e aritmetiche quali l'uguaglianza
• Idee delle cose naturali e artificiali: ogni idea che indica una classe di elementi che possono essere indicati con lo stesso nome come l'idea di albero.
Queste idee possono essere viste come dei cerchi concentrici in cui l'idea di Bene è il cerchio più grande che contiene tutte le altre idee valori, che a loro volta contengono idee matematiche e idee naturali o artificiali.
Le idee sono la causa e la condizione di pensabilità delle cose, cioè il criterio di giudizio che uso per parlare della realtà.
Idee e realtà sono legati da rapporti di:
• Mimesi: le realtà sono imitazioni delle idee
• Metessi: le realtà sensibili concorrono a formare le idee
• Parusia: le idee sono presenti nelle cose
Metessi e parusia creano il DUALISMO INTELLEGGIBILE con cui si afferma che le cose sono fatte di essere, perché lo imitano, e l'essere è formato dalle cose.

Riepilogo sul dualismo:
Idea=essere
_Dualismo ontologico:
cose=non essere in senso debole

scienza o episteme=idee
_Dualismo gnoseologico:
opinione o doxa=cose
anima=conosce le idee
_Dualismo antropologico:
corpo=conosce le cose sensibili
_ Dualismi intellegibile: composto da metessi e parusia.
Il mito della caverna
Questo mito presenta le varie fasi della conoscenza attraverso delle immagini più reali.
Egli descrive le sue teorie con un dialogo tra Socrate e Glaucone in cui fa corrispondere ad un elemento un determinato livello della conoscenza.
Non essere----------------ignoranza
Lo schiavo si trova nella caverna e guarda le ombre delle sagome riflesse sul muro.
Eikasia→immagini-→ombre riflesse
Essere sensibile→doxa-→
Pistis→ogg. sensibili→sagome
Lo schiavo esce dalla caverna
Dianoia→enti matematici→acqua
Essere intelleggibile→episteme→
Noesis→idde→Sole
Con questo mito Platone dice che l'idea è un "in sé e per sé", poiché non ha bisogno di nessun'altra entità per essere conosciuta e per esistere (perseità delle idee).
Platone venne in contatto con i pitagorici della Magna Grecia. Per questo dava molta importanza agli enti matematici (dianoia) poiché con essi l'uomo è in grado di capire la struttura portante di tutta la realtà che è di tipo matematico.
La doxa è la conoscenza collegata ai sensi ed è propria di tutti i filosofi presocratici perché traevano il loro sapere dall'osservazione.
L'episteme è la conoscenza collegata alla ragione, elemento che ci spinge a ricordare ciò che già sappiamo, per il fatto di averlo scorte nell'Iperuranio.
Il fuoco, che nel mito permette il formarsi delle ombre sulla parete della caverna, è il simbolo dei fisici naturalisti.
Nel mito Platone spiega che solo l'anima arriva a conoscere le idee perché l'anima, proprio come le idee, è eterna, immutabile e intelleggibile. Per dare forza alla sua tesi Platone riprende la teoria di Empedocle "il simile conosce il simile".
Platone distingue tre tipi di anime:
1. L'anima d'oro: è propria dei filosofi e ha in sé la virtù della sapienza. Il compito di queste anime è quello di governare, di fatti solo l'anima che conosce la noesis può garantire la giustizia nella società.
2. L'anima d'argento: è quella dei custodi o guerrieri e la sua virtù principale è il coraggio, di fatti qui prevale la parte irascibile dell'anima. Il suo compito è quello di tutelare gli uomini. L'anima d'argento può elevarsi ad anima d'oro con una precisa educazione.
3. L'anima di ferro: è propria degli uomini del popolo e la sua virtù principale è la temperanza, ovvero la capacità di controllare le passioni. Qui prevale la parte concupiscibile dell'anima. Il suo compito nella società è il lavoro che serve per sostenere tutta la società.
Lo schiavo esce dalla caverna spinto dal desiderio di conoscere Eros, cioè ciò di cui egli era privo, ovvero la conoscenza (v.Simposio).
Nel mito viene usato il dialogo per far capire che la filosofia non è una scienza statica.
Il mito del Demiurgo
Nel mito del Demiurgo viene spiegato in che modo idea è realtà sono legate tra loro.
Il Demiurgo è un'entità eterna ed è un divino artefice, non un dio creatore. Coesistono con lui dall'eternità le idee e la materia, detta anche kora.
Demiurgo utilizza le idee come modelli per dare ordine alla kora, così tutte la realtà sensibile divennero copie di idee.
Lo stato secondo Platone
Platone ci descrive un modello di stato ideale all'interno dell'opera "Politeia", il cui titolo venne poi tradotto in "Repubblica".
Secondo Platone, perché si realizzasse la giustizia si doveva far coincidare filosofia e governo. Lui non voleva un governo democratico ma sofocratico (o noocratico→da noesis) cioè nelle mani dei filosofi.
Lo scopo dello stato platonico era la giustizia, condizione indispensabile e necessaria all'unità e alla forza dello stato.
Per far si che la giustizia sia pienamente raggiunta bisogna che ogni cittadino sappia adempiere al ruolo che gli è stato assegnato. Infatti, platone divideva la società in 3 fasce (filosofi, guerrieri e popolo) che erano formate dalle persone che, per natura, erano portate a farvi parte (secondo Platone il filosofo nasce filosofo, il guerriero nasce guerriero, il muratore nasce muratore).
L'armonia tre le tre fasce che compongono lo stato crea la giustizia statale, così come l'armonia tra le parti dell'anima di un uomo creano l'uomo giusto.
Per Platone creare la giustizia statale voleva dire creare automaticamente la giustizia individuale: chi era al potere sceglieva mettendo da parte la felicità individuale per trovare la forza e l'unità statale (STATALISMO).
La società era divisa in classi sociali di modo che ogni compito fosse attribuito a qualcuno. Queste classi non erano chiuse e l'appartenenza ad una di queste non era data dalla nascita, bensì da attitudini e disposizioni naturali del soggetto.
Nel suo disegno di stato ideale platone inserì la comunanza dei beni e degli affetti. Egli tolse la proprietà privata per le classi governanti e, per garantire la massima imparzialità fece in modo di togliere il concetto di famiglia e di parentela (COMUNISMO). Lo stato doveva addirittura imporre le unioni tra uomini e donne al fine di far nascere una prole sana e quindi in grado di svolgere un lavoro che porti alla giustizia sociale (altra forma di STATALISMO).
Il progetto di stato costruito da Platone non avrebbe mai potuto essere realizzabile e per questo si chiama modello utopico. Viene detto "modello" proprio perché il suo compito era quello di fare da modello per le forme di stato esistenti e di condurre il singolo alla giustizia.
Secondo lo studioso Koyré lo stato platonico è realizzabile solo nell'Iperruranio. Di fatti, nonostante non si scontri con i diritti naturali dell'uomo, è difficile che una società avanzata, come poteva essere considerata già quella greca, accetti le sue regole.

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