storia del razzismo

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Storia del razzismo

Il problema del razzismo non è nato nel ventesimo secolo, ma esiste da quando l’uomo è comparso sulla faccia della Terra.
Osservando le tribù ancora esistenti, alcuni studiosi sostengono che i pregiudizi razziali non sono esistiti sin dall’era primitiva mentre altri ritengono che sono stati presenti nella storia dell’uomo fin dalle sue origini ed interpretano le primitive forme di dominio di un popolo sull’altro come altrettante manifestazioni di comportamenti razziali. Vigendo la legge del più forte, essenziale per la sopravvivenza è stato il proverbio: "Occhio per occhio, dente per dente."
Con la civilizzazione e la nascita delle prime società, il razzismo si è divulgato, tanto che, negli immensi imperi orientali (Mesopotamia, Egitto e Persia) l’uomo era considerato unicamente come essere uguale a tutti i suoi simili e a servizio del sovrano e della sua ristretta casta. Su ogni uomo più che diritti, incombevano doveri: di partecipare al lavoro obbligato per le grandi opere statali, come le piramidi in Egitto; di imbracciare le armi e morire per le guerre di conquista o di difesa, volute dai suoi padroni.
La civiltà greca inventò un sistema politico che ancor oggi è il simbolo della libertà, delle dignità umane. Nel quadro della democrazia ateniese, che pure è stato il momento più alto della dignità politica dell’ uomo nel mondo antico, non mancavano i lati oscuri: la persona umana contava pienamente solo se era compresa con "pieno diritto" nella comunità. Gli emarginati erano i prigionieri di guerra, gli stranieri o gli schiavi. Il gran filosofo Aristotele affermava che bisognava avere cura di loro ma solo come attrezzi da lavoro.
La differenza della religione, cristiana da quella pagana, ha portato conflitti nell’impero Romano tanto che lo stato romano tendeva a stabilire una netta linea di demarcazione tra sé e le genti sottomesse. Molte furono le razzie che anche nel feudalesimo segnarono un passo indietro in questa difficile marcia verso il progresso civile. L’uomo comune divenne una virgola insignificante di un complesso poema, capeggiato dai potenti. La Habeas corpus act, legge inglese, che nacque dopo numerose ingiustizie, difendeva ogni singolo cittadino.
In Spagna nel 1500 si sostenne il concetto della limpieza de sangre (purezza di sangue).
Le teorie razziste vere e proprie si svilupparono, solamente nel secolo scorso e furono usate per giustificare la politica coloniale e la conquista da parte delle potenze europee (i bianchi), d’immensi territori in Africa e in Asia.
Negli USA i negri che vivevano in condizioni disumane erano sfruttati lavorando nei campi.
Precursore del razzismo nazista è il Saggio
sull’ineguaglianza delle razze umane scritto da Gobineau per sostenere la supremazia della razza bianca pura (ariana) su tutte le altre. Le teorie razziste vere e proprie si svilupparono, solamente nel secolo scorso e furono usate per giustificare la politica coloniale e la conquista da parte delle potenze europee (i bianchi), d’immensi territori in Africa e in Asia.
Negli USA i negri che vivevano in condizioni disumane erano sfruttati lavorando nei campi.
Precursore del razzismo nazista è il Saggio
sull’ineguaglianza delle razze umane scritto da Gobineau per sostenere la supremazia della razza bianca pura (ariana) su tutte le altre.
La teoria di Gobineau espressa dalla Germania, grazie a Rosemberg nel 1930 e adottata da Hitler, rappresenta l’esempio più drammatico delle razzie fatte all’umanità.
I nazisti per raggiungere i loro scopi si rifecero al concetto della razza ariana.
Perseguitarono i "non ariani" come se esserlo fosse una colpa!
Le persecuzioni crebbero notevolmente, con
l’andar del tempo: isolamenti e boicottaggi di negozi, obbligo di portare la stella di riconoscimento (di Davide), deportazioni ed eliminazioni fisiche colpirono gli ebrei.Tutti doveri nessun diritto. L’apice massimo delle persecuzioni degli ebrei si rilevò nella cosiddetta "notte dei cristalli".

In questa notte, 7.000 furono i negozi distrutti e molti gli ebrei deportati e aggrediti. I dati rivelano che i morti variano da cinque a sei milioni. Il fascismo adottò le stesse leggi razziali firmate dal re Vittorio Emanuele III nel 1938. La politica razzista del Governo italiano non raggiunse però né le dimensioni, né la mostruosità, né la ferocia di quella praticata in Germania. Ottomila furono gli ebrei Italiani deportati nei campi di concentramento. Terrorizzati da questi ultimi, molti furono i poeti e gli scrittori, tra cui anche Primo Levi, che ci lasciano crudeli testimonianze.
Nonostante i continui progressi tecnologici e della scienza, il razzismo rimane ancora ampiamente diffuso, sia come pratica di gruppi o di Governi, sia come "male oscuro" delle coscienze, che spesso emerge in episodi drammatici. È ancor oggi esistente la " segregazione razziale". Il colore della pelle, la religione, le abitudini di vita, il luogo d’origine o provenienza continuano ad essere per milioni di persone un segno di diversità, spesso d’inferiorità.
Nell’U.R.S.S., gli ebrei hanno vita difficile. In Irlanda ed in Iran, l’appartenenza ad una determinata religione è motivo di gravi ingiustizie. In India, la popolazione continua ad essere divisa in caste ordinate secondo una rigida gerarchia: all’ultimo gradino, si trovano i "paria", che non appartengono a nessuna casta e non contano niente. Anche la distruzione degli Indios dell’Amazzonia nasce dalla mentalità razzista. In Europa, zingari e meridionali sono disprezzati.
L’esempio più radicale del razzismo dei nostri tempi è praticato in Sudafrica.La vita di questo Paese è strutturata sulla netta separazione fra i quattro gruppi etnici che né costituiscono la popolazione. Questo comporta la formazione di una nuova forma di razzismo: l’apartheid
(separazione). La separazione riguarda la residenza, l’istruzione, il lavoro, il tempo libero e un po’ di tutti gli aspetti del vivere quotidiano. L’apartheid ha lo scopo di mantenere la dominazione di una maggioranza su una minoranza di colore.
Una forma d’apartheid è rimasta in vigore anche negli U.S.A. fino al 1946. Da quella data tutti i cittadini acquistarono gli stessi diritti e doveri. Oggi purtroppo esistono ancora, alcuni uomini di colore, che svolgono i lavori più umili.
Due grandi uomini che si impegnarono per la conquista dell’uguaglianza fra neri e bianchi d’America furono: Martin Luther King (pastore protestante battista) e Kennedì (presidente americano).Essi lottarono con la protesta pacifica, eliminando odio e violenze.
In Yugoslavia (con Milosevich) e in Medioriente sono presenti, ancora oggi, atti di crudeltà per la differenza di religione ed etnia.
I Paesi industrializzati devono convivere con il problema degli immigrati. Quest’ultimi sono associati a stati di marginalità, di povertà, d’esclusione sociale. Quello di questi Paesi si può definire razzismo del buonismo perché contribuisce solo in forma "implicita" nell’emarginazione dei clandestini.
È da condannare in ogni modo, perché l’indifferenza rende complici. Piaga sanguinosa della società moderna, si potrebbe risanare con la convivenza pacifica e il rispetto verso gli immigrati.
Il cammino dei diritti umani è stato complesso e atroce. Guerre e rivoluzioni sono state fatte per eliminare il razzismo. Oggi quando emarginiamo, compiamo atti razziali dovremmo pensare al passato; alle atrocità e alle discriminazioni compiute solamente perché si possiede una caratteristica o un'altra.
Con la speranza che gli orrori del passato non si ripetano nel futuro cerchiamo di partire dalle cose piccole, dai piccoli gesti quotidiani affinché si ottenga l’uguaglianza del mondo intero.

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