Canto II del Purgatorio

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Testo

Il Purgatorio

Canto II Antipurgatorio

Sono circa le sei del mattino e Dante e Virgilio si trovano sulla spiaggia ai piedi del monte del Purgatorio, avendo la stessa disposizione d'animo di coloro che devono partire per un viaggio.
Dante nota un'intensa luminosità sul mare, e si volge verso Virgilio per chiedergli spiegazioni, ma quando si rigira vede ancor più nitidamente una grande luce rossa, con ai lati e al di sotto tre luci bianche, che si riveleranno poi le ali e le vesti dell'Angelo Nocchiero, colui che trasporta le anime dalla foce del Tevere fino all'isola del Purgatorio.
Questi si sta intanto avvicinando molto velocemente su una barca così leggera da scivolare sull'acqua, e a mano a mano che si avvicina la luminosità si fa più intensa, fino a che Dante e costretto a distogliere il proprio sguardo dal messo celeste e ad inginocchiarsi su invito di Virgilio.
L'Angelo Nocchiero approda sulla spiaggia dove, dopo averle benedette, sbarca le anime che trasportava, mentre queste intonano il Salmo 113 (quello che celebra la liberazione degli ebrei dall'Egitto, e che richiama la liberazione dell'anima dalla schiavitù del peccato), e infine riparte.
Improvvisamente un'anima abbraccia il poeta, e questi per tutta risposta cerca di ricambiarla, ma per ben tre volte le sue braccia passano attraverso la figura immateriale e inconsistente dell'anima.
Dopo poco Dante capisce che si tratta dell'amico Casella (un musicista che scrisse melodie destinate a componimenti poetici), e chiede a questi di intonare una canzone per attenuare la tristezza che lo pervade.
Questo canto cattura tutte le anime presenti sulla spiaggia, ma arriva infuriato Catone che le richiama a riprendere il cammino verso il monte, abbandonando ogni legame che ancora le tiene legate alla vita terrena.

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