Platone

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Platone ha preso le mosse dalla dottrina di Eraclito secondo cui tutte le cose sensibili si trovano in un flusso e, quindi, rispetto ad esse non si dà alcun sapere; ma si è poi riallacciato al modo socratico di trattare le questioni etiche, un metodo che avrebbe portato il suo maestro a ciò che è comune alle cose, ovvero, le definizioni e le determinazioni essenziali.
Secondo Platone: la DEFINIZIONE si riferisce a qualcosa di differente dalle cose sensibili, essendo impossibile fornire la definizione universale di una cosa sensibile che muta continuamente. Quindi, gli oggetti a cui si riferiscono le definizioni non possono essere cose sensibili, ma devono esistere separatamente dalle cose sensibili, cioè, esistere come entità autonome.
Questioni etiche: definizioni delle singole virtù
Nei dialoghi di Platone Socrate compare sempre come un interlocutore che distrugge il sapere dogmatico degli altri innalzando così il NON SAPERE a principio delle risposte date alle questioni definitorie. Solo attraverso la distruzione delle opinioni correnti intorno a ciò che è una determinata virtù raggiungo il vero sapere, che ha come contenuto le definizioni.
SOCRATE: "
Secondo Platone la definizione delle virtù non si riferisce alle singole cose caratterizzate dalla virtù, poiché appartengono alla sfera del mondo sensibile che è mutevole. Gli oggetti della definizione delle qualità etiche devono collocarsi al di là del mutevole mondo dei sensi in quanto sono caratterizzati dall'Immutabilità e dall'invisibilità.
PER POTER RISPONDERE ALLA QUESTIONE DEFINITORIA SU COSA SIA LA VIRTÙ DEVO PERCEPIRE SPIRITUALMENTE L'IDEA DELLA VIRTÙ.
Ma L'IDEA DELLA VIRTÙ è UN' ENTITÀ UNIVERSALE, essendo ciò in cui convergono tutte le cose caratterizzate dalla virtù: tutte queste cose possiedono un'unica e medesima forma cioè L'IDEA DELLA VIRTÙ.
In quanto oggetto della definizione l'IDEA è sottratta all'ambito di ciò che è mutevole e transitorio, poiché la definizione dice ciò che qualcosa è, e quindi si riferisce a qualcosa di permanente: allora, questa entità permanente è l'essenza, l'usia di ciò che va definito. Quindi,


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