Storia europea dal '500 al '700

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Testo

GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA
Nel 1559 Enrico II partecipò ad un torneo per festeggiare la pace di Cateau-Cambresis e una scheggia di lancia gli si conficcò in un occhio ferendolo a morte. Questo fu succeduto da Francesco II che morì dopo un anno, così il trono passò nelle mani della madre Caterina de Medici, questa dovette far fronte a problematiche politiche e religiose non da poco. Infatti in questo periodo, alla fazione cattolica, a cui facevano capo i Guisa, si contrapponeva quella protestante, capitanata dai Coligny. Così la reggente decise di porre fine a queste lotte lasciando abbastanza libertà ai calvinisti. Gli ugonotti (calvinisti) erano organizzati molto bene e avevano il controllo di molte cariche governative. Per questo riuscirono ad organizzare un colpo di stato che, nel 1562, venne fermato dai Guisa i quali nello stesso anno presero le armi e ne uccisero un gran numero. Così iniziarono un gran numero di battaglie intestine le quali la regina non riuscì mai a fermare finché nel 1572, nella notte di San Bartolomeo, il popolo parigino antiprotestante scatenò una feroce caccia all’ uomo in cui vennero uccisi a tradimento migliaia di ugonotti tra i quali il capo ugonotto.
Dopo la morte di Carlo IX andò l trono Enrico III inizialmente alleato con gli spagnoli cattolici; dopo il disastroso fallimento dell’Invincibile Armata Enrico III voltò le spalle a Enrico di Guisa e si alleò con Enrico di Borbone che era protestante. Enrico III venne ucciso da un frate cattolico però ebbe il tempo di destinare al trono Enrico di Borbone però solo a condizione che si convertisse ad essere cattolico. A questo punto sale al trono col nome di Enrico IV; allora Filippo II timoroso che il potere francese fosse caduto in mani protestanti organizzò guarnigioni in molte città, subito il nuovo sovrano nella cattedrale di Saint-Denis abiurò il calvinismo e si proclamò cattolico. Nel 1598, con l’editto di Nantes si arrivò ad una pace interna, nella quale veniva dato il privilegio ai calvinisti di poter ricoprire cariche politiche. In questo periodo si formò uno stato moderno con un esercito permanente, istituzioni giudiziarie questo iniziò ad assomigliare ad una monarchia assoluta.
La ragion di stato è la norma dell’azione politica, cioè le leggi che regolano l’azione di governo, in seguito però si trasformò in giustificazione e legittimazione dell’operato dello stato e di ogni tentativo volto a rafforzare e a consolidare la potenza.
L’assolutismo creò gravi lotte intestine nei vari paesi. Si ebbero gravi tensioni in Francia, Inghilterra e Spagna.
‘600
Nel seicento ci furono gravi crisi:
- crisi demografica: nella quale molto spesso c’è stato un decremento demografico
- polarizzazione della ricchezza: già durante il ‘500 si era visto che, grazie all’aumento della popolazione e alla diminuzione dei costi di manodopera, sempre più i proprietari si arricchivano e sempre più i poveri si impoverivano, inoltre i ricchi spendevano in cose lussuose e quindi la popolazione diveniva ancora più povera.
- Aumento dell’età matrimoniale, poiché il reddito diminuiva sempre più si doveva aspettare per far sposare i ragazzi e così anche le nascite diminuiscono
- Clima, la temperatura inizia a diminuire e quindi inizia la carestia; infatti si coltivavano solo cereali
- Cerealizzazione, più varia è la coltura più difficile è che succedano carestie, ma poiché essi coltivavano solo cereali la carestia è stata inequivocabile
- Epidemie, il calo della produzione agricola provocò epidemie poiché le diete non erano più complete e quindi c’è stato u indebolimento dei corpi
- Rifeudalizzazione, ripristino dei diritti signorili ai danni dei contadini, aggravamento canoni d’affitto, riduzione libertà personale, moltiplicazione delle prestazioni d’opera gratuita. Piccole proprietà cadevano nelle mani dei signori.
- Riduzione afflusso di oro e argento americani, con seguente sbandamento nel sistema monetario europeo.
- Conseguente crisi delle attività commerciali.
Francia
Nel 1610 Enrico IV venne ucciso e il figlio piccolo Luigi XIII prese il suo posto, però al posto di questo regnò la madre Maria de Medici. La scomparsa del sovrano riaccese le turbolenze degli ugonotti e l’irrequietezza della grande nobiltà. Nel 1617 Luigi XIII riprese il potere contro la volontà della madre, Richelieu nel 1624 divenne capo del consiglio del re e nel 1625 riuscì a sottomettere le piazzeforti ugonotte. Inoltre venne condotta un’azione per reprimere i signori che stavano dalla parte della regina Maria de Medici.
Guerra dei trent’anni
Gli imperatori assurgici fino a Mattia escluso non si erano mai interessati all’unità religiosa, Mattia però tenta di unificarla soprattutto i Boemia così manda due emissari ( Martinez e Slavata) che, il 23 maggio 1618, vengono defenestrati dal castello di Praga perché considerati nemici. Federico V re protestante si oppose a Mattia. Così dichiararono decaduto Ferdinando II, successore di Mattia. Così ha inizio la guerra che nel 1620 si concluse con la vittoria degli Asburgo nella battaglia della Montagna Bianca, dopo di che Federico V scappò lasciano i suoi sostenitori ad una tragica fine. Nella guerra dei 30 anni ci sono 4 fasi.
EUROPA NELL’ETÀ DI LUIGI XIV
L’assolutismo di Luigi XIV
Il 10 Marzo 1661, quando morì Mazzarino, Luigi chiamo tre uomini che erano stati al servizio del cardinale e li informò che lui avrebbe regnato da solo senza nessun ministro; quando va al potere ha 22 anni e afferma: LO STATO SONO IO.
Luigi XIII muore nel 1643 quando il figlio ha 5 anni e quindi Anna d’Austria diede il potere a Mazzarino.
Per più di cinquant’anni Luigi XIV regna, fino al 1715, e domina l’intera scena europea. Non fu per la Francia un periodo di pace perché per oltre trent’anni fu in guerra, spesso contro quasi tutto il resto dell’Europa. Per il popolo francese non fu un bel periodo perché dovevano sottostare ad imposizioni fiscali molto pesanti e a gravi carestie, però fu un periodo di gran gloria molto importante come valore.
Riuscì a consolidare l’egemonia continentale della Francia e si impose come modello a tutti gli altri sovrani assoluti; il francese si affermò come lingua diplomatica, parlata e scritta di tutta l’elite nobiliare dell’Europa centrorientale.
Luigi si circondò di ministri ma le questioni principali erano ancora sotto il suo comando.
Le maggiori decisioni erano prese dal consiglio ristretto o supremo, composto dal re e da tre ministri.
Vennero limitati tutti i poteri compresi i parlamenti; infatti lo stato assoluto tendeva a sottomettere gli altri poteri non ad eliminarli. Scrive quattro articoli e va a levare del potere alla chiesa, dall’altra mette in atto il pensiero: 1 RE, 1 FEDE, 1 LEGGE, e la fede praticata sarà quella cattolica.
Spostarono il potere a Versailles e imposero alla nobiltà di dovervi risiedere così i vantaggi da questo si arrivò al definitivo asservimento dell’aristocrazia.
La vita a corte era regolata da un’etichetta regolata da rigide prescrizioni.
In questo periodo furono aperte Accademie artistiche e letterarie e scrittori, musicisti e uomini di teatro venivano pagati e protetti.
Favorirono una cultura ufficiale celebrativa che, però, non poteva tollerare voci dissenzienti, per questo vennero introdotti controlli come la censura.
Persecuzione delle minoranze religiose
Fu per ragioni politiche che vennero perseguitati i giansenisti e gli ugonotti.
Il giansenismo riprendeva le posizioni di sant’Agostino sostenendo che la grazia costituiva un dono divino concesso soltanto ai predestinati e indipendentemente dai meriti. Avevano una religiosità austera e rigorosa, nemica delle esteriorità e avversa a ogni forma di compromesso.
La persecuzione degli ugonotti fu indipendente da papato, Luigi decise di creare un’unità religiosa e questo per due motivi principalmente: innanzitutto voleva apparire come il campione della Cristianità, poi l’amante di Luigi, fermamente cattolica, lo fece avvicinare molto al mondo cattolico.
Attraverso la revoca dell’editto di Nantes furono espulsi i pastori protestanti ma ai fedeli fu vietato l’abbandono della Francia.
Nonostante le imposizioni, centinaia migliaia protestanti abbandonarono la Francia per rifugiarsi in Olanda, Inghilterra e Svizzera anche se furono fortemente ostacolati dalle milizie francesi. Quindi portarono all’estero la loro abilità tecnica e la loro coltura antiassolutista e antifrancese.
La revoca dell’editto portò a gravi problemi economici però a una vittoria della monarchia assolutista sulle minoranze religiose.
Mercantilismo e politica estera francese

Vuole un ruolo preponderante per il proprio stato fra quelli europei.
Luigi intervenne anche sull’economia estendendo il suo controllo alle attività manifatturiere e mercantili. Colbert ebbe un ruolo fondamentale in questo progetto, che prese il nome di colbertismo. Questo era fondato sulla convinzione che la ricchezza derivasse dalle quantità di metalli preziosi presenti nel territorio; mirava a crescere il saldo attivo della bilancia commerciale favorendo le esportazioni e penalizzando le importazioni.
Colbert fondò compagnie commerciali privilegiate; istituì manifatture sovvenzionate dalla stato. Nonostante tutto ciò fallì.
Durante questo periodo venne riorganizzato l’esercito e venne progettato un poderoso sistema di piazzeforti.
Il potenziamento dell’esercito fu posto al servizio di una politica di espansione per sottrarre terre alla Spagna e all’Impero.
Diede inizio a operazioni militari volte a occupare parte dei Paesi Bassi spagnoli e con la pace di Asquisgrana sancì le conquiste effettuate ma ipose la restituzione della Franca Contea.
La guerra contro le Province Unite (1672, 1678) fu più impegnativa; l’egemonia di de Witt fu messa in crisi dall’espansione francese.
In un primo momento la Francia ebbe la meglio perché appoggiata dall’Inghilterra ma in un secondo momento la morte di de Witt, considerato favorevole alla pace, cambiarono la situazione delle Province Unite.
Dopo la morte di de Witt andò al potere come Stadhouder Guglielmo III e sotto la sua guida le Province Unite si fecero più audaci creando un’alleanza antifrancese composta da Inghilterra, Spagna e principi tedeschi. La guerra proseguì e infine vinse la Francia.
Con la pace di Nimega le province Unite mantennero il potere sul proprio territorio mentre la Francia ottenne la Franca Contea e alcune piazzeforti nei Paesi Bassi spagnoli.
Seconda rivoluzione inglese e la monarchia costituzionale
Nel 1660, in Inghilterra nel giro di un anno c’erano stati sette governi differenti e lo stato era ingovernabile poiché immerso in un caos totale; così cercarono di placcare i contrasti favorendo il ritorno degli Stuart con Carlo II (1660/1688) il quale si limitò a punire i diretti responsabili della morte del padre Carlo I, ridusse il numero di anglicani all’interno della Camera dei Lords e i dissidenti (coloro i quali non erano anglicani dopo l’ATTO DI UNIFORMITà del 1662) vennero perseguitati. Per oltre 10 anni il re e il parlamento rimasero in equilibrio però negli anni ’70 riiniziò il loro contrasto.
Il parlamento obbligò Carlo II ad annullare l’alleanza con Luigi XVI, poiché sembrava Carlo dipendesse dal re Francese, e a firmare la pace con le Province Unite.
Carlo II non aveva figli legittimi quindi venne alla luce il problema della Successione e il fratello Giacomo si era convertito al cattolicesimo, così il Parlamento votò alcuni provvedimenti contro l’assolutismo e il cattolicesimo.
Il TEST ACT stabilì che gli anglicani fossero esclusi da ogni carica pubblica.
L’HABEAS CORPUS stabilì definitivamente la tutela dei sudditi dagli arresti arbitrari; la persona doveva essere portata davanti ad un giudice per convalidare l’arresto.
Il problema più grosso si rivelò alla fine degli anni ’70 con la successione al trono.
Ebbero origine due opposti schieramenti: whigs (interpreti degli interessi commerciali e fautori della libertà religiosa) e i tories ( legati alla chiesa anglicana e difendevano il mondo rurale). I tories ebbero la meglio sui wighs che si erano opposti a diacono Stuart.
Giacomo II salì al trono senza difficoltà e mise in atto una linea politica che minacciava i diritti dei proprietari dei beni un tempo ecclesiastici, il clero anglicano.
GUERRE ED EGEMONIA NELL’EUROPA DEL ‘700
Sistema internazionale e rapporti di forza
Nel ‘700 emerse e si ingrandì il conflitto fra Inghilterra e Francia, iniziato per il predominio commerciale che si trasformò in lotta per i possessi territoriali in America settentrionale e India, inoltre divennero ragioni economiche e per l’affermazione dei poteri.. Questo conflitto venne soprannominato “II guerra dei cent’anni”. Infatti, l’Inghilterra si affermò sempre più come potenza coloniale, la Francia viene sconfitta, i paesi iberici vennero esclusi. Portogallo dipendente dall’Inghilterra per i prodotti manifatturieri, Spagna le cedette i privilegi commerciali e Gibilterra. In questo periodo vedremo Francia e Inghilterra sempre schierate in campi opposti. L’Inghilterra cercò di mantenere l’equilibrio tra le potenze evitando di prendere impegni di guerra pesanti, la Francia invece cercò di aumentare il proprio potere partecipando a tutte le occasioni di conflitto. Nell’Europa del ‘700 troviamo aree forti (Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra e Province Unite) e aree deboli (Italia e area tedesco-polacca).
Guerre e spartizioni
Spagna, Austria e Italia 1733-1738
La Spagna cercò in ogni modo di rilanciarsi così occupò la Sardegna austriaca e la Sicilia sabauda. Savoia dovettero cedere la Sicilia all’Austria e ricevette da essa la Sardegna. In questo modo l’Austria aumentò il proprio potere in Italia.
Problema polacco

Nel 1733 iniziò una contesa per il problema della successione in Polonia. Infatti c’era una monarchia elettiva nella quale l’assemblea dei nobili doveva eleggere il re. Venne eletto Stanislao, questo fatto fece insorgere l’intervento russo che scelse Augusto III. Quindi ne seguì una guerra con questo schema:
Augusto III vs Stanislao
Austria Francia
Spagna
Savoia
Nel 1738 la guerra finì con la pace di Vienna dove venne data la Lorena a Stanislao senza diritto di successione.
Guerra di successione austriaca 1740-1748
Nel 1716 muore il figlio di Carlo VI così allarga la possibilità di passare il potere alla figlia; però aveva bisogno del consenso di tutti i paesi europei. Nel 1740 prese il potere la figlia Maria Teresa, Federico II invase la Slesia mettendo in difficoltà Maria, in più, l’elettore di Baviera avanzò pretese al trono. Qui troviamo questi schieramenti:
Francia Austria
Spagna vs Inghilterra
Prussia Olanda
Savoia
Nel 1748 con la pace di Aquisgrana la Prussia riceve definitamene la Slesia. Però l’Austria non è contenta e non si rassegna alla perdita della Slesia così si allea con Francia e Russia, mentre la Prussia si allea con l’Inghilterra (guerra dei sette anni). Qui vediamo gli antagonismi:
- Anglo-Francese
- Austriaco-Prussiano
Guerra dei sette anni 1756-1763
Fu la Prussia a dare inizio a questo nuovo scontro. Federico II venne sconfitto dagli austriaci ma poi vinse contro i francesi. Nel 1759 Federico subì una gravosissima sconfitta ad opera dei russi. Alla morte della zarina Elisabetta salì al trono Pietro III, ammiratore di Federico, questo salvò la sorte della Prussia.
Austria Inghilterra
Francia vs
Russia Prussia
Nel 1763 vennero stipulati due trattati:
- trattato di Parigi. Francesi espulsi dall’America
- trattato di Hubertusburg
Spartizioni della Polonia 1772-1795
Nel 1772 Federico II raggiunge un accordo con Austria e Russia, tre spartizioni della Polonia finchè, nel 1795, scomparirà del tutto dalle cartine. Ricomparirà solo dopo la prima guerra mondiale.
Inghilterra
I partiti dominanti inglesi erano rappresentati dai whigs (interessati al denaro) e dai tories (interessati ai terreni).
In ogni caso nessun gruppo o forza politica si oppose allo sviluppo delle attività commerciali e finanziarie, considerate basilari per la ricchezza. Per questo tories e whigs non avevano un contrasto sociale, anzi avevano solo tradizioni politiche e religiose differenti ed entrambi sostenevano, per esempio, il Black Act. Vinsero i whigs, sostenitori della monarchia costituzionale controllata dal Parlamento.
Molto spesso capitava che chi faceva carriera in politica aveva già parenti che lo aiutavano. La vita parlamentare era molto spesso capitanata da corruzioni.
Walpole riuscì a salvare la corte e il governo; emerse come leader dei whigs e stette al potere dal 1720 al 1742. poiché Giorgio I non conosceva l’inglese Walpole presiedeva le riunioni del comitato e ne riferiva al re. In questo momento iniziò a riemergere la tradizione del governo gabinetto, un governo dove il re era assente e leader della maggioranza parlamentare era sempre più responsabile di fronte al Parlamento.
Walpole mantenne pace con gli stati esteri e prosperità interna al proprio paese. Risanò le finanze, però nel ‘39 dovette riaccendere le ostilità con i Spagnoli, dopo di questo Walpole diede le proprie dimissioni.
Nel 1757 l’Inghilterra iniziò il rafforzamento coloniale,a questo punto vediamo l’ascesa di un altro whigs però contrario alle idee di Walpole, Pitt. Lui portò alla vittoria contro la Francia, il Canada, l’Atlantico e altri paesi, l’Inghilterra in questo periodo diventa molto dinamica e aggressiva.
In questo periodo ci fu un incremen5o della stampa di quotidiani e periodici.
Nel 1761 dovette dimettersi dalla propria carica perché andò al potere Giorgio III che portò avanti una politica contro i whigs e, inoltre, sostenne un periodo di pace con la Francia.
Francia
Nei cinquant’anni dopo la morte di Luigi XIV, 1715, la Francia subì gravosissime sconfitte in politica estera. In questo periodo, infatti, conquistò solo la Lorena. La Francia rimase sempre una potenza continentale europea però sotto il fattore coloniale rimase molto indietro. La politica francese in generale fu in questo periodo sempre più incerta, la monarchia assoluta entrò in crisi; ripresero posto alcuni movimenti di opposizione: grande nobiltà, parlamenti e giansenisti, sebbene queste opposizioni durarono molto poco.
Tra il 1716 e il 1720, Law cercò di fare una riforma monetaria, sostituendo la moneta metallica con quella cartacea, questo ebbe grande successo inizialmente, ma quando gli speculatori più avvertiti iniziarono a chiedere la conversione in moneta metallica iniziò il crollo del sistema provocando un rapidissimo impoverimento generale.
Luigi XV era troppo attento ai propri intrighi sentimentali prendendo con troppa leggerezza i problemi della Francia; proprio per questo la monarchia francese sembrava bloccata. Inoltre, conflitti perenni con il parlamento e irrisolutezza dei problemi fiscali erano esempi di una situazione senza sbocchi.
Esercito prussiano e forme di guerra
Federico II riuscì ad ingrandire ancora di più il potere e il numero dei soldati del proprio esercito. I sodati molto spesso erano professionisti e seguivano un addestramento molto rigido. Il reclutamento e l’addestramento erano molto costosi e duri.
L’EUROPA E IL MONDO
Gli europei in Asia
Fino al XIX secolo l’unica colonia Europea in Asia fu degli spagnoli nelle Filippine, per il resto la presenza europea in Oriente fu soprattutto a carattere commerciale.
Nell’Oceano Indiano troviamo prima i portoghesi, poi gli olandesi e in seguito gli inglesi che, sebbene contrastati dai francesi, rimasero i dominatori dei traffici orientali.
I portoghesi fin dal ‘500 si erano appropriati dei traffici di spezie, rimpiazzando i traffici dei mussulmani, per anni, dopo la scomparsa dei portoghesi dai commerci orientali, si parlò il portoghese come lingua del commercio marittimo.
La complessità dei traffici portoghesi era causata dalla scarsità di merci europee da scambiare; cosicché i mercanti di Lisbona dovettero trovere una rete di traffici ausiliaria, scambiando per esempio le sete cinesi con il rame giapponese. Quando gli inglesi soppiantarono del tutto i portoghesi dai mercati orientali fecero diventare questi traffici molto articolati: le sete indiane erano molto ricercate nei mercati Giapponesi, lo zucchero giapponese richiesto in Persia e in Europa si ricercavano tessuti indiani come il cotone.
In questo periodo storico la Compagnia Olandese delle Indie Orientali era la più significativa presenza europea in Asia. Gli olandesi riuscirono a impossessarsi della Malacca e di Giava (luogo in cui misero la capitale del loro impero commerciale) diventando i padroni del traffico delle spezie, in particolare della noce moscata e dei chiodi di garofano, e distruggendo tutte le coltivazioni delle isole che non potevano controllare. Gli agenti di questa compagnia erano considerati dei rappresentanti dello stato olandese e avevano la possibilità di prendere possesso di alcuni territori, costruire fortezze, nominare eserciti e di dichiarare guerra. Però questi agenti erano più interessati ai profitti piuttosto che ai possedimenti territoriali così mantenevano rapporti di amicizia con le autorità locali, anche se, per mantenere il controllo dei propri possedimenti dovettero ricorrere molte volte alle armi soprattutto per scoraggiare gli europei.
Anche la Compagnia Inglese delle Indie Orientali seguiva lo stesso pensiero olandese però si intromise solo una volta per contrastare la crescente potenza Francese. Questa compagnia era molto meno ricca di quella olandese e portava avanti i propri interessi nella parte costiera orientale dell’India, luogo non ricercato dagli olandesi. Si estesero nel Bengala e cercarono di riprendere il commercio del pepe, e a Bombay luogo molto importante perché punto d’incontro dei commerci della costa occidentale indiana. Anche gli agenti inglesi godevano di alcuni permessi simili a quelli olandesi però non avevano libertà militare e diplomatica; per questo erano molto vulnerabili e, per esempio, dovettero pagare un dazio supplementare oltre a quello stabilito con le autorità centrali. Così abbandonarono la politica di pace, che fin ora avevano mantenuto, per difendere gli interessi inglesi.
L’Inghilterra, Francia e Olanda importava dall’oriente soprattutto tessuti mettendo in crisi i produttori europei che non interessavano il mercato asiatico, quindi le stoffe le spezie dovevano essere pagati in contanti provocando un deflusso di metalli preziosi dannoso per le economie europee.
In alcuni paesi, per cercare di ristabilire la situazione economica, fu vietato l’uso di stoffe indiane, però inglesi e olandesi continuarono con il loro progetto di importazione.
L’America spagnola e portoghese
I primi a giungere in America furono spagnoli e furono quelli che consolidarono per primi il proprio impero coloniale. Questo impero faceva capo alla madrepatria e usava un commercio monopolistico. Ancora oggi lingua e tradizioni spagnole continuano ad esistere nei territori dell’America meridionale e centrale.
In questo immenso impero si distinguono tre parti:
- Perù, piccoli nuclei controllavano vasti e spesso sconosciuti territori
- Messico, sfruttamento delle risorse minerarie aiuta un diffuso popolamento
- Altri piccoli territori dove gli insediamenti erano più radi.
L’America spagnola era divisa in vicereami e accanto ad ogni viceré era posto un audiencias.
Le cariche più alte non erano ereditarie ma di nomina regia, quelle meno importanti erano venali. I funzionari di più alto grado provenivano dalla madrepatria, non potevano comprare possedimenti o sposarsi con donne del luogo per far sì che non ci fossero collusioni di interessi con gli spagnoli nati in America. In realtà molti cercarono di eludere queste regole però la Spagna adottò un corpo di intendenti, simile a quello francese, perché questo fatto non accadesse.
L’organizzazione del Brasile portoghese fu più lenta, però basata sul modello spagnolo. Il governatore generale nel 1640 divenne viceré ma il vicereame fu istituito solo nel 1714. il monopolio commerciale della madrepatria era meno rigido di quello spagnolo e i coloni portoghesi avevano una maggiore autonomia.
Il Brasile si dimostrò molto dinamico, infatti, vinse contro gli olandesi e iniziò la sua espansione a nord, sud e verso l’interno espandendosi fino a raggiungere 8,5 milioni di kmq, questo potere superava perfino quello spagnolo. Inoltre innovarono il sistema produttivo con le piantagioni e il lavoro degli schiavi neri.
Lo Stato cristiano-sociale dei gesuiti
Secondo i religiosi, si poteva difendere la popolazione considerata destinataria privilegiata del messaggio evangelico solo dividendo i colonizzatori dagli indiani.
I più attivi in questo lavoro furono i gesuiti che costruirono tredici comunità nelle quali vivevano gli indios.
Queste organizzazioni erano fondate sull’uguaglianza e sulla comunità dei beni. Presto, però, questi villaggi vennero attaccati dai banderantes che cercavano schiavi, infatti, questi indios facevano loro molto comodo poiché già addestrati e abituati al lavoro. I gesuiti dovettero spostarsi più a sud dove riuscirono a difendersi meglio; invece i gesuiti presenti nell’Uruguay si organizzarono armati e nel 1641 sconfissero questi banderantes.
Questi gesuiti non miravano solo ed esclusivamente a convertire al cristianesimo le popolazioni indigene, bensì cercavano di educarle al lavoro agricolo e artigianale ma non attraverso lo sfruttamento o l’obbligo, bensì creando competizione e gioco fra gli indigeni; e, per mantenere il controllo, i gesuiti giocavano su fattori magici.
Questi volevano mantenere le proprie comunità isolate dalla civiltà per controllarne le relazioni umane e commerciali. Questo creò vari problemi con i coloni europei delle zone costiere che vedevano ostacolati i propri metodi di impiego della manodopera.
I gesuiti riuscirono a resistere in Paraguay perché gli indios opposero ai portoghesi una resistenza armata.
Questo fatto diede la possibilità al primo ministro portoghese di chiudere tutte le riduzioni, inoltre i gesuiti vennero banditi da tutti i territori portoghesi e spagnoli; qui finisce il tentativo di acculturazione.
Metalli preziosi, piantagioni e schiavi
Molto importante era in questo periodo lo sfruttamento delle risorse di metalli preziosi. Molto importante il ritrovamento dell’oro e dell’argento soprattutto in Perù, questi metalli furono introdotti in Europa in gran numero, però non migliorò di moltissimo la situazione, anche perché vennero introdotte soprattutto in Spagna e usati per acquistare le spezie dai mercati dell’Estremo Oriente.
A partire da circa metà ‘600 l’argento peruviano iniziò a scarseggiare così si concentrarono nelle miniere messicane e l’oro brasiliano.
Iniziò inoltre la specializzazione produttiva per esempio l’allevamento bovino a Santo Domingo che favorì l’esportazione di cuoio.
Nelle piantagioni verso l’Oceano Atlantico coltivavano canna da zucchero, cacao, caffè e tabacco destinati all’esportazione.
Per la coltivazione della canna da zucchero servivano un clima caldo-umido, energia idrica, legname, capitali e una grande disponibilità di manodopera; i portoghesi riuscivano a procurarsi tutto il necessario però gli indios erano considerati fisicamente non adatti o troppo ostili per fare da manodopera, così divennero importanti gli schiavi neri. Questi neri venivano imprigionati per azioni di guerra o razzie nell’interno. La schiavitù non fu un invenzione europea, bensì proprio i popoli africani che la istituirono; così gli europei scambiavano gli schiavi con tessuti, armi da fuoco o coltelli.
I portoghesi imbarcavano gli schiavi in Africa li portavano in America e tornavano con navi piene di zucchero, il cosiddetto: commercio triangolare. L’economia delle piantagioni si diffuse dal Brasile in altre zone dell’America verso l’America del nord soprattutto. Poiché la mortalità degli schiavi era molto alta la manodopera aveva sempre bisogno di essere rinnovata.
Questo commercio di schiavi portò anche a una rivoluzione dal punto di vista demografico, infatti, i neri di origine africana erano il ceppo più numeroso in Brasile e nelle Antille.
Olandesi, francesi e inglesi in America
Gli spagnoli fecero sempre in modo che le colonie spagnole potessero avere relazioni commerciali solo con la madrepatria. Quindi pirati e contrabbandieri (soprattutto inglesi, francesi e olandesi) attaccavano le navi spagnole depredandole e rivendendo i beni; questo fatto procura molta ricchezza.
Gli spagnoli non riuscivano a controllare tutte le piccole e grandi isole delle Antille e quindi molti contrabbandieri si insediarono in questi posti.
In Guiana si insediarono, vicino agli olandesi, inglesi e francesi.
Nelle Antille si stabilirono sia francesi che inglesi, ma in tutto il resto del Nord America francesi e inglesi non ebbero gli stessi interessi. Anzi alla fine del ‘600 la situazione americana rappresentava i conflitti politici e dinastici europei.
Gli inglesi si unificarono con olandesi e svedesi che entraro nelle coste atlantiche.
Le colonie francesi erano, invece, molto legate ai disegni politici della madrepatria. Le strade erano state aperte dai commercianti francesi di pellicce. Nella prima metà dal ‘600 vennero fondate le prime importanti colonie francesi in Canada.
Poiché i rapporti fra colonie e indigeni rimasero molto positivi il governatore francese immaginò di costruire un blocco che impedisse l’avanzata inglese che si rivelò molto adeguato.
La Francia, con la pace di Utrecht rinunciò a Terranova però mantenne il possedimento del Canada e del bacino del Mississippi cioè la Louisiana.
Il commercio atlantico e la supremazia inglese
Agli inizi del ‘700 l’espansionismo francese era già destinato a scontrarsi con l’Inghilterra in America, nell’Atlantico e in India. Inoltre, l’esaurirsi della discendenza diretta degli Asburgo in Spagna portava al problema che Luigi XIV di Francia si impossessasse del potere spagnolo mettendo a rischio il potere inglese.
Anche inglesi e francesi iniziarono a utilizzare il commercio triangolare espandendo il proprio potere.
L’Inghilterra, inoltre, divenne una potenza navale sempre maggiore in grado di prevalere su tutti gli altri; inoltre, era molto forte sul mercato di tessuti in cotone.
L’Inghilterra occupò gran parte dei territori Americani ma di li a pochi anni l’Inghilterra dovette affrontare le colonie dell’America settentrionale.

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