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Categoria: | Storia |
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Testo
STORIA DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA NEL 1400
Venezia fu, tra le maggiori città italiane, quella che conservò la costituzione repubblicana sotto la direzione di mercanti ed armatori navali. Durante il trecento e il Quattrocento Venezia proseguì nella sua politica d’espansione
CONFLITTO CON GENOVA ( 1378-1381)
Genova fu sempre antica rivale di Venezia poiché, entrambe dominatrici del mare, volevano espandere i loro domini ad Oriente. Venezia voleva conquistare i territori a levante ed era proprio questa zona ad offrire terreno per la concorrenza con Genova.
Genova aveva allargato il suo dominio anche nell’isola di Cipro, dove Venezia aveva molti interessi. Il conflitto scoppiò nel 1373 a Farmagosta durante l’incoronazione del re di Cipro Pietro III di Lussemburgo. Genova occupa Cipro. Il conflitto ha inizio nel 1378 assieme al profilarsi di una lega anti-veneziana formata dal Re D’Ungheria, il Duca D’Austria, il patriarca d’Aquileia e Genova. Allo stesso tempo, però, Venezia era alleata con Cipro e i Visconti di Milano.
Nella prima battaglia i veneziani comandati da Vettor Pisani, sconfiggono i Genovesi.
Nella primavera Genova attacca via mare e i veneziani sono sconfitti a Caorle e Grado. Alla fine della guerra il comandante Vettor Pisani viene processato ed imprigionato con l’accusa di mancanza d’energia nell’azione di commando.
GUERRA DI CHIOGGIA
Il 16 agosto 1379 Chioggia è presa d’assalto da Genova. Il 13 settembre L’assemblea dell’Arengo si riunisce a San Marco e chiede di liberare Vettor Pisani. Il Senato acconsentì e Vettor Pisani diventa capitano generale.
Venezia vive un’atmosfera d’esaltazione: vengono armate ben 40 navi, si arruolano molti volontari e il 1 gennaio 1380 18 navi arrivano al porto di Venezia cariche di prigionieri genovesi. Il 21 gennaio dello stesso anno Pisani e Carlo Zen riprendono Loreo. Alla morte del comandante genovese Pietro Doria i veneziani riprendono anche Sottomarina.
Nel 1381 fu stipulata la Pace di Torino (negoziata da Amedeo di Savoia), Venezia è costretta a lasciare Treviso al duca D’Austria, la Dalmazia al re D’Ungheria e a sospendere i commerci sul Mar Nero.
ESPANSIONE VERSO OVEST
Se per l’espansione verso Oriente Venezia aveva incontrato l’opposizione di Genova, per estendere i suoi domini nella terraferma, dovette scontrarsi con il ducato dei Visconti di Milano che mirava ad avere uno sbocco al mare e a questo scopo le terre veneziane risultavano a Milano molto appetibili.
Giangaleazzo aveva unificato sotto il suo dominio la Lombardia e da quest’ultima il dominio dei Visconti si allargava anche a Firenze, Bologna e Padova.
Francesco da Carrara –signore di Padova- minacciava Venezia poiché voleva estendere il suo dominio. Il signorotto padovano acquista dal duca d’Austria Treviso, Conegliano, Ceneda, Serravalle, Feltre, Belluno e vorrebbe estendere il suo dominio anche in Friuli. Venezia si oppone caldamente alle idee d’espansione dei Carrara perché teme di sentirsi accerchiata da una forte signoria; a quest’opposizione partecipa anche Udine.
Francesco da Carrara si allea con i Visconti, Giangaleazzo conquista Verona e Vicenza ma a maggio, accortosi degli interessi strettamente personali dei Carrara, decide di rompere l’alleanza con quest’ultimi, per allearsi con Venezia. Padova è annessa al ducato visconteo.
Il Carrarese Francesco Novello libera Padova, prende Verona e tenta di conquistare Vicenza, che nel frattempo si era sottomessa a Venezia, che esige l’evacuazione della città. I Carraresi resistono e nel novembre del 1405 scoppia la guerra: Padova entra a far parte della repubblica di Venezia.
Con quest’atto abbiamo l’unificazione di tutto il Veneto sotto la signoria Veneziana.
Nel 1423 Il Doge Tommaso Mocenigo riunisce i membri della Signoria. In questa riunione egli loda il suo dogato ed esprime il proprio disaccordo nell’elezione alla sua morte di Francesco Foscari come Doge,affermando la natura da “guerrafondaio” di Foscari. Alla minaccia dei Visconti che, come accennato prima, miravano ad espandersi a mare, Foscari credeva che fosse meglio prendere l’iniziativa piuttosto che subire quella altrui.
SOCIETA’
Durante il dogato di Mocenigo, dal 1414 al 1423, Venezia viveva in una situazione di prosperità: il debito pubblico era molto ridotto, il tenore di vita era alto e si viveva in una situazione generale estremamente positiva.
VENEZIA E MILANO IN GUERRA ( 1425 –1441)
Nonostante tutto, alla morte di Mocenigo fu eletto doge Francesco Foscari.
Nel 1425 Venezia si allea con Firenze e da questo momento in poi iniziano una serie di campagne militari contro il milanese Filippo Maria Visconti.
Il 30 dicembre 1426 viene firmata una prima pace con la quale Venezia aggiunge al suo dominio in terraferma Brescia. Si susseguirono poi per altri due anni varie fasi di guerre e guerriglie fino ad una nuova pace nel 1428: Venezia acquista anche Bergamo e Cremona.
Genova riappare suddita dei Visconti, assalta e saccheggia le isole Venezia dell’Egeo. Nel 1432 il Conte Veneziano Carmagnola fu sospettato di tenere degli accordi segreti con i Visconti ed il 5 maggio dello stesso anno fu decapitato dai Veneziani. Dopo quest’avvenimento le truppe milanesi cercano di riconquistare Brescia che però resiste.
Nel 1441 la pace definitiva è firmata a Cremona.
Alla morte di Filippo Maria Visconti, Venezia ne approfitta per prendersi Lodi, Piacenza e Crema.
CRISI DOPO LA GUERRA DI MILANO
Alla fine della guerra contro i Visconti, Venezia si ritrovò in una situazione totalmente opposta a quella creatasi dopo la vittoria contro Genova. Il debito pubblico si alzò paurosamente e le banche iniziarono a fallire. Per far fronte alla situazione nel 1454 furono emanate delle leggi straordinarie:
• Tutte le entrate statali erano destinate alle spese di guerra in Lombardia
• Il pagamento dei salari degli uffici pubblici venne sospeso per un anno
• Inasprite le imposte, le tasse e i dazi d’entrata
FRANCESCO FOSCARI doge dal 1423 al 1457
Il doge Francesco Foscari sosteneva la necessità di battersi per costruire alle spalle di Venezia un forte stato continentale. Aveva contro di se una forte opposizione la quale sosteneva che era meglio “coltivare il mare e lasciar stare la terra”
Francesco aveva un figlio, Jacopo che il 17 febbraio 1445 venne arrestato perché andava accettando regali per far ottenere benefici e grazie. Jacopo viene inizialmente confinato a Treviso poi liberato sotto supplica del padre- doge. Dopo l’omicidio di uno dei tre capi del Maggior Consiglio, del quale Jacopo è accusato, viene esiliato a Creta. Durante questo esilio egli iniziò a tenere contatti con il duca di Milano perché lo liberasse, venne di nuovo processato a Venezia, Jacopo confessò subito e rimandato in esilio. Morì il 12 gennaio 1457.
Il padre, al tempo doge della Repubblica Veneziana, era ormai vecchio e provato dalle interminabili vicende del figlio. Venne intimato dal Consiglio dei Dieci, nel 1457, di abdicare e così fu costretto a fare.
LO STATO VENEZIANO A META’ DEL QUATTROCENTO
Alla fine del dogato di Foscari, lo Stato veneziano era profondamene mutato. Il suo dominio comprendeva Bergamo, Brescia, Rovereto e Ravenna. Dette alla terraferma una forte autonomia amministrativa; il podestà, in carica nei vari comuni, diventò un organo giudiziario ed esecutivo della stessa Venezia. La dominazione veneziana portava al popolo le libertà fondamentali che uno stato socialista moderno deve garantire: la libertà di lavorare, di non morire di fame, la libertà dalle prepotenze e dalle soperchierie.
Il potere centrale rimase in mano al Maggior Consiglio ma per una maggior tutela dei cittadini, furono incaricati dei rettori a protezione delle classi meno abbienti dalle prepotenze dei privilegiati.
Nascono anche i sindaci inquisitori, dei magistrati itineranti che controllavano i rettori. In questo periodo si sviluppa la cultura, nella terraferma cresce di prestigio l’Università di Padova. Si sviluppano le scuole devozionali e quelle delle arti e dei mestieri. Venezia vive in una situazione di prosperità anche per quanto riguarda il commercio e la navigazione.
PROBLEMI CON I TURCHI
In questo secolo Venezia è anche impegnata contro i turchi per i domini dell’Egeo e dell’Attica. Contro questi nemici furono fatte numerose crociate tra il 1463/1479 fino alla pace il 25 gennaio 1479; Venezia iniziò a perdere molte terre nell’Egeo.
VENEZIA E GLI STATI ITALIANI
Nel frattempo gli stati Italiani guardano con sospetto e timore le mire d’espansionismo di Venezia. Nel 1480 Venezia s’impadronisce di Ferrara e del controllo del Po scontrandosi con l’opposizione di Papa Sisto IV del re di Napoli, del duca di Milano e Firenze che formano la “Santissima lega” per contrastare la politica d’espansionismo di Venezia.
La pace fu stipulata il 7 agosto 1484 a Bagnoli, Venezia ottiene il Polesine.
Nel 1483 Sisto IV scaglia l’interdetto contro la Repubblica nel quale affermava che nessuna funzione religiosa e nessun sacramento avrebbe potuto aver luogo in tutta la repubblica. L’ambasciatore veneziano a Roma e successivamente il Senato, vietarono la pubblicazione della bolla papale dichiarando l’interdetto illegittimo e quindi nullo.
Tra il 1480 e gli inizi del ‘500 l’affermazione di Venezia subisce dei colpi d’arresto. Venezia, alla comparsa in Italia di re Carlo VIII di Francia, si presenta neutrale e si adegua alle forze francesi e successivamente anche spagnole che occuparono la penisola.
Papa Sisto IV, da sempre contrario all’espansionismo di Venezia, cerca di scatenare contro Venezia i Turchi. Nell’agosto del 1449 iniziano le battaglie fino alla pace giunta nel 1503. Venezia perde molte terre del Peloponneso, Lepanto e Santa Maura nello Ionio. Nel corso dell’500 il dominio veneziano nell’Egeo continuerà a sgretolarsi.
IL CINQUECENTO
Venezia iniziava a perdere agli inizi dell‘500 la sua supremazia marittima.
La ragione più profonda di quella che sembrò la perdita di una supremazia marittima che durava da cinque secoli, erano i cambiamenti che stavano avvenendo attorno a Venezia che si rimpiccioliva comparativamente rispetto ai giganti che si facevano sempre più attorno.
Venezia, però, nonostante il periodo di crisi economica diventò, agli inizi dell’500 un importante centro d’arte che produceva un artigianato raffinato ed aveva un’industria sempre più attiva. Nel corso di questo secolo si stamperanno libri in quantità tre volte maggiore rispetto a quella prodotta dalle tipografie di Firenze, Roma e Milano messe assieme. Venezia era in questo periodo la città più popolata d’Europa e vantava anche di un elevato tenore di vita (anche se persistevano notevoli disuguaglianze sociali).
Iniziò una rivalità tra le così dette “case vecchie” (che rivendicavano un’antica origine tribunizia) e le “case nuove” di presunta nobiltà, la scelta dei dogi fu ristretta tra sedici case nuove.
Venezia stava iniziando a pagare l’affermarsi di Francia e Spagna che iniziarono ad impadronirsi di territori italiani. Giungeva in questo periodo a Venezia la notizia che il re di Francia, Spagna e lo stesso imperatore avevano decretato finita la Serenissima Repubblica di Venezia e spartivano i suoi territori. Il 17 aprile 1509 il Primo araldo di Francia compare in collegio e getta ai piedi del doge Leonardo Loredan il guanto simbolico della sfida. Il 14 maggio 1509 l’esercito francese sconfigge le forze veneziane. Bergamo, Brescia e la Valcamonica iniziarono a ribellarsi e al re di Spagna furono cedute Verona e Vicenza.
Il dominio in terraferma era quasi del tutto perduto. Nel 1512 scendono in Italia gli Svizzeri che si alleano con le forze veneziane. I Francesi sono costretti a mollare Bologna e la Romagna per difendere Milano.Presto i Francesi sono costretti ad evacuare da Milano, dalla Lombardia e da Genova. Venezia è salva ma, mentre Bergamo e Crema sono in mano veneziana, Brescia, Verona e Vicenza, no. Luigi XII propone di ristabilire i confini all’interno dell’Adda in cambio dell’appoggio alla spedizione per riprendersi Milano. La Repubblica di Venezia il 23 marzo 1513 firma a Blois un trattato d’alleanza con il re di Francia luigi XIII.
Breve storia su Reppublica di venezia e l'occupazione austriaca