socialismo: corrente di pensiero

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Testo

SOCIALISMO
Dal punto di vista storico il socialismo è una corrente di pensiero legata ai movimenti politici che a partire dal XIX secolo lottarono per modificare la vita sociale ed economica delle classi meno abbienti ed in particolare del proletariato.
Il movimento operaio da cui scaturì il socialismo pose per la prima volta il problema della giustizia sociale e dell'uguaglianza economica al centro dell'agenda politica. Trasformò radicalmente le forme della politica organizzandosi in partiti di massa e cercando di coordinare la propria attività politica a livello internazionale.
Il socialismo si oppone inizialmente al liberalismo classico, che postula il liberismo in economia, chiedendo invece la nazionalizzazione o la socializzazione di tutte o parte delle attività economiche e dei mezzi di produzione. Contesta l'idea delle neutralità delle istituzioni statali rispetto alla lotta di classe e si batte per un mutamento del ruolo dello Stato o, addirittura, nella versione avanzata da Karl Marx e ripresa dall'anarchismo, per la sua eliminazione.
Sul piano internazionale il movimento socialista nasce come un movimento pacifista e favorevole all'autodeterminazione dei popoli, contrapponendosi al nazionalismo e all'imperialismo. Nella prassi tuttavia molti partiti socialisti o correnti di essi finiscono per abbandonare il pacifismo e l'internazionalismo, appoggiando le imprese belliche dei loro paesi con motivazioni patriottiche. Questo voltafaccia provoca in molti paesi polemiche e scissioni. In effetti se il socialismo pu; essere visto come la corrente sociale per eccellenza individuiamo altre numerose correnti filosofiche derivanti da essa stessa. Spesso in effetti nasce l-interrogativo di quale possa essere la differenza tra comunismo e socialismo. In generale possiamo dire che secondo Marx, essi sono due fasi diverse del processo di rivoluzione sociale. Il socialismo è la fase che segue immediatamente la caduta della società capitalistica; essa è caratterizzata dal fatto che ognuno riceve in relazione e quanto dà; lo stato è ancora in vita e la forma di potere è la dittatura del proletariato (dittatura della maggioranza degli oppressi sulla minoranza degli oppressori).
Il comunismo è invece la fase in cui, eliminate definitivamente le forze contro rivoluzionarie, e con esse la divisione della società in classi, superata la necessità della dittatura, lo Stato si estingue e la società può finalmente adottare il principio "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni". Marx precisa inoltre che comunismo non significa abolizione della proprietà privata in generale, ma abolizione della proprietà borghese : "Il comunismo...toglie soltanto il potere di asservire il lavoro altrui attraverso quella appropriazione". Altre numerosissime tendenze piu o meno moderate si sono poi successe nel corso della storia: in effetti il socialismo come tendenza ideologico politica assunse gia a partire dagli anni cinquanta le sembianze del socialismo scientifico che si contrapponeva in un certo senso al socialismo scientifico: andndoo via via a prendere forma il cosiddetto revisionismo che caratterizzo la fetta riformista del socialismo: e infine si ebbe la risoluzione dell’eterno dilemma tra capitalismo e socialismo con il compromesso della social democrazia intravedendo nel socialismo puro una tendenza ideologica e non un puro dogma di verità.

Esempio
Tipico esempio di società socialista è certamente il mito cubano. La storia di quell’isolo che vide i primi europei sbarcare nelle nuove Terre è alquanto originale e singolare. Per analizzare al meglio quali sono le basi dell’odierna società socialista è utile riprendere le sue radici dal 1800 che vide protagoniste le guerre d’indipendenza, prime lotte insurrezionali popolari armate. Nella seconda metà del 1800 morì in combattimento l'intellettuale giornalista e poeta José Martì, considerato anche dai Castristi il "padre della patria". Il partito fondato da lui aveva un programma nazionalista, indipendentista, antimperialista con aspetti sociali e solidaristici. L'influenza delle idee di Martì su Castro sono generalmente riconosciute. Cuba deve la sua indipendenza agli Stati Uniti che, col pretesto dello scoppio con affondamento di un loro incrociatore ancorato nella baia dell'Avana, forse dovuto ad un incidente interno alla nave ma attribuito dai nordamericani agli spagnoli, dichiararono guerra alla Spagna nell'aprile del 1898. la guerra nel tempo di quattro mesi volse alla fine con la vittoria degli Stati Uniti, che nella pace di Parigi che ne seguì ottennero dalla Spagna a titolo di risarcimento le isole di Guam e Portorico e, dietro pagamento, le Filippine. Gli statunitensi che avevano occupato Cuba nel corso della guerra v'insediarono un governo di occupazione che, a seguito delle pressioni delle forze indipendentiste cubane e dell'opinione pubblica degli USA contraria all'occupazione, indissero elezioni per l'Assemblea Costituente che approvò la Costituzione della Repubblica Cubana nel 1901. Per abbandonare l'arcipelago gli statunitensi pretesero però ed ottennero che fosse inserito nella Costituzione l'"Emendamento Platt", così detto dal nome del senatore del Connecticut che l'aveva proposto,in base al quale il governo cubano doveva impegnarsi a mantenere in vigore le leggi emanate dal governo di occupazione, a iniziare piani di risanamento sanitario concordati con il governo statunitense, a non firmare trattati con altri stati che potessero mettere in pericolo l'indipendenza cubana o comportassero la cessioni o il controllo di territori della nazione, a non contrarre debiti senza che vi fosse la sicurezza di poterli rimborsare. L'emendamento prevedeva anche la possibilità per gli Stati Uniti d'intervenire presso il governo qualora ritenessero in pericolo l'indipendenza cubana o la garanzia del rispetto della vita, della proprietà e delle libertà individuali. L'indipendenza fu riconosciuta nel 1902 ma la drastica riduzione della sovranità nazionale derivante dall'emendamento Platt faceva in realtà di Cuba un protettorato degli Stati Uniti, provocando e giustificando il sentimento popolare antimperialista che era iniziato con l'occupazione nordamericana e che caratterizzerà poi per sempre la storia di Cuba. A primo presidente della Repubblica fu eletto Tomas Estrada Palma, uomo di fiducia degli Stati Uniti che fecero di tutto per favorirne l'elezione, sicché il suo competitore abbandonò il campo ed Estrada rimase unico candidato, quindi vincitore e nominato il 20 maggio 1902. Da questa data cessa l'occupazione militare statunitense. Estrada Palma favorì gli investitori nordamericani che in breve ebbero il controllo economico dell'isola. Il suo mandato fu anche caratterizzato dalla diffusione della corruzione dei pubblici ufficiali che dilagò in tutto il paese. Estrada Palma alla fine del mandato nel 1906 ricorse a tutti i mezzi, non esclusi anche quelli criminali, per ottenere un secondo mandato che ottenne nonostante l'opposizione popolare armata. Di fronte all'insurrezione Estrada chiamò in aiuto gli USA e si ebbe così la seconda occupazione dell'isola da parte dei nordamericani, che sciolsero le forze insorte e le milizie di Estrada, sospesero l'attività del Parlamento e nominarono un governatore (Charles E. Maggon), che ovviamente rafforzò gli investimenti nell'isola dei capitalisti degli Stati Uniti. Durante il suo governo ebbe una forte recrudescenza la corruzione dei pubblici ufficiali. L'intervento statunitense cessò il 28 gennaio 1909 con l'insediamento a Presidente della Repubblica del generale José Miguel Gomez,liberale, vincitore delle elezioni indette un anno prima. Nel suo quadriennio di mandato si distinse per la demagogia e per la sua fame di ricchezza. A lui successero nelle funzioni di presidente nel 1913 Mario Gloria Menocal per due mandati consecutivi dal 1913 al 1921 e Alfredo Zayas y Alfonso dal 1921 al 1925; personaggi di scarso spessore che in campo economico subirono l'ingerenza statunitense e in quello sociale ignorarono le richieste del movimento sindacale che si era notevolmente rafforzato fra i lavoratori. In particolare Zayas pensò soltanto al suo arricchimento, combinò affari fraudolenti approfittando della sua carica e giunse perfino a vincere "casualmente" per ben due volte il primo premio della Lotteria Nazionale. Nel 1924 fu eletto il generale Gerardo Machado y Morales, che assunse il potere nel maggio del 1925. Si era presentato alle elezioni con un programma demagogico e pieno di promesse, ma si distinse poi per la sua soggezione agli Stati Uniti e per la violenta repressione dei movimenti di protesta studenteschi e sindacali. Utilizzando corruzione e intimidazione riuscì ad ottenere la proroga del mandato e praticamente ad instaurare una dittatura alla quale si opposero studenti e lavoratori. Il malcontento generale per la violenza dell'azione repressiva del governo contro la protesta giovanile urbana ridusse la lotta politica a un succedersi di attentati ed atti di banditismo di cui non si prevedeva la fine. Questa situazione finì per preoccupare il governo degli Stati Uniti e il presidente Roosevelt invitò invano Machado a dimettersi. Risolsero il problema, che minacciava di concludersi con una nuova occupazione nordamericana, lo sciopero generale e lo schierarsi delle forze armate contro Machado: il dittatore infatti si dimise e si rifugiò all'estero il 12 agosto 1933. Il Congresso lo sostituì con Carlos Manuel de Cespedes, gradito agli statunitensi ma di scarse capacità politiche che non seppe frenare i movimenti di protesta che ormai avevano preso piede nel paese.
Anche nell'esercito si era manifestata l'insofferenza verso il potere, in particolare c'era un diffuso malcontento fra i soldati e i sottufficiali nei confronti dei superiori cosicché il 4 settembre 1933 ci fu la sollevazione, che venne chiamata la "rivoluzione dei sergenti". Furono cacciati dal comando i capi e gli ufficiali il cui posto venne assunto dai sottufficiali. Capo degli insorti era il sergente maggiore Pablo Rodriguez, ma approfittò della situazione il sergente Fulgencio Batista che assunse la direzione del movimento insurrezionale delegittimando Rodriguez. Batista si fece poi nominare colonnello e divenne capo di stato maggiore dell'esercito. Intanto i movimenti operai, studenteschi e i partiti di sinistra appoggiarono il golpe militare, venne deposto il presidente de Cespedes e sostituito con Ramon Grau San Martin che assunse il potere il 10 settembre e il suo governo prese misure in favore dei lavoratori, intervenne direttamente contro il monopolio nordamericano che controllava la distribuzione di elettricità e gas, condonò il 50% delle tasse non pagate alla scadenza e prese diverse misure di carattere sociale e giuridico. In politica il governo assunse misure antimperialiste. Gli statunitensi allarmati e sollecitati dalle classi tradizionalmente di potere cercarono di porre rimedio e favorirono il golpe militare di Fulgencio Batista che il 15 gennaio 1934 abbatté il governo di Grau. Da dominatore della politica cubana fino al 1944, mediante presidenti di poca consistenza da lui condizionati o in forma diretta, con provvedimenti demagogici Batista guadagnò il favore delle classi popolari ed anche dei comunisti che l'appoggiarono nelle elezioni del 1940. Nel 1944 volendo darsi un'immagine di democratico indisse le elezioni presidenziali pur non potendovi partecipare perché la costituzione proibiva un terzo mandato presidenziale. Fu eletto Grau che già era stato presidente e governò dal 1944 al 1948 e dopo di lui Pio Socrates. Si caratterizzarono entrambi per governi violenti e corrotti. Alle elezioni del 1952 si prospettava la vittoria di un candidato sgradito a Batista, che, con l’appoggio delle grandi compagnie dello zucchero e di Washington, prese il controllo dell’isola con un colpo di stato. Gli Stati Uniti riconobbero subito il suo governo. Con la garanzia del suo arricchimento personale svendette il 90% delle miniere di nichel e delle proprietà terriere, l’80% dei servizi pubblici, il 50% delle ferrovie a ditte americane, Cuba divenne la capitale del gioco d’azzardo e della prostituzione, ospitando anche esponenti della mafia americana che si impadronirono di alberghi, case da gioco e di prostituzione, sfruttando il turismo statunitense.
Dopo un tentativo di insurrezione fallito, l'assalto alla caserma "Moncada" di Santiago de Cuba del 26 luglio 1953, e un periodo di reclusione, l'avvocato Fidel Castro Ruz si trasferì in esilio in Messico nel 1955. Ebbe qui possibilità di riorganizzare la lotta contro la dittatura con nuovi volontari, tra cui il medico argentino Ernesto Guevara De La Serna. Il tentativo iniziò a concretizzarsi con l'organizzazione di un spedizione di 82 persone a bordo della piccola barca "Granma" (un 12 metri). Sbarcati a Cuba, i ribelli affrontarono l'esercito, le prime perdite ed un periodo iniziale di lotta sui monti della Sierra Maestra, nel sud dell'isola; qui cercarono ed ottennero il consenso tra la popolazione, anche con le trasmissioni clandestine della "Radio Rebelde". Questo garantì loro la protezione sul territorio e permise la costituzione di un piccolo esercito popolare che affrontò quello nazionale attraversando tutta l'isola, fino alla decisiva battaglia di Santa Clara, il 30 dicembre del 1958. La notte di capodanno del 1959 Batista si dette alla fuga portando con sè oro e denaro delle riserve nazionali. Il 1 gennaio 1959 le colonne ribelli si diressero alla capitale senza incontrare resistenza; Fidel Castro entrò a L'Avana l'8 gennaio insieme agli altri comandanti (barbudos). Le relazioni diplomatiche fra la Cuba di Castro e gli Stati Uniti furono da sempre molto conflittuali e il 25 aprile 1961 John Kennedy decretò l’embargo totale a Cuba. Castro proclamò subito la rivoluzione sociale nazionale, iniziò un vasto programma di nazionalizzazione e si occupò subito della riforma agraria: i terreni di grande e media estensione in mano ai latifondisti vengono nazionalizzati, le piccole aziende furono riunite in cooperative. In quanto all’industria questa venne nazionalizzata e in questo modo le imprese statunitensi vennero private della proprietà delle raffinerie di zucchero. Gli USA si trovavano con un paese a modello socialista a poca distanza dalle loro coste, nel 1961 il presidente Kennedy appoggiò uno sbarco armato degli esuli cubani sulle coste cubane della Baia dei Porci per cercare di organizzare la controrivoluzione sull’isola, tentativo che però fallì, provocando l'avvicinamento politico dell’isola all’URSS. Nel 1962, in seguito all'installazione di missili a testata nucleare puntati contro Mosca da parte degli Stati Uniti sul territorio turco, l'Unione Sovietica rispose con l'istallazione di missili sul territorio cubano, Kennedy replicò col blocco navale nell'Atlantico a Cuba per impedire l'installazione di nuovi missili e annunziò di aver dato ordine d'ispezionare qualsiasi nave si fosse diretta verso Cuba. Ci fu pertanto un rischio molto alto di uno scontro diretto fra le due grandi potenze, che svanì quando Mosca richiamò le sue navi che portavano i missili verso Cuba e promise di smantellare le armi nucleari sul suolo cubano mentre Washington promise di fare altrettanto per i missili installati in Turchia e di non aggredire più Cuba. L'economia cubana fu interamente condizionata dall'Unione sovietica che comprava a prezzo inferiore a quello di mercato lo zucchero di canna cubano e concedeva prestiti. Il crollo del muro di Berlino provocò la fine degli aiuti di Mosca all’isola e l’embargo americano continua a provocare grandi problemi all’economia dell’isola. Mentre una parte consistente degli osservatori di sinistra sottolinea i progressi nel campo sanitario e di alfabetizzazione raggiunti dal governo cubano, da più parti si fanno notare gli aspetti dittatoriali del regime come l'assenza di libertà di stampa e di espressione[1] , la violazione dei diritti umani e la repressione del dissenso.[2]
La Repubblica di Cuba è, come sancito dalla Costituzione cubana[3] del 24 febbraio 1976 uno "Stato socialista di lavoratori", indipendente e sovrano, laico, organizzato come repubblica unitaria e democratica (Art. 1), in cui il potere è esercitato dal popolo mediante le Assemblee del Poder Popular (art. 3)
L'Assemblea Nazionale del Poder Popular (volendo cercare un'equivalenza con l'ordinamento costituzionale italiano, si potrebbe parlare di Parlamento) è l'organismo supremo del potere dello Stato ed è l'unico organismo che abbia potestà costituente e legislativa. É eletta con voto diretto e "segreto" dai cittadini su un'unica lista di candidati con l'unica alternativa di esprimere il sì o il no, per un periodo di 5 anni (artt. 69-72). Si riunisce ogni anno in due periodi di sessioni ordinarie e in sessione straordinaria qualora lo richiedano la terza parte dei suoi membri o venga convocata dal Consiglio di Stato (art. 78).
Esistono anche Assemblee Provinciali (elette ogni 5 anni) e Municipali (elette ogni 2,5 anni) del Poder Popular (equivalenti ai Consigli regionali e comunali italiani).
Gli elettori di una circoscrizione hanno la facoltà di revocare in qualsiasi momento il mandato al Deputato o al Delegato. Secondo l'associazione Freedom House, il regime politico cubano è comunque da ritenersi una dittatura a tutti gli effetti.
Il Partito Comunista Cubano, martiano e marxista-leninista, avanguardia organizzata della nazione cubana", la più alta forza dirigente della società e dello Stato (art. 5), non propone candidati, né tanto meno partecipa alle elezioni non essendoci competizione con altri partiti.
L'Assemblea Nazionale del Poder Popular elegge a sua volta il Consiglio di Stato, il Consiglio dei Ministri e il Presidente del Consiglio di Stato, che è capo dello Stato e capo del Governo (art. 74). (Nella realtà Castro è anche Primo segretario del Partito Comunista). Infine l'Assemblea Nazionale elegge i componenti del Tribunale Popolare Supremo, massima istanza del potere giudiziario.

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