Condritti e osteitti

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Testo

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Condritti & Osteitti
Introduzione
I pesci, sono animali vertebrati che costituiscono il gruppo più Numeroso della sottoclasse dei vertebrati dei quali rappresentano circa la metà della specie, il 40% vive nelle acque dolci il 60% in quelle marine. La quantità di pesci presenti in entrambi gli ambienti dolciacqueo e marino è proporzionale alla grandezza dell’ambiente. I pesci hanno un corpo per lo più compresso lateralmente o cilindrico, fusiforme, talvolta raccorciato o appiattito, costituito da capo tronco e coda; gli arti anteriori e posteriori sono rappresentati da due paia di pinne pettorali e ventrali con funzione nella locomozione, di direzione e di equilibrio; presentano inoltre tre pinne impari, dorsale anale e caudale con funzione di propulsione hanno scheletro cartilagineo (selaci od osseo). La pelle è nuda o coperta di squame di diverso tipo; respirano l’ossigeno dell’aria sciolto nell’acqua che dalla bocca va alle branchie (respirazione branchiale) per lo più sporgenti in una cavità ricoperta da un opercolo. Per accrescere la superficie dell’intestino alcuni (Selaci, Ganoidi, Dipnoi) presentano una valvola spirale, altri (Teleostei) le appendici piloriche, quasi in tutti oltre si trova la vescica natatoria, estroflessione dell’intestino stesso, con funzione idrostatica. Prevalentemente carnivori, pochi erbivori ed onnivori. Hanno diversi organi di senso sviluppati tra cui gli organi della linea laterale per mezzo dei quali percepiscono la pressione e i movimenti dell’acqua. La circolazione semplice completa, il cuore diviso in due cavità (atrio, ventricolo). Di norma i pesci sono di sessi distinti, ovipari(per esempio gli squali che vivono nelle acque basse depongono le uova sul fondale), eccezionalmente vivipari (esempio gli squali pelagici ossia quelli che vivono in alto mare nutrono l’embrione nell’utero per mezzo di una struttura vascolarizzata detta placenta) e a fecondazione esterna che avviene in acqua; in casi particolari i maschi presentano sacche incubatrici per le uova (Ippocampo) o costruiscono nidi (Spinarello). Si dividono in :Selaci; Ganoidi , Teleostei, e Dipnoi; comparvero nel periodo Siluriano dell’era Paleozoica o Primaria. I più antichi vertebrati acquatici sono gli Agnati, rappresentavano il gruppo più numeroso (dei vertebrati), essi vivevano sul fondo ed erano simili ai pesci odierni; risalgono circa 490 milioni di anni fa attualmente queste specie scomparse sono comprese nella classe degli ostracodermi. I condritti rappresentano un gruppo molto omogeneo attualmente raggruppa circa 650 specie di squali e razze e 24 di chimere. Essi sono caratterizzati da uno scheletro cartilaginoso molto sviluppato, come anche le pinne pari e i denti. Le specie odierne differiscono dalle specie del passato per la fecondazione interna. Attualmente i con dritti si distinguono 2 linee evolutive gli Olocefali dalle chimere e i Selaci rappresentati da squali e razze. Per quanto riguarda gli osteitti costituiscono il gruppo più numeroso, i loro primi fossili risalgono al periodo in cui fanno la loro apparizioni tutti i sottogruppi di pesci ossei (periodo Devoniano medio).
Principali differenze tra Osteitti e Condritti:
pelle: negli squali è estremamente ruvida al tatto perché è ricoperta di piccoli dentelli durissimi, che sono saldamente conficcati nei tessuti sottostanti e non si staccano. I pesci ossei sono invece ricoperti di scaglie leggere, che possono anche staccarsi facilmente.
testa: negli squali si vedono sempre da 5 a 7 fessure branchiali per lato, mentre nei pesci ossei si vede un'unica fessura, in quanto le branchie sono ricoperte da una struttura mobile (opercolo)
coda: sia negli squali che nei pesci ossei esistono diverse forme di coda, ma c'è una profonda differenza scheletrica che si rispecchia nella forma esterna.
Nei pesci cartilaginei la coda è eterocerca, dato che l'estremità posteriore della colonna vertebrale si piega verso l'alto a sorreggere il lobo superiore della pinna caudale; inoltre nella maggior parte degli squali il lobo superiore è molto più sviluppato di quello inferiore.
Nei pesci ossei, invece, la coda è omocerca, poiché la colonna vertebrale non prosegue nella pinna caudale, che pertanto risulta formata da due lobi simmetrici.
lo scheletro, esso è fatto, come abbiamo detto, di cartilagine, che è più molle ed elastica dell'osso.
Anatomia pesci della classe dei condritti
Per quanto riguarda l’anatomia dei pesci , in particolare gli squali, utilizzano una respirazione di tipo branchiale, utilizzano le branchie per estrarre l’ossigeno dall’acqua. Il loro corpo è dotato di una grande efficienza idrodinamica e solitamente fornito di tre tipi di pinne spaiate (dorsali, anale e caudale) e due coppie di pinne uguali dette pelviche e pettorali. Il movimento che avviene attraverso il nuoto è sviluppati da ondulazione particolari della coda.
Per quanto riguarda l’anatomia interna in linea di massima gli squali sono simili agli altri pesci, le branchie degli squali al contrario dei pesci ossei, che hanno una copertura ossea chiamata opercolo, sono scoperte. Le scaglie dei pesci cartilaginei sono sostituite da denticoli epidermici. L’intero corpo della squalo è sorretto da un impalcatura scheletrica cartilaginea ed un teschio cartilagineo rispetto gli osteiti non sono dotati di una vescica natatoria, nonostante ciò non affondano grazie alla
bassa densità dello scheletro cartilagineo, gli oli sintetizzati dal fegato e dalla struttura idrodinamica. La mascella superiore è tenuta in sospensione da tessuti connettivi, questo consente una parziale espulsione verso l’esterno della bocca per mordere più efficacemente le prede, in più è dotata di un set completo di denti calcificati e quindi duri.
Il galleggiamento
Gli squali non hanno un organo di galleggiamento pieno d'aria paragonabile alla vescica natatoria dei pesci. Hanno comunque un sistema per ridurre il peso specifico: il fegato, che rappresenta circa un quarto del peso corporeo, contiene una grande quantità di sostanze oleose. Un animale acquatico che utilizzi olio anziché aria per favorire il galleggiamento possiede un notevole vantaggio: può risalire e scendere molto velocemente nelle profondità marine senza correre il rischio di esplodere o di implodere dato che l'olio è un liquido, quindi incomprimibile.
Le dimensioni del fegato sono proporzionate al tipo di vita delle diverse specie di squali: in quelli che vivono sul fondo il fegato è notevolmente più piccolo rispetto alle specie che vivono a mezz'acqua; negli squali che trascorrono molto tempo in superficie, come lo squalo elefante, il suo fegato è enorme e occupa il 90% della cavità addominale.
Apparati
Respiratorio:come già detto hanno una respirazione di tipo branchiale. Le branchie sostengono 5 archi verticali che formano le tasche branchiali. Il cuore pompa il sangue privo di ossigeno verso gli archi affinché venga arricchito. Il flusso d’acqua entra dalla bocca ed esce dagli archi e scorre in senso contrario rispetto il sangue le specie che vivono sui fondali marini hanno sviluppato spiracoli che permettono all’animale di inalare acqua anche mentre riposano o mentre usano la bocca per nutrirsi.
Digestivo: è caratterizzato da l’elevata estensione della superficie assorbente dell’intestino.
Bilancio idrico: la concentrazione di sale è 3 volte superiore nell’ambiente circostante rispetto a quella interna dell’animale, ciò porta ad una tendenza alla disidratazione per osmosi, gli squali riducono questa perdita trattenendo l’urea che deriva dalla digestione delle proteine per lo stesso fine producono un composto organico chiamato tmao.
In realtà lo squalo è dotato di 7 apparati sensoriali sviluppati ed un grosso cervello, per questo non possono essere considerati animali primitivi.
Vista: gli occhi sono posizionati sui lati della testa ciò conferisce agli squali un campo visivo quasi totale. Il bulbo oculare è ellittico con una cornea centrale ed è protetto da una fibra bianca e rigida. La quantità di luce che entra nell’occhio e regolata da un iride; una lente sferica posizionata dietro alla pupilla si muove permettendo la messa a fuoco dell’immagine sulla retina. Esistono due tipi di fotorecettori alcuni che operano per fornire un campo visivo all’animale a colori , durante il giorno; altri detti “rod” facilitano la vista in assenza di luce. Hanno occhi di solito piuttosto grandi, con la pupilla che può restringersi o allargarsi per lasciare entrare più o meno luce, in alcuni squali la pupilla è verticale. Gli squali dimostrano il loro adattamento alla vita che conducono: in mare in quanto non serve tanto una vista acutissima, quanto una buona capacità di vedere anche se l'acqua è torbida o se c'è poca luce. E in questa situazione gli squali vedono benissimo.
Olfatto: gli organi che costituiscono questo senso sono posizionati in due sacche sotto il muso. Ciascuna sacca è rivestita da una membrana che conduce l’acqua in un canale provvisto di lamelle sensoriali. L’acqua, tenendo in sospensione le molecole scorre tra le lamelle . le molecole stimolano le cellule recettive che liberano scariche nervose che raggiungono il cervello che elabora informazioni.
Gusto: questo lavora tramite dei recettori comunemente dette papille gustative che si trovano nella bocca e al solo contatto con il cibo permettono allo squalo di stabilire se il cibo che sta mangiando è buono o no.
Tatto: è mediato da una rete di nervi che arriva fino alla superficie della pelle, le terminazioni nervose sono stimolate da qualsiasi agente.
Udito: è un apparato molto sviluppato il che spiega perché gli squali siano attratti dai rumori. L’organo principale è costituito da una coppia di sottili cellule filiformi che si trovano vicino alla sommità del teschio.
Equilibrio : il sistema vestibolare è costituito da sottili organi membranosi che permettono allo squalo di mantenere l?orientamento l’equilibrio e controllo dei movimenti.
Linee laterali: sono un importante strumento sensoriale che conferisce allo squalo la capacità di individuare movimenti d’acqua. È costituito da neuromasti che affiorano sulla superficie della pelle e che analizzano la velocità dell’acqua altri posizionati in pori dermali sono sensibili a cambiamenti di pressione e controllano l’accelerazione dell’acqua. Sistema elettrosensoriale: ha lo scopo di individuare prede ed è dotato di organi caratterizzati da sacchette da cui dipartono dei tubicini pieni di gel elettroconduttivo. Ogni lievissima scarica elettrica prodotta da un eventuale preda viene percepita dallo squalo.
Classificazione:
PHYLUM: Cordati
SUBPHYLUM: Vertebrata
CLASSI:
I pesci si suddividono in due classi: pesci ossei (osteitti) e pesci cartilaginei
(condritti, condroitti, o selaci).
SOTTOCLASSE:
I pesci cartilaginei si suddividono in due sottoclassi, gli Olocefali (chimere)
e gli Elasmobranchi (squali e razze).
SUPERORDINI:
Gli Elasmobranchi si suddividono in 6 super ordini: 2 (batoidea e narcobatoidea;
comprendono razze, mante, trigoni e torpedini). Gli altri 4 (Hexancoidea,
Heterodontoidea, Squaloidea e Galeoidea; sono gli squali).
ORDINI:
I quattro superordini di squali, si suddividono a loro volta in 8 ordini:
Squatiniformi, Pristioforiformi, Squaliformi, Exanchiformi, Carcariniformi,
Lamniformi, Orectolobiformi ed Eterodontiformi.
FAMIGLIE:
Ogni ordine può avere una o più famiglie per un totale di 30:
GENERI:
Ogni famiglia può avere uno o più generi per un totale di 98:

I Pesci
I pesci possono venir classificati in diverse specie tramite diverse caratteristiche morfologiche, le quali differiscono in base all’animale: la lunghezza del corpo, tronco, testa, peduncolo caudale (il quale determina l’abilità nel nuoto di un pesce), pinna dorsale, pinna caudale, pinna anale, pinne pettorali ed infine le pinne pelviche. La loro forma è dovuta all’ambiente in cui vivono il quale è 800 volte più denso dell’aria, la loro morfologia li condiziona anche nel nuoto, rendendoli agili o meno in base alla lunghezza (se la loro altezza supera di un terzo la loro lunghezza diminuisce l’agilità dei movimenti), la morfologia più ideale per essere dei buoni nuotatori consiste nell’avere un corpo né troppo lungo e sottile né troppo corto e alto; i più veloci hanno un corpo fusiforme (salmoni) mentre quelli più resistenti hanno un corpo più allungato (anguille). Altre forme che possiamo incontrare sono: sferica, discoidale o appiattita.
Altre caratteristiche che non condizionano il nuoto sono: la bocca (possiamo trovarla verso il basso, verso l’alto, terminale o ventrale), le narici (possono essere pari o dispari), le labbra,il preopercolo, opercolo branchiale, gola, fronte, petto, bulbo oculare, la linea laterale, peduncolo caudale, le pinne ed infine le squame che ricoprono quasi la totalità del corpo. I vari arti possono essere classificati in base alla tipologia, quindi se duri o molli, ed in base alla loro quantità.
La loro pelle è suddivisa in due diversi strati, l’epidermide ed il derma il quale lo troviamo sotto alla prima. Serve principalmente per proteggere il pesce dall’ambiente esterno ma ha anche funzione respiratoria, escretrice ed osmoregolatrice. Il loro corpo è ricoperto da una mucosa, prodotta da ghiandole mucose, che gli conferisce la sua caratteristica viscosità con funzione di ridurre l’attrito con l’acqua, aumentandone l’agilità.
Squame
le scaglie cutanee o più comunemente chiamate squame, non sono altro che delle formazioni dermiche situate in strati profondi dell’epidermide. Hanno come scopo principale quello di proteggere l’animale dall’ambiente circostante e dalle ferite che si può provocare. Esse costituiscono anche i denti dell’animale tramite grandi scaglie dette placoidi. Oltre ad esse sono presenti altri tipi : ctenoidi ganoidi, cicloidi.

Ossa
Esse costituiscono lo scheletro, il quale possiamo suddividerlo in due differenti parti:
scheletro appendicolare il quale comprende le pari scheletriche delle pinne, i cinti pettorale e quello pelvico.
scheletro assiale comprende la scatola cranica e la colonna vertebrale, tra le varie parti del cranio troviamo il neurocranio, il quale presenta una struttura piuttosto complessa basata su blocchi di ossa denominati autosoni e allostosi. Oltre ad esso il cranio è composto dallo splancnocranio, esso è composto da mote ossa mobili le quali solitamente rivesono le fessure branchiali. Solitamente negli squali il cranio e cartilagineo mentre in alcune specie è facile trovare delle incrostazioni ossee. Nei pesci cartilaginei, le vertebre sono cartilaginee avvolte da una corda interna ed evidenti. Sulla parte dorsale del pesce c’è un canale contenente midollo spinale, nella cavità generale al lato ventrale delle vertebre si attaccano le costole. Nella maggior parte dei pesci ossei le vertebre sono conformate nello stesso modo; le costole sono degli elementi ravvisabili nelle vertebre con funzione di separare le viscere dalla massa muscolare; in alcuni tipi di pesce è presente una costa di tipo dorsale che svolge la funzione detta in precedenza. Lo scheletro delle pinne è impari, è costituito da raggi ossei e cartilaginosi; le pinne pettorali dei pesci ossei sono fissate al cranio, mentre nei cartilaginei, sono collegate con lo scheletro dell'apparato branchiale. In entrambi i gruppi, le pinne pelviche sono fissate liberamente nella muscolatura, con l'eccezione di alcuni gruppi, (i gadiformi).
Denti
La dentatura dei pesci è suddivisa in anteriore e posteriore:
l’anteriore è formata dai vomerini, posti nella parte alta della bocca, i palatini, situati lateralmente ed i premascellari.
La posteriore è composta da denti faringei, che possono assumere diverse forme a seconda del genere di pesce.
Pinne
esse sono suddivise in due diverse tipologie: pari ed impari.
Pari: sorrette da un supporto scheletrico formato da determinate strutture ad arco, comprendono le pinne pettorali e pelviche, entrambe sono sorrette da raggi cutanei appartenenti alla membrana dell’arto, e da raggi endoscheletrici profondi. I raggi lepidotrichi sono posizionati su ciascun lato della pinna e sono costituiti da un rivestimento sotto pelle di piccole lamine ossee separate tra loro, che conferiscono ai raggi flessibilità, in base a ciò i raggi cutanei sono molli; quando le placche osse si plasmano in un corpo unico, il raggio assume la forma di un aculeo, andando a costituire una potente arma di difesa o magari d’attacco.
Il cinto pettorale è costituito dalla scapola, posizionata nella regione dorsale, dal caracoide, presente in prossimità della zona ventrale, che in posizione laterale entrano a contatto tra loro.
Il cinto pelvico presenta uno sviluppo sensibilmente minore contrassegnato da un supporto scheletrico compatto che però non reca alcun collegamento tra le pinne e la colonna vertebrale. Le pinne pari consentono lo spostamento dei peci nell’ambiente acquatico; nei pesci ossei, le pettorali sono collegate al cranio, mentre nei pesci cartilaginei sono attaccate sulla muscolatura tramite elementi cartilaginosi. In genere le pinne pelviche sono saldate analogamente alle pettorali dei pesci cartilaginei, nella muscolatura.
Le pinne imapari includono uno o più arti dorsali, e sono composte da raggi endoscheletrici mobili che si biforcano tra loro. E confinanti con le emospine della colonna vertebrale.
La pinna caudale è di forma simmetrica, tuttavia asimmetrica internamente, poiché caratterizzata da una ripartizione in due parti uguali, nella fattispecie lobodorsale ventrale. (la fusione delle due parti succitate determina la formazione dell’urostilo, in cui sono evidenti emospine modificate denominate epurali. Si registra la presenza di pinne caudali di forma eterocerca ( con le due parti di forma asimmetrica), dificerca (arti eterocerci trasformatosi col tempo in pinne omocerche, ed emiomocerca. Ad esclusione delle pinne di posa, tutte le altre sono rese solide dai raggi ossei e possono modificarsi in organi copulatori che permettono una fecondazione interna.
Motilità
In genere i pesci nuotano mediante ondulazione di tutto il corpo, come le anguille, o soltanto il peduncolo caudale(per la maggioranza delle specie). Alcuni pesci compiono anche movimenti ondulari delle pinne pari; i movimenti sincroni o asincroni delle pinne pari producono risultati ragguardevoli. Al contrario, il volo dei pesci marini di determinate specie è assolutamente passivo. La forma del corpo e la sua superficie liscia sono fondamentali per ridurre la resistenza dell’acqua; di importanza anche la morfologia della pinna caudale. La velocità massima che il pesce raggiunge nell’arco di brevi periodi di tempo varia da specie a specie dai 3m\s, coperti dalla lucioperca, fino ai 36m\s del pesce spada.
Muscolatura
La muscolatura dei pesci non si differenzia granché da una specie all’altra. Tra i muscoli si trovano numerose lische sottili, spesso biforcute, non collegate allo scheletro; queste sono caratteristiche dei pesci e per trovare muscoli più differenziati occorre esaminare la testa; gli organi muniti di muscoli autonomi sono i bulbi oculari, l’apparato branchiale e le mascelle. La muscolatura del tronco è concentrata soprattutto nella parte dorsale del corpo, ed il setto orizzontale la divide in due: muscolatura superiore ed inferiore. A loro volta, i muscoli si dividono in scheletrici striati, gestiti attivamente dall’animale, e viscerali lisci indipendenti dalla volontà. Parte della muscolatura scheletrica denota un cromatismo rosso. La colorazione dei muscoli è dovuta ad una elevata concentrazione di emoglobina e mioglobina. I muscoli rossi possono lavorare prolungatamente senza stancarsi. I muscolo chiari ossigenati meno, si stancano presto ma possono compiere grandi sforzi su percorsi brevi.
Colori e Pigmenti
L'epidermide è caratterizzata da un rivestimento multistrato, con uno spessore variabile in base ad una determinata specie o ad una zona particolare del loro corpo.
In tali strati epidermici abbondano ghiandole unicellulari e mucipare; queste ultime sembra adempiano alla salvaguardia dell'animale dall'insorgenza o meno di eventuali infezioni di origine batterica, fungicida e altro.
Inoltre, può essere registrata la presenza di ghiandole velenifere, riconducibili a lamette situate alla base delle pinne, oppure di fotosfori, organi luminosi usati dai pesci che vivono nelle zone molto profonde o scarsamente illuminate.
Nella parte sottostante l'epidermide sono presenti cellule pigmentarie che, in base a determinate condizioni ambientali percepite dal pesce, possono modificare il colore o la decorazione della pelle.
(Il regime alimentare da somministrare ai pesci in cattività si rivela importante anche per salvaguardare la vivacità cromatica delle loro livree, infatti alcuni pigmenti sono contenuti nelle sostanze alimentari ingerite dai pesci).
L’anatomia dei pesci
L’animale può modificare la sua colorazione a seconda di sollecitazioni differenti: la necessità di mimetizzarsi nell’ambiente per fronteggiare situazioni pericolose o attendere una preda, crea le premesse per tale mutazione. I pesci modificano la loro colorazione durante il loro sviluppo, nei periodi di migrazione, a seconda delle stagioni, e in base al loro stato umorale e psicologico. In genere, gli esemplari giovani presentano una colorazione differente da quella degli adulti.
L’apparato digerente
La struttura organica di tale apparato consta di diversi organi, faringe, esofago, cavità orale, stomaco ed intestino, a cui sono collegati altri organi: denti, lingua, pancreas, fegato e cistifellea. In bocca sono presenti ghiandole mucose. La lingua non è dotata di muscolatura, la cavità orale termina in corrispondenza della faringe, ed è piuttosto breve. I denti, a seconda della famiglia di appartenenza, possono muoversi o essere saldati solidamente alla struttura ossea sottostante. L'esofago è largo, presenta uno sviluppo breve e lineare; lo stomaco è caratterizzato da una forma di sacca. Le pareti di tale organo sono dilatabili per consentire all'animale di ingerire prede voluminose. Tuttavia, alcuni generi di pesci sono carenti di stomaco, grazie ai loro efficienti apparati masticatori che gli consentono di tagliuzzare il cibo ingerito, e quindi di completare agevolmente il processo digestivo con l'ausilio degli enzimi prodotti dall'intestino. L'intestino è di forma particolarmente allungata nelle specie fitofaghe, così formato per favorirne l'assimilazione di sostanze vegetali, viceversa negli animali carnivori presenta una morfologia corta.
A differenza degli enzimi digestivi dello stomaco, di natura acida, quelli intestinali richiedono un ambiente lievemente basico.
La grandezza del fegato è piuttosto rilevante, ed è caratterizzato da un'abbondante concentrazione di grassi; in esso è diffuso il pancreas, importante per la secrezione dell'insulina la cui distribuzione cellulare è capillare.
L’apparato respiratorio
La respirazione si verifica con l'ausilio di fenditure branchiali che non sboccano verso l'esterno, ma all'interno di una camera branchiale a contatto con la cavità orale e caratterizzata da un rivestimento cutaneo detto opercolo.
Quest'ultimo è costituito dalla massa cutanea, e da una struttura interna basata su lamine ossee.
Per respirare i pesci inalano dalla cavità orale una corrente d'acqua con l'ausilio della muscolatura boccale, del faringe e degli opercoli, e viene fatta passare nelle camere peribranchiali mediante le fessure ricavate nella faringe.
Le lamelle branchiali, attraverso cui avviene il processo di respirazione, posizionate nella parte esterna dell'arco branchiale, sono denominate olobranchie; tali lamelle, abbondantemente irrorate dal sangue, svolgono anche una funzione osmoregolatrice.
La respirazione può avvenire in modo alternativo, qualora le branchie non fossero presenti nella morfologia interna dell'animale: in tal caso mediante epiteli o diverticoli localizzati nel faringe; oppure mediante una particolare vescica di natura incerta e derivante da un'evaginazione ventrale della faringe.
Alcuni pesci non si avvalgono solamente della respirazione subacquea, in quanto necessitano di assimilare ossigeno parzialmente fuori dall'acqua: questo accade, esempio le specie che vivono in acque dolci.
Molte specie hanno saputo adattarsi alla frequente carenza d'ossigeno nelle acque stagnanti grazie alla formazione di vari organi respiratori ausiliari.
L'apparato circolatorio
Il cuore è costituito da un seno venoso, un atrio, un ventricolo ed infine da un cono arterioso.
Quest' ultimo può essere molto piccolo; in questo caso tale mancanza è compensata nal punto iniziale del tronco arterioso, caratterizzato da una parete di notevole spessore, da cui ha origine un bulbo arterioso provvisto di muscolatura liscia. Tale bulbo è costituito da una serie di valvole ed è contraddistinto da una fibra alquanto robusta. Altri Osteitti sono costituiti da un cono arterioso sviluppato, tuttavia con un aspetto a livello embrionale poco definito. La circolazione sanguigna è in stretto rapporto con la respirazione, e segue un determinato sviluppo a seconda che l'animale viva o meno in acque ben ossigenate.
Nel caso che l'habitat sia contraddistinto da acque adeguatamente ossigenate, il sangue venoso accede nel cuore tramite le vene epatiche. Nel caso di soggiorno in acque ristagnanti, e quindi in presenza di un'ossigenazione scarsa, il sangue fluisce nelle arterie polmonari, attraversate diverse arterie polmonari, arriva nelle sacche polmonari e viene ossigenato. Tramite una vena polmonare, il sangue ossigenato ritorna al cuore, e quindi viene fatto circolare in tutto il corpo La distribuzione di ossigeno nel corpo avviene tramite i globuli rossi e l'emoglobina; la quantità di ossigeno trasportata dal sangue dipende dal numero di globuli rossi, che ne determina la quantità di ferro contenuta nel sangue. Nei pesci veloci, tale quantità è più abbondante, mentre è scarsa nei nuotatori più lenti (il sistema linfatico è formato da una fitta rete di vasi linfatici sottocutanei, muscolari, che non presentano valvole, inoltre sono assenti gruppi cellulari di forma ovoidale.
La linfa drenata dai capillari linfatici viene fatta fluire, mediante particolari organi, nel sistema venoso.
L'apparato urogenitale e organi sessuali
Grazie a questo apparato il pesce elimina tutte le sostanze metaboliche non necessarie dal sangue, inoltre tramite esso viene garantita la regolazione equilibrata dell'osmosi in relazione all'ambiente acquatico, e il contenuto idrico e salino non è soggetto a valori irregolari.
Questa caratteristica è riconoscibile nella funzione renale dove provvede al mantenimento dei valori idrici e salini.
Sono presenti 2 reni di forma allungata, collocati nella cavità celomatica, che trovano sbocco esternamente confluendo nel dotto mesonefrico, a suo volta congiunto all'uretere; entrambi i canali confluiscono nella papilla urogenitale, la condivisione di tale percorso rappresenta una caratteristica dell'individuo maschile, poichè nella femmina i 2 canali si spiegano indipendentemente, trovando sbocco all'esterno rispettivamente tramite il poro urinario e il poro genitale.
Nei pesci ossei le molecole di ammoniaca sono abbastanza piccole da poter essere liberate attraverso la superficie delle branchie.
Organi Sessuali
Oltre che dalle branchie, l'espulsione dei residui metabolici (urina) è assicurata da un rene primitivo, detto mesonefro situato lungo la colonna vertebrale.
Le gonadi (organi riproduttivi) sono costituiti da 2 pieghe, appese alla sommità della cavità addominale, collocate in posizione sottostante rispetto ai reni.
Gli spermadotti consentono l'evacuazione delle cellule sessuali maschili giunte alla maturità.
Nei ciclostomi, le uova passano direttamente dalle ovaie alla cavità generale, poi, attraverso pori ventrali nell'ambiente acquatico; nei Condritti, esistono degli ovidotti che dirigono le uova nella matrice, da cui poi esse passano nell'acqua attraverso la cloaca.
In alcuni osteitti tali ovidotti sono assenti e quindi le uova passano direttamente nell'acqua; ciò avviene anche per i ciclostomi.
L'assenza dei gonodotti (solitamente negli organismi femmina) è compensata dai pori genitali che consentono la regolare fuoriuscita di uova e sperma.
L'apparato nervoso
Questo apparato è basato su 2 parti distinte, una centrale che comprende, encefalo e midollo spinale, quella periferica a cui fanno riferimento la nervatura cranica, quella spinale ed il sistema nervoso autonomo. Il midollo spinale termina nell'urostilo, ed è caratterizzato da una struttura simile a quella di una “y” ribaltata. Si nota la presenza di 2 corna dorsali, unite ai lati del setto dorsale, e 2 corna ventrali situate in posizione allargata rispetto alle estremità del solco ventrale. Nei pesci le diverse zone del cervello sono in evidente relazione con gli organi sensoriali. La parte più complessa del cervello è posta in una capsula cartilaginosa od ossea, conosciuta come neurocranio.
Il cervello anteriore, (telencefalo) è interamente al servizio dell'organo olfattivo, ed è molto sviluppato nei pesci come gli squali. Il telencefalo influenza e dirige il comportamento dei pesci durante il periodo dedicato alle uova ed ai piccoli. L'encefalo, invece, è costituito dal mesencefalo e dal diencefalo, il primo è caratterizzato dal tetto ottico, suddiviso in 2 lobi ottici, permettendo al pesce una percezione visiva piuttosto sviluppata. Il tetto ottico grazie alla sua attività motoria, regola l'efficiente regolazione del movimento natatorio del pesce. Grazie al mesencefalo, il pesce reagisce a diverse stimolazioni ambientali. I pesci che si orientano per mezzo della vista, sono dotati di lobi ottici sensibilmente sviluppati. Il diencefalo rappresenta un importante centro di mantenimento dell'equilibrio interno, e sede del gusto; esso è collegato a tutto il sistema endocrino tramite l’ipofisi. Le pareti del diencefalo danno origine alle vescicole ottiche che sono all'origine della retina, inoltre il diencefalo da origine al nervo ottico. I 10 nervi cranici eseguono diverse funzioni, 3 di essi garantiscono l'attività olfattiva, ottica e altre; un altro terzetto di nervi contribuisce ad innervare la muscolatura del globo oculare; i rimanenti effettuano la medesima funzione dei 3 precedenti, ma limitati all'arcata mandibolare e agli archi branchiali. I nervi spinali sono formati da una radica dorsale e una ventrale, le cui diramazioni sono coese al fine di formare raggruppamenti differentemente organizzati. L'innervatura della muscolatura cardiaca e delle ghiandole viene effettuata dal sistema nervoso autonomo.
Olfatto
Attraverso esso i pesci percepiscono le sostanze disciolte nell'acqua; in quasi tutte le specie l'olfatto è garantito da 2 sacche olfattorie, entrambe munite di una narice anteriore e una posteriore che consentono all'acqua di penetrare e fuoriuscire dall'ambiente esterno.
Nella sacca olfattoria sono presenti delle lamelle, il cui numero è proporzionale alla capacità olfattiva del pesce.
In tali lamelle sono racchiuse le cellule neurosensoriali primarie, necessarie alla costituzione del nervo olfattorio. L'odorato dei pesci è molto sensibile.
Vista
Gli occhi sono sprovvisti di palpebre: solo alcuni gruppi come gli squali, hanno una palpebra nictitante.
La messa a fuoco avviene grazie al movimento del cristallino nella camera visiva.
L'occhio è mobile, per l'azione di 3 paia di muscoli motori.
La maggior parte dei pesci non vede che ad una distanza di 5-10 m, tuttavia, essi percepiscono quello che si trova nell'acqua e quello che si trova fuori di essa la visione a colori è stata verificata in una ventina di specie.
Gusto
La percezione di tale senso è determinata da appositi bottoni gustativi che risiedono non soltanto nella cavità orale e sulla lingua ma sono anche distribuiti nell'epidermide delle labbra e situati nella testa.
Udito
L'organo adibito all’udito è collegato a quello dell'equilibrio ed innervato con l'ottavo nervo cranico, denominato nervo stato-acustico. L'insieme dell'organo è collegato sul retro del cranio in una capsula cartilaginosa od ossea e costituisce insieme alla capsula olfattiva e visiva, una delle parti fondamentali del cranio dal punto di vista evolutivo. L'orecchio interno è formato dal labirinto, dal quale escono 3 canali semicircolari, perpendicolari gli uni agli altri. Le estremità di questi canali si allargano, e troviamo degli otoliti di carbonato di calcio, che posano su cellule sensoriali. La sede dell'udito è una vescicola dell'orecchio interno denominata lagena. Molte specie hanno anche la facoltà di produrre attivamente suoni, sia per frizione delle ossa, che per l'azione di muscoli sottili che entrano in vibrazione ed emettono un suono, amplificato dalla vicina vescica gassosa.
Organi elettrici
Attraverso questi organi i pesci percepiscono gli impulsi elettrici prodotti dal movimento di determinate prediche si trovano nelle vicinanze.
Tali organi sono presenti in molte specie ittiche, e si basano su un gran numero di masse muscolari a forma discoidale, che possono emettere impulsi elettrici.
Linea laterale
A seconda del genere, la linea laterale può assumere aspetti differenti.
La linea laterale è innervata ad opera di un paio di nervi cranici, e presenta dei neuromasti, i quali non sono altro che particolari stimolatori sensoriali situati in canali sottocutanei, questi ultimi derivano dalla porosi ravvisabile sulla superficie epidermica.
Tra essi il più grande canale laterale, percorre il tronco nella sua lunghezza globale e la coda in entrambi i fianchi; la linea laterale si articola in varie ramificazioni di canali, tra cui: la linea mandibolare, infraorbitale e sopraorbitale.
Nei pesci ossei, il corpo è coperto da scaglie, quelle della linea laterale presentano delle aperture che permettono alle ondulazioni dell'acqua di giungere alle cellule sensoriali situate sotto di esse tramite un canale speciale.
La linea laterale svolge l’importante funzione di consentire all'animale di percepire lo scorrere dell'acqua a contatto con la sua epidermide.
Vescica natatoria
Nei pesci tale vescica rivestiva un ruolo fondamentale per quanto riguarda la respirazione,tuttavia è una funzione che ha perso nel corso dei secoli. Alcuni pesci la utilizzano anche per respirare.
Tale organo, deriva da un evaginazione dorsale o laterale dell'intestino, funge da regolatore idrostatico, consente di secretare o assorbire selettivamente le quantità necessaria di gas con l'ausilio di una rete di capillari detti corpi rossi, al fine di galleggiare ad alta quota e di dosare compiutamente i movimenti natatori.
La vescica natatoria è solitamente unica e posizionata posteriormente rispetto all'intestino, al quale è collegato tramite il dotto pneumatico; ha la forma di una sacca membranosa (in età adulta) il cui sviluppo ha origine dall'esofago per poi articolarsi in direzione caudale.

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