Hume: schema riassuntivo della filosofia di Hume

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

Voto:

1.5 (2)
Download:539
Data:10.06.2005
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
hume-schema-riassuntivo-filosofia-hume_1.zip (Dimensione: 3.93 Kb)
trucheck.it_hume:-schema-riassuntivo-della-filosofia-di-hume.doc     23.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

HUME

Anche la filosofia di Hume parte dall’analisi delle idee.
I contenuti della mente sono PERCEZIONI. Fra le percezioni si fa una differenza fondamentale fra IMPRESSIONI & IDEE.
Le impressioni sono le percezioni più vivaci e immediate.
L’idea è data dal ricordo dell’impressione ed è caratterizzata dalla minor forza, minor vivacità. Le idee, secondo Hume, non hanno indipendenza.
Se non si parla di enti astratti, che hanno un senso, o di enti concreti, che hanno un significato, allora si parla di NULLA. Hume allude alla METAFISICA, che non ha senso ed è priva di un significato comprensibile.
Se la conoscenza è data dalle impressioni ed è intuitiva, non si può arrivare alla conoscenza di Dio.
L’IMMAGINAZIONE è la capacità di collegare le impressioni, di mettere in rapporto le idee.
Ci sono delle costanti attraverso le quali l’immaginazione lavora:
1)SOMIGLIANZA – quando vediamo un quadro, questo ci fa pensare per somiglianza all’originale.
2)CONTIGUITA’ – (vicinanza nello spazio e nel tempo) se io entro in una casa e vedo una stanza, immediatamente penso alle altre stanze della casa.
3)CAUSA ED EFFETTO – se provo dolore mi viene da pensare alla causa che ha generato il dolore che sto provando.
A questi tre criteri deve essere riferito il modo di essere e il procedere dell’immaginazione.
La convinzione dell’esistenza di un rapporto di causa è importante perché su questo rapporto si basa la nostra visione del mondo, fatta eccezione per la matematica.
Il rapporto di causa allora non deriva dalla ragione ma si basa sull’esperienza, perché se fosse basato sulla ragione, Adamo la prima volta che vedeva l’acqua doveva capire che l’acqua può soffocare.
Il rapporto di causa non nasce sulla ragione.
Tutto quello che ha senso, per Hume si riconduce a qualcosa:gli enti matematici sono enti di ragione, un libro può parlare di verità di fatto: sono contenuti differenti ma si parla di qualcosa di concreto.
Quando si parla di metafisica si è sicuri che non si parla di nulla, nulla che abbia un significato.
Secondo Hume la metafisica è priva di una base concreta.
Al rapporto di causa non si può ricavare a priori, ma si deve fare esperienza degli effetti che ne derivano da qualcosa.
Quando si parla di rapporto di causa, stabiliamo un rapporto necessario, che non è riconoscibile a priori: ho bisogno dell’esperienza per capire qualcosa.
Hume dice che l’esperienza fatta è indubitabile ma chi mi dice che non cambi? Che cosa ci fa pensare che l’esperienza che accadrà successivamente sia sempre uguale?
L’aspettarsi che le cose continueranno ad andare come sono andate è una ASPETTATIVA ed è anche una ABITUDINE.
Credere che il futuro sia uguale al passato è un bisogno della nostra mente, e non un discorso razionale.
Il rapporto di causa è fondato su una abitudine psicologica, su un bisogno.
Quando le impressioni si manifestano in modo continuo e costante, vuol dire che c’è un mondo esterno che dà le percezioni.
Berkley sostiene che esiste una sostanza spirituale, ma Hume dice: come si fa a parlare di uno spirito umani, di un IO? Abbiamo un’impressione di un IO? NO!!!
Non possiamo dimostrare l’esistenza del mondo esterno, noi possiamo solo credere. E’ una credenza tanto più forte, tanto meno razionale. Una credenza irriflessa, cioè non deriva da una riflessione. C’è la convinzione dell’esistenza di un mondo esterno, indipendentemente da noi. E’ un istinto molto più forte della ragione.
Tutto ciò che è VALIDO è basato sul presente, sul FINORA: il pane ci nutre. Si, fin’ora, ma poi non sono più sicura.
Cartesio diceva “Dio esiste” è una verità di ragione.
Hume invece dice che si dice ESISTE si parla di verità di fatto e quindi se nego l’esistenza non mi contraddico.
Le religioni nascono per un bisogno, per una povertà intesa come condizione di ignoranza.

Esempio