Sterminio degli Armeni

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Testo

LO STERMINIO DEGLI ARMENI
La persecuzione scatenata,tra il 1914 e il 1918,dai Turchi nei confronti del popolo armeno residente in Anatolia e nel resta dell’Impero Ottomano rappresenta forse il primo esempio in epoca moderna di sistematica repressione di una minoranza etnico-religiosa.Una campagna di annientamento che non scaturì soltanto dall’ideologia,scopertamente razzista,del sedicente partito “progressista”dei Giovani Turchi ma che trasse le sue origini nelle antiche e mai sopite contrapposizioni religiose tra i mussulmano ottomani curdi e la minoranza armena.Tra il 1894 e il 1896,il sultano Abdul-Hamid avviò un vero e proprio programma di emarginazione nei confronti degli armeni scaricando su di essi i fallimenti economici del suo governo dovuti all’incapacità di affrontare le sfide della modernità e di resistere alla pressione esercitata sull’Impero dalla nuove realtà nazionali balcaniche e dalle grandi potenza europee.
Dopo aver dovuto rinunciare,in seguito alla guerra con l’Italia del 1911/12 e della Prima Guerra Balcanica del 1913,a molti dei suoi territori(Libia,Macedonia,Albania e alcune isole affacciate sul Mar Egeo),il governo di Costantinopoli era entrato in una crisi molto profonda. Temendo la completa dissoluzione dell’Impero,prima la Sacra Porta poi il partito dei Giovani Turchi,adottarono un atteggiamento rigido e sospettoso nei confronti delle minoranze armene,ebraiche e arabe,sospettate-secondo i vertici alti dell’Impero-di tramare contro di esso.Il motivo della diffidenza turca nei confronti degli Armeni scaturiva soprattutto da considerazioni da carattere politico e religioso. La Sacra Porta vedeva in questa minoranza cristiana una possibile alleata dell’Impero Russo cristiano ortodosso,suo tradizionale avversario. Nel 1876 gli eserciti russi,intervenuti a favore della Bulgaria impegnata contro gli Ottomani,avevano costretto la Sacra Porta ad accettare l’umiliante trattato di Santo Stefano:documento che sanciva tra l’altro la tutela della minoranza cristiana armena e la cessione alla Russia di alcune regioni dell’Anatolia nord-orientale. Tuttavia il trattato non divenne del tutto operativo.
Il sostanziale disimpegno delle nazioni europee permise quindi al sultano di abolire la fragile costituzione del 1876,e di varare nuove e più severe leggi nei confronti delle minoranze religiose residenti nell’Impero. Dopo aver costituito un’efficiente apparato di polizia segreta,incaricata di schiacciare il neonato Movimento Indipendentista Armeno,il sultano incoraggiò le tribù curde ad emigrare nelle ragioni armene della Turchia orientale. Forti dell’appoggio del governo,i mussulmani curdi occuparono con la forza il territorio armeno,scacciandone l’intera popolazione. In seguito alla fuga,questi si videro costretti a rifugiarsi nelle regione caucasiche russe:manovra che la Sacra Porta volle interpretare come atto di connivenza con il nemico zarista.Fu in quel momento che il Movimento Indipendentista Armeno,attraverso le sue organizzazioni politiche,volle ribellarsi all’impero centrale. Ovviamente la risposta del sultano non si fece attendere;questo organizzò le tribù locali curde in veri organismi paramilitari dando ad essi mano libera nel perseguitare ed eliminare tutte le comunità armene “ribelli”. D’altro canto, anche le persone che avevano trovato rifugio nelle regioni caucasiche d’influenza russa non potevano considerarsi tranquille. Nel 1903, lo zar Nicola II tentò addirittura di confiscare le proprietà appartenenti alla Chiesa Nazionale Armena,ordinando la chiusura di scuole ed istituzioni della Transcaucasia russa.
Il nuovo atteggiamento russo consentì al sultano Abdul-Hamid di accelerare il processo di annientamento delle comunità armene accusare inoltre di sostenere le frange più estremiste del Movimento Indipendentista Armeno,che in Turchia aveva effettuato gravissimi attentati terroristici.
Nel 1984,un certo Murat convinse le popolazioni di montagna nella regione di Sassun a non pagare ai capi curdi locali l’ “hafir” o contributo per la protezione. Questo consisteva in una sorta di estorsione legalizzata che consentiva ai turchi di arricchirsi alle spalle dei poveri contadini e montanari armeni. L’11 marzo 1895 Gran Bretagna,Francia e Russia,scandalizzate dell’inasprirsi delle misure anti-armene,intimidirono al sultano di fermare la repressione. Ma la richiesta venne fortemente respinta e per contro intensificò la sua politica.Le truppe curde e turche così saccheggiarono sistematicamente centinaia di villaggi armeni.Tra il 1894 e il 1986, le forze ottomane eliminarono dai 200 ai 250 mila armeni.Questa ondata di violenza raggiunse livelli tali da indurre Stati Uniti,Francia e Inghilterra ad invocare la destituzione del sultano. Dal canto suo il Kaiser Guglielmo II optò per un atteggiamento più distaccato dettato da precisi calcoli politici ed economici. Questo ultimo era infatti intenzionato a portare a termine la linea ferroviaria Berlino-Baghdad:un’ arteria che avrebbe consentito alla Germania di intensificare i suoi scambi commerciale con la Turchia e soprattutto di allargare la sua sfera di influenza tedesca in Medio Oriente e Mesopotamia.
Negli anni successivi l’Impero Ottomano si trovò costretto ad affrontare un’acuta crisi politica,economica e sociale;messo alle strette il sultano rimise in vigore la vecchia costituzione a tutela delle minoranze e il popolo armeno poté per alcuni anni godere di questa poca libertà.
Ciò tuttavia non durò a lungo,infatti il triumvirato salito al potere,nel timore del dissolvimento dell’Impero,proclamò la “Turchizzazione” dell’Impero e la “ghettizzazione” di tutte le minoranze,prima tra tutte quella cristiana armena. La comunità armena volle comunque dimostrare la sua fiducia e fedeltà al governo:nel giro di poche settimane ben 250 mila armeni si arruolarono nelle forze armate turche dimostrando,già a partire della sfortunata campagna caucasica dell’inverso 1914-15 contro i Russi, grande valore ed affidabilità.
All’inizio del 1915 nel corso di una riunione indetta dal Comitato di Unione e Progresso,si pianificò a tavolino lo sterminio degli armeni.Il comitato durante questa decise che la gestione della pratica armena doveva essere affidata ad una speciale commissione. Questa a sua volta istituì la cosiddetta “Organizzazione Speciale”,una specie di milizia formata da ex-detenuti ai quali venne promessa la libertà in cambio di criminali servigi. All’inizio della primavera del 15,il governo scatenò l’esercito e le bande curde contro gli indifesi villaggi armeni:nel giro di poche settimane decine di migliaia di armeni cristiani vennero imprigionati e torturati. I curdi mussulmani in particolari scatenarono la loro ferocia nei confronti dei sacerdoti ai quali prima dell’esecuzione vennero strappati occhi,unghie e denti. Stando ad un rapporto ufficiale del console statunitense ad Ankara,nel luglio del 1915 circa 2.000 soldati armeni reduci dalla campagna de Caucaso vennero disarmati dai turchi e spediti nella zona di Kharput con il pretesto di utilizzarli nella costruzione di una strada. Giunti sul posto, gli armeni vennero fatti ammassare in una piccola valle e massacrati a colpi di mitragliatrice.
Nel giugno dl 1916 dopo aver trucidato circa 150 000 militari armeni,i turchi decisero di eliminare fisicamente anche un terzo degli operai cristiani impegnati nella manutenzione della ferrovia Costantinopoli-Baghdad.

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