relazione sui servizi

Materie:Tesina
Categoria:Tecnologia Delle Costruzioni

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Data:13.03.2006
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Testo

RELAZIONE SUI SERVIZI

LA CUCINA
Sono tante le funzioni che si svolgono ogni giorno in una cucina. Questo ambiente, sia esso molto vissuto o utilizzato in maniera essenziale, richiede sempre grande coerenza e capacità organizzativa. Dato che si parla di spazi limitati, poi, è chiaro che, quanto più esiguo sarà lo spazio, tanto maggiore dovrà essere la qualità organizzativa del progetto. Per prima cosa è bene catalogare le attività che la cucina deve consentire. Queste sono raggruppabili in cinque gruppi principali:
1. La preparazione dei cibi (zona cottura, zona lavaggio, piani di lavoro)
2. La conservazione dei cibi (frigorifero per alimenti deteriorabili, dispensa)
3. Il contenimento degli strumenti (quelli di lavoro, utensili, pentole ed elettrodomestici, e quelli relativi alla tavola, porcellane, cristallerie e posate)
4. Lo smaltimento di rifiuti e odori (pattumiera e cappa di aspirazione)
5. La consumazione dei cibi (in una cucina molto piccola quest’area sarà ridotta all’essenziale)
CUCINA E PERSONALITA’
Oltre a queste funzioni principali molto spesso la cucina rappresenta il “cuore” della casa, l’ambiente più informale per stare in gruppo e ricevere visite. La sua qualità estetica è dunque un fattore non secondario. Oltre alla praticità e alla funzionalità nella cucina, come in tutta la casa, si esprimono i nostri gusti personali e la nostra singolarità.
COME SFRUTTARE BENE UNA CUCINA PICCOLA
La maggior parte di noi ha a disposizione una cucina più piccola di quella che desidererebbe. In realtà, però, molte cucine possono sembrare più piccole di quanto non siano realmente: la causa è da ricercare nella loro progettazione, probabilmente distratta o insufficientemente ragionata.
Proviamo a guardare il problema da un altro punto di vista: tutte le piccole cucine partono da un dato positivo, niente di ciò che vi è collocato è infatti troppo disperso o poco accessibile. E, per l’appunto, il comodo accesso a ogni elemento e oggetto è uno degli aspetti più importanti per la buona funzionalità di una cucina, piccola o grande che sia.
Una delle regole fondamentali nella sistemazione di una cucina è, quindi, che quanto più frequentemente una cosa viene usata, tanto più essa deve essere facilmente accessibile.
La cucina è forse lo spazio tecnologicamente più complesso nelle abitazioni moderne: una macchina, con meccanismi più o meno sofisticati, in cui il controllo di ogni singola parte è presupposto fondamentale per un funzionamento corretto ed efficace e strumento necessario a evitare inutili sprechi di energia e tempo.
Un altro importante criterio da seguire riguarda l’adattabilità dello spazio. E’ vero che in un ambiente così “funzionale” ogni elemento trova una collocazione e un utilizzo ottimale, ma è anche vero che l’uso che noi facciamo di questa stanza non è sempre uguale. Qualche margine di libertà di movimento e di azione, la possibilità di lavorare in più persone, o di stare seduti mentre qualcuno lavora, di mangiare anche un semplice spuntino, di vivere insomma lo spazio del “lavoro” in modo più libero ed elastico diventa un grande pregio per un ambiente che non deve diventare di serie B rispetto alle altre stanze della casa, ma essere aperto a tutti i componenti della famiglia. Non solo luogo esclusivamente “tecnico”, necessario cioè a soddisfare l’esigenza fisiologica del nutrirsi, non va considerato solo per la sua funzione, come fosse un aspirapolvere in rapporto a pulire.
Un terzo aspetto da non dimenticare riguarda l’ampiezza sia della superficie di lavoro sia di quella di contenimento. E’ importantissimo infatti poter contare su un comodo piano d’appoggio sgombro da oggetti o piccoli elettrodomestici spesso inutili. Altrettanto prezioso è lo spazio che riusciremo a ottenere per contenervi pentole, tegami, piatti, bicchieri, ciotole e ogni altro strumento di lavoro o suppellettile per la tavola, così come lo spazio riservato al cibo, dalle scorte di pasta, riso, cereali, biscotti, zucchero, agli elementi non deteriorabili in genere.
Potremo scegliere mobili chiusi da antine, come le basi e i pensili della maggior parte delle cucine che si trovano sul mercato, o pareti attrezzate da mensole e da pochi elementi chiusi, magari solo da tendine, o ancora carrelli su rotelle con cestini in vista. Ciò che conta sarà la possibilità di mettere al momento opportuno ogni cosa al proprio posto, per liberare al massimo l’area effettiva di lavoro.
Non spaventiamoci però: se i grandi spazi delle cucine di una volta, con grossi tavoli dal piano di marmo posti al centro della stanza, sono difficili da ritrovare nelle nostre case, è anche vero che un piano di lavoro profondo 60 cm e largo 90 cm in prossimità del fornello e uno aggiuntivo, anche di dimensioni molto minori, posto accanto al lavandino, sono più che sufficienti per lavorare senza fastidi durante la preparazione dei cibi.
Il quarto consiglio riguarda, infine, il metodo generale di scelta dell’arredo. L’errore che fanno molti quando scelgono la cucina è quello di trovare prima una composizione tipo di un particolare prodotto e poi cercare di adattarla al proprio caso.
Sebbene l’offerta oggi disponibile sia estremamente duttile quanto a ingombri e adattabilità spaziale, è sempre meglio non intestardirsi su un particolare tavolo, un frigorifero maxi, un elemento a isola che nel nostro ambiente pregiudicherebbe la generale godibilità del locale. Meglio fare ogni scelta con “misure alla mano”, ricordando che in cucina un progetto ragionevole è molto meglio di una scelta di solo stile.
Usiamo la logica, il buon senso e troveremo il modo, anche da soli, di organizzare razionalmente lo spazio che abbiamo a disposizione, scegliendo ciò che è importante per noi e sacrificando ciò che lo è meno.
L’essenziale in uno spazio minimo:
il piano cottura, una dispensa a tut-
ta altezza e un frigo sotto il lavello.
Il passaggio tra i due lati del locale
deve essere di 120 cm.

I MATERIALI
E’ vastissima la gamma di materiali utilizzabili per comporre o rivestire gli elementi che costituiscono la cucina. I piani di lavoro: da quelli più costosi in marmo e granito ai comodi pannelli di fibra resistente e laminata; antine e cassetti possono essere i medium density laccato al poliestere in vari colori o impiallacciato con legno nelle colorazioni naturali delle varie essenze, o altrimenti trattato con vernici, o ancora possono avere telai in legno o acciaio e tamponamento in vetro, rigato, sabbiato o rinforzato con una rete d’acciaio a maglia quadrata.
Piastrelline in ceramica 10 x 10 cm o tesserine da mosaico, fatte a mano o industrialmente, possono rivestire la parete verticale tra base e pensile. Anche per i pavimenti la scelta è vastissima: ceramica, grès, cotto naturale o monocottura, piastrellone di gomma, materiali vinilici o acciaio sono solo alcune delle innumerevoli possibilità.
L’AREA DI LAVORO
Di norma una cucina non deve risultare inferiore ai 6 m . L’altezza deve essere almeno di 2,70 m, e devono esservi luce e aerazione naturale per una generale abitabilità dell’ambiente. Al di là di questi dati di base, la zona di lavoro può essere progettata e organizzata secondo le peculiarità di ogni ambiente. Ferme restando le quattro categorie di funzioni che abbiamo individuato nella premessa (preparare i cibi, conservarli, contenere gli strumenti, smaltire rifiuti e odori) e la quinta, facoltativa e spesso sacrificata negli ambienti più ridotti (pranzo in cucina), sono molte le possibilità aggregative degli elementi che definiscono lo spazio del lavoro.
Possiamo ricondurle però a sei gruppi principali, che sono:
1. La cucina in linea
2. La cucina ad angolo
3. La cucina in linea in uno spazio soggiorno
4. La cucina a sviluppo irregolare
5. La cucina a golfo
6. La cucina a blocchi separati
L’area di lavoro si sviluppa linearmente in se-
quenza. Appena entrati nel locale, nello spazio
più largo (90cm) il frigorifero, poi un mobilet-
to contenitore per pentole, il blocco cottura, i
due lavelli. Poiché il locale è stretto e lungo,
è stato ricavato un secondo locale office/dis-
pensa di dimensioni molto ridotte, ma molto
pratico. Per consentire facilità di movimento
nel lavoro sono stati lasciati 75cm di spazio
libero, dietro i quali è stato possibile preve-
dere un piano d’appoggio per la prima cola-
zione a tutta lunghezza, adattato all’irregola-
rità del locale. Mensole profonde 30cm attrez-
zano anche la parete opposta, consentendo
maggiore superficie d’appoggio. Un accorgi-
mento: il piano colazione può avere dei cas-
setti per contenere posate, tovaglie, etc.

L’area di lavoro si sviluppa ad angolo.
Questa disposizione, se le profondità
del locale lo consentono, è ideale
perché permette una maggiore flessi-
bilità rispetto allo sviluppo in linea.
Più persone possono occupare con-
temporaneamente lo spazio senza
intralciarsi, perché le tre zone, lavag-
gio, cottura e pranzo, costituiscono
un triangolo d’azione ben equilibrato.
Questa cucina occupa 6,75m , eppure
è molto ben sfruttabile.
In un monolocale è possibile
ricavare un angolo cottura
aperto sul soggiorno. L’area
di lavoro è ridotta all’essen-
ziale: in poco più di 2m coe-
sistono la zona dei fuochi, il
lavello, il frigorifero, un ar-
madio contenitore laterale
aperto sul fianco. Come pia-
no di lavoro è necessario
utilizzare anche il tavolo da pranzo.
L’irregolarità dell’ambiente è
stata seguita dall’andamento
della composizione. Il blocco
cottura nell’angolo consente il
facile collegamento tra la zona
del lavaggio e quella del piano
di lavoro. Le basi aggregate
costituiscono uno spazioso pia-
no d’appoggio. Il frigorifero
conclude la composizione,
mentre alcune mensole attrez-
zano le pareti.

Una soluzione per un ambiente
piccolo, dove viene ricavato uno
spazio di lavoro funzionale, orga-
nizzato sui tre lati, con un piano
a C ben sfruttabile. Dal punto di
vista dimensionale il locale non
raggiunge i 6m prescritti per la
cucina ed è stato quindi ampliato
comprendendo il disimpegno
antistante, in comunicazione di-
retta con la zona giorno dell’abi-
tazione.

Questa soluzione prevede
un’organizzazione dello spazio
di lavoro divisa in tre zone ben
distinte: la zona del conservare
(dispensa-frigorifero), la zona
lavaggio (lavello-lavastoviglie),
la zona cottura, a penisola, nel
centro della stanza, vero fulcro
d’azione dell’intero ambiente.
IL PIANO DI LAVORO E LA ZONA PRANZO
Abbiamo visto quanto sia importante ricavare uno spazio piano libero per lavorare. Nelle cucine di una volta il tavolo da lavoro, situato in mezzo alla stanza, era poi usato per il pranzo. Oggi molte piccole cucine non hanno fisicamente la possibilità di contenere un grande tavolo multiuso. Diventa allora obbligatorio sfruttare piani offerti dalle basi, se scegliamo una cucina a sistema base-pensile. Oppure un’alternativa potrebbe essere quella di scegliere un tavolo estraibile. Ne esistono anche di relativamente spaziosi, ben utilizzabili anche come tavolo da pranzo per quattro-cinque persone.
Un’altra possibilità è quella di optare per i tavoli a penisola, con un lato fissato alla parete o al sistema cucina stesso.
L’ANGOLO COTTURA
Comunemente, si definisce così la porzione di spazio compresa nella zona soggiorno e dedicata all’attività di cucina. Non un locale autonomo, perciò, ma un aggregato in linea o ad angolo, generalmente di ingombro assai limitato (lo standard è di 3,10 m lineari, ma si può scendere fino a 2 m), che necessariamente deve poter soddisfare i principali requisiti di una cucina efficiente, semmai con qualche attenzione in più negli aspetti visivi dell’aerazione.
Il primo è un fattore di ordine estetico, dovuto alla presenza della “macchina cucina” nel più generale ambiente giorno: questa dovrà inserirsi nell’ambiente gradevolmente e senza forzature, addirittura mimetizzandosi. Il secondo riguarda direttamente la vivibilità del locale “open”, dove gli odori devono essere smaltiti presto, con una ventilazione naturale o forzata.
LE ISOLE
Ereditato dalla tipologia americana e dalla concezione delle cucine del passato, dove attorno al tavolone dotato di cassetti si svolgeva tutto il lavoro relativo all’alimentazione, è il sistema a isola, che prevede un elemento staccato dalle pareti, perciò accessibile da più persone e da tutti i lati, dove concentrare a scelta il piano di lavoro, i fuochi, il contenitore. E’ un sistema di grande praticità proprio per il vantaggio dell’accessibilità totale e dell’equidistanza da ogni angolo dell’ambiente. Non sempre però è possibile adottarlo: le cucine troppo strette, naturalmente, non consentono questo tipo di soluzione.
LE PARETI ATTREZZATE
La parete attrezzata per cucine rappresenta da qualche tempo un fenomeno che sta cambiando profondamente lo scenario del mercato. Sono sempre più numerose le aziende che, sia per problemi di costi, sia per adeguarsi a una domanda di gusto più giovane e meno scontata del tradizionale sistema base – pensile, che per quarant’anni è stato associato all’idea stessa di cucina, si stanno orientando verso sistemi a parete semplici.
Il principio è quello della cremagliera – parete: i pannelli costituiscono il rivestimento stesso dell’ambiente (boiserie in legno, in acciaio, piastrelle ect.). A questi pannelli ogni tipo di attrezzatura viene agganciata liberamente e con grande flessibilità anche nel tempo (le mensole possono essere alzate, aggiunte e spostate). Anche la cappa viene fissata alla parete. Possono inoltre trovarvi posto tubi attrezzati con portacoltelli, appendini, leggii, portarotoli, portasciugamani e ogni altro genere di accessorio. Un modo nuovo di concepire la cucina, più adatto alle esigenze di oggi e meno ossequioso verso un ambiente che deve essere prima di tutto ricco di personalità.
LA DISPENSA
Se con questo nome una volta si poteva intendere un vero e proprio locale adibito alla conservazione dei cibi, nell’accezione odierna il concetto si lega all’immagine di un armadio, di un contenitore aperto o di una qualsiasi struttura orientata al contenimento di tutti gli alimenti non deteriorabili a temperatura ambiente. In alcuni casi la dispensa, come una sorta di cabina armadio della cucina, può ancora occupare uno spazio autonomo rispetto al locale cucina vero e proprio.
Le dimensioni di questo spazio possono essere ridotte al minimo. Si tratta in realtà di una “appendice” allo spazio cucina, separata ma in relazione con questo. Gli scaffali possono essere lasciati in vista e il minilocale può essere mascherato da una porta, da una tenda o da una veneziana.
Quando invece la dispensa, sintetizzata in un singolo mobile contenitore, entra in cucina, essa potrà essere dei tipi più diversi: il pezzo di memoria, citazioni di una cucina come quelle che si facevano una volta; la colonna dotata di meccanismo estraibile, integrata al resto degli elementi del sistema con il quale abbiamo scelto di fare la nostra cucina; il mobile fatto su misura, in funzione della particolare conformazione del nostro spazio; il contenitore semplice, a scaffali in vista, rallegrato, magari, da lavori di bricolage.
Gli esempi possono continuare, secondo i casi, la necessità e i gusti personali. Ciò che importa è non dimenticare questo elemento insostituibile di ogni comoda cucina.
LA LAVANDERIA
Per concludere, uno spazio che può essere dotato di vita propria, ma che può anche essere assimilato a quello della cucina, è l’angolo della lavanderia.
Se la vostra casa è troppo piccola per disporre di un bagno di servizio, ma non volete per questo sacrificare il bagno principale inserendovi una lavatrice, la soluzione può essere offerta da uno spazio anche minimo ricavato in cucina.
Lavatrice e caldaia per riscaldamento e acqua calda possono occupare una nicchia larga non più di 65-70 cm, che può essere chiusa da una veneziana.
Un’altra soluzione consiste nell’incassare a muro la lavatrice e, se necessario, l’essicatoio del bucato, guadagnando spazio anche per delle mensole molto utili per riporre detersivi e biancheria.
SERRE E VERANDE
Serre e verande addossate all’edificio creano tra lo spazio esterno e lo spazio interno un collegamento, quasi una compenetrazione, che, a differenza del terrazzo, perdura tutto l’anno, anche durante l’inverno, e permette di ospitare senza problemi piante delicate e esotiche.
Molto in voga a metà dell’Ottocento, le serre furono create per ricoverare collezioni di piante esotiche che in grandi quantità arrivavano in Europa dalle colonie. Dedicati dapprima solo alla collezione e alla coltivazione, questi spazi divennero gradualmente il luogo ideale per poter “stare in giardino” anche con il freddo e il maltempo.
La riacquistata popolarità di queste strutture nell’ambito del giardinaggio amatoriale si deve non tanto al fatto che esse permettono di coltivare le specie più strane ed esotiche, quanto al fatto che, soprattutto nei piccoli appartamenti di città, diventano uno spazio in più guadagnato al soggiorno o alla cucina. Il “giardino d’inverno” crea un ambiente luminoso, ideale per lavorare e scrivere, ricevere gli amici o giocare: giardino e salotto in tutte le stagioni. Il giardino d’inverno, in città, può essere una valida alternativa al giardino perché rende fruibile per gran parte dell’anno uno spazio confortevole.
Numerose aziende propongono modelli in legno o metallo di aspetto moderno e flessibile, adattabile a ogni contesto, o rifatti sul disegno delle serre inglesi originali di fine Ottocento, in forme classiche o gotiche, con tetti aguzzi e pinnacoli, o dalle linee più morbide e tondeggianti. Meglio comunque chiedere la consulenza di un architetto che saprà consigliarvi su quali modelli orientarvi e che risolverà i problemi relativi alla richiesta di eventuali permessi comunali.
Questo è un promemoria utile da tenere presente:
- consultare le norme edilizie locali e verificare se la struttura prescelta è conforme alle leggi; consultare l’amministratore del condominio per quel che riguarda i permessi o l’approvazione che l’assemblea dei condomini deve rilasciare;
- controllare i materiali che costituiscono la struttura della veranda e richiedere materiali resistenti agli agenti atmosferici e vetri infrangibili, possibilmente doppi;
- assicurarsi che sia stato previsto un adeguato sistema di smaltimento delle acque meteoriche e che la struttura possa resistere a un carico anche consistente di neve;
- verificare l’isolamento acustico e termico della veranda
- accertarsi che il tipo di pavimentazione scelto sia robusto, facile da pulire e ben isolante da freddo e umidità;
- prevedere una ventilazione adeguata: finestre grandi e piccole e schermi che proteggano dal sole sono irrinunciabili nel caldo clima italiano. Per l’estate sarebbe addirittura consigliabile un piccolo sistema di condizionamento o almeno dei ventilatori a pale a soffitto.
La scelta delle piante adatte all’arredo vegetale del giardino d’inverno non presenta particolari difficoltà, se poi il giardino è riscaldato anche nella stagione fredda le specie idonee sono innumerevoli. Se invece nella serra non vi sono radiatori o altre fonti di calore la scelta si restringe, anche se, per la verità, di poco: ad agrumi, gelsomini, oleandri e altre piante mediterranee per non soffrire basterà che la temperatura dell’ambiente non scenda sotto lo zero.
A questo provvederà il calore che si accumula nella serra nei giorni di sole, o il tepore emanato dalle porte e finestre di casa e intercettato dall’ambiente serra invece di disperdersi all’esterno.
Questo è un altro vantaggio che la serra potrà offrirvi: creare un filtro non solo estetico ma anche funzionale al risparmio dell’energia necessaria al riscaldamento, poiché essa sfrutta nel modo più semplice l’energia termica del sole.

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