La filosofia di Platone

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

Voto:

2.5 (2)
Download:491
Data:08.02.2008
Numero di pagine:10
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
filosofia-platone_3.zip (Dimensione: 18.1 Kb)
trucheck.it_la-filosofia-di-platone.doc     62 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

PLATONE
Platone è il discepolo più noto di Socrate, vive fra il V e il IV sec. d.C.
A differenza del suo maestro ci ha lasciato delle testimonianze scritte sotto forma di dialoghi (mediazione fra scrittura e oralità) perché vivendo una generazione dopo Socrate il processo di evoluzione dall’oralità alla scrittura è più avanzato.
Ricordiamo che Socrate considerava:
SCRITTURA = FARMACO PER RICHIAMARE LA MEMORIA (limitata e limitante)
MAIEUTICA = FARMACO DELLA MEMORIA
Platone considera la parola scritta come un’immagine della verità, come un simulacro.
Secondo Platone siamo immersi in una realtà illusoria perché l’immagine della vera realtà è quella delle idee → DOTTRINA DELLE IDEE.
Se Platone tradisce lo spirito socratico dedicandosi anche alla scrittura lo fa mantenendo le forme tipiche dell’ideologia socratica.
Egli distingue due tipi di verità:
1. Le verità minori (bellezza, politica ecc…) che sono destinate a essere scritte nei dialoghi.
2. Le verità maggiori (principio dei principi che regge l’universo → idea del bene) che non sono destinate alla scrittura ma solo all’oralità che ne esalta l’autenticità e la forza espressiva.
Platone recupera il MITO.
Ci sono due diversi canali di divulgazione delle verità filosofica:
1. il canale che utilizza la scienza e il linguaggio filosofico → elite di spiriti eletti
2. il canale che utilizza il mito e la tecnica del racconto figurato→ moltitudini
Platone dice che la filosofia è garanzia di conoscenza; però in certi casi la verità è talmente potente che la filosofia e l’insegnamento orale sono impotenti rispetto alla luce che irradia. In questi casi sono il mito è in grado di esprimere le verità più potenti; sopperisce ai limiti del linguaggio filosofico con la sua forza figurativa.
Platone ci dice che anche il logos ha dei limiti!!!
Il pensiero di Platone trae spunto da un fatto biografico drammatico, la morte di Socrate accusato di empietà.
Platone si chiede tormentandosi come mai un uomo giusto e saggio come Socrate abbia subito la condanna estrema.
Per Platone tutto ciò è un paradosso: è stato colpito un uomo giusto nel rispetto di una precisa giustizia legale da un tribunale (consorzio umano che pretende di porre giustizia nel mondo).
Per Platone con la morte di Socrate muore la speranza di giustizia, almeno nelle circostanze in cui vive.
La sentenza di condanna di Socrate è una manifestazione sia del relativismo che del convenzionalismo. Dalla morte di Socrate la cultura, la società e l’umanità dovranno ricattarsi cominciando con il riscoprire il senso vero della giustizia (e quindi della scienza).
RELATIVISMO e CONVENZIONALISMO SOFISTICI sono i nemici per Platone.
Platone considera la Sofistica come una filosofia che negando ogni verità oggettiva lascia tutto all’arbitrio individuale.
Platone ripristina una filosofia ASSOLUTISTICA: la matematica, la morale e il linguaggio tornano ad essere dei valori assoluti non più relativi all’uomo.

DOTTRINA DELLE IDEE (mai esposta integralmente nei dialoghi)
La ragione umana non è un mero strumento, è strutturata per arrivare alla verità.
REALTA’ = PENSIERO
La giustizia e tutto ciò che è stabile e duraturo deve essere un modello riconosciuto dalla ragione attraverso il quale si giudicano i fatti empirici.
Le verità sono indipendenti dall’uomo ma possono essere colte dalla sua struttura mentale.
Platone rifiuta tutte le idee che si possono confondere con le realtà materiali; se lo facessero non saremmo più in grado di affermare che la nostra conoscenza delle idee sia autentica.
Platone considera autentiche solo le idee morali e matematiche.
Per Platone non esiste un Dio personale, ma solamente il “divino”.
Nelle idee matematiche viene fuori l’influenza dei pitagorici su Platone:
dire che due banchi sono uguali significa che l’uguaglianza ha una sua oggettività e una versatilità che io utilizzo per dire che i banchi sono uguali. L’uguaglianza è un concetto della mia mente, esiste in sé stessa. I banchi non sono uguali nel loro aggregato materiale ma imitano l’idea di uguaglianza.
Il pallone ha una sua storia, una nascita e una morte; ma la sfera che ci fa dire che quello è un pallone è un modello reale.
PLATONE NO E’ UN MATERIALISTA!!!!
RAPPORTI IDEE-COSE
Le cose ricevono dalle idee la loro ragion d’essere
1. MIMESI=imitazione
2. METESSI=partecipazione
3. PARUSIA=presenza
RELATIVISMO GNEOSEOLOGICO
Il pensiero riflette l’essere; la mente è la riproduzione di ciò che esiste.
PENSIERO ≈ REALTA’
DUALISMO GNEOSEOLOGICO: (riguarda i tipi di conoscenza)
1. Opinione – esperienza
2. Scienza – ragione
DUALISMO ONTOLOGICO: (riguarda le sfere d’essere)
1. Zona d’essere terrena → cose
2. Zona d’essere chiamata Iperuranio → idee
CONOSCERE = RICORDARE
Platone concede dei margini alla realtà sensibile e all’opinione.
Infatti egli afferma che in ogni cosa c’è la verità e l’imitazione della verità.
La corporeità è ciò che rende imperfette le cose.
Le idee sono degli oggetti di conoscenza accessibili all’uomo perché la sua struttura innata di pensiero le rispecchia. → FILOSOFIA INNATISTICA
l’esperienza del ricordo è legata alla posizione nello spazio → è una conoscenza empirica!
La conoscenza scientifica delle idee non può fare a meno delle cose perché sebbene le idee siano innate noi non possiamo rievocarle in maniera autonoma, abbiamo bisogno di elementi esterni che ci ricordino l’idea.
Noi abbiamo un patrimonio innato di idee che non apprendiamo ma che facciamo affiorare attraverso una serie di sollecitazioni del mondo esterno.
Anche Platone segue l’orfismo o pitagorismo: le anime vengono gettate nei corpi dopo essere vissute nell’iperuranio (e quindi aver contemplato disincarnate le idee) e intraprendono un percorso purificazione attraverso la trasmigrazione dell’anima.
Nelle diverse vite le realtà empiriche vengono continuamente riproposte e così le idee innate riaffiorano attraverso il ricordo ed entrano a far parte pienamente della conoscenza umana.
La conoscenza non deriva dall’esperienza sensibile ma da metri di giudizi preesistenti e connaturati con il nostro intelletto.
La maieutica pertanto nella concezione Platonica viene a coincidere con la teoria stessa della reminescenza; cioè la tesi secondo la quale non portiamo dentro una verità prenatale che è il frutto di una precedente contemplazione delle idee nel loro mondo.
GRADI DELLA CONOSCENZA ED L’ EDUCAZIONE DEL FILOSOFO
Il filosofo è colui che ama la conoscenza nella sua totalità.
All’essere corrisponde la conoscenza, al non essere l’ignoranza, al divenire corrisponde l’opinione.
immaginazione
sensibile
credenza
Conoscenza
ragione scientifica
razionale
intelligenza filosofica
• Conoscenza sensibile : conoscenza che rispecchia il nostro mondo
o Immaginazione : ha per oggetto i dati immediati della sensazione e le immagini superficiali delle idee.
o Credenza : ha per oggetto le cose sensibile percepite nei loro rapporti scambievoli.
• Conoscenza razionale : conoscenza che rispecchia il mondo delle idee
o Ragione scientifica : ha per oggetto le idee matematiche.
o Intelligenza filosofica : ha per oggetto l’intuizione delle idee-valori.
La filosofia è superiore alla scienza matematica perché le nozioni matematiche trovano ancora consistenti appigli nel mondo materiale perché vengono colte e intraviste nelle cose imperfette e perché partono da ipotesi indimostrabili (il pari, il dispari ecc…)
La filosofia invece pur muovendo da ipotesi le considera realmente come tali, come punti di partenza per risalire ai principi supremi che sono universalmente veri.
Il punto critico dell’educazione dell’uomo è il passaggio dalla conoscenza sensibile a quella razionale mediante l’uso dei metodi di misura che introduce ordine e oggettività alle esperienze sensibili.
Platone individua 4 discipline matematiche propedeutiche alla filosofia (dialettica):
1. ARITMETICA = arte di far di conto
2. GEOMETRIA = scienza degli enti immutabili
3. ASTRONOMIA = scienza del movimento perfetto
4. MUSICA = scienza dell’armonia
Stadi della formazione del filosofo:
1. studio della musica, della ginnastica e delle altre discipline propedeutiche,
2. 30-35 anni studio della filosofia o dialettica
3. 35-50 anni tirocinio pratico nelle cariche pubbliche, politiche e militari,
4. 50 anni gli “ottimi” si possono assumere il governo dello stato
INTERPRETAZIONE DEL MITO DELLA CAVERNA
Caverna oscura: il nostro mondo
Schiavi incatenati: gli uomini
Catene: l’ignoranza e le passioni
Ombre delle statuette: immagine superficiale delle cose (immaginazione)
Statuette: cose del mondo (credenza)
Fuoco: principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono le loro teorie
Liberazione dello schiavo: azione della filosofia
Il filosofo una volta che ha completato la propria formazione deve mettere a disposizione della comunità il proprio sapere. Deve ritornare alla “caverna”, cioè al mondo umano e deve rivalutarlo in base a ciò che ha visto al di fuori di questo.
→ compito politico del filosofo
IDEA DEL BENE
Quando il cristianesimo ha dovuto affrontare l’islam, le eresie ecc…ha cercato di darsi una struttura filosofica dimostrativa e non essendo in grado di produrne una autonomamente ha ripreso l’antica filosofia greca, soprattutto quella platonica. L’idea del bene è il concetto più ripreso dal cristianesimo.
Per Platone anche se la filosofia è l’occupazione più alta, il mestiere del filosofo non è il più alto perché comunque il filosofo è un uomo in mezzo agli uomini e deve mettere a servizio di tutti la sua scienza.
Il sole (le idee), nel mito della caverna, rispetto alle cose contemplate dagli schiavi incatenati, è ciò che dà alle cose la possibilità di essere contemplate perché le illumina.
Socrate diceva che si può e di deve dare una scienza alla virtù → come condizione necessaria per agire bene dobbiamo conoscere il bene.
Nella dottrina di Socrate tra il vero è il bene c’è una connessione talmente profonda che si può dire anche il contrario: il vero viene dal bene.
La ricerca della verità è una condizione necessaria per capire il bene → il bene è oggetto della scienza.
Nella dottrina platonica le verità della scienza ci sono, anche se non hanno il primato, in quanto tutto il mondo è sorretto dall’idea di bene.
Le idee sono possibili perché esiste il bene!!!
IL BENE SOVRASTA LA VERITA’ E LE IDEE
Per Platone l’”intelligenza suprema” di Anassagora che governava il mondo è rappresentata dal bene.
Cos’è il bene?
Platone nel mito della caverna usa l’allegoria del sole per rappresentare il bene.
Il mito è l’unica forma in cui può essere rappresentato il bene perché dinnanzi ad esso la dialettica perde ogni capacità esplicativa.
VERO → BENE per Socrate conoscere la verità è indispensabile per conoscere il bene.
BENE → IDEE/ VERITA’ per Platone definire il bene è indispensabile per conoscere la verità e le idee
ANTROPOLOGIA PLATONICA = rapporto anima/corpo
IMMORTALITA’ DELL’ANIMA
L’anima è un’entità non materiale che coesiste con il corpo e che trasmigra di corpo in corpo sopravvivendo alla morte di questi.
Un corpo acquista o perde la vita nel momento in cui l’anima occupa o abbandona il corpo.
Dimostrazioni:
1. Dimostrazione dei contrari: come in natura ogni cosa si genera dal suo contrario così anche la vita si genera dalla morte e la morte si genera dalla vita, nel senso che l’anima rivive dopo il corpo.
2. Dimostrazione della somiglianza: l’anima, essendo simile alle idee che sono eterne sarà anch’essa tale. Solo ciò che è composto può distruggersi risolvendosi nei suoi elementi; mentre tutto ciò che è semplice. Come l’anima e le idee, non può essere ne creato ne distrutto.
3. Dimostrazione della vitalità: l’anima, in quanto soffio vitale, è vita, è partecipe all’idea di vita, quindi non può accogliere l’idea opposta cioè la morte.
DOTTRINA DELLA BELLEZZA E DELL’AMORE
Questa dottrina è espressa nei dialoghi intitolati Fedro e Convito.
CONVITO → considera prevalentemente l’oggetto dell’amore cioè la bellezza e mira a determinare di essa i gradi gerarchici.
FEDRO → considera l’amore nella sua soggettività, come aspirazione alla bellezza ed elevazione progressiva dell’anima al mondo delle idee, al quale la bellezza appartiene.
La bellezza è lo splendore della verità che ed è profondamente associata al bene e al vero.
Ricordandoci che per i Greci l’infinito era sinonimo di imperfezione e il finito di perfezione la bellezza in quanto aspira alla perfezione è sinonimo di armonia, simmetria, coerenza, proporzione ecc… tutte queste caratteristiche la mettono in relazione con il vero e quindi con le idee.
Noi moderni abbiamo imparato a distinguere verità e bellezza e dunque siamo portati a pensare alla bellezza come a qualcosa di infinito.
La bellezza è l’unica idea accessibile ai sensi, in particolare alla vista che per questo e il “senso privilegiato”.
La bellezza è mediatrice fra l’idea (oggetto d’intellezione) e l’uomo (entità sensibile) perciò l’uomo vede la bellezza sia con gli occhi reali che con quelli della mente.
Non basta vedere la bellezza o riconoscerla nei corpi, bisogna andare oltre i corpi e vederne la sua purezza ideale.
L’anima viene in soccorso del corpo e lo stimola al ricordo della bellezza ideale.
Perché l’anima solleciti la vista non basta essere uomini, si deve anche desiderare la bellezza.
EROS = desiderio della bellezza, forza che non riusciamo a padroneggiare, che è più forte di noi.
La bellezza non può essere luogo di rappresentazione fredda e razionale.
Solo se noi fossimo degli uomini che non sono posseduti dall’eros ci porremmo nei confronti della bellezza in maniera ragionata.
Platone descrive la natura dell’anima con questa allegoria:
l’anima è simile ad una coppia di cavalli alati che traina un’auriga. Uno dei cavalli è eccellente e spinge l’auriga verso gli dei (iperuranio) e verso il cielo, l’altro cavallo è pessimo e cerca in tutti i modi di trascinare anche l’altro verso il mondo terreno. L’opera dell’auriga perciò risulta essere molto difficile e il suo soggiorno nell’iperuranio limitato. L’anima è irrimediabilmente destinata a cadere nella prigione del corpo e a perdere le sue ali.
Il corpo che ospita un’anima che ha soggiornato più a lungo nell’Iperuranio riconoscerà l’eros come desiderio di bellezza; in caso contrario l’eros verrà concepito solo come piacere fisico e materiale.
L’individuo (corpo + anima) quando si trova davanti alla bellezza prova un particolare riscaldamento che risveglia i ricordi della bellezza ideali portati dall’anima.
La bellezza ideale si libera delle cose che fino a quel momento le hanno impedito di germogliare.
Al riconoscimento della bellezza ideale l’anima recupera le ali, anche se rimane nella prigione del corpo, e dà al corpo l’opportunità di osservare il cielo e di accedere alla contemplazione delle idee-verità.
Il filosofo è colui che accede alle idee e al vero. Se la bellezza aspira al vero e il filosofo cerca il vero egli desidererà più di ogni altro la bellezza e quindi sarà il migliore amante.
Eros è un demone figlio di Pòros (entità ingannatrice) e di Penia (mancanza) e ha ereditato dai genitori le loro caratteristiche. Infatti l’amante è disposto a fare di tutto pur di raggiungere i propri scopi, si lascia andare a forze che lo controllo, perde la ragione e l’equilibrio. L’amante inoltre desidera la bellezza e l’amore più di ogni altra cosa perché gli mancano.
PERCORSO DI RICONOSCIMENTO DELLA BELLEZZA
Bellezza=oggetto d’amore riconosciuto da Eros.
Lo scopo dell’eros è di raggiungere la bellezza ideale.
Solo i filosofi riconoscono la bellezza ideale perché se la bellezza aspira alla verità e solo il filosofo cerca la sofia, quindi il filosofo è il più competente nel campo della bellezza e dell’amore.
Il filosofo è un amante frustrato dal desiderio di raggiungere la bellezza ideale che d’altronde è irraggiungibile completamente.
Tutto ciò che Platone sa sull’amore gli è stato insegnato dalla sacerdotessa Diottima che secondo la leggenda avrebbe iniziato Socrate ai segreti dell’amore.
Prima dell’intervento di Diottima, nel convito si discute dell’amore.
ARISTOFANE (commediografo greco) propone la TEORIA DEGLI ERMAFRODITI
Inizialmente sulla terra c’erano solo ermafroditi: individui che avevano sia il sesso femminile che quello maschile. Un c+giorno Zeus come punizione li privò di uno dei due sessi cosicchè da ora in avanti avrebbero cercato per sempre la loro metà.
PITTORE COME CREATORE DI APPARENZE
L’arte è un’imitazione dell’imitazione perché imita le cose che già per la loro natura sono imitazioni delle idee.

Esempio