Teatro greco e romano

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Il teatro greco e il teatro romano

La nascita del teatro romano risale al 240 a.c. quando allo schiavo greco Livio Adronico fu ordinato di comporre opere teatrali basate sul modello greco, conosciuto dai romani dopo aver conquistato le colonie greche dell'Italia meridionale.
A differenza del teatro romano che era nato solo ed esclusivamente per divertimento, il teatro greco nasce sotto un profilo religioso,la partecipazione era obbligatoria, e dato che alle persone veniva privata una giornata lavorativa venivano pagate. Il teatro greco sorgeva fuori città, in aree sacre vicino templi, ed era costruito su pendii, il teatro romano invece era costruito nel centro delle città ed era un vero e proprio edificio, questo era possibile grazie alla conoscenza da parte dei romani dell'arco e della volta, conoscenza estranea per i greci. Per tutto il periodo che va dal 240 a.c all'anno 0 a Roma non vi erano teatri stabili, cosa già esistente in Grecia da secoli, a Roma invece per avere il primo teatro stabile bisogna aspettare il teatro di Marcello, costruito sotto l'ordine dell'imperatore Augusto.
Nelle scene si usavano macchine,costumi e maschere permettevano subito allo spettatore di riconoscere la posizione sociale del personaggio. Palluce ci tramanda un catalogo di ben 44 maschere, inoltre un'altra testimonianza si può ricavare dalle statuette di Lipari, rinvenute nelle tombe, le maschere sono riprodotte perfettamente. Ciò che è sconosciuta è la data della prima apparizione delle maschere nel teatro romano, si pensa però che prima di usare le maschere si usava un forte trucco che produceva più o meno lo stesso effetto. Nel teatro greco le maschere si erano diffuse ben prima che nel teatro romano, e inoltre qui fungevano da altoparlante, e le parti femminili venivano svolte da uomini.
come ben sappiamo ci sono due modelli teatrali: la tragedia,che si divide, in fabula coturnata (di argomento greco) e fabula pretexta (di argomento romano) e la commedia principalmente di argomento greco, la fabula palliata. I romani preferivano le commedie di argomento greco, perché, visto che le opere erano audaci, i romani prediligevanoper tutelare la loro moralità, che si svolgessero i Grecia.
Una caratteristica da sottolineare è che nel teatro greco e romano le discalie non erano estranee al testo (come nel teatro moderno) me ne erano parte integrante.
Comunque la critica si è soffermata molto sul rapporto di Plauto con la letteratura greca.
La commedia greca si divide in tre parti: antica, media e nuova, sviluppatasi con Melandro, e il tema principale è quello del giovane che si innamora di una ragazza di solito appartenente ad un ceto sociale più basso o una meretrice, che non poteva sposare, e dopo, alla fine della commedia si scopre che è di nobili origini. L'intreccio della commedia nuova viene ripreso da Plauto, ma a lui non interessa lo stato psicologico dei personaggi, ma l'intreccio perché il suo unico scopo è fare divertire il pubblico. Un'altra caratteristica del teatro di Plauto è il metateatro, cioè il teatro nel teatro, infatti Plauto nelle sue commedie faceva entrare certi problemi teatrali.
la morte di Plauto causò un duro colpo per il teatro romano che entra in crisi.
Dopo la morte di Plauto si affermò un altro commediografo, Terenzio. Anche Terenzio riprendeva i modelli della commedia greca nuova, ma al contrario di Plauto, era molto attento alla condizione psicologica dei personaggi, quindi con lui la commedia non fa più ridere e diventa più matura, il nome rimane lo stesso perché ha anche qui un lieto fine. Importanti sono anche i mutamenti strutturali della palliata, infatti nelle opere di Terenzio al contrario di quelle di Platone, c'è una barriera che impedisce agli attori di interagire con il pubblico, che così assume una forma passiva. Inoltre vediamo che se per Plauto il prologo ha una funzione descrittiva, cioè racconta l'antefatto, in Terenzio il prologo non ha attinenza con la vicenda, ma aveva una tendenza polemica. Infine un'altra caratteristica che distingue Plauto da Terenzio, è che in quest'ultimo vi è più spazio per il dialogo a scapito del monologo usato da Plauto.

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