Nietsche: il pensiero e la filosofia

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

NIETZSCHE

Opera dal 1860 al 1890, dopodichè diventa matto.
Filosofo classico, ovvero un gran conoscitore dell’antico mondo greco. Questo presupponeva che Nietzsche fosse un uomo di grande sensibilità artistica (infatti era musicista e poeta).
Diventò anche professore di filosofia greca all’Università di Basilea.

Egli contrapporrà il mondo greco a quello attuale così da giudicare il mondo attuale alle luce del mondo greco più arcaico ( ovvero pre-socratico).

Ciò che cambia la sua vita è l’incontro con Wagner, personaggio che si avviava ad essere l’intellettuale europeo più rinomato. Con Wagner nasce un’amichevole competizione, dal quale Nietzsche scrive la sua prima opera “La nascita della tragedia dallo spirito della musica”; la tesi di questa opera è che il melodramma musicale wagneriano sia l’attualizzazione dell’antica tragedia greca.
In questo libro egli sostiene che:
1. il destino dell’uomo sia tragico
2. l’esistenza umana abbia valore solo quando portata al limite della sua possibilità di esperienza, altrimenti l’esperienza umana non avrebbe senso.
L’uomo vive veramente solo quando è attraversato dalle grandi forze cosmiche come la guerra e l’amore, ma non è capace di sopportare queste forze e se le vive non regge e “si spezza”.
Nietzsche sostiene che la Grecia arcaica sia pervasa da questo spirito di cui è attore e simbolo il Dio Dioniso, dio della lacerazione, della morte, della rinascita e dell’eccesso; Dioniso è il dio che controbilancia tutti gli altri dei.
L’esperienza a cui Dioniso ti guida e terribile e per essere sostenibile deve essere velata dalla bellezza, in quanto questa esperienza non la si può affrontare direttamente altrimenti si viene distrutti.
Bellezza = ordine e misura, che sono il prodotto del loro opposto, caos e dismisura.
Possiamo quindi affermare che Apollo è una maschera di Dioniso e che la tragedia greca era rappresentata nelle feste in onore di Dioniso.
Nietzsche considera l’esistenza calcolatrice, che vuole conservarsi come l’esperienza razionale del borghese. Di conseguenza la sua opera “La nascita della tragedia...” è un’opera antiborghese.
Presto Nietzsche si distacca sia dalla sua prima opera che da Wagner in quanto si rende conto che lo spirito del suo amico non vuole affrontare la vita ma è uno spirito decadente.
Decadenza = svalutazione della vita.

Da qui inizia una competizione con Wagner relativa alla vita e alla decadenza, domandandosi se l’uomo occidentale deve aspettarsi la vita o la decadenza.
Nietzsche sostiene di essere un decadente ma anche l’esatto opposto; di conseguenza quando egli combatte la decadenza, combatte in primo luogo contro se stesso. Quindi ogni sua critica è un’autocritica.
Cerca le origini della decadenza che sta intaccando il mondo europeo risalendo a Socrate.
Nietzsche sostiene che decadente sia tutta la tradizione occidentale ( si allontana quindi da Schopenhauer e Wagner).
Ma la sua critica non è diretta agli iniziatori di un movimento ma ai seguaci in quanto sostiene che ognuno deve costruirsi la propria vita partendo dalla propria singolarità
.
Imputa a Socrate di aver chiesto alla vita di giustificarsi e questo interrompe la spontaneità ed il vigore della vita stessa.
La seconda critica di Nietzsche è rivolta a Platone, che svaluta la vita avendo “costruito” il mondo perfetto delle idee, svalutando così il mondo in cui viviamo.
Il Cristianesimo, invece, non è altro che il platonismo dei poveri di spirito; è il campo da gioco del risentimento.
Risentimento = svalutazione di ciò che desideriamo ma che non possiamo ottenere.
Così Nietzsche scopre che dietro a motivazioni alte e nobili, si nascondono moventi bassi e ignobili.

Egli detesta e denuncia le masse, in quanto vede l’eguaglianza come la tipica pretesa e rivendicazione del risentimento di massa, come l’impossibilità di farsi valere nella propria individualità.

~ il problema è capire se in Nietzsche c’è un pensiero politico o se invece c’è solo una critica particolarmente penetrante ai modi attraverso cui ogni singolo nasconde le proprie debolezze.
Se lo consideriamo un pensiero politico, l’approdo è sicuramente il fascismo. Se invece non c’è un pensiero politico, la sua filosofia diventa come un paio di occhiali che permettono di guardare e guardarsi, scoprendo i lati negativi e gli infinti mascheramenti.
Quindi egli critica e nega legittimità alla democrazia, che è fondata sul falso valore dell’eguaglianza ( questo è valido anche per il liberalismo e il socialismo).
Considera il pensiero politico moderno erede del pensiero cristiano e la condanna alla decadenza investe oltre che Wagner e Schopenhauer anche l’arte.

“Lo Zarathustra – libro per tutti e per nessuno”
Questo libro è un poema.
Nietzsche vuole pensare, senza però le conseguenza del pensiero; quindi vuole pensare senza però spezzare lo slancio di vivere.
Temi del poema: l’ultimo uomo, la morte di Dio, il superuomo e l’eterno ritorno di tutte le cose.
Si tratta di una specie di antivangelo.
Se non si parla di eguaglianza quando si parla di libertà, allora la libertà diventa sinonimo di potere.

Nietzsche sostiene che l’ultimo uomo è il borghese: calcolatore, che protegge la sua vita, soddisfatto dai piccoli piaceri irrilevanti ( quindi di come è disegnato dal positivismo). L’ultimo uomo sa benissimo che Dio non c’è, ma questa è un’affermazione puramente verbale; infatti non ci sono state conseguenza di questo sapere, però Dio non orienta più la vita di nessuno.
La modernità è caratterizzata dalla centralità dell’uomo e la storia moderna è mossa solo da interessi umani.
La modernità inizia quando la morte di Dio è effettiva. Sostiene che il concetto di uomo non appartenga alla modernità ma, ma vi appartenga quella di superuomo, perchè il concetto di uomo è dipendente dal concetto di Dio.
L’accusa di Nietzsche all’uomo è di non tirare conseguenze dalla non esistenza di Dio, in quanto Dio aveva il significato di dare un significato alla nostra vita.
Secondo Nietzsche il nostro concetto di umanità è stato costruito in relazione al concetto di Dio; dunque uomo e Dio sorgono e tramontano contemporaneamente. L’umanismo nasce da questa interdipendenza e si estingue con essa.
Nitzsche sostiene che dopo che tutti dichiararono a parole la non esistenza di Dio, si è tentato di trovare dei surrogati di Dio: la storia e la scienza.
Sono dei surrogati perchè pretendono di dare un significato precostruito alla vita individuale (come faceva la presenza di Dio). Nietzsche sostiene che questa esigenza non c’è più e che è dei deboli, questo perchè la vita non deve assumere il significato che la storia, Dio e la scienza pretendono di dargli. La vita non ha bisogno di essere giustificata e sentire questo bisogno è sintomo di qualcosa che non Va. La vita o la ami o non la ami.
Nietzsche sostiene che non esiste più l’uomo ma il calcolatore, che calcola perchè ha il terrore di tutto.
Per Nietzsche bisogna andare oltre l’uomo ed essere dei superuomini.
Zarathustra è la figura che dovrebbe condurci oltre noi stessi e la nostra cultura; questo avviene immaginando di aver già vissuto la propria vita infinite volte e rivivendola infinite volte ancora, tutto si ripeterà in modo identico. Questo fa perdere senso a tutto ciò che facciamo ed ogni possibilità non è altro che una replica.
Nietzsche non sa come si reagirebbe se fosse davvero così, ma vuole dire che o si accetta la vita nella sua insignificanza ed insensatezza o non si è oltre l’uomo.

La religione si presenta per cercare di dare un senso a quello che senso non ha.
L’imperativo categorico = farsi carico di tutti i doveri della propria cultura; il simbolo: il cammello.
Bisogna fare esperienza del dovere (1) e quando questa è completata si esaurisce da sola; allora sorgerà in noi l’esigenza di VOLERE (2) che simboleggia con il leone: l’esigenza di imporsi e della sovranità. Anche l’esigenza del comando si esaurisce.
La 3 esigenza è quella del fanciullo che gioca con la vita. La vita è ormai un puro gioco al di là del bene e del male e dell’imposizione egoica ( ovvero dell’ego). Vede nel fanciullo un’immagine positiva dell’oltreuomo.

La critiche di Nietzsche non portano da nessuna parte; il suo pensiero è morte al singolo nella sua diversità da tutti gli altri.

La politica si fonda su caratteri comuni sulla quale fondare un’organizzazione politica. Essendo contrario alla teoria di Darwin che premiava il risultato medio, non crede ai caratteri comuni.
Rifiuta la specie e il pensiero comune e ogni sua critica è un’autocritica. Per capire il suo pensiero bisogna andare contro se stessi. Questo pensiero svalorizza la vita ( e anche questa è un’autocritica). Il superuomo è estraneo a tutti ed è una singolarità; le sue regole valgono solo per lui.
Il poeta potrebbe essere un superuomo. Il nazismo ha fatto riferimento al superuomo incarnandolo in Hitler e Mussolini, ma Nietzsche non concepiva i seguaci e avrebbe trovato tutto questo malvagio, in quanto la massa ha valore quando si nega davanti al capo.

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