Storia del Novecento fino agli anni '20

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Testo

S T O R I A DEL 900

Dal 900 al 1914: ETA’ GIOLITTIANA: Grande rilievo dello statista Giolitti per le vicende d’Italia. Giolitti rimane presidente del consiglio dal 1903 al 1914 con due brevi interruzioni: tra il 1905-1906 e tra il 1910 e 1911.
Giolitti è un liberale progressista, un conservatore illuminato. Il suo tratto fondamentale lo aveva evidenziato negli anni precedenti. Giolitti aveva sostenuto la necessità che il governo non stesse sempre a favore del re. GIOLITTI RITENEVA CHE LO STATO DOVESSE ESSERE AL DI SOPRA DELLE PARTI. Ciò per garantire l’ordine sociale del paese. Deve lasciare libertà alle diverse forze sociali. Nel 1991-92 aveva tollerato i fasci siciliani e il partito socialista. Nel 1903 Giolitti propone a Filippo Turati de partito socialista di entrare a far parte del governo. Turati rifiuta perché il partito socialista non voleva collaborare con un governo borghese. Giolitti però trova sostegno tra i socialisti.
L’età giolittiana rappresenta per l’Italia il periodo del decollo industriale. Nel 1907 il tasso medio di uscita annua di produzione industriale è superiore a quello d’Europa. Si sviluppano diverse industrie siderurgiche, tessili, chimiche, automobilistiche. Nonostante ciò il divario economico – sociale tra Nord e Sud è forte. Lo sviluppo industriale è soprattutto al Nord, a Milano, Torino, Genova (triangolo industriale) Al Sud c’è degrado, non ci sono interventi, c’è il problema dell’emigrazione. Gli emigranti vanno soprattutto in America, poi in Europa per lavori stagionali per poi ritornare.
A causa del divario tra Nord e Sud e la diversa politica di Giolitti, si parla di politica dal doppio volto. Giolitti ha favorito lo sviluppo industriale al nord e lascia incuria al Sud. Per il Nord Giolitti è progressista, moderno. Per il Sud è uguale ai suoi predecessori, cioè pur di avere voti ricorre ad intimidazioni, eliminazione di avversari, brogli elettorali. Giolitti è accusato da un politico di essere un ministro della malavita. Giolitti, per giustificare questo divario, utilizza la metafora del sarto ( il sarto deve fare un vestito per la persona gobba). Il clima dell’Italia meridionale costringeva il governo a comportarsi così. Giolitti fece perciò costruire opere pubbliche al Sud, ma gli unici risultati furono la nascita dello stabilimento siderurgico di Bagnoli a Napoli e l’acquedotto pugliese.
Le riforme più importanti di Giolitti furono:
1. la nazionalizzazione delle ferrovie. Dall’unità d’Italia erano state gestite da privati e la gestione scadeva nel 1905. Trascuravano però la manutenzione. Giolitti propone di statalizzare le ferrovie, così lo stato avrebbe controllato la manutenzione e risolto il problema degli scioperi. I ferrovieri erano indisciplinati. I dipendenti statali non avevano diritto di sciopero e quindi i ferrovieri non avrebbero più potuto scioperare. Questo programma non viene accettato dal governo e si ha la prima caduta di Giolitti. Fortis, che sostituisce Giolitti, porta però a termine questo progetto.
2. Diminuzione dei tassi di interesse dei Buoni del Tesoro. Dall’8 si passa al 3,5% per la spesa pubblica. La gente ci guadagnava perciò erano ancora redditizi.
3. Statalizzazione delle assicurazioni sulla vita
4. Introduzione nel 1912 del suffragio universale maschile, anche per gli analfabeti e i nullatenenti , che hanno prestato servizio militare o che hanno più di 30 anni.
POLITICA ESTERA
Guerra di Libia per l’espansione coloniale.
Agli inizi del ‘900, in vista di una futura conquista coloniale Giolitti chiede il consenso di F., Ing., e R. per un’espansione in Tripolitania e Cirenaica (Libia). L’Italia però è alleata con Austria e Germania (Triplice Alleanza).Queste iniziative dell’Italia sono malviste dalla Germania. Nel 1911 la Germania vuole esercitare i diritti riconosciuti all’Italia sulla Libia. La Germania vuole espandersi in Africa perché in quegli anni i meridionali emigrano perché c’è disoccupazione e voleva dare una colonia per dare lavoro agli italiani. La Libia sembra essere la terra promessa come soluzione di problemi economici – sociali .Gli intellettuali italiani si sono lasciati coinvolgere dallo spirito imperialista d’Europa. La guerra afferma la forza dell’Italia. Gli italiani, come i Romani devono civilizzare (NAZIONALISMO: uno degli intellettuali fu il D’Annunzio). Tutte le controversie Si risolvevano con le guerre.
In realtà la Libia non era niente (uno scatolone di sabbia), però il 20 settembre del 1911 l’Italia dichiara guerra alla Libia. La conquista fu dura. La Libia era dei turchi che si opponevano agli italiani, che si trovavano contro anche la popolazione libica. Gli italiani sono costretti ad occupare altri territori turchi : isola di Rodi e le 12 isole del DODECANNESO PER COSTRINGERE I TURCHI A RITIRARSI. La guerra finisce l’11 ottobre del 1912 con la Pace di LOSANNA. La Libia è colon a italiana. Il sultano turco rimane il capo religioso.
PARTITO SOCIALISTA
Durante l’età giolittiana la vita del partito socialista è travagliata e si divide in
1. corrente riformista, moderata di cui faceva parte Turati
2. corrente rivoluzionaria
Alternativamente all’interno del partito prevale una corrente o l’altra. Durante il CONGRESSO a Reggio Emilia del 1912, la corrente rivoluzionaria capeggiata da Benito Mussolini espelle la corrente riformista dal partito che avrebbe fondato il Partito Socialista Riformista (che dura poco).
CATTOLICI
Si sono autoesclusi dalla politica italiana (il papa Pio IX° aveva vietato la partecipazione), così non potevano votare e farsi eleggere. Giolitti riavvicina i cattolici alla politica, stipula accordi con i leader delle associazioni cattoliche (Ottorino Gentiloni), da cui nel 1913 nasce il PATTO GENTILONI. Con questo patto si attua il “non espedit” di PIO IX° , per cui i cattolici ufficialmente possono essere candidati alle elezioni, ma senza formare lista o partiti cattolici. Nel 1913 i cattolici si candidano insieme ai liberali. Giolitti termina i suoi mandati nel ’14 e lascia il governo ad Antonio SALANDRA esponente delle destra. Giolitti pensava di poter tornare al governo come in precedenza, egli lascia il governo per contrasti all’interno del parlamento. Quando non riusciva a far accettare una legge, rimaneva all’opposizione, ma poi ritornava al governo com’era successo nel 1905 e nel 1910. Nel 1914 però la situazione era troppo diversa e Giolitti non potrà ritornare al governo se non nel 1920.

La prima guerra mondiale

La guerra è provocata da elementi diversi, generati anni prima. Alla fine dell’800 c’erano molte tensioni fra gli stati europei.
1. REVANSCISMO della Francia nei confronti della Germania: nel 1870 la Germania aveva strappato alla Francia l’Alsazia e la Lorena ed ora la Francia vuole una rivincita
2. Contrasto nella zona dei Balcani: nell’800 dominava l’Impero Ottomano che era arretrato. In Turchia c’era stato un colpo di stato dei Giovani Turchi che volevano modernizzare la Turchia. L’Austria quindi coglie l’occasione per annettere al proprio territorio due regioni balcaniche, la Bosnia e l’Erzegovina nel 1908. Ciò provoca la reazione di Serbia e Russia che non tollerano l’espansione austriaca nei Balcani, perché anche la Russia voleva espandersi negli stessi territori. Anche la Serbia è contraria all’intromissione dell’Austria perché voleva creare un grande stato slavo dove la Serbia era lo stato dominante (PANSLAVISMO). Tutti gli slavi dovevano essere uniti. Il Panslavismo perciò era in contrasto col progetto del TRIALISMO dell’Austria. Già dal 1867 l’Austria aveva concesso all’Ungheria l’autonomia. Dopo aver annesso la Bosnia e l’Erzegovina alcuni politici progettarono un triplice impero austro – ungarico – slavo. Si poteva concedere l’autonomia agli slavi che non avrebbero così più avuto interesse a staccarsi dall’Austria e la Serbia quindi non avrebbe più potuto formare un grande stato slavo.
3. Contrasto fra Inghilterra e Germania. Il Kaiser tedesco Guglielmo II° crea una grande flotta che entra in concorrenza con quella inglese (che prima aveva il monopolio).
Questi conflitti sono derivati dalle nuove idee nazionaliste, dove cioè bisogna mostrare la propria forza, dove bisogna imporsi. Soprattutto in Germania, a causa dell’aumento della popolazione, c’è la necessità di nuove terre e ciò causa l’IMPERIALISMO. Queste tensioni, per portare alla guerra, necessitano di una causa scatenante, che sarà l’assassinio il 28 giugno 1914 a Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono austriaco. L’assassino era Gavrilo Princip, studente bosniaco, membro di un’associazione irredentista serba. La Serbia fece uccidere Francesco Ferdinando perché era sostenitore del Trialismo austriaco. Pochi giorni dopo l’Austria con la Germania invia a Belgrado un ultimatum in cui chiede di poter condurre le indagini sull’omicidio, che era un fatto interno della Serbia, che respinge la richiesta sostenuta dalla Russia. E’ l’inizio della prima guerra mondiale. L’Austria e la Germania dichiararono guerra alla Serbia per cui scatta il sistema delle alleanze. La Russia si mobilita a favore della Serbia con Francia e Inghilterra a favore della Russia. I pacifisti non vengono ascoltati. I socialisti invece sostengono i loro governi nella guerra (tranne gli italiani e i russi). La guerra inizia Europa, poi coinvolge anche Asia e America.
In Italia era definita la Grande Guerra, cioè tutti avevano capito che era una guerra per vari motivi:
1. espansione
2. guerra di trincea
3. coinvolge la popolazione civile che viene mobilitata per produrre ciò che serve per la guerra, soprattutto le donne
4. Armi usate: sottomarini, gas, carri armati, aerei, che sono prodotti della Rivoluzione Industriale, cioè dello sviluppo scientifico dell’’800 e quindi del Positivismo ( i positivisti erano convinti che scienza e tecnica avrebbero risolto i problemi ma creano strumenti di morte).
La guerra si svolge soprattutto sul fronte franco – germanico e russo – germanico. La Germania che ha avuto maggiori responsabilità per la guerra aveva un piano preciso: pensava di andare contro la Francia e annientarla prima che la Russia, lenta, si mobilitasse. La Germania aveva in mente una guerra lampo contro la Francia e poi contro la Russia. I tedeschi entrano in Francia da nord attraversando il Belgio e il Lussemburgo ( neutrali) e arrivano a Parigi. Le truppe tedesche sono fermate però a 40 Km da Parigi sul fiume Marna e così fallisce la guerra lampo, che diventa guerra di logoramento, di trincea. Ci sono pochi scontri, i soldati stanno nelle trincee (fossati fortificati) e vince chi resiste meglio al logorio. I t. iniziano a scontrarsi con la Russia e la battono in due battaglie.
Il 2 agosto 1914 l’Italia, pur legata alla Triplice Alleanza, si dichiara neutrale, perché
1. La Triplice Alleanza era difensiva. L’Italia avrebbe guadagnato di più rimanendo neutra, concedendo Trieste e il Trentino. Anche gli intellettuali sono neutrali.
I Due schieramenti sono Triplice Alleanza e Triplice Intesa , cioè Germania, Austria e Italia contro Inghilterra, Francia e Russia. Il “ agosto 1914 l’Italia aveva dichiarato la propria neutralità, in quanto il trattato della Triplice Alleanza era difensivo. L’Austria aveva dichiarato guerra e perciò l’Italia era stata tenuta fuori dai programmi di guerra. In Italia all’inizio erano tutti d’accordo , ma poi si dividono in interventisti e neutralisti.
Gli interventisti sono di meno:
. interventisti nazionalisti, che vogliono fare uno stato potente
. interventisti-irredentisti che vedono la realizzazione del risorgimento per ottenere il Trentino e la Venezia-Giulia (diventati austriaci)
. interventisti democratici, che vogliono liberare le nazioni oppresse
Il problema era con chi entrare in guerra, alcuni volevano con l’Austria e la Germania e altri con l’Intesa. Qualcuno pensava infatti che la guerra contro l’Austria avrebbe portato alla riconquista delle terre italiane.
I neutralisti erano le masse operaie e i contadini socialisti, i cattolici e il papa Benedetto 15°, Giolitti e i liberali italiani. Giolitti enunciò la “ Tesi del parecchio”, cioè sosteneva che l’Italia avrebbe guadagnato a stare neutrale perché l’Austria aveva aggredito la Serbia. Aveva comunque capito che quella guerra sarebbe stata lunga e l’Italia non era preparata.
A prevalere furono gli interventisti democratici, secondo i quali l’Italia doveva essere a fianco della Francia e dell’Inghilterra.

BENITO MUSSOLINI
Fino al ’14 M. era socialista ma nel novembre ’14 si fa sostenitore dell’intervento accanto alla Triplice Intesa. Viene cacciato dal partito socialista e fonda un nuovo quotidiano “Il popolo d’Italia” dove sostiene l’intervento. Al governo c’è il ministro Salandra e il ministro degli esteri è Sannino che sono interventisti. Allacciano infatti accordi segreti con l’Intesa e il 26 aprile 1915 firmano il PATTO DI LONDRA con cui, in cambio dell’intervento dell’Italia, ci sarà la cessione de Trentino Alto Adige, dell’Istria (esclusa la città di Fiume), la Dalmazia, il porto di Valona in Albania e la spartizione delle colonie tedesche. Le manifestazioni degli interventisti spingono il Re ad adottare soluzioni extra Parlamento , cioè senza il parere del Parlamento e dichiara guerra all’Austria. Gli interventisti erano intellettuali futuristi ( D’Annunzio, Corradini ecc.), anche se erano in minoranza, così il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra.
La nazione che più di tutti voleva la guerra era la Germania, che è la prima responsabile della guerra. Secondo i piani di guerra ci doveva essere una guerra lampo, in cui prima attaccava la Francia e poi la Russia, più lenta a mobilitarsi. Però la guerra si trasformò in guerra di usura o di trincea e comunque la Germania viene fermata a pochi Km da Parigi e non riuscirà nel suo intento.
Dal 1915-16 iniziano le prime ribellioni contro la guerra. E’ diventata una guerra MONDIALE perché si aggiunsero fino al 1917 stati al di fuori dell’Europa, tra cui la nazione più forte, cioè gli Stati Uniti, che entrano in guerra nel 1917, anno di svolta per la guerra. Infatti dopo tre anni di massacri, non si vedevano soluzioni. In Italia c’erano molte proteste da parte dei socialisti e del Papa.
La Germania era la nazione più spietata e costrinse gli Stati Uniti ad entrare in guerra perché aveva iniziato una guerra sottomarina che colpiva tutte le navi che entravano nel canale della Manica, colpendo navi militari e civili americane, che portavano rifornimenti all’Inghilterra. La risposta degli Stati Uniti fu la dichiarazione di guerra alla Germania e all’Austria nel ’17.
In quell’anno ci fu la fine della guerra da parte della Russia. I contadini russi avevano sostenuto i sacrifici per la guerra con morti, feriti ecc. La monarchia era inefficiente e corrotta e la corte era dominata dal monaco Rasputin, intrigante e avventuriero. La fame provocò nel febbraio del ’17 una rivolta a Pietrogrado in cui i soldati si allearono alla folla. Sorsero i SOVIET, cioè consigli di operai, soldati e contadini che rappresentavano un governo popolare in opposizione al governo dello Zar. Contemporaneamente si forma un tero tipo di governo democratico – borghese. Lo Zar Nicola abdica. Il nuovo governo borghese continua la guerra, ma le sconfitte provocano un’altra rivoluzione, la RIVOLUZIONE BOLSCEVICA COMUNISTA con a capo LENIN. Quindi il nuovo governo russo inizia un trattato di pace con la Germania nel marzo 1918.
Per l’Italia il 17 è l’anno più nero: c’è la disfatta di Caporetto il 17 ottobre 1917.
Dopo la rivoluzione in Russia la Germania si sente più leggera e indirizza i soldati in Italia. I nostri vertici non lo prevedono e le truppe tedesche penetrano per 150 km.
Gli italiani ripiegano a sud del Piave. Dopo la sconfitta l'Italia arruola i ragazzi del ’99 che nel 1917 avevano 18 anni e così riesce a riprendersi. Il generale era Luigi CADORNA, molto severo, non capiva i disagi psicologici e dopo la sconfitta di Caporetto viene sostituito da Armando DIAZ, più attento alle esigenze e riesce a risvegliare lo spirito bellico.
Il 1918 è l’ultimo anno di guerra, in cui Germania e Austria sono fermate da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Italia. L’Italia sconfigge gli austriaci a Vittorio Veneto il 24 ottobre 1918. Il 4 novembre viene firmato l’armistizio di Villafranca (Padova) tra l’Italia e l’Austria. I sovrani di Germania e Austria, Guglielmo II° e Carlo I° fuggono a Berlino e Vienna è proclamata la repubblica.
Nel gennaio 1919 inizia la conferenza di paca a PARIGI dove si scontrano due posizioni:
1. il presidente americano WILSON riteneva che la pace doveva ispirarsi a principi di libertà democratica
2. gli stati europei, decisi ad umiliare la Germania, vogliono trarre dalla vittoria i maggiori benefici.
Dalla conferenza escono 5 trattati di pace con la Germania, Austria, Ungheria, Turchia e Russia. Il più importante è quello con la Germania: viene emanato un DIKTAT (punizione) con cui la Germania deve:
- restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia
- rinunciare alle sue colonie
- ridurre gli armamenti
- dichiararsi unica responsabile de conflitto
- pagare i danni per un ammontare di 132 miliardi di marchi in oro
Tutto questo scatenerà proteste e farà nascere il NAZISMO..
Tutti i territori slavi sotto i turchi sono dichiarati indipendenti e nasce la JUGOSLAVIA per la volontà delle potenze europee.
Dopo la guerra si forma un organo internazionale, la SOCIETÀ’ DELLE NAZIONI., per tutelare la pace tra gli stati membri. L’idea è di Wilson, ma gli Stati Uniti sono fuori.

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