Dalla crisi del 1929 all'inizio della Guerra Fredda

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

La crisi economica del 1929 e l’avvento del Nazismo

La Germania si riprende dal punto di vista industriale, mentre dal punto di vista della politica la situazione è instabile. Alla morte di Ebert nel 1925 diventa presidente il generale Hindenburg, sotto la cui presidenza la produzione industriale ritorna ai livelli pre-bellici e anzi sale fino al 1929, l’anno della crisi economica negli Stati Uniti che si riversa subito in Europa e soprattutto in Germania, la quale era più legata a investimenti e finanziamenti americani. La crisi del 1929 causa un forte calo della produzione e un aumento della disoccupazione, da cui si originano tensioni sociali acuite dalle pressioni esercitate da imprenditori e finanzieri sul governo affinché questo facesse gravare sulle classi lavoratrici le difficoltà economiche. Causa l’inadeguatezza dell’esecutivo di Bruning si convocano nuove elezioni in cui si verifica l’ascesa dei nazisti, che da 12 passano a 107 deputati parlamentari. Il nobile cattolico Fritz Von Papen, alla guida del governo, controlla l’avanzata fascista, che grazie ad un’abile propaganda manipola e sfrutta il malcontento vigente in Germania, e la colpa viene riversata su ebrei, marxisti e potenze straniere. Grazie alla sfiducia della popolazione nelle istituzioni e nei partiti tradizionali i nazisti, appoggiati dai “trust” industriali e finanzieri, i nazisti conquistano l’appoggio dei disoccupati, piccola borghesia e proletariato. Anche i circoli militari sono vinti dal nazismo che prometteva di restituire alla Germania il suo antico ruolo di potenza mondiale.
La svalutazione del marco, il 20 novembre del 1923 era di 309 milioni al minuto: Hitler tenta il colpo di stato in una situazione di catastrofe nazionale. L’oro della Germania era stato impiegato completamente nei debiti di guerrra, per cui fu ipotecato il terreno dello stato per far fronte ai debiti.
Inghilterra e Francia permisero il pagamento in marchi e non più in oro e la Germania ebbe anche la concessione di prestiti da parte delle banche estere, dal 1924 comincia la rinascita economica della Germania.
Nel 1929, colpita dalla crisi degli USA, la svalutazione del marco raggiunge il 15%, i disoccupati sono 4 milioni.
Alle elezioni del 1932 i nazisti sono il primo partito tedesco, e Hitler viene nominato da Hindenburg cancelliere della Repubblica il 30 gennaio 1933. Nel giro di un anno Hitler trasforma il nazismo in regime, distruggendo ogni istituzione costituzionale e democratica. L’incendio del palazzo del Reichstag a Berlino il 27 febbraio 1933 fornisce l’occasione per promulgare le leggi eccezionali che aboliscono ogni libertà civile, e le squadre militari di Hitler scatenano una repressione contro ebrei, comunisti, sindacalisti e contro chiunque si fosse opposto al nazismo. Hitler ottiene pieni poteri dal Reichstag e crea la Gestapo, la Polizia Segreta di Stato e le S.S, milizie di difesa, sotto il comando di Heinrich Himmler.
Durante la notte dei cristalli Hitler disponde l’eliminazione fisica delle S.A poiché iniziano a costituire un pericolo per il suo regime. Alla morte di Hindenburg, quando Hitler ha già abolito i sindacati, l’autonomia dei Lander e fatto approvare una legge che riconosceva diritto d’esistenza al solo partito nazista, si autoproclama Fuhrer del parito, dello Stato e dell’Esercito così da avere su di sé ogni potere dei Reich.
La propaganda organizzata da Joseph Goebbels impone il controllo su tutti i mezzi di comunicazione di massa e ricorre a parate militari per pubblicizzare gli slogan nazisti. Con l’istituzione della Camera dell’economia del Reich nel 1934, tra il 1933 e il 39 si risolve il problema della disoccupazione, grazie a opere di lavori pubblici e commesse militari, che alimentano una corsa al riarmo.
Nel 1935 le Leggi di Norimberga definiscono gli ebrei “razza inferiore” e non possono più avere rapporti con gli ariani tedeschi.

La guerra civile in Spagna

Agli inizi del Novecento la classe dirigente formata da agrari, militari, burocrati, un clero ricco e potente controlla un Paese in condizioni sociali ed economiche arretrate. Lo strato più basso è costituito dagli operai, concentrati in Catalogna, l’unica regione industrializzata della Spagna.
Re Alfonso XIII è indotto dalle forze repubblicane e socialiste a lasciare la Spagna, che ottiene una Costituzione repubblicana sulla cui base i partiti progressisti fondano la loro battaglia contro clericalismo e l’arretratezza del Paese.
Tale battaglia è bloccata dalle forze monarchico-conservatrici che, sotto la guida del cattolico Gil Rrobles instaurano nel 1933 un forte regime autoritario.
Alle elezioni del 1936 trionfa il Fronte Popolare, unione delle sinistre (socialisti, comunisti, repubblicani, anarchici) che promosse un programma di riforme. Tuttavia masse operaie e contadine si ribellarono per ottenere una vera e propria rivoluzione dalla vittoria politica del Fronte Popolare.
Tuttavia i ceti che si opponevano alla rivoluzione (ceti possidenti, industriali e conservatori) potevano contare sull’appoggio della Falange e dell’esercito.
A capo del blocco reazionario c’è Franco, comandante delle truppe in Marocco che nel luglio sbarca i contingenti in terra spagnola, il quale apre le ostilità contro il governo repubblicano iniziando così una guerra civile che durerà 3 anni.
La guerra civile diventò guerra tra fascismo e antifascismo. Da una parte Franco, sostenuto da Hitler e Mussolini (avevano stipulato l’Asse Roma-Berlino che li impegnava a lottare a fianco di Franco contro il bolscevismo) e dall’altra l’Unione Sovietica e i volontari antifascisti di tutto il mondo, che formarono la Brigata Internazionale. Francia e Inghilterra non intervennero.
Franco vinse nel 1939 quando entrò a Barcellona, dopo un conflitto che aveva causato 600.000 morti.

L’Europa e il Mondo verso la guerra

Negli anni Trenta le idee nazi-fasciste sono affermate in gran parte d’Europa (Ungheria, Polonia, Jugoslavia, Spagna e Portogallo) mentre in Romania, Grecia, Bulgaria e Austria il potere delle destre condiziona l’opera dei governi. Fuori dall’Europa il Giappone è colpito dalle spinte autoritarie.
Le difficoltà economiche causate dalla crisi del 1929 estesero a livello internazionale un’aggressività che si espresse in una spinta espansionistica (Giappone in Asia, Italia in Etiopia, corsa al riarmo della Germania).
La maggior volontà alla guerra era quella tedesca che voleva riunire l’Europa sotto il Terzo Reich.
La Germania tentà un colpo di Stato a Vienna nel 1934, perse la vita il cancelliere austriaco Dollfuss ma poi il colpo di stato fallì grazie anche all’intervento italiano che protesse l’indipendenza austriaca.
Nel 1938 invece si verificò l’annessione dell’Austria al Reich (Anschluss).
Germania, Italia, Francia e Inghilterra si unirono alla Conferenza di Monaco per discutere della questione di Sudeti(regione cecoslovacca cui Hitler mirava). La volontà di pace affermata dagli stati tornò utile a Hitler poiché la Cecoslovacchia fu smembrata e occupata dagli eserciti tedeschi nel 1939.
Mussolini fu influenzato da Hitler, adottò una politica antiebraica (1938) e nell’aprile 1939 invase l’Albania.
Hitler il 23 agosto 1939 stipulò un patto di non aggressione con l’URSS.

La seconda guerra mondiale

Gli inizi della guerra e l’offensiva tedesca in Europa (1939-1940)

La guerra inizia nel 1939 quando la Germania attacca il I settembre la Polonia. Francia e Inghilterra, alleate con la Polonia, dichiarano a loro volta guerra alla Germania mentre l’Italia nonostante i Patti d’Acciaio non è pronta per intervenire.
Grazie alla tecnica militare Blitz-Krieg (guerra lampo) che prevedeva l’uso massiccio di aerei e carri armati, il 27 settembre le truppe tedesche raggiungono Varsavia e la Polonia deve capitolare. Inoltre l’URSS aveva preso possesso della parte orientale del Paese come previsto dagli accordi precedenti stipulati con la Germania.
L’URSS attaccò a novembre la Finlandia, che si era rifiutata di cedere delle basi militari per la difesa di Leningrado e così dovette cedere ai sovietici la Camelia.
La Germania ottenne il controllo del Mare del Nord grazie all’occupazione di Danimarca e Norvegia, e poté altresì usufruire delle risorse ferrose. In Norvegia Hitler pose un governo affidato al nazista Vidkun Quisling.
Il 10 maggio 1940 la Germania attacca la Francia; occupa Olanda, Belgio e Lussemburgo e sfonda la linea Maginot tra Namur e Sédan.
Gli anglo-francesi riuscirono a raggiungere Dunkerque il 3 giugno e si salvarono imbarcandosi per l’Inghilterra.
Mussolini decise allora di entrare in guerra al fianco della Germania (10 giugno 1940).
I Tedeschi avanzano in territorio francese e occupano Parigi; il nuovo capo del Governo, Pétain, firma un armistizio secondo il quale la Francia viene divisa in 2 parti: la parte nord-ovest diventa di occupazione tedesca, la parte sud, con capitale Vichy, vede un governo collaborazionista con a capo Pétain.
Il generale De Gaulle, fuggito in Inghilterra, lancia da Radio Londra un messaggio invitando i francesi a combattere il Fuhrer; tale invito viene accolto dall’esercito francese delle colonie e dagli animatori della lotta parigina (maquis).
Hitler decise di scatenare un’offensiva aerea sull’Inghilterra, dove si era creato un governo di coalizione presieduto da Winston Churchill, per preparare il terreno all’invasione. I suoi piani fallirono: gli inglesi reagirono all’attacco della Luftwaffe con l’aviazione Royal Air Force che inflisse perdite alla Germania grazie all’uso dei radar.
Hitler rinunciò a invadere l’Inghilterra, mentre in Romania sorgeva un altro governo fantoccio presieduto da Antonescu.
Il 27 settembre il Giappone aderì all’alleanza tra Italia e Germania (Patto Tripartito). Mussolini attaccò senza successo la Grecia in ottobre, e non ebbe successo nemmeno in Africa Settentrionale e Orientale, dove le truppe inglesi rimanevano vittoriose.

Il 1941 e l’ulteriore allargamento del conflitto a livello mondiale

In Africa Settentrionale i reparti corazzati dell’Afrika Korps (Germania) comandati da Ewin Rommell si unirono a quelli italiani cacciarono gli inglesi dalla Ciranaica, e occuparono Bengasi. Furono occupate la Bulgaria, la Jugoslavia e la Grecia nella Penisola Balcanica.
Gli Stati Uniti rafforzano i rapporti con la Gran Bretagna attraverso la Legge affitti e prestiti (presidente Roosevelt) che apriva un credito illimitato in materiale bellico agli Stati Stranieri (in particolare all’Inghilterra), la cui protezione fu fondamentale per l’America.
Hitler decise di scatenare un’offensiva contro l’URSS, per annientare il comunismo e assoggettarsi gli Slavi russi che egli voleva unire al Terzo Reich. I tedeschi occupano, secondo il Piano Barbarossa, il 22 giugno 1941 Ucraina, Paesi Baltici e Nord Crimea, mentre l’Armata Rossa ripiegava.
La tattica russa fu efficace: l’esercito tedesco rimase bloccato fuori Mosca dal rigido inverno e dall’azione della guerriglia partigiana. L’esercito tedesco fu sconfitto e con esso i suoi alleati, compresa l’Armata Italiana in Russia, decimata anche causa inadeguatezza dell’equipaggiamento.
Il 14 agosto 1941 Roosevelt e Churchill avevano sottoscritto la Carta Atlantica, documento che elencava principi democratici cui ispirarsi per ricostruire il mondo dopo la guerra, era un punto di convergenza tra democrazie occidentali e comunismo russo; soprattutto fu un manifesto ideologico contro le idee e le barbarie di Hitler.
Il Giappone attaccò la flotta americana al porto di Pearl Harbor (7 dicembre 1941) nelle isole Hawaii dove gli USA subirono ingenti perdite.
Il Giappone intraprese un’aggressiva campagna espansionistica, dichiarò guerra a Inghilterra, Canada e Australia, occupò Indocina, Hong Kong, Singapore, le Filippine, Borneo, Sumatra, Giava e nuova Guinea. Gli Stati Uniti decisero allora di entrare in guerra; Italia e Germania dichiararono guerra agli Stati Uniti (11 dicembre 1941).

Il “nuovo ordine” nazista in Europa e le svolte belliche del 1942-43

I nazisti imposero un regime di sfruttamento a tutti i paesi occupati e controllati; l’Est europeo era sottoposto a una sorta di dominio coloniale che sfruttava le risorse umane e materiali, e nel resto d’Europa, dove erano stati creati governi collaborazionisti, erano stati imposti contributi economici e il rispetto del controllo militare. Furono sfruttati Polacchi, Russi, Slavi, Zingari che erano usati come manodopera servile nei campi di lavoro.
Gli stermini maggiori riguardarono gli ebrei (4 milioni e mezzo) uccisi nelle camere a gas e distrutti nei forni crematori di Auschwitz, Dachau, Buchenwald, Mathausen, Treblinka. Nel 1942 gli antinazisti riportarono successi su tutti i fronti.
Gli americani bloccarono l’espansione del Giappone con le vittorie nel Mar dei Coralli e presso le isole Midway e la riconquista della base di Guadalcanal.
In Nord Africa l’avanzata delle truppe tedesche di Rommell fu bloccata nella battaglia di El Alamein in Egitto, dove ebbe inizio la vittoriosa riscossa inglese capeggiata dal generale Montgomery.
In Russia un nuovo attacco tedesco al sud del paese (Caucaso) per sottrarre alla Russia il petrolio, fu bloccato a Stalingrado e le armate tedesche comandate dal generale Von Paulus si dovettero arrendere.

Il 1943 e il crollo del regime fascista in Italia

Dopo che nel novembre 1942 un esercito anglo-americano comandato da Eisenhower era sbarcato in Marocco e Algeria, le truppe italo-tedesche furono sconfitte a Tripoli nel 1943 e gli Inglesi conquistarono la Libia. L’occupazione definitiva del Nord Africa avvenne il 15 maggio 1943 quando gli anglo-americani si impadronirono della Tunisia. Le truppe americane sbarcarono in Sicilia (10 luglio) con il quale iniziò la crisi del regime fascista.
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio i gerarchi fascisti riuniti nel Gran Consiglio chiesero le dimissioni di Mussolini; re Vittorio Emanuele III lo fa arrestare il 25 luglio e affida il nuovo governo al Maresciallo Badoglio, che decreta la scarcerazione dei prigionieri bellici e abolisce alcune istituzioni fasciste. Badoglio stipula con gli americani l’8 settembre l’armistizio di Cassibile, in seguito al quale l’Italia cade nella totale confusione: la penisola è occupata dai tedeschi che costringono Badoglio a rifugiarsi a Brindisi sotto la protezione degli Alleati. Parte delle truppe italiane pagò la non arresa ai tedeschi, uno degli episodi più gravi si verificò a Cefalonia, isole Ionie, dove migliaia di soldati italiani furono uccisi. Mussolini, prigioniero al Gran Sasso, viene liberato dai tedeschi e crea un governo fantoccio, la Repubblica di Salò, dalla località del Lago di Garda. L’Italia è divisa in 2: il Centro – Nord sotto Tedeschi e Mussolini, che reprimono l’azione dei partigiani, e il Sud, con il governo Badoglio, formato da partiti antifascisti, e occupato dagli anglo-americani, divenuti alleati italiani da quando il 13 ottobre Badoglio aveva dichiarato guerra alla Germania. Alla conferenza di Teheran dal 28 novembre al 1 dicembre Roosevelt, Stalin e Churchill stabilirono l’apertura di un nuovo fronte in Francia e di una serie di accordi in merito alla sistemazione post-bellica di Germania e Polonia.

La Resistenza

La resistenza era formata da gruppi di partigiani che portarono avanti un’azione di guerriglia contro le truppe tedesche. In Stati come Cina, Russia, Jugoslavia o Grecia la resistenza fu egemonizzata soprattutto dai comunisti; tra i casi più eloquenti dell’impegno partigiano va citata la Jugoslavia, dove i volontari comunisti guidati da Tito liberarono da soli il proprio Paese, prima che arrivassero gli eserciti alleati.
In Italia la lotta partigiana fu coordinata e diretta dai Comitati di Liberazione Nazionale, raggruppanti 6 schieramenti antifascisti: democratico-cristiano, comunista, socialista, liberale, d’azione, democratico del lavoro. Sul piano della lotta armata agiva il Corpo dei volontari per la libertà, affidato al comando di Luigi Longo, Ferruccio Parri e il generale Raffaele Cadorna; la direzione politica della guerra partigiana fu assunta dal Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia.
Venne attuata inoltre un’opera di preparazione politica in vista del riordinamento post-bellico: Vittorio Emanuele III trasferì i suoi poteri al figlio Umberto I che nominò Luogotenente del Regno, e i primi partiti antifascisti scelsero il nuovo primo ministro, Ivanoe Bonomi.
Il popolo insorse a Napoli dove tra il 27 e il 30 settembre il popolò riuscì a liberarsi dei Tedeschi prima dell’arrivo degli Alleati. La lotta partigiana significò anche sacrifici dei civili; a Marzabotto l’intero paese (1800 abitanti) fu massacrato e alle Fosse Ardeatine 335 ostaggi furono fucilati per ritorsione ad un attentato compiuto a Roma contro una colonna tedesca.

1944-1945: La vittoria definitiva degli Alleati

Nel mese di gennaio la controffensiva dell’Armata Rossa riuscì a conquistare l’Ucraina e la Crimea e a spingersi fino in Polonia, così da liberare il territorio russo. Le città tedesche erano martellate dai bombardieri americani che decretarono grosse stragi, a Berlino un solo attaccò provocò 50.000 vittime e Dresda fu rasa al suolo nel 45; Hitler ripagava l’Inghilterra con la stessa moneta contro la quale usò i nuovi razzi teleguidati (V1 e V2). La maggiore difesa nazista restava il Vallo Atlantico, sistema difensivo che Hitler aveva fatto costruire lungo le coste francesi per mantenersi al riparo da eventuali attacchi in quell’area dopo la caduta del fronte italiano. Fu contro questo dispositivo che gli anglo-americani scatenarono la più massiccia offensiva, il 6 giugno 1944 iniziò lo sbarco in Normandia, sotto Eisenhower gli alleati liberarono Parigi e poi puntarono al cuore della fortezza germanica mentre alla Francia liberata si insediava il governo del generale De Gaulle.
La resistenza al nazismo si fece più consistente, un attentato ad Hitler fallì causando ancora vittime sospettate di tradimento al nazismo.
Su altri fronti europei gli Alleati raggiunsero risultati alterni: In Italia uscirono vittoriosi dalla battaglia di Montecassino, raggiunsero Roma e Firenze ma furono bloccati lungo la linea gotica, l’Appennino Tosco-Emiliano.
Furono più consistenti i successi riportati dall’Armata Rossa nell’area baltica e nella Penisola Balcanica dove i paesi alleati dei tedeschi furono costretti a cedere le armi tra settembre e ottobre 44. I nuclei partigiani liberarono anche Jugoslavia e Grecia, in quest’ultima il tempestivo sbarco degli Inglesi servì ad imporre un governo non comunista.
In previsione della fine della guerra i capi di stato di USA, URSS e Inghilterra si riunirono nella Conferenza di Yalta (4-11 febbraio 1945) dove misero a punto l’attacco definitivo alla Germania.
Tra marzo e aprile 1945 la morsa intorno a Hitler si strinse sempre più, grazie all’avanzata dei Russi da Est e degli anglo-americani da Ovest. A metà aprile di mise in movimento anche il fronte italiano dove i partigiani liberarono le maggiori città prima dell’arrivo degli alleati che, superata la linea gotica dilagarono in Pianura Padana. Mussolini tentò allora la fuga in Svizzera ma fu catturato dai partigiani a Dongo, sul Lago di Como e fucilato per ordine del Comitato di Liberazione dell’Alta Italia il 28 aprile.
In Germania furono gli ultimi giorni della Battaglia di Berlino, Hitler si suicidò il 30 aprile e la Germania capitolò e firmò la resa per mano dell’ammiraglio Doenitz.
Il Giappone era già virtualmente distrutto dopo le sconfitte presso l’isola di Leyte nelle Filippine e con gli sbarchi a Iwo Jima e Okinawa, ma il Giappone continuava una resistenza con la tecnica dei kamikaze.
Il nuovo presidente Henry Truman succeduto a Roosevelt decise di usare contro il Giappone le nuove armi nucleari. Due bombe atomiche furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki (9 agosto) mentre l’URSS dichiarava guerra al Giappone occupando Corea e Manciuria. Il Giappone dovette capitolare firmando una resa senza condizioni firmata il 2 settembre a bordo della corazzata americana Missouri. La seconda guerra mondiale aveva causato 50 milioni (di cui 30 nella sola Europa) di morti e lasciava all’umanità l’eredità della minaccia nucleare.

Il secondo dopoguerra e il processo di decolonizzazione

La fine della centralità europea e il bipolarismo

Vi fu una crisi della tradizionale centralità europea e l’ascesa di Stati Uniti e Unione Sovietica. Alleate contro il comune nemico nazifascista fino al 1945, cominciarono a contrapporsi nella seconda metà degli anni ’40 e questa contrapposizione bipolare (durata fino agli anni 90) è il tratto dominante dell’età del bipolarismo. La particolare natura delle due superpotenze, gli Stati Uniti leader del capitalismo mondiale e l’URSS leader della rivoluzione comunista mondiale, la contrapposizione fu assoluta; ideologica tra modelli di sviluppo sociale ed economico, di ordine politico, due visioni del mondo e della storia. Questo periodo fu definito guerra fredda e generò un equilibrio problematico e instabile, che produsse una divisione del mondo in due blocchi di stati integrati nella sfera di influenza e dominio di Stati Uniti e Unione Sovietica.

I primi eventi post-bellici e l’inizio della Guerra Fredda

Nasce l’ONU con lo scopo di tutelare la pace e la cooperazione mondiale, garantendo a tutte le Nazioni piena uguaglianza di diritti. Accanto all’Assemblea Generale, che comprende i rappresentanti di tutti gli Stati aderenti, c’è il Consiglio di Sicurezza, composto da 11 membri di cui 6 eletti dall’Assemblea a turno biennale e 5 permanenti (i 5 grandi, vincitori della guerra: USA, URSS, Francia, Inghilterra, Cina). I 5 hanno diritto di veto su ogni decisione del Consiglio di Sicurezza.
Secondo la logica dei blocchi la spartizione del mondo era in zone d’influenza che premiava soprattutto USA e URSS, come appariva nei trattati di pace. Con la conferenza di Postdam, tra il 17 luglio e il 2 agosto 1945, si confermò la divisione della Germania in quattro zone d’occupazione (inglese, francese, russa e americana). La Polonia dovette cedere all’URSS i territori bielorussi e ucraini ricevendo in cambio le regioni tedesche fino alla linea Oder-Neisse. L’URSS riottenne le zone baltiche e parte della Prussia Orientale. Alla Conferenza dei ventuno vi fu la definizione dei trattati di pace con gli ex alleati della Germania.
L’Italia dovette cedere Rodi e il Dodecaneso alla Grecia, Briga e Tenda alla Francia, l’Istria alla Jugoslavia e inoltre fu tenuta a rinunciare a tutte le colonie. Trieste e provincia divennero territorio libero, diviso tra anglo-americani e Jugoslavi, Ungheria e Romania tornarono alle frontiere del 1938, la Francia cedette all’URSS parte della Camelia e Vyborg, l’Austria fu interdetta dall’annessione con la Germania, la Bulgaria cedette la Tracia meridionale alla Grecia e la Dobrugia alla Romania.

In Europa centrale l’URSS costruì una sorta di cordone obbligando Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Bulgaria e Romania a dotarsi di regimi comunisti filo-sovietici definiti democrazie popolari. Il controllo economico fu sancito dalla nascita del Comecon con quale l’URSS si riservò il diritto di coordinare i rapporti economici con gli Stati socialisti dell’Europa dell’Est.
Gli Stati Uniti per i paesi occidentali adottarono il Piano Marshal, una serie di finanziamenti tesi a favorire la ripresa economica in cambio dell’estromissione dei comunisti dalle funzioni del governo e dell’instaurazione di solidi legami politici e militari con l’America. L’ordinamento fu adottato anche per la Grecia dove gli USA dovettero intervenire per sostenere il governo locale contro un tentativo di rivolta comunista.
Gli Stati Uniti stipularono con i paesi occidentali il Patto Atlantico (1949) all’interno del quale prese vita l’alleanza militare della NATO in funzione antisovietica.
L’URSS in risposta creò il Patto di Varsavia che servì per siglare i rapporti militari tra URSS e i regimi socialisti dell’Est Europa.
Nel 1948-49 ci fu il Blocco di Berlino: i sovietici, reagendo al progetto occidentale di unificare la Germania dell’Ovest, bloccarono ogni accesso via terra alla città. La crisi sfociò nella divisione della Germania: Repubblica Federale Tedesca (RFT) con capitale Boon e sotto il controllo occidentale e la Repubblica Democratica Tedesca (DDR) con capitale Pankow, sotto l’influenza sovietica.
Dopo che l’URSS ebbe possesso della bomba atomica (1949), USA e URSS si scontrarono con la propaganda, la diplomazia, i ricatti economici, in conflitti locali in diverse parti del mondo.
Nel 1950/53 si verifica la guerra in Corea: gli USA sotto la protezione dell’ONU intervengono a sostegno del governo filo-occidentale della Corea del Sud, l’URSS e la Cina appoggiano il regime comunista della Corea del Nord. Il conflitto rischiò di sfociare in una nuova catastrofe mondiale, ma alla fine si risolse con la spartizione della Penisola Coreana sulla linea del 38° parallelo, che segnò il confine tra Stato del Nord e del Sud.

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  1. silvano

    sto cercando una relazione tra economia aziendale e la caduta del muro di berlino

  2. Valentina

    Sto cercando un riassunto della seconda mondiale con collegamenti interdisciplinari. Sostengo l'esame di terza media. Scuola media di Macerata

  3. samantha

    come si svolgono ji esami di terza media?Qnt tempo?Che tipo di domande?grazie 1