Storia: dalla guerra del peloponneso all'inizio dei romani

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Dalla guerra del Peloponneso all’inizio dei Romani

Dopo la guerra del Peloponneso il mondo greco si trovò ad affrontare un periodo di grave crisi politica,economica e sociale con le due potenze,Atene e Sparta, la prima reduce dalla sconfitta mentre la seconda pur vincente fu notevolmente indebolita e non in grado di applicare con autorevolezza la propria egemonia nel territorio greco. Questa situazione aiutò notevolmente la potenza tebana che riuscì ad imporsi per circa un decennio grazie anche a due celebri quanto abili condottieri: Pelopida ed Epaminonda. La morte di questi, in battaglia,coincide con il declino di Tebe. Con la caduta di quest’ultima ad affacciarsi sullo scacchiere politico greco è una nuova potenza: la macedonia sotto il monarca Filippo II. Precedentemente questa occupava un’estesa regione a nord-est della penisola ellenica, la corte del re era presso la città di Pella ed era rimasta equidistante durante i numerosi conflitti.(agricola,pastorale,legname). La svolta della Macedonia si ebbe con l’acquisizione delle miniere d’oro della Tracia che gli permisero di ottenere cospicui introiti economici che furono ben impiegati (esercito-falange macedone- e città) e che portarono ad una straordinaria crescita della potenza. L’ascesa della macedonia coincise con la crisi delle polis greche che si allarmarono. Grazie alla vittoria di Demostene su Isocrate fu stretta un’alleanza di più polis per combattere la macedonia che, però con la sola battaglia di Cheronea (338°.C. in Beozia) abbatté l’esercito greco. Questa sconfitta portò le polis alla lega di Corinto nel 337 a.C. assieme ai macedoni; Filippo II fu eletto re della coalizione. Grazie a questa coalizione f. organizzò un’importante spedizione contro la Persia,egli però a causa di una congiura di palazzo perse la vita e fu sostituito dal figlio 20enne ma già comandante a Cheronea. Questo proseguì i piani espansionistici del padre contro la Persia di Dario III la prima battaglia significativa fu a Granico nel 334 a.C. e fu vinta da Alessandro. Proseguì quindi la sua vittoriosa cavalcata con l’esercito fino a Tiro, da lì si diresse in Egitto dove fu visto come un salvatore;ritornò quindi addietro e continuò la sua conquista verso l’Indo grazie ad una efficace politica di integrazione. La battaglia decisiva fu quella di Gaugamela nel 331. In seguito Alessandro conquistò le satrapie orientali. Le conquiste durate nove anni si interruppero nel 325. Alessandro si ritirò quindi a Babilonia, da lui fissata capitale dell’impero. A. si trovò quindi a gestire un impero estesissimo con culture diversissime tra loro che però cercò di far fondere. Alla giovane età di 33 anni, Alessandro, morì a causa di una violenta febbre. Nel periodo successivo, età dei diadochi, l’imperò si sgretolò fondamentalmente in tre grandi regni:di Siria sotto i Seleucidi,d’Egitto sotto la dinastia di Tolomeo e sotto gli Antigonidi il regno di Macedonia. I primi due regni divennero provincia romana nel a.C. 31. In questo periodo la cultura che caratterizza questi territori è quella ellenistica, la lingua era detta koiné, ed emerge un nuovo modello culturale che esaltava l’individualità che però portava molte insicurezze e paure che cercarono di combattere con due scuole filosofiche: l’epicureismo che sosteneva la totale estraneità degli dei dalla vita, il secondo fu fondato dal cipriota Zenone di Cizio è prese il nome di stoicismo che si poneva i medesimi obbiettivi anche se caricando il tutto con una profonda religiosità. Troviamo un cosmopolitismo e cioè non si era più solo cittadini della polis ma cittadini del mondo. In questo periodo la scienza ellenistica apporta numerose scoperte, trovando come capitale Alessandria d’Egitto dove sorgeva il museo (tempio delle nove muse delle arti e delle scienze). Questo era un centro di ricerca dove gli studiosi erano ospitati e disponevano di attrezzature. Annesso al museo c’era una grandissima biblioteca con testi catalogati.(calcolo anno solare errato di soli 7 minuti dal computo moderno e teoria geocentrica- Aristarco e Ipparco).

Nel III millennio in Italia si viveva allo stato della pietra levigata e di questa epoca non abbiamo documentazioni scritte, ma soltanto di testimonianze archeologiche. Sappiamo però suddividere lo stivale in varie civiltà: appenninica, nuragica in Sardegna,terramaricola in Emilia e villanoviana nel centro Italia. Quest’ultima è molto importante in quanto è considerata la civiltà preparativa a quella Etrusca. Dal II millennio a.C. abbiamo anche testimonianze scritte che ci fanno comprendere quanto in questo lasso di tempo ci furono dei cambiamenti significativi che dove c’era la cultura appenninica vi è la formazione di una nuova cultura chiama dagli storici Villanoviana.

Questa è considerata lo stato preparatorio della prima grande civiltà italica tra il XI e l’VIII secolo: gli Etruschi. Sulle origini di quest’ultima civiltà ci sono pareri discordanti anche se il più veritiero è sostenuto da una testimonianza di Erodoto che racconta di un popolo originario della Lidia che può essere riconducibile agli Etruschi che usavano una scrittura leggibile ma che ancora non è stata perfettamente tradotta. Questa era scritta in alfabeto greco e presenta analogie con il ceppo linguistico indoeuropeo. La civiltà etrusca, che trova il suo apice nel V secolo a,C,, era composta da numerose città autonome che strinsero delle leghe a carattere religioso e la cui più celebre fu la Dodecapoli. L’organizzazione politica aveva come capo dei sovrani, lucumoni, eletti a vita e assistiti da un consiglio degli anziani e che avevano potere giudiziario e militare. Questo sistema politico monarchico fu sostituito da una repubblica di tipo oligarchico con una sorta di senato e con un collegio di magistrati eletti annualmente (zilhat e maru). La società era economicamente non omogenea con la ricchezza concentrata nell’aristocrazia che viveva nel lusso mentre una grande maggioranza della popolazione viveva nella povertà. Attorno all’aristocrazia ruotava un grande numero di lavoratori dipendenti che erano tra libertà e schiavitù. L’economia degli Etruschi si basava sull’agricoltura infatti si coltivavano cereali,viti e olivi. Numerosi boschi fornivano il legno per la cantieristica navale e la costruzione di edifici. Grande importanza ebbero anche le risorse di materie prime ricavate dal sottosuolo, una su tutte i giacimenti minerari di ferro nell’isola d’Elba. Gli Etruschi praticavano una religione affine a quella greca con i dei che avevano solo nomi differenti; grande importanza veniva data ai rituali che interpretavano la volontà divina; grande importanza veniva data anche al culto dei morti, questi pensavano che la vita continuasse anche dopo la morte e ponevano i morti in sarcofagi con tanto di corredo funerario e suppellettili.

I Latini erano una gente di origine indoeuropea che si stabilì sui Colli Albani, la città più importante era Alba Longa. La principale attività economica di questi villaggi era la pastorizia praticata secondo la transumanza. Il ruolo di Alba fra l’ VIII e il VII secolo a.C. fu sostituito da una comunità sorta lungo il Tevere, che in pochi secoli sarebbe diventata il principale centro del grandioso impero romano. Le origini di Roma sono avvolte nella leggenda che però coincide in qualche modo con le testimonianze archeologiche (intorno al 700 a.C.) ; questa ben presto entra in conflitto con Alba per il predominio sul territorio. In età arcaica, cioè tra l’VIII e il VI secolo, Roma è governata da una monarchia non ereditaria ma elettiva dove il re è eletto dal senato(consiglio degli anziani) che è composto da membri delle gentes patrizie ed esisteva anche un magistrato chiamato ‘‘interrex’’ che fungeva da re in caso di vuoto di potere tra la morte di un re e l’elezione di un altro re.
La leggenda narra che in un periodo di 250 anni governarono i primi sette re di Roma anche se tutto questo è improbabile in quanto ogni re avrebbe dovuto governare in media per 35 anni. Tra questi 3 sono tarquini,cioè sovrani etruschi, che realizzarono numerose opere urbanistiche e trasformarono il sistema politico,militare e religioso romano. La cultura romana ricevette numerose usanze etrusche.
Fu adottato per l’esercito il sistema di combattimenti oplitico con l’arruolamento di uno strato più largo della popolazione. L’assemblea del popolo in armi, i comizi centuriati, acquisì notevole importanza e rimpiazzò lentamente i comizi curiati. La società romana arcaica è divisa in patrizi e plebei e si basa sulla familia (più estesa rispetto alla nostra): il pater familias esercita un potere illimitato sui membri e sui beni della famiglia; i patrizi, membri della gentes, compongono l’aristocrazia e partecipano attivamente alla vita politica;i plebei sono esclusi dalla vita politica e i rapporti con i patrizi sono regolati dalla clientela. L’organizzazione della popolazione prima dei tarquini era che Roma era divisa in 3 tribù e ognuna comprendeva 10 curie che servivano alla base del reclutamento militare. Le curie si riunivano in comizi curiati.

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