Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Data: | 19.03.2001 |
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Società di massa
Espressione utilizzata a partire dai primi decenni del XX secolo nel linguaggio sociologico e giornalistico per definire il particolare tipo di organizzazione sociale nata in seguito allo sviluppo del capitalismo, caratterizzata dall’esteso coinvolgimento della popolazione nella produzione (che passa dalla dimensione artigianale a quella industriale di serie), distribuzione e consumo (a sua volta di massa) dei beni, nonché nelle attività politiche e culturali. Importanti aspetti della società di massa sono inoltre l’urbanizzazione, la forte esposizione della popolazione ai mezzi di comunicazione di massa, la diminuzione del peso di istituzioni, quale ad esempio quella familiare, nel processo di socializzazione. Le interpretazioni che gli studiosi hanno dato del fenomeno della società di massa sono divergenti. Da una parte si colloca chi, come gli studiosi della scuola di Francoforte, ne ha sottolineato il carattere alienante e totalitarista (per l’elevata possibilità di controllo e manipolazione ideologica delle masse da parte delle élite). Dall'altra chi ritiene che in una società di massa non avvenga affatto una riduzione delle relazioni interpersonali, ma al contrario un loro sviluppo.
Definizione di società di massa
Nelle scienze sociali, il concetto di massa va tenuto ben distinto da tutte le forme di articolazione sociale: società, classe, ceto, gruppo. La massa infatti non presenta legami significativi tra i suoi membri, né viene individuata sulla base di caratteristiche tipiche (ad esempio età, professione ecc.), ma è per definizione amorfa e anonima e si caratterizza per la grande quantità di individui che include all'interno di se e per il fatto di essere tendenzialmente passiva, senza una volontà autonoma e facilmente influenzabile dall'esterno. L'uso sociologico del termine è stato introdotto nel il XIX secolo per indicare due fenomeni indotti dallo sviluppo industriale e dalla divisione del lavoro: da un lato la crescita delle classi medie e il ruolo sempre più influente che esse andavano assumendo nella società (anche economicamente parlando) ; dall'altro lato l'organizzarsi del proletariato in un movimento finalizzato al raggiungimento di obiettivi politici definiti.
Per indicare il genere di società scaturito da questi due ben distinti sviluppi si diffuse, all'inizio del XX secolo, l'espressione "società di massa". Per i teorici della società di massa, tuttavia, nel concetto di massa non è inclusa solo l'idea di una moltitudine indifferenziata, ma anche una serie di caratteristiche negative che sembrano appartenere sempre alla massa in quanto tale: apatia politica, indifferenza verso gli avvenimenti, accettazione supina dei messaggi dei mezzi di comunicazione di massa, omologazione dei comportamenti individuali. Il concetto di massificazione indica appunto il processo tramite cui un individuo viene indotto ad assumere atteggiamenti di questo tipo.
Totalitarismo
Definizione: Il termine indica la forma di governo – e l'ideologia – che subordina tutte le attività sociali, economiche e politiche, intellettuali, culturali, spirituali ai fini del gruppo dominante. Nelle forme autocratiche classiche come il dispotismo, l'assolutismo e la tirannia, gli individui potevano condurre una vita relativamente autonoma, purché si tenessero lontani dalla politica; nel totalitarismo, invece, l'individuo deve conformarsi all'ideologia del partito unico al potere, che si identifica con lo Stato, e mobilitarsi perché questa si affermi e si estenda capillarmente
Regimi totalitari
Alcuni esempi di regimi totalitari, sono: Il fascismo, comunismo, stalnismo, Nazionalsocialismo, e qualsiasi altro genere di dittatura. Esempi contemporanei di regime totalitarista, sono la Corea del sud con Kim il sung, la Siria con Hafiz al-Assad, l'Iraq con Saddam Hussein, la Romania, con Nicolae Ceausescu, e l'Argentina e il Cile, dopo i colpi di stato di Jorge Rafael Videla e Augusto Pinochet.
Articolazione del regime totalitario
L'articolazione, del regime totalitario, può apparire, ed è, abbastanza complessa, tuttavia, la si può riassumere in cinque punti, che ne racchiudono le sue caratteristiche fondamentali:
* Il Partito
* Il controllo dei mass media
* Organizzazione di una polizia segreta
* Controllo di tutte le forze armate
* Controllo dell'economia
Analizziamoli singolarmente: Una volta salito al potere in un paese, un partito, i suoi membri diventano l'élite del paese stesso l'intera società viene assoggettata da un'organizzazione gerarchica dove ogni individuo deve rispondere a qualcun altro sopra di lui. L'unico a poter far eccezione di ciò, è il capo supremo, che non risponde a nessuno. Tutti i gruppi non allineati al potere vengono annientati. La soggezione totale dei singoli individui al partito è l'obbiettivo primo del Totalitarismo ed è ottenuto mediante un'estesa burocrazia, il monopolio dei mezzi di comunicazione, un'efficiente polizia segreta, il controllo politico delle forze armate e una forte centralizzazione dell'economia.
Il monopolio dei mezzi di comunicazione è ottenuto, facendo si che tutti i mezzi di comunicazione attraverso i quali la popolazione, riceva informazioni, siano di proprietà del patito stesso Giornali, riviste, radio e televisione, teatro e cinema sono controllati dal centro. Le forme di informazione che non si uniformano al pensiero del partito, vengono considerate eversive, e sottoposte a censura.
La popolazione che vive sotto ad un regime totalitario, è continuamente sottoposta a una pesante pressione fisica e psicologica dovuta ad esempio dalla presenza della polizia segreta che altro non fa che contribuire all'aumento di un clima di diffidenza e insicurezza nel cittadino ed inoltre, la presenza spesse volte di campi di concentramento faceva aumentare il cosiddetto Terrore di Stato.
Nei regimi totalitari il controllo delle forze armate è tipicamente usato per impedire cambiamenti politici, com'è avvenuto, ad esempio, nella Germania Orientale nel 1953, in Ungheria nel 1956, in Cina nel 1989 nella protesta di piazza Tienanmen o
che potrebbero avvenire attraverso un colpo di stato.
Il controllo centralizzato dell'economia permette a uno stato totalitario di indirizzare la produzione su costosi progetti militari o propagandistici. L'apparato burocratico del potere può controllare i lavoratori, togliere loro arbitrariamente il permesso di lavoro, renderli completamente dipendenti dal potere politico.
Ad affrontare il tema del regime totalitaristico ci sono stati vari autori e filosofi, una tra tutti Hanna Arendt (Hannover 1906 New York 1975) filosofa politologa di origini
Seconda guerra mondiale
Caratteristiche del Totalitarismo, secondo Hanna Arendt
Nella sua analisi del Totalitarismo, la Hrendt ne individua le sue caratteristiche principali e la sua origine.
Essa lo definisce come una nuova forma politica dell'età moderna e lo intende in modo molto negativo. La Harendt individua, all'interno del totalitarismo, una struttura politica economica, burocratica e legale, estremamente complessa, con giurisdizioni tra loro sovrapposte e contrarie atte affinchè, soltanto il capo e una oligarchia di collaboratori, possa effettivamente controllare la macchina del regime totalitario.
Il capo in un regime totalitario, diventa quindi un vero e proprio punto di riferimento della vita politica e sociale del suo popolo viene definito la massa e quindi uniformato nella sua completezza.
Caratteristiche del regime totalitario, secondo Hnna Harednt, sono il consenso e Il terrore. Il primo, sostiene la Harednt, è un vantaggio di cui godono gli artefici di un regime totalitario, in quanto, "ne' Hitler né Stalin, avrebbero potuto, mantenere il dominio su così vaste popolazioni, superare molte crisi interne ed esterne, affrontare gli innumerevoli pericoli delle implacabili lotte intestine se se non avessero goduto della fiducia delle masse". IL terrore, si affianca alla strumentalizzazione ideologica della massa (che avviene attraverso la monopolizzazione e il controllo dei mass media). Il fatto che il potere sia onnipresente crea una certa situazione di insicurezza e appunto terrore nel cittadino che privato della sua libertà, si sente insicuro, perché osservato, nell'intraprendere qualsiasi azione. Nel regime totalitario, chiunque è potenzialmente passibile di una persecuzione, in quanto il potere è imprevedibile e pertanto, la minaccia è costante. Il terrore, è per la Harednt, lo strumento stesso del potere totalitario, è "l'essenza del potere totalitario". Terrore e consenso, sono per la Hrendt il "laboratorio" nel quale i regimi totalitari verificano la loro capacità di trasformare gli uomini nella loro pretesa di "dominio assoluto" "I Lager, servono , oltre che a sterminare gli individui, a compiere l'orrendo esperimento di eliminare in condizioni scientificamente controllate, la spontaneità stessa come espressione del comportamentoumano, e di trasformare l'uomoin un oggetto, in qualcosa che neppure gli animali sono". Il regime è sempre sospettoso e in lotta con qualcuno sia che sia un nemico reale che potenziale. Hanna Harendt sostiene che una delle caratteristiche tipiche dei regimi totalitari è l'istituzione del "Il nemico oggettivo" . Il nemico reale, è l'oppositore dichiarato; il nemico potenziale è colui che per la sua appartenenza a un gruppo determinato è sempre possibile che diventi oppositore reale. Ma il nemico oggettivo differisce da entrambi in quanto, "la sua identità è determinata dall'orientamento politico del governo e non dal suo desiderio politico di rovesciarlo" .
Il Totalitarismo inteso come espressione
della societa' di massa.
La Hrendt, è forse la prima che si occupa di questo aspetto fondamentaledel regime totalitario, dimostrando come tale sistema politico, fosse espressione della società di massa.
I movimenti totalitari trovano terreno fertile per il loro sviluppo ovunque ci sono masse che si sentono portate verso un'organizzazione politica pur non essendo unite da un interesse comune. La massa esiste potenzialmente in ogni paese dove la maggioranza delle persone, sono politicamente neutrali, non aderiscono ad un partito e fanno fatica a recarsi alle urne. Avviene così che sia piu' facile far attecchire una dittatura in quanto questo tipo di popolazione, non avendo particolari ideali, puo' tranquillamente avvicinarsi ad una qualsiasi corrente di pensiero che riesca ad attirare la sua attenzione.
Sia i regimi fascisti che comunisti, reclutarono i loro elementi da questa massa manifestamente manifestamente indifferente che tutti gli altri partiti avevano lasciato da parte in quanto troppo apatica o ignorante. Ciò fece sì che, alla maggioranza vi furono persone che non erano mai apparse prima nella scena politica. Il successo dei sistemi totalitari decretò la fine di due illusioni care ai democratici di ogni genere; la prima era che il popolo nella sua maggioranza prendesse parte attiva negli affari di governo e che ogni persona simpatizzasse per uno o per un altro partito. La seconda illusione era che queste masse apatiche non contassero poi molto e che fossero veramente neutrali e formassero lo sfondo inarticolato della vita politica nazionale.
Il Totalitarismo negli 1923 - 1925
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