filosofia:Telesio,Campanella,Bacone,Galileo,Cartesio

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Categoria:Filosofia

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Testo

6. TELESIO
Telesio è calabrese, infatti nasce a Cosenza intorno al 1509; a Padova inizia a rapportarsi quasi immediatamente alla filosofia e decide di ritirarsi in un convento di benedettini. Qui si accorge di avere nel proprio animo concetti del Medioevo, e si convince che devono essere ripresi, ma in una luce nuova, quella del Rinascimento. Fu ospite di Carafa, e in questo periodo scrisse alcune opere, la più importante delle quali è il De rerum natura iuxta propria principia. Tornò a Cosenza dal 1553 al 1563 per poi ricominciare a peregrinare per l’Italia con dei viaggi rilevanti, traendo ispirazione da ognuno di essi; Firenze, Roma e il “salotto” Venezia sono le città che lo colpiscono di più. Morirà alla veneranda età di 79 anni, nel 1588. Nella sua opera dobbiamo cercare di dividere il pensiero di Telesio per cercare di analizzarlo:
1) La prima cosa che conosce l’uomo è la realtà, attraverso i sensi. Inoltre Telesio ha una convinzione importante che lo mette in relazione con la magia, ovvero che tutto è vivo, la natura è viva.
2) Nel momento del bisogno l’uomo si appella ad un’entità superiore, ha bisogno di un Dio trascendente. Questa necessità pone Telesio di fronte ad un altro fatto: se all’uomo serve di un Dio al di là della realtà sensibile, vi è un’anima soprasensibile. L’anima è vista quindi come momento intermedio tra naturale e trascendente, come in Ficino (copula mundi). L’obiettivo ultimo è la morte, Dio.
Il punto di partenza, come già detto, sono i sensi, importanti perché rivelano la natura, che è sensibile e viva. A permetterci di capire che la realtà è viva ci sono il caldo e il freddo. Secondo Telesio l’uomo è caldo ma è anche freddo, come la realtà. Il freddo produce condensazione e rende le cose pesanti, tende a immobilizzare; il caldo, al contrario, dilata, rende le cose leggere e le mette in moto, basti pensare al vapore acqueo. Il freddo corrisponde alla terra, mentre il caldo al sole. Telesio dice pure: se ci fosse solo il sole, a cosa andremo incontro? Ad una non vita. Caldo e freddo sono incorporei, ma si adattano alla materia. Es. il sole aderisce all’acqua e la fa evaporare. Alla base degli enti vi sono tre principi: 1) caldo 2) freddo 3) massa corporea; i primi 2 sono agenti, l’ultimo passivo. Questi enti hanno però un rapporto reciproco tra loro e s’influenzano. Ciò si manifesta attraverso le diverse sensazioni: piacevoli (rispetto a cose affini) e spiacevoli (rispetto a ciò che è contrario). Es. l’uomo conosce un altro uomo e ne ha una sensazione piacevole, rispetto ad un serpente ha una sensazione spiacevole. Gli animali sono enti complessi, difficili da spiegare, perché hanno delle capacità sensoriali diverse da quelle dell’uomo, che permettono loro di sentire cose diverse. I cani hanno un fiuto più sviluppato, hanno delle esperienze sensibili superiori. Gli enti semplici sono tutto il resto (uomo compreso) che hanno una conoscenza da sostanza semplice a sostanza semplice, diretta. Si ha più fiducia nell’esperienza dell’uomo, cosa che fino ad ora non accadeva, neanche con Ficino perché l’anima era incomprensibile, invece l’uomo è semplice. “Spiritus e semine ductus”, “spirito condotto dal seme”. Lo spirito è concepito come sostanza corporea tenuissima. Questo spirito dell’uomo è dentro l’uomo, utilizza il corpo come rivestimento dello spirito stesso. Oltre allo spirito nell’uomo c’è qualcosa di più che lo rende vicino al metafisico, ma è lo spirito che ci dà la possibilità di spiegare tutti quegli aspetti che fino ad ora erano incomprensibili. L’anima può adesso essere analizzata. Lo spirito ha funzione anche nella conoscenza, non è messo da parte, è modificato dalle conoscenze, anche se sensoriali, attraverso affezioni (mutamenti nel corpo dell’uomo che si riflettono nello spirito). Telesio fa un esempio: nel momento in cui è entrato nei canali di Venezia, ha sentito qualcosa dentro di sé, una modificazione. L’intelligenza stessa nasce dalla sensazione e soprattutto dalla differenza che costatiamo tra le diverse cose. Il costatare le differenze o gli accordi tra le diverse cose non deve essere fine a se stesso ma deve essere conservato attraverso la memoria. I pazzi, infatti, non hanno intelligenza nella misura in cui non hanno memoria. Dobbiamo accordare fiducia alla ragione così come ai sensi. Secondo Telesio anche la vita morale proviene da principi di carattere naturale: il principio fondamentale dell’etica è l’autoconservazione, un principio di bene, a cui è contrapposto il male, principio di distruzione. Il male esiste perché esiste il bene, tanto è vero che Telesio è convinto che noi non pensiamo mai male, l’idea del male non è presente dentro l’uomo, quando facciamo del male agli altri facciamo del male anche a noi: lo spirito potrebbe anche essere annientato da una cattiva azione. Facendo del bene invece si vivifica lo spirito; dilettare lo spirito vuol dire renderlo vivo. Telesio, però, non esprime un concetto religioso, ma solo la personale concezione dello spirito. Non dice che chi fa del male va all’Inferno, chi del bene in Paradiso. L’uomo desidera l’autoconservazione, desidera sempre il bene, le virtù sono quindi considerate come degli elementi che contengono il bene. Esse hanno due principali funzioni: conservazione dello spirito e perfezione dello stesso. Chi pratica la conservazione e perfezione dello spirito? L’uomo saggio, ovvero il sacerdote, un uomo che ha in sé determinate virtù e le mette a disposizione degli altri; egli fa perciò del bene vivificando sé stesso. Dio è al di sopra della natura; di Lui quindi non possiamo fare una conoscenza sensibile. Il Dio a cui si rivolge Telesio è quello biblico, del Vecchio Testamento, che attraverso la sua struttura è riuscito a creare armonia nell’universo. Proprio l’armonia naturale (nascere, crescere e morire sempre nello stesso modo), questa ciclicità, quest’armonia nei paesaggi, ha dato valore alla natura e poiché essa ha una struttura perfetta, deve essere stata creata da un Dio che ha una struttura perfetta. Proprio Dio è capace di dare all’uomo una mens superaddita, che è un’anima immortale, senza tempo, che non occupa spazio ed è unita al corpo e allo spirito naturale. Quindi l’uomo è formato da 3 elementi: anima, spirito e corpo. Quando l’uomo opera, il suo comportamento deve essere condotto verso una vivificazione dello spirito; con lo spirito l’uomo non solo è capace di conoscere le cose, ma anche di desiderare le cose che lo conservano. Lo spirito può conoscere quindi solo cose che hanno una caratteristica corporea, invece l’anima intellettiva, quella superaddita, desidera cose incorporee, eterne, quindi Dio. Nell’uomo vi sono dunque due intelletti e due appetiti, grazie ai quali è possibile desiderare il bene eterno, volerlo, e raggiungerlo. Ciò che rende schiavo l’uomo è la sua mente razionale, quindi deve avvicinarsi al suo Creatore, facendo del bene, vivificando lo spirito, e deve pensare libero da schemi mentali naturali. Il metodo di Telesio è induttivo, parte dal particolare (la natura) e raggiunge il generale (Dio); questo traguardo può avvenire solo attraverso l’attività religiosa, che mette ordine nella realtà e avvicina a Dio.

7. CAMPANELLA
Anche Campanella è inserito in un contesto di tipo Rinascimentale e la sua conoscenza è di tipo sensibile; come Telesio nasce in Calabria ed entra in convento, ma tra i domenicani. Accusato di essere anche lui eretico va in prigione a Roma con Giordano Bruno, entrando in contatto con la sua filosofia. A Roma decide di organizzare una congiura contro gli spagnoli, con l’illusione di poter riorganizzare la Chiesa e di riportarla ad una purezza evangelica; anche la riforma protestante era nata contro gli spagnoli e per le stesse motivazioni politiche e religiose. All’interno della Chiesa vi erano due schieramenti: gli assoluti e i moderati. Lutero decide per una linea molto dura nei confronti dei protestanti. Campanella riesce a liberarsi dalla prigionia, perché ha un carattere molto diverso da Giordano Bruno: mentre quest’ultimo portò le idee fino alla morte, Campanella si finse pazzo, e la Chiesa lo lasciò andare (dopo ben 27 anni di prigionia). In un primo tempo, venne sorvegliato dal Sant’Uffizio, e in seguito rimase sotto la protezione di Papa Urbano VIII; solo dopo ciò ottenne la libertà definitiva, anche se in seguito fu di nuovo accusato per i suoi frequenti contatti con filosofi: fu ciò a portarlo a fuggire verso Parigi, dove visse in estrema tranquillità e fece pubblicare le sue opere. Le più importanti sono due: la prima, Ateismus triumphatus (?), è molto importante perché è stata scritta nel momento in cui Campanella decide di spogliarsi degli abiti ecclesiastici e di avvicinarsi all’ateismo, perché non crede in quella Chiesa, che non corrisponde più ai suoi valori etici e morali. La seconda è il De sensu rerum et magia, importante perché mette in evidenza come sia rilevante non solo la concezione sensistica della conoscenza, ma anche quella magica, che ha una valenza astratta, teorica: questo è un elemento tipicamente Rinascimentale. Altra opera da ricordare, anch’essa importantissima, è La città del sole, che ha valore soprattutto politico-pedagogico. Il fine ultimo che si propone Campanella è di proporre una riforma del cristianesimo, che deve avere come punto principale un’unificazione del genere umano dal punto di vista della fede e della teocrazia (vedi Innocenzo III); secondo lui tutti gli uomini potevano essere uniti da tutti questi elementi. La filosofia, secondo Campanella, ha uno scopo ben preciso: quello di fare trovare nella natura una validità di strumento fondamentale della conoscenza. Nella sua filosofia la religione non deve essere accettata come dogma ma deve essere affiancata alla filosofia per una comprensione della realtà. Egli fa una distinzione all’interno della conoscenza: ci sono il sensus abditus e quello additus. Il primo è la coscienza di se, la consapevolezza di essere; il secondo è invece la conoscenza delle cose esterne, della realtà che conosce l’uomo. Questi due sensi danno la possibilità all’uomo di essere. Però l’uomo possiede in se tre caratteristiche, senza le quali non può esistere: sapienza, potenza, amore, che sono anche le primalità. Potenza perché ogni essere è in quanto può (Aristotele); sapienza perché ogni essere è in quanto sa (la prima cosa che l’uomo sa è di essere). Amore perché l’essere sa, può e quindi ama il suo essere. Quale differenza c’è tra le diverse cosa? Secondo Campanella dice quanto maggiore o minore è la presenza di queste tre primalità, tanto si differenzieranno gli esseri. Dio possiede le tre primalità in maniera assoluta: può tutto, sa tutto, ama tutto. L’uomo invece può poco, sa poco, e ama ciò che può amare e ciò che sa amare. Questa distinzione permette a Campanella di creare una gerarchia tra Dio e l’uomo.
La parola utopia vuol dire un’idea di difficile realizzazione; si parla per la prima volta di utopia con Campanella e Thomas More. Nella città del sole, i singoli cittadini vengono chiamati solari e devono sapere (conoscere) tutto e devono saper fare tutto (il saper fare è strettamente collegato con la conoscenza). In particolare devono conoscere e sapere utilizzare le arti, i mestieri, le scienze e le lingue. Qual è lo scopo principale della città del sole? L’educazione; i cittadini devono essere educati, sulla base della ragione. Questa città è divisa in diversi Consigli: il primo è quello del popolo, costituito da tutti i cittadini, sia uomini che donne (e ciò è molto importante perché mette in evidenza un problema del periodo). Questo Consiglio ha la caratteristica di essere convocato due volte al mese; il consiglio Minore invece è formato da ufficiali minori e dai capi delle squadre cittadine. A capo di tutto vi sono tre principi, i capi delle 3 province, che hanno funzioni ben definite: podestà della guerra (podestà vuol dire che ha potere), podestà della sapienza (o delle scienze o sapienza delle scienze) e il principe della generazione e dell’amore. A capo di tutti e tre vi è il Sole, chiamato anche metafisico, che deve mantenere in sé le tre primalità: egli è una sorta di Dio. La società ha una caratteristica: l’abolizione della proprietà privata (vedi Rousseau), quindi tutto deve essere di tutti (vedi socialismo). La sapienza è fondamentale: chi non sa non può appartenere alla città del Sole. La testimonianza di potenza della città sono le persone dotte. Campanella crede fortemente nell’animismo, sostiene quello universale dicendo che tutte le cose sono vive, tutte le cose possiedono un’anima, anche gli oggetti materiali, come una pietra, ma anima non in senso che possa restare dopo la morte, ma come spirito vitale. Ciò porta Campanella a dire che tutte le cose sono importanti e anche a credere nella magia: se tutte le cose sono vive, posso essere usate per il raggiungimento di uno scopo, anche metafisico. Dirà anche che abbracciando un albero si riceve energia; questo concetto è stato ripreso recentemente da alcuni filosofi. Campanella elogia alcune discipline: la medicina; la metafisica, perché è convinto che vi siano alcuni elementi della metafisica che posso però essere spiegati nel finito; la matematica; vengono però esaltate anche le arti meccaniche e il lavoro manuale, messi nello stesso piano. Per educare è sbagliato utilizzare l’elemento mnemonico; si sofferma su esso dicendo che è bene ricordare in quanto a esperienza, ma non in quanto a memoria: con mnemonico intende imparare a memoria senza capire. Come si può insegnare e comprendere la realtà? C’è solo un metodo: l’esperienza, portare i ragazzi a contatto con la natura e fare osservare i fenomeni.

8. BACONE
8.1 VITA
Bacone nasce a Londra nel 1561 e viene avviato agli studi presso l’università di Cambridge. A causa dell’instabilità finanziaria, inizia una carriera poetica. Fra le opere più importanti ricordiamo:
- I due libri del Progresso della conoscenza, scritti al fine di ottenere un incarico e una protezione dal re Giacomo I. In questa opera seguono all’esaltazione del sapere, la denuncia dello stato in cui versano la filosofia e la scienza e l’indicazione dei rimedi che ne favorirebbero la rinascita.
- Novum organum, concepito come sezione dell’instauratio magna, opera destinata a contenere l’intera enciclopedia della scienza riformata. Ad esso si aggiungerà la prima sezione programmatica dell’instauratio magna, De digitate et argumentis scientiarum. Queste resteranno le uniche due sezioni completate del progetto enciclopedico concepito da Bacone, che l’autore non riuscì a portare e termine a causa delle disavventure che caratterizzano l’ultima parte della sua vita. Muore nel 1626 e dopo la sua morte viene pubblicata La Nuova Atlantide.
8.2 PENSIERO FILOSOFICO
Importante nel pensiero del filosofo è la critica alla filosofia aristotelica, considerata astratta e non concreta. È il filosofo dell’età industriale, quindi è concreto. Nato in Inghilterra, la sua formazione è determinata dagli eventi della città di Londra. Osservatore della filosofia fenomenica e studioso di Bruno e Campanella, è convinto che l’uomo possa intervenire sui fenomeni (da = che appaiono) in quanto essi sono percepibili con i sensi e quindi sono concreti. Per potere agire efficacemente su di essi bisogna conoscere la causa del fenomeno. Anche per Bacone, come per Aristotele, dunque, la scienza è conoscenza di cause. Di conseguenza l’alchimista, il meccanico e il mago che si sono occupati della natura, non sono riusciti a comprenderne il significato perché si sono allontanati dalle cause. Per conoscere inoltre bisogna allontanarsi dagli assiomi (ovvero dogmi, leggi senza dimostrazione). Per questo critica i sillogismi di Aristotele, considerati assiomi. Nella natura bisogna distinguere due elementi: anticipazioni e interpretazioni della natura. Per quanto riguarda le anticipazioni, esse sono nozioni date in maniera prematura e riempiono l’intelletto di immaginazione e nozioni fantastiche, senza dare una cognizione della realtà in quanto non hanno un vero e proprio metodo: sono dunque da evitare. Le seconde (interpretazioni) sono da preferire perché utilizzano un vero metodo e sono feconde.
Il sapere si fonda sulla scienza, divisa in due parti:
- Pars destuens: sgombera la mente dagli idoli, nozioni false, che hanno invaso l’uomo e non gli permettono la comprensione della realtà. Letteralmente significa “destrutturazione dell’intelletto”.
- Pars costruens: si occupa dell’esplicazione e giustificazione del metodo che applichiamo alla realtà.

Da questa suddivisione nasce l’opera più importante di Bacone: il novum organum.
8.3 GLI IDOLA
L’ambizioso programma baconiano di rinnovamento del sapere consiste nell’eliminare le idee e i convincimenti erronei che solitamente ingannano gli uomini, impedendo loro di accedere alla verità. Per Bacone infatti la mente è uguale ad uno “specchio incantato” che ci trasmette un’immagine della natura deformata a causa dei condizionamenti a cui l’uomo è soggetto. Nel Novum organum, il filosofo ci offre una classificazione degli errori che ingannano la mente umana, definendoli idola, ovvero fantasmi ingannatori. Si distinguono quattro classi di idoli:
1) Idola della tribù. Per tribù si intende la comunità o la famiglia in cui l’individuo vive. All’interno di questo contesto esistono delle nozioni false, i pregiudizi, che incatenano l’uomo a non conoscere liberamente perché influenzano l’approccio e il rapporto con la realtà. L’individuo deve liberarsi da queste nozioni.
2) Idola della spelonca. La spelonca deriva dalla singolarità dell’individuo. Ognuno possiede una spelonca, un luogo interiore in cui la luce della natura non arriva. Questo luogo è quindi buio. In questo modo, possedendo delle nozioni interne che non provengono dalla realtà esterna, non si potrà avere una vera conoscenza. Le cause per cui ciò avviene sono molteplici:
- Per natura;
- Per educazione o conversazione con gli altri;
- Per la lettura;
- Per l’autorità;
- Per le persone che l’individuo ammira;
- Per la diversità delle impressioni.
Come esempio di questo genere di idoli Bacone individua il metodo deduttivo e il procedimento sillogistico di Aristotele.
3) Idola del foro. Il foro è il luogo in cui si discute: la piazza. Questi idoli sono quelli che riguardano la comunicazione tra gli uomini e derivano dall’entrare a contatto con gli altri, quindi hanno un carattere sociale. Sono i più terribili perché derivano dal linguaggio, quindi sono difficili da sgomberare.
4) Idola del teatro. Bacone considera questi idoli gli scritti dei filosofi che appaiono spesso frutto di fantasia e mettono in scena rappresentazioni immaginare della natura. A causa delle cattive regole delle dimostrazioni entrano nell’intelletto dell’uomo e gli impediscono di pensare con la propria testa. Sono pericolosissimi perché portano alla nascita di una massa che pensa allo stesso modo e quindi costituiscono un pericolo per l’umanità. Qualsiasi forma di dittatura deriva proprio dagli idoli del teatro che indottrinano l’uomo con false teorie. Si distinguono all’interno di essi:
- Gli idoli sofisti, basati su esperienze comuni e private, costruite attraverso l’artificio dell’intelletto e non provengono dall’intelligenza;
- Gli idoli empirici, pochi e non molto accurati, danno vita a sistemi filosofici;
- Gli idoli superstiziosi, formati da una mescolatura acritica tra religione e filosofia.

Sgomberata la mente dagli idoli, l’uomo è in grado di costruire la propria conoscenza. Il fine è dare alla natura un nuovo concetto, dare quindi ad un fenomeno una nuova natura o diverse provenienze e costruire una natura naturata, che acquisisce una nuova natura e una nuova causa.
Bacone riprende la quattro cause aristoteliche (materiale, formale, efficiente e finale). Egli afferma la necessità di queste cause non solo per la parte costruens. Di esse la più importante nonché causa costituiva è la causa finale (statua) che rappresenta il fine ultimo delle azioni dell’uomo. Le cause efficiente e materiale non sono molto utili per la conoscenza. La causa formale è quella che è necessario conoscere per assegnare ad un fenomeno una nuova natura. Il significato della forma si discosta da quello aristotelico. Accanto al significato di essenza, intesa come la causa immanente di una sostanza, Bacone ne affianca un altro, quello di legge, intesa come regola che governa la natura. Questa causa deve dare all’uomo la capacità di cogliere l’essenza della natura (metafisica). Conoscere le forme vuol dire conoscere i segreti, ovvero l’essenza della realtà e comprenderla vuol dire conoscere la struttura e le regole della natura. Solo pochi riescono a farlo. All’interno dell’armonia è importante cogliere le leggi. Per questo bisogna ricorrere al processo latente, nascosto che non si esplica ma è presente, processo che sta alla base della natura. Esso da vita alla struttura ed essenza della natura, lo schematismo latente. Se il processo latente rappresenta la regola, lo schematismo riguarda l’essenza.
8.4 INDUZIONE
Gli assiomi che deve possedere il metodo di ricerca sono:
- Trarre le leggi direttamente dall’esperienza attraverso il metodo induttivo (da non paragonare all’induzione aristotelica)
- Dedurre dagli assiomi nuovi le nuove conclusioni scientifiche. Per Bacone tutte le esperienze vengono enumerate e si passa da esperienze particolari a universali attraverso l’eliminazione delle prime.

Per fare queste enumerazioni esistono delle tavole:
- Tavola delle presenze: Se ad esempio viene esaminato il calore, si elencano tutti i fenomeni in cui è presente
- Tavola delle assenze: Si elencano tutti i fenomeni in cui non c’è
- Tavola dei gradi: si elencano i fenomeni in cui è più o meno presente il calore (per gradi)

Dopo queste tre tavole si giunge all’induzione vera e propria. Ne segue il procedimento dell’eliminazione delle ipotesi false considerando i vari casi. È considerato da Bacone un procedimento sicuro. È una via di mezzo tra empirismo e razionalità. Il filosofo per essere sicuro della certezza di ciò che conosce, deve evitare di usare solo l’intelletto. Galileo ad esempio è riuscito a usare esperienza e intelletto. In tutto ciò un ruolo importante è svolto dalla memoria (che conosce i dati per se stessi e i posteri). Gli animali non hanno memoria.
8.5 PRIMA VENDEMMIA
Una volta che abbiamo ottenuto dei dati con le tavole dobbiamo sperimentarli in maniera diversa, applicare le teorie trovate nella realtà. All’interno della prima vendemmia una delle istanze (interrogazioni) viene chiamata “istanza della croce” e prende il nome della biforcazione della croce. È una delle tante istanze e possiede un nome fantasioso.

Galileo
Cartesio
Bacone
Importanza per l’universo
Importanza per il mondo
La conoscenza è oggettiva:
- Senso
- Intelletto
- Discorso
La conoscenza è soggettiva
- Sensazioni ( o qualità)
La conoscenza si basa sull’esperienza
I corpi sono costituiti da:
- Resistenza
- Lunghezza
- Consistenza
I corpi sono costituiti da:
- Estensione (figura, continuità, divisibilità)
- Movimento
Il fine è la conoscenza delle cause finali (egli parte da tesi)
Il fine è la conoscenza della certezza, la verità (egli parte dal dubbio)
Il fine è la conoscenza della cause (soprattutto formali=essenza).
Concezione meccanicistica e razionalistica (legata ai concetti di causa e movimento)
Concezione meccanicistica e deterministica (legata al susseguirsi di causa ed effetto)
Infallibilità della scienza
Fallibilità della scienza > dubbio metodico
Scienza = pars costruens e pars destruens (Infallibilità)
Dio della tradizione cristiana (si parte da una indubbia esistenza)
Dio della tradizione aristotelica con differenza (si dimostra la sua esistenza)
Negazione del vuoto (l’aria ha un peso)
Negazione del vuoto (l’aria ha un peso)
Discussione sulle leggi del movimento (approva le teorie copernicane)
Discussione sulle leggi dell’universo (approva le teorie copernicane)
Il mondo è costituto da:
- Atomo
- Vuoto
- Continuità
Il mondo è costituito da:
- Sostanza pensante (cogitans)
- Sostanza estesa
collegate attraverso la valvola pineale (dualismo cartesiano)
Il mondo è costituito da:
- Anticipazioni
- Interpretazioni
Importanza del metodo
Importanza del metodo
Importanza del metodo
Critica ad Aristotele:
1) Motore immobile
2) Divisione mondo sublunare e celeste
3) Gli atomi nel vuoto hanno movimento
Critica ad Aristotele:
1) Filosofia astratta
2) Sillogismo
3) Metodo deduttivo
Influenza di Aristotele nelle quattro cause
Influenza di Aristotele:
1) Struttura dei corpi (sostrato e sostanza)
2) Motore immobile
Influenza di Aristotele nelle quattro cause (conoscenza fondata sulle cause)
Impossibilità dell’indagine qualitativa e quantitativa
Unificazione tra indagine qualitativa e quantitativa
La natura è fisica, senza magia
La natura è fisica, senza magia
Validità della geometria nello studio della fisica
Validità della geometria nello studio della fisica

Filosofia (II° quadrimestre)

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