Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 07.12.2005 |
Numero di pagine: | 4 |
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Testo
Tra oriente e Occidente
Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente, l’impero romano d’oriente, detto anche impero bizantino che poi diviene Costantinopoli, sopravvisse ancora per mille anni circa, sviluppando caratteristiche di monarchia assoluta.
L’imperatore si considerava un essere superiore e viveva nel suo palazzo separato dal popolo, al quale si presentava solo in occasione di festose cerimonie.
Vicino all’imperatore viveva la corte, un gruppo di nobili e consiglieri. L’intera società era suddivisa in classi sociali nettamente separate: pochissimi erano i membri delle classi alte, moltissimi i poveri.
Invece in occidente il panorama politico si era trasformato. Le numerose popolazioni che occupano l’ex-impero romano sono minacciate dai Goti: che conducevano una vita nomade forse provenienti dalle isole settentrionali del Mar Baltico poi spostandosi al sud si sono fusi con popoli di origine iraniana dai quali impararono le tecniche di combattimento. Circa nel III secolo D.C. i Goti si erano suddivisi in due gruppi: i Visigoti, più arretrati, vivevano a nord del Mar Nero; gli Ostrogoti occupavano il territorio dell’odierna Ucraina.
Bisanzio e il sapere antico
Uno dei principali obbiettivi della civiltà bizantina era quello di conservare la cultura del passato siccome il sapere Grco-Romano rischiava di andare perduto. Questo fu possibile grazie alla pergamena che sostituì il papiro; infatti nell’impero d’oriente grande cura veniva dedicata alla copia di libri i quali erano spesso illustrato miniature. La miniatura era una nuova forma d’arte e si trattava di illustrazioni di piccola misura ma dalle quali si ricavavano grandi informazioni.
I bizantini brillarono anche nell’architettura dove svilupparono la tecnica romana della costruzione in mattoni ( cupola della chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli ). Quest’abilità nell’architettura diede frutto, nel V secolo, a un sistema di fortificazioni che per 8 secoli garantì la sopravvivenza a Costantinopoli. Inoltre Bisanzio diede nuovo impulso alle tecniche navali di guerre, riuscendo a mantenere il dominio del Mediterraneo per lungo tempo, grazie anche ad un nuovo tipo di nave:il dromone. Questa nave era resa molto veloce dalla lunghezza dei remi ( Fino a 15m ) e all’elevato numero di rematori ( Fino a 7 per remo 9). Inoltre possedevano il fuoco greco: si trattava di una specie di lancia fiamme che bruciava le navi nemiche ed era molto temuto dagli altri popoli.
Le invasioni barbariche
Nel IV secolo D.C. ci fu l’arrivo degli Unni provenienti dalle steppe centro-settentrionali dell’Asia e occupavano un vasto territorio tra l’Europa e l’Asia, compreso tra il fiume Danubio, i monti del Caucaso e il Lago d’Aral. Gli Unni erano popolazioni guerriere che vivevano con i saccheggi ed erano una minaccia per le civiltà più ricche e progredite. Contro di loro i Cinesi caddero nonostante la protezione che dava Grande Muraglia. Forse proprio le difficoltà incontrate in Oriente spinsero gli Unni verso L’Occidente; cosicché le popolazioni più vicine all’impero romano cominciarono a premere sui confini. In questo modo alcuni popoli germanici varcavano i confini dell’impero in qualità di alleati; ma questi guerrieri non erano disposti a farsi comandare dai romani: e al primo disaccordo o alla prima debolezza erano proni ad invadere i territori imperiali.
Nel 375 nella parte orientale dell’impero entrarono come alleati i visigoti, ma maltrattati dai funzionari imperiali decisero di rifarsi occupando l’Italia comandati dal re Alarico. Alarico saccheggiò Roma nel 410 però l’improvvisa morte del re visigoto portò la sua gente ad abbandonare la penisola dopo solo due anni. Nel 455 Roma fu nuovamente saccheggiata dai Vandali che colpirono via mare. I vandali erano una popolazione di origine germanica situata in Spagna.
Nel frattempo l’Italia del Nord fu minacciata dagli Unni che guidati da Attila nel 452 saccheggiarono Milano e Pavia, distrussero Aquileia e minacciarono di attaccare Roma. Giunto al fiume Mincio però Attila rinunciò a scendere più a Sud; secondo la leggenda fermato da papa Leone I; risparmiando così il resto dell’Italia. Dopodiché fu la volta di Odoacre egli riuscì a farsi eleggere re da un gruppo di barbari di diverse stirpi. E proprio Odoacre uccise l’ultimo imperatore d’occidente il bambino Romolo Augusto, dopo aver ucciso il patrizio Romano che governava in suo nome.
Circa vent’anni dopo Odoacre venne ucciso da Teodorico capo degli Ostrogoti che era giunto in Italia nel 489 insediandosi a Ravenna, dove abbellì la città di numerosi monumenti, egli si fece proclamare re e unificò sotto di sé tutta L’Italia, dando alla penisola 36 anni di pace.
Nel 553 c’è la fine del regno ostrogoto decretata dall’imperatore Giustiniano il quale era preoccupato dall’eccessivo potere sviluppato dagli ostrogoti , infatti distrusse questa popolazione. Giustiniano distruggendo gli Ostrogoti aprì la strada ad una nuova invasione barbarica dell’Italia quella dei Longobardi. Giunti in Italia nel 568 i loro guerrieri grazie al comandante Alboino conquistarono stabilmente l’Italia Settentrionale, mentre i suoi duchi occupavano vaste zone del meridione. Quindi dopo l’occupazione dei Longobardi L’Italia è divisa politicamente tra Longobardi e Bizantini. L’Italia non sarà uno stato unico fino al 1861.
Usi e costumi dei barbari
Le usanze dei barbari lasciarono confuse le popolazioni invase. Gli Unni per esempio risultavano pelosi gia nell’aspetto: si rasavano il capo, si coprivano con pelli e ornamenti terrificanti, usavano il cavallo per ogni attività: come dormire mangiare spostarsi.
Tra tutti i barbari i più primitivi erano i Longobardi. Essi erano un popolo nomade diviso in tre livelli: Liberi, semiliberi, e servi. Quando invasero l’Italia non erano più di 300.000 ma le devastazioni che operarono furono spaventose cancellando buona parte della civiltà Romana. I Longobardi costringevano le popolazioni sottomesse a lavorare per loro e non gli lasciavano alcun diritto.
Alle invasioni barbariche venne attribuita la responsabilità della gravissima crisi che colpì l’Europa nel V secolo. La miseria era diffusa ovunque; nuove foreste invadevano le campagne, mentre le città cadevano in rovina e le epidemie riducevano la popolazione. Eppure ai barbari va dato il merito di aver introdotto alcune innovazioni. In campo alimentare per esempio è di origine germanica la birra d’orzo. Ma è soprattutto nell’ambito della guerra che portarono novità. Tra i Germani era diffusa un arma sconosciuta ai romani l’ascia, usata nel corpo a corpo, ma anche come arma da lancio. Anche la lancia era molto diversa da quella dei Romani: lunga soltanto un metro aveva una punta provvista di uncini che ne rendeva quasi impossibile l’estrazione dalle carni. Una corazza di anelli di ferro, l’elmo, e una spada più lunga di quella romana completavano l’armamento. Lo scudo rotondo non veniva mai abbandonato perché sarebbe stato disonorevole e perché serviva a trasportare il soldato caduto in battaglia.