Storia del socialismo

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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SVILUPPI DEL SOCIALISMO EUROPEO

PRIMA E SECONDA INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI
Le idee socialiste avevano avuto diffusione giа nella prima metа dell’800 (Inghilterra e Francia) e si erano delineate con diverse posizioni teoriche: fase utopistica (= idee proposte spesso irrealizzabili e non aderenti alla concreta evoluzione sociale ed economica). Saint-Simon, Fourier, Proudhon, Owen, Babeuf, Buonarroti cercarono di risolvere il problema dello sfruttamento e della miseria degli operai delineando modelli di societа piщ o meno perfette ma proprio per questo solo ideali.
D’altronde in Inghilterra c’erano stati il luddismo (= protesta violenta operai vs macchine), il cartismo (= movimento politico che chiedeva il riconoscimento dei diritti politici agli operai -> suffragio universale maschile) e la nascita delle Trade unions (= primo sindacato europeo, organizzazione nazionale dei lavoratori dei diversi mestieri, in un primo momento costretta a sciogliersi per la reazione degli imprenditori); mentre in Francia si erano verificati i gravi moti di Lione repressi dal governo e i socialisti e gli operai erano stati i protagonisti della prima fase della rivoluzione. A metа Ottocento il movimento socialista europeo era perт privo di una organizzazione e di un coordinamento internazionale.
L’esigenza di orientare la lotta dei vari movimenti operai e dei nascenti partiti socialisti condusse alla nascita della prima Associazione Internazionale dei lavoratori (= Prima Internazionale) nel 1864 a Londra, che si sciolse poco dopo a causa delle divergenze sempre piщ nette tra corrente socialista di Marx e anarchica di Bakunin.
I marxisti ritenevano che il movimento socialista dovesse darsi una vera e propria organizzazione di partito per condurre una lotta di classe sul piano politico ed economico contro la borghesia ed il sistema capitalistico, il cui esito finale sarebbe stata la rivoluzione proletaria mondiale e quindi l’instaurazione di una societа socialista senza classi, basata sulla proprietа collettiva dei mezzi di produzione. La strategia proposta dal marxismo per costruire questa societа di liberi ed uguali era la partecipazione del partito socialista alla vita politica e sindacale, che rappresentava un momento tattico all’interno di una strategia di lungo termine. Per il marxismo dunque il vero soggetto sociale in grado di attuare la rivoluzione era soprattutto il proletariato di fabbrica, reso progressivamente consapevole del proprio sfruttamento da parte dei capitalisti: le masse sottoproletarie e i contadini erano in secondo piano.
Per gli anarchici invece Il tema dell’assoluta libertа dell’individuo rispetto ad ogni forma di potere e di sottomissione prevaleva su quello dell’uguaglianza economico-sociale, anche se accettavano il principio del superamento della proprietа privata. Da questo punto di vista infatti l’anarchismo rifiutava lo sviluppo economico capitalistico moderno e si identificava nell’antica societа contadina e preindustriale: il vero soggetto rivoluzionario era costituito dalla classe contadina in un’Europa ancora all’80% rurale. Non a caso le idee anarchiche ebbero larga diffusione soprattutto nei paesi europei economicamente piщ arretrati (Russia, Italia e Spagna). Sul piano della strategia dal punto di vista anarchico anche i partiti socialisti rappresentavano strutture di potere oppressive, monopolizzate da йlites intellettuali, gli anarchici predicavano invece l’azione spontanea e diretta dei rivoluzionari e degli oppressi, che implicava anche atti di sabotaggio e di terrorismo, contro il potere e i suoi rappresentanti.
Dopo lo scioglimento della Prima Internazionale l’anarchismo andт gradualmente riducendo la sua influenza a tutto vantaggio del marxismo, tuttavia esso potй contare sempre su un certo numero di seguaci, che a fine Ottocento furono protagonisti di alcuni clamorosi attentati terroristici: furono assassinati il presidente della repubblica francese Carnet, il ministro spagnolo Canovas, il re d’Italia Umberto I, il presidente degli Usa Mac Kinley.
La Seconda Internazionale invece fu fondata nel congresso di Parigi nel 1889, in occasione del Centenario della Rivoluzione francese (sede permanente poi portata a Bruxelles). Poteva contare su un movimento operaio in via di rapida organizzazione (era giа nato il Partito Socialdemocratico tedesco SPD, avente per leader Kautsky) e cercт di favorire la costituzione dei partiti socialisti nei vari paesi, evitando ogni alleanza con i partiti borghesi. Appena nata, la Seconda Internazionale si impegnт soprattutto per ottenere la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore ed istituм nel 1890 la festa del lavoro e dei lavoratori del 1° Maggio, dedicata ai Martiri di Chicago (= sindacalisti condannati a morte nel 1886 a Chicago a seguito di una manifestazione, tenutasi il 1° maggio, per chiedere la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore). In quegli anni nacque in Francia la CGT (= Confederation Generale du Travail, primo grande sindacato nazionale europeo a parte le Trade Unions). Sul piano teorico assunse il marxismo come teoria ufficiale del movimento operaio, anche se il modo di intendere questo marxismo diede luogo alle correnti maggioritaria ortodossa, di estrema sinistra (= bolscevismo di Lenin), revisionista di “destra”.
La corrente maggioritaria si rifaceva alle teorie “classiche” di Marx, ma modificate in senso evoluzionistico, riflettendo il clima culturale del tempo: il passaggio dalla societа capitalistica a quella socialista si configurava come una processo necessario dettato da una logica deterministica (= il socialismo sarebbe arrivato da sй, quasi per selezione naturale). Perciт se da un lato si continuava ad agitare il mito ideale della rivoluzione, dall’altro si promuovevano soprattutto concrete riforme economiche e sociali.

LA TEORIA RIVOLUZIONARIA DI LENIN
L’opposizione di sinistra (= corrente bolscevica del Partito operaio socialdemocratico russo POSDR guidata da Lenin, corrente di sinistra della SPD guidata da Liebknecht e Luxemburg, futuri esponenti del movimento spartachista) sosteva che si dovesse interpretare la teoria di Marx in chiave rivoluzionaria e volontaristica: non solo le riforme erano insufficienti ed inadeguate rispetto alla causa finale del proletariato, ma soprattutto la rivoluzione andava organizzata e voluta. Il socialismo quindi costituiva invece un processo reale che andava ricercato, preparato e provocato attraverso una prassi di lotta concreta ed estrema, condotta sul piano politico ed economico-sociale. Lenin scrisse l’opuscolo “Che fare?” in cui espresse la sua teoria politica rivoluzionaria incentrata sul ruolo guida del partito.
Il proletariato non avrebbe mai potuto costruire il socialismo se non fosse stato guidato da un partito veramente rivoluzionario, in grado di risvegliare la coscienza operaia oltre le pure e semplici rivendicazioni economiche: criticт l’ economicismo (= tendenza a ridurre la lotta operaia solo alle richieste di natura economica e sindacale), e sostenne la necessitа che il proletariato elaborasse lo sviluppo di una coscienza rivoluzionaria di classe avente come fine l’abbattimento del capitalismo e di ogni altra forma di sfruttamento. Solo un’organizzazione formata soprattutto da intellettuali e da operai colti avrebbe potuto trascinare il proletariato a percepire il sistema capitalistico come antagonista dei propri interessi e a lottare per il suo abbattimento. Pertanto, il partito a cui Lenin pensava, doveva costituire un’associazione formata da rivoluzionari di professione, che fosse l’avanguardia cosciente della rivoluzione (modello giacobino = pochi intellettuali guidano le masse.

IL REVISIONISMO DI BERNSTEIN
Le tesi di Bernstein rappresentarono una sorta di uscita dal marxismo: egli infatti corresse e confutт alcune teorie di Marx, che a suo avviso erano state smentite dallo sviluppo capitalistico occidentale.
1) teoria della progressiva polarizzazione della societа in due classi principali (= proprietari e proletari, minoranza sempre piщ ricca e maggioranza sempre piщ povera, ceti medi destinati a scomparire a causa della crescente divaricazione, prodotta dal sistema capitalistico): ma per Bernstein i ceti medi, anzichй scomparire, si erano invece rafforzati;
2) la teoria del crollo finale del capitalismo provocato dalle sue stesse contraddizioni: miseria crescente, caduta dei profitti sul lungo periodo, concorrenza sfrenata, guerre imperialistiche, crisi di sovrapproduzione, presa di coscienza del proletariato ecc. Per Bernstein il collasso finale del sistema non sarebbe mai arrivato in quanto il capitalismo, tramite le riforme interne, tendeva a sopravvivere e a svilupparsi ulteriormente.
Bernstein sconfessт alcuni capisaldi del marxismo:
1) rinunciт a qualsiasi rivoluzione violenta e a qualsiasi forma di dittatura del proletariato, sostituite da una prassi politica basata su riforme graduali e compatibili con il sistema capitalistico;
2) ridusse il ruolo di guida del partito politico a favore del sindacato, organizzazione meno ideologica del partito, piщ concreta e rivolta ad ottenere effettivi miglioramenti economici, legislativi e sociali.
3) accettт la democrazia parlamentare borghese, non piщ considerata semplicemente una forma mascherata di dominio borghese ma un valore universale (= nessun nuovo sistema economico-sociale avrebbe potuto farne a meno, perchй solo essa avrebbe potuto consentire a tutti i ceti deboli di migliorare le proprie condizioni).
4) collaborт con i partiti politici borghesi piщ democratici ed avanzati.

IL SINDACALISMO RIVOLUZIONARIO DI SOREL
La corrente sindacalista rivoluzionaria (= ispirata al pensiero politico “eretico” di Sorel, che contestт la prassi e l’ideologia dei partiti socialisti e condizionт successivamente le teorie degli opposti movimenti estremistici del XX secolo, bolscevismo e fascismo) non operт all’interno delle Seconda Internazionale.
Nel bolscevismo Sorel celebrт la nuova linfa di cui aveva bisogno il movimento socialista e difese Lenin dagli attacchi delle democrazie occidentali, esaltando la rivoluzione russa come l’alba di una nuova era. Nel fascismo invece Sorel vide un movimento politico nuovo capace di suscitare profonde suggestioni ed in grado di rovesciare le istituzioni borghesi, considerate corruttrici e disgregatrici del costume tradizionale e delle naturali virtщ del popolo.
In “Riflessioni sulla violenza” la teoria di Sorel gravitт soprattutto intorno ai concetti guida di violenza (= significato positivo in quanto energia produttiva, vivificante e purificatrice che attraversava la storia, rigenerando l’umanitа e determinando i grandi cambiamenti) e sciopero generale (= strumento che consentiva non solo di ottenere miglioramenti economici e sociali ma anche di combattere ad oltranza contro il sistema politico democratico-borghese). Tuttavia il proletariato doveva darsi una forma organizzativa del tutto autonoma rispetto ai partiti tradizionali, il sindacato rivoluzionario (attraverso cui realizzare il mito dell’azione diretta = condurre direttamente le proprie lotte, senza accettare mediazioni o compromessi). Quindi i partiti socialisti della 2^ Internazionale erano strutture burocratiche imborghesite e corrotte; il sindacato invece era l’espressione diretta dei reali bisogni operai e l’unico organismo che, essendo estraneo ai giochi della politica, possedeva un’autentica carica rivoluzionaria.
Il pensiero di Sorel ebbe larga diffusione soprattutto in Francia e in Italia (= costituzione di una corrente di estrema sinistra del partito socialista con leader Labriola, promotore del primo tentativo di sciopero generale nazionale).

SCHEMA DEI MAGGIORI PARTITI SOCIALISTI EUROPEI
-1875: SPD in Germania, ispirato prevalentemente al marxismo, leaders: Kautsky, Bebel.
-1892: Partito socialista italiano PSI (inizialmente Partito dei lavoratori italiani) nel congresso di Genova, unificт i vari movimenti sorti negli anni precedenti, ispirato al marxismo della Seconda Internazionale, fondatori: Turati, Costa, Kuliscioff.
-1893: Partito Laburista Indipendente (ILP) in Inghilterra, fondato da Hardie, cercт di rendere autonomi dal sostegno dei liberali i primi deputati socialisti eletti al parlamento, mirт ad attuare una alleanza con le Trade Unions (quindi tra il movimento socialista e il movimento sindacale). Nel 1906 si trasformт in Partito Laburista (Labour Party), unificando la Federazione socialdemocratica, di orientamento marxista, e la Societа Fabiana, creata da un gruppo di intellettuali. Il Partito Laburista, diversamente dagli altri partiti socialisti europei, non ebbe una forte caratterizzazione ideologica in senso marxista e fu soprattutto l’espressione politica del movimento sindacale organizzato nelle Trade Unions,.
-1898: POSDR (Partito operaio socialdemocratico russo) in Russia, costituм il superamento del vecchio movimento populista (= intellettuali di estrazione urbana che avevano scelto di dedicare la loro vita alle sterminate masse contadine sfruttate, e che ritenevano fosse possibile costruire un socialismo agrario russo, basato sulle tradizioni comunitarie dei villaggi rurali, passando direttamente dal latifondismo al socialismo, senza dover necessariamente attraversare una fase di sviluppo industriale e borghese) che, represso e fallito, diede origine ad alcuni movimenti che poi confluirono nel POSDR. Grazie a massicci investimenti di capitali stranieri (francesi), in alcune zone della Russia erano nati i primi insediamenti industriali moderni, si erano dunque formate le classi sociali nuove e ancora minoritarie del proletariato e del capitalismo. All’interno del POSDR si delinearono due correnti: bolscevichi (Lenin -> l’evoluzione democratico-borghese della societа russa aveva un’importanza relativa, contrariamente agli orientamenti deterministici della 2^ Internazionale, sostenne la necessitа di forzare ed accelerare i processi sociali allo scopo di realizzare la rivoluzione nel partito politico del proletariato) e menscevichi (Plechanov e Martov -> lotta sindacale e politica di massa, utilizzando gli spazi concessi dalla democrazia borghese, anzi, gli operai russi avrebbero dovuto favorire l’evoluzione del sistema zarista in senso liberal-democratico e capitalistico, poichй questa fase era ritenuta essenziale e necessaria per il raggiungimento del socialismo).
-1905: SFIO (Sezione francese dell’Internazionale operaia) in Francia, unificт i movimenti socialisti sviluppatisi, ispirata al marxismo come teoria guida del movimento operaio, leader: Jaurйs.

CENNI SUL SOCIALISMO ITALIANO
La prima fase della storia del socialismo italiano (‘40-’50) fu legata essenzialmente al movimento mazziniano, che si era fatto promotore della costituzione di cooperative di sostegno alle famiglie operaie. Mazzini era contrario all’idea marxista della lotta di classe e della collettivizzazione e statalizzazione dei mezzi di produzione e sosteneva lo sviluppo del movimento cooperativo (= il capitale di una cooperativa appartiene a tutti i soci, quindi a tutti gli operai che vi lavorano).
Nel 1872 fu fondata la Federazione italiana dell’Internazionale, che si schierт sulle posizioni antiautoritarie di Bakunin, dirigenti del movimento: giovani intellettuali borghesi come Cafiero, Costa, Malatesta. I tentativi insurrezionali attuati in Puglia e in Romagna nel 1874 e in Campania nel 1877 si rivelarono del tutto fallimentari, l’anarchismo italiano iniziт il suo declino.
Nel 1892 si ebbe la nascita del Partito dei Lavoratori Italiani (poi Partito Socialista Italiano, PSI) nel Congresso di Genova: in esso si fusero le diverse associazioni operaie (romagnola di Costa + milanese di Turati, Bissolati, Kuliscioff, fulcro del partito).
In questi stessi anni si svilupparono le prime esperienze sindacali: nacquero soprattutto nel nord le Federazioni di mestiere (= ambito territoriale regionale, lavoratori appartenenti ad una stessa categoria, ad uno stesso mestiere) e le Camere del Lavoro (= ambito territoriale piщ ristretto, piщ o meno provinciale, categorie diverse di lavoratori, operai appartenenti a differenti settori industriali). L’esperienza delle Federazioni e delle Camere sviluppт per la prima volta una lotta organizzata e guidata per ottenere miglioramenti salariali e normativi e spianт la strada alla nascita nel 1906del primo grande sindacato nazionale, la Confederazione Generale del Lavoro (CGL).

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  1. lucio

    storia del movimento operaio