Storia delle crociate

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Testo

LE CROCIATE

Fra il X e l’XI ci fu un generale arretramento degli Arabi nel Mediterraneo, infatti, mentre l’impero bizantino aveva ritrovato l’energia per nuove conquiste, in Italia i Normanni toglievano agli Arabi il prezioso dominio della Sicilia, della Sardegna, della Corsica e delle Baleari.
Nel frattempo la situazione divenne critica in oriente infatti si faceva avanti la minaccia dei Turchi ai danni del califfato abbaside di Baghdad (IRAQ) e dell’impero di bisanzio.
Una volta favoriti da una ondata migratoria giunta da occidente i turchi posero fine al dominio degli abbasidi e si impadronirono del potere.
Una volta entrati a Gerusalemme, a differenza degli arabi che si erano resi conto dei vantaggi economici che si potevano trarre dai pellegrinaggi in terra santa, i turchi si abbandonarono alle più crudeli persecuzioni impedendo l’accesso al sepolcro e rendendo pericolosa ogni relazione con l’occidente.
In occidente cominciò la diffusione dell’idea di una spedizione in terra santa, sotto la predicazione del frate Pietro di Amiens detto poi l’eremita, per combattere gli infedeli.
L’idea della liberazione del Santo Sepolcro non era comunque una novità perché giòà Gregorio VII aveva progettato una spedizione, però il delicato momento che stava attraversando la chiesa (la separazione tra chiesa latina e greca) impedì la sua realizzazione.
Il progetto di spedizione venne ripreso da Urbano II che invitava tutti i principi e tutti i potenti della cristianità a riunire le proprie forze per difendere l’impero d’oriente dalla pressione dei turchi e per liberare il santo sepolcro dagli infedeli.
Il suo appello riscosse ampi successi e: ricchi e poveri, nobili e plebei, cavalieri e contadini, si fecero fregiare il petto con la croce di Cristo e divenire così crociati.
Però questo entusiasmo non era per i nobili ideali di purificazione religiosa ma, oltre che per il fascino dell’ignoto e il sovrappopolamento di alcune regioni, fu soprattutto per le favolose ricchezze dell’Oriente e per il desiderio di arricchirsi con un facile mezzo.
Quindi numerose persone appartenenti ai ceti più poveri (crociata dei pezzenti) mossero verso l’oriente all’inizio del 1096 anche se Urbano II aveva fissato un’altra data cioè in agosto.
Questa marmaglia di persone che non conoscevano i luoghi e impreparata fisicamente venne presto decimata dalle malattie.
Soltanto nell’autunno dello stesso anno partì la prima vera crociata che era costituita da feudatari, valvassori e cavalieri, tutti addestrati all’uso delle armi e alla guerra. Ne facevano parte anche i migliori guerrieri del tempo tra i quali i fratelli Baldovino di Fiandra e Goffredo di Buglione, Boemondo di Taranto e il nipote Boemondo Tancredi.
L’esercito crociato raggiunse per quattro vie diverse Costantinopoli da cui si diresse in Siria e Palestina molto difficilmente per la scarsità di rifornimenti.
Malgrado le difficoltà venne conquistata Gerusalemme, i domini cristiani vennero suddivisi in stati quasi del tutto indipendenti e affidati a; la contea di emessa, il principato di Antiochia, la contea di Tripoli, e a Goffredo di Buglione, il quale si insignì del titolo di difensore del santo sepolcro.
Ci furono però inevitabili rivalità tra i regni e ci furono lotte in cui si trovarono coinvolti gli stati Cristiani sorti in un contesto ostile ancora sotto la minaccia dei Turchi.
Vennero creati gli ordini monastico-cavallereschi composti da monaci-cavalieri che oltre ad avere preso i voti avevano l’impegno di difendere la terra santa dagli attacchi degli infedeli.
Questo però riuscì solo a far tardare la conquista dei territori cristiani da parte dei turchi.
Essi ripresero le armi occupando Edessa e il monaco Corrado di Chiaravalle fu costretto a “inaugurare” una seconda crociata che però si concluse con una serie di disastri.
Il regno di Gerusalemme si ritrovò nuovamente sotto le mani dei turchi e per riconquistare la terra santa venne presto organizzata una terza crociata che fu un fallimento perché si concluse con una tregua triennale con il saladino rimasto padrone indiscusso di Gerusalemme.
Successivamente ci furono altre sei crociate tutte però destinate a non perseguire nessun duraturo successo.
Se da un punto di vista militare le crociate furono un fallimento, da un punto di vista economico, sociale e culturale assunsero invece notevole importanza:
I mercati italiani intrecciarono rapporti commerciali con il mondo musulmano.
Venne favorito il graduale sviluppo delle manifatture e delle industrie.
Si incrino la struttura del feudalesimo perché prima della spedizione, i feudatari, vendettero il possibile e liberarono i servi della gleba.
Resero possibile una reciproca conoscenza tra i due opposti mondi del Vangelo e del Corano, eliminando almeno in parte i pregiudizi che deformavano il pensiero occidentale.

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