Introduzione al Cubismo

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Testo

Introduzione Cubismo
Il cubismo è un movimento artistico nato in Francia nel 1906 e caratterizzato dalla tendenza a considerare un dipinto o una scultura come fatti plastici, indipendenti dall’imitazione diretta delle forme della natura Il cubismo, altro termine nato da una battuta ironica e subito insediatosi nella nomenclatura storica, nasce dal radicale riesame del rapporto arte-oggetto compiuto con una ricerca solidale e comune, a partire dal 1907 da Pablo Picasso e Georges Braque ai quali si unirono negli anni seguenti Fernand Lèger, Juan Gris, Albert Gleizes ed altri. Il termine "cubismo" viene fatto risalire a un’osservazione di Henri Matisse davanti a un paesaggio, L’Estaque, esposto da George Braque al salon d’Automne nel 1908. La frase di Matisse, che parlò di "piccoli cubi", fu raccolta dal critico d’arte Louis Vauxcelles che, per primo, usò la parola cubismo in un suo articolo. I cubisti si lamentarono dell’etichetta che era stata applicata al loro movimento ("l’idea che questa parola (cubismo) suscita, quella dei volumi, non basta a definire un movimento che tende alla realizzazione integrale della pittura").
Tuttavia non può negarsi che proprio nella sua essenza volumetrica si esplichi la volontà riformatrice dei cubisti, che intendono soprattutto risolvere in modo nuovo il problema di trasferire la realtà tridimensionale su una superficie a due dimensioni qual è il quadro. L’ assorbimento nell’atmosfera che la realtà aveva subito nell’impressionismo, l’appiattimento che aveva subito nel fauvismo a tutto vantaggio del colore, non li soddisfano, soprattutto perché deludono il loro desiderio di una "realizzazione integrale della pittura", di una conoscenza totale dell’oggetto. Rappresentare l’oggetto non nella sua apparenza, ma nella sua verità equivaleva per esempio a rappresentarlo non soltanto nella "faccia" che esso presenta all’osservatore ma anche nelle altre che un particolare punto di vista ci nasconde ma della cui esistenza si accerta la nostra coscienza. Ne conseguivano nuove, straordinarie possibilità di svolgimento formale dell’immagine che poteva proiettare intorno a sé la sua intera esistenza dispiegando i propri piani superficie della tela e incorporando anche l’atmosfera circostante in forma di incastro di piani spigolosi e taglienti.
Relatività e Relativismo
Una misura è " relativa " non all'uomo o al soggetto conoscente, ma semplicemente al sistema di riferimento, negando che esistano sistemi di riferimento privilegiati o assoluti come credeva la fisica classica. Il relativismo filosofico, invece, è una dottrina ottocentesca, secondo cui il soggetto condiziona i propri oggetti di conoscenza, se ne conclude che l'assoluto esiste, ma non è conoscibie. Tra relatività e relativismo, il soggettivismo cubista si avvicina, decisamente più al secondo.Nel quadro cubista l'oggetto è analizzato da diversi punti di vista, come da uno spettatore che si muova attorno ad esso; ma le successive visioni non si giustappongono in una sequenza, bensì si accostano e si ricompongono in un'unica immagine, che dunque, mentre introduce la componente " tempo "nella valutazione dello spazio (il tempo dello spettatore che compie il proprio giro attorno all'oggetto), contrappone alla temporalità intesa come sequenza, una temporalità intesa come durata. Anche per questo il Cubismo è la via all'Astrattismo: l'oggetto è infatti negato come tale, e relativisticamente (nel senso del relativismo filosofico) riportato al soggetto che lo percepisce e lo conosce, che ne costruisce mentalmente la struttura, e ciò fa secondo il principio della durata, sovrapponendone immagini attuali e memorizzate. Negli anni più inoltrati del Cubismo " analitico ", l'oggetto diverrà irriconoscibile, perché il gioco mentale e soggettivistico prende via via, per così dire, la mano; ovvero sviluppa la propria vocazione interna, che tende ad allineare la condizione della pittura a quella puramente astratta e " interiore " della musica, secondo un'aspirazione diffusa nelle avanguardie preastratte ed astratte, ereditata dal romanticismo e dal mito idealistico dell'arte " totale ". Questa sfumatura " interiorizzante " differenzia l'opera di Picasso da quella di Braque, che non a caso si compiace di inserire nelle sue nature morte, con allusione lirica alla musicalità cui la sua pittura ambisce, strumenti musicali o frammenti di segnature e vocaboli musicali.
La quarta dimensione
Il ricorso alla "quarta dimensione", interviene a superare un contrasto secolare, fra la tridimensionalità dell'oggetto, appunto, e la bidimensionalità della superficie che è destinata ad accoglierne la rappresentazione. Nell'arte primitiva, infatti, la rappresentazione è ancora condizionata dalla materialità del supporto. Solo a partire dal classicismo greco, verrà introdotta con l'invenzione dello scorcio e della proiezione prospettica, quella finzione di profondità che simula uno spazio tridimensionale entro le due dimensioni della superficie pittorica. Prima di allora, l'immagine dipinta è piatta, frontale, ha due dimensioni e si risolve sul piano perché concretamente si identifica con la superficie su cui è dipinta, fa tutt'uno con essa. Quando in pittura si introduce lo scorcio e l'illusione di profondità, la scultura evolve parallelamente: evolve cioè verso una forma circolare e senza stacchi, dove i quattro piani non sono più individuati e scanditi, ma si dà invece una continuità di svolgimento nello spazio, che supera e nega ogni esclusivo valore di frontalità, invitando lo spettatore a ricostruire mentalmente l'intera forma, a configurarsi, cioè, la terza dimensione e la profondità. Nelle Demoiselles d'Avignon, le figure viste frontalmente hanno il naso e il mento girati di profilo, certamente per un'analoga esigenza, ma spinta a conseguenze "paradossali ". Mentre infatti la testa innestata di profilo su un busto frontale risponde a un criterio naturalistico, in quanto la testa è girevole, Picasso torce addirittura il naso a cerniera infrangendo ogni attendibilità naturalistica e si approssima già a quel principio di simultaneità nella " durata " di posizioni temporalmente successive, che è il solo a poter giustificare l'apparente arbitrio.Attraverso la " quarta dimensione", la pittura riconquista il proprio statuto originario di immagine bidimensionale; l'ultra-logica dei moderni, dedita al calcolo combinatorio e alla speculazione spazio-temporale, si ricongiunge alla prelogica dell'arcaismo.
Primitivismo ed Esotismo
Fra i miti più radicati e diffusi nella cultura europea alla fine del XIX secolo ci furono l'Esotismo e il Primitivismo. L'Esotismo, che ebbe esempi famosi in pittura (celebre fra tutti quello di Gauguin), e in letteratura (basti pensare alla fuga in Africa di Rimbaud), trovava le sue motivazioni nel rifiuto della società borghese e prototecnologica, di un alienante sistema di vita fondato sul danaro. Il Primitivismo trovava le sue ragioni ideologiche in una espressività sorgiva e incorrotta. Esotismo e Primitivismo trovarono, verso la fine dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento, una simbiosi quasi miracolosa nell'opera di un artista straordinario: Henri Rousseau.Il suo primo quadro conosciuto è del 1879, l'ultimo del 1910; e in questo arco di tempo rimangono memorabili i quadri in cui compaiono il silenzio e il trionfo di una natura fantastica e lussureggiante, che - nel suo mistero - anticipa talune invenzioni surrealiste.
LINEA DEL TEMPO
Cubismo Cubismo
Protocubismo analitico sintetica
1879 1907 1910 1912 1913 1914 1916

Primitivismo Futurismo
&
Esotismo CUBISMO
Cubismo analitico
Sviluppatosi dal 1910 al 1912.
Gli oggetti, pur mantenendo una morfologia ancora cubica, aumentano le sfaccettature con il moltiplicarsi dei piani e quindi dei punti di vista. Braque e Picasso fanno uso di brani di scrittura da inserire nell'opera e introducono l'effetto trompe l'oeil, imitando le venature del legno.
I soggetti sono prevalentemente ritratti.
I colori, pur mantenendo una tendenza al monocromo, diventano metallici, leggeri e sfumati ai bordi.
L'imitazione della materia dell'oggetto viene presto sostituita dall'incorporazione nello spazio del quadro di pezzi di carta dipinti (i papiers colleè di Braque) e poi da frammenti stessi della realtà brandelli di giornale, partizioni musicali, carte da visita e da gioco, legno, metallo (i collages di Picasso). Queste invenzioni creano le premesse per la svolta cruciale nell'elaborazione del linguaggio cubista segnata da Picasso nel l9l3.
Limite del cubismo analitica era l'aver sacrificato l'unità dell'oggetto alla sua veridicità: dandone un'immagine più fedele e completa ne aveva però compromesso l'omogeneità.
L'intento di Picasso è ora di restituire all'oggetto la sua coesione interna
Cubismo orfico
Sviluppatosi dal 1913 al 1914.
Parallelamente al cubismo sintetico si delineo un filone cubista di tendenza maggiormente astratta e concettuale, lanciato nel 1912 da Apollinaire.
Il cubismo orfico apportò delle modifiche legate al colore e proponendo ritmi astratti.
Nel Cubismo confluì una serie di tendenze spesso divergenti; molti artisti e scultori, anche se non vi aderirono ufficialmente, ne adottarono il linguaggio. Primi fra tutti J. Gris e L. Marcoussis, seguiti poi da J. Metzinger, A. Lhote, A. Gleizes, H. Le Fauconnier, F. Léger e R. Delaunay.
Nel corso degli anni i cubisti ebbero contatti con molti artisti delle avanguardie internazionali, sui quali esercitarono notevole influenza anche attraverso alcune mostre all’estero. Ma con lo scoppio della guerra (I guerra mondiale) perdettero la loro carica rivoluzionaria e si dispersero, seguendo ognuno una strada propria.
Cubismo sintetico
Sviluppatosi dal 1912 al 1914.
Gli oggetti divengono sempre più immateriali abbandonando la forma reale per lasciar posto all'idea che ognuno possiede dell'oggetto. Il disegno si fa sempre più esile, lasciando ampi spazi vuoti che vengono riempiti dal trompe l'oeil, collages, inserti di scritte.
I soggetti sono prevalentemente nature morte.
La tavolozza si mantiene quasi immutata rispetto al periodo precedente, mentre aumenta l'uso del collage e la differenziazione dei materiali utilizzati: Braque usa il papier collé più rispondente al carattere mentale delle sue opere, mentre Picasso, più concreto, usa materiali plastici più forti, come ad esempio pezzi incollati di tela incerata che simulano l'intreccio della paglia di una sedia.
Protocubismo
Sviluppatosi dal 1907 al 1910.
In questa prima fase gli oggetti acquistano una morfologia cubica, con divaricazione netta tra le facce in luce e le facce in ombra; essi sono esibiti in primo piano con una specie di zoomata assumendo un carattere macroscopico che tende ad annullare il valore dello sfondo.
I soggetti sono prevalentemente paesaggi, nature morte, figure.
I colori sono caldi, tendenti al legno, utilizzati in gamme monocromatiche che variano da dipinto a dipinto.

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