Seconda Guerra Mondiale: Regime fascista

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Testo

CENNI: IL FASCISMO
Al termine della prima guerra mondiale un’altra difficile prova attende l’Italia: il Fascismo, una dittatura a carattere antiliberale e antidemocratico, che si impose con la violenza e tenne il potere per circa un ventennio, dal 1922 al 1945. Il Fascismo ebbe come capo e fondatore Benito Mussolini. I primi nuclei di fascisti vennero costituiti a Milano nel 1919. Il Fascismo si impadronì del potere con la forza nell’ottobre del 1922 (Marcia su Roma).
Diventato capo del governo, Mussolini si sbarazzò in pochi anni degli oppositori ed instaurò la sua dittatura sull’Italia. La libertà di stampa fu soppressa, vennero sciolti gli altri partiti, i Sindacati e le associazioni operaie socialiste e cattoliche furono disperse. Giacomo Matteotti un deputato socialista che si levò in Parlamento a denunciare le violenze e illegalità compiute dai fascisti nelle elezioni del 1924, fu rapito ed assassinato. La libere elezioni furono abolite; il Parlamento perdette ogni importanza.
Il governo fascista istituì le Corporazioni, che asservirono i lavoratori al partito. In politica economica Mussolini seguì l’autarchia, cioè l’autosufficienza: fu incrementata la produzione granaria e si fecero lavori di bonifica.
Durante il governo di Mussolini furono firmati i Patti Lateranensi, che ponevano fine alla “questione romana” apertasi nel 1870 fra Stato e Chiesa.
L’opposizione degli italiani al Fascismo fu possibile in forma aperta solo fino al 1925. Non pochi dei più coraggiosi oppositori perdettero la vita: tale fu il caso di Giacomo Matteotti, di don Giovanni Minzoni, di Giovanni Améndola. Dopo il 1925 l’opposizione aperta non fu più possibile, perché Mussolini deteneva ormai solidamente i pieni poteri. Nacque così l’antifascismo clandestino. Molti antifascisti dovettero espatriare e continuarono fuori dall’Italia la loro lotta contro la dittatura.
CENNI: IL NAZISMO E IL MODO
VERSO LA SECONDA GUERRA MODIALE
Nel 1933 si formò in Germania un movimento di tipo fascista, che fu chiamato Nazismo ed ebbe come capo Adolfo Hitler. Il Nazismo, pure avendo non pochi punti in comune con il Fascismo italiano, si distinse da questo per una sua dottrina caratteristica: la teoria della razza. In nome di questa teoria milioni di persone furono eliminate brutalmente.
Hitler s’impadronì del potere nel 1933 e sterminò tutti gli oppositori; in pochi anni furono imprigionati e uccisi 450.000 Tedeschi.
Il Nazismo tedesco e il Fascismo Italiano si allearono e si sostennero a vicenda. Nel 1935 Mussolini assalì l’Etiopia, conquistandola in pochi mesi; l’impresa provocò una rottura delle buone relazioni fra gli Stati democratici (Francia e Inghilterra) e l’Italia; il nostro paese si avvicinò sempre più alla Germania nazista e strinse con essa un patto militare (Patto d’Acciaio). Dal 1936 al 1939 Mussolini con Hitler combatté in Spagna a fianco del generale Franco, di tendenza fascista, che si era ammutinato contro il governo regolare e che cercava di instaurare anche nella Penisola Iberica uno Stato autoritario. La guerra, con l’aiuto italo- tedesco, terminò con la vittoria di Franco. Nel 1938 incominciarono le aggressioni di Hitler: dapprima si impadronì dell’Austria, poi della Cecoslovacchia; quasi contemporaneamente, Mussolini aggredì l’Albania. Il succedersi di tante aggressioni suscitò un vivissimo allarme fra le altre nazioni. La Francia e l’Inghilterra offrirono la loro alleanza alla Polonia , che si sentiva minacciata da Hitler, e dichiararono che, qualora la Germania avesse assalito la Polonia, sarebbero entrate in guerra a fianco della Polonia stessa. La pace europea era oramai sospesa ad un filo.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel settembre del 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale. Il conflitto fu provocato dalla Germania nazista la quale, nel tentativo di imporre con la violenza la sua supremazia sull’Europa, obbligò l’Inghilterra e la Francia, e successivamente la Russia, gli Stati Uniti ed altri paesi, a prendere le armi e a combattere per difendere la libertà e la sicurezza comuni. Parteciparono al conflitto, come alleati della Germania, anche l’Italia e il Giappone.
La causa occasionale della guerra fu la questione del corridoio polacco, una sottile striscia di territorio attraverso cui la Polonia aveva accesso al mare, nel porto di Dànzica sul Baltico. Su questo territorio Hitler, nell’estate del 1939, rivendicò dei diritti; si trattava di un pretesto per aggredire la Polonia ed occuparla, così come erano state occupate pochi mesi prima, in maniera del tutto simile, la Cecoslovacchia e l’Austria. I governi di Londra e Parigi avvertirono Berlino che se si fosse verificata la nuova aggressione avrebbero risposto con le armi. Ma Hitler ordinò ugualmente all’esercito di attaccare la Polonia: era il 1° settembre 1939. Poche ore dopo la Gran Bretagna e la Francia dichiararono guerra alla Germania. il secondo conflitto mondiale era incominciato.
La guerra, che si estese un po’ per volta a molti altri paesi e si combatté in diverse parti del mondo, durò sei anni, dal 1939 al 1945, e si concluse con la sconfitta della Germania e dei suoi alleati, e con il crollo del Nazismo e del Fascismo.
* 1939-1942: I Tedeschi prevalgono in Europa e i Giapponesi prevalgono in Asia.
Nei primi anni di guerra, fino all’estate del 1942, le truppe germaniche dominarono vittoriose su tutti i fronti. Tale prevalenza fu dovuta specialmente all’uso di una nuova tecnica di combattimento che colse di sorpresa e disorientò gli avversari: questa tecnica consisteva nell’adoperare simultaneamente aviazione, carri armati e truppe lanciate col paracadute; essa diede alle operazioni belliche una andamento rapidissimo, che permise ai Tedeschi di ottenere vittorie veloci e clamorose. Le vittorie germaniche furono facilitate dalla spregiudicatezza di Hitler con cui condusse la guerra, senza alcun riguardo né per i paesi neutrali, che furono occupati ogni qual volta ciò lo riteneva utile, né per le popolazioni civili, che furono bombardate indiscriminatamente. La Polonia fu vinta in meno di un mese. Poi furono occupate di sorpresa in pochi giorni (Aprile 1940) la Danimarca e la Norvegia, paesi neutrali. Identica sorte toccò al Belgio, all’Olanda, al Lussemburgo, anch’essi neutrali. I Franco- inglesi, malgrado il valoroso comportamento, vennero battuti in alcune grandi battaglie nella zona a sud, sud- ovest delle Fiandre. Il 14 giugno Parigi era occupate e pochi giorni dopo la Francia passò sotto il controllo germanico.
Unica a non cedere, protetta dal mare e dalla flotta, fu l’Inghilterra. Nel settembre del 1940 essa fu sottoposta a terribili bombardamenti aerei, destinati a preparare lo sbarco dei Tedeschi nell’isola. Ma la Gran Bretagna riuscì a resistere. Grazie alla tenace resistenza animata dal primo ministro Winston Churchill.
Mussolini entrò in guerra al fianco di Hitler il 10 giugno 1940. Sebbene impreparato, egli non esitò a gettare l’Italia nella rovinosa avventura della guerra, spinto dall’errata convinzione che il conflitto si sarebbe risolto in pochi giorni con una schiacciante vittoria dei Tedeschi. L’impreparazione militare e l’inefficienza del governo fascista si rivelarono subito , sino dalle prime operazioni di guerra. Il 10 ottobre 1940 Mussolini fece aggredire un piccolo paese neutrale, la Grecia, ma l’attacco, mal guidato e superficialmente studiato, si tramutò in un disastro per noi. Anche in Africa, dopo qualche iniziale successo, i nostri presidi furono costretti a ritirarsi: in Libia, gli Inglesi occuparono la Cirenaica; in Etiopia, l’intero territorio fu perduto. In aiuto di Mussolini, i Tedeschi dovettero inviare alcuni reparti del loro esercito che, in poco tempo (6-18 aprile 1941), vinsero la Grecia, occuparono la Iugoslavia (altro paese neutrale) e respinsero gli Inglesi dalla Cirenaica in Egitto.
Il 22 giugno 1941 Hitler attaccò la Russia. Come già era accaduto sugli altri fronti di guerra, i Tedeschi avanzarono rapidissimi e sul finire dell’autunno giunsero a poco più di cento chilometri da Mosca. Qui furono fermati dalla resistenza crescente dei Sovietici e dai rigori dell’inverno.
Quasi negli stessi giorni (dicembre 1941), le navi e gli aerei del Giappone, che si era alleato con la Germania e con l’Italia, assalirono a tradimento, senza la preventiva dichiarazione di guerra, le basi americane delle Hawaii nel Pacifico e vi seminarono strage. Quindi in pochi mesi i Nipponici occuparono le principali colonie europee d’Oriente: Hong- Kong, Filippine, Indocina, Malesia, Indie Olandesi. Come risposta a questi attacchi, anche gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania, il Giappone e L’Italia. Il conflitto a questo punto diventò veramente mondiale.
* L’Europa sotto il nazismo.
Mentre la Russia e l’Inghilterra resistevano tenacemente agli attacchi germanici, Hitler si accinse a ricostruire l’Europa secondo il piano nazista, che prevedeva un continente unificato nel quale “ai Non- tedeschi erano riservati i lavori inferiori, come l’agricoltura e l’allevamento, e ai Tedeschi la direzione generale e le attività superiori, come lo studio, la scienza e l’industria”. L’incarico di eseguire questo programma fu affidato alle SS, uno speciale corpo militare formato di nazisti fanatici, i quali sull’intero territorio occupato, dall’Atlantico al Volga e della Scandinavia ai Balcani, si proposero il duplice compito di far lavorare gli altri popoli e di sterminare senza pietà gli oppositori del Nazismo e le razze ritenute più basse. Con una crudeltà senza limiti, le SS strapparono milioni di persone dalle proprie case e dai propri paesi le inviarono nei campi di lavoro germanici dove, ridotte in una condizione di semi- schiavitù, vennero obbligate a morire di fatica per il trionfo della guerra nazista. Il lavoro forzato fu introdotto per primo dai paesi dell’Est, poi in Occidente. Gli Olandesi, i Danesi e gli Scandinavi furono trattati con minor rigore degli altri popoli, perché si mirava ad assimilarli alla razza tedesca. Una bestiale brutalità fu invece esercitata contro i Polacchi, i Boemi e i Russi, e contro tutti gli slavi in genere, considerati esseri inferiori e perciò apparentemente destinati alla schiavitù.
Ma soprattutto contro gli Ebrei si scatenò in tutti i suoi orrori il fanatismo bestiale dei nazisti. La distruzione degli Ebrei era sempre stata l’idea fissa di Hitler, che si dal 1935 aveva decretato la condanna a morte di tutta la stirpe. Dapprima egli ordinò che si usasse il sistema della morte lenta; poi, sopraggiunta la guerra, stabilì che si applicassero procedimenti più sbrigativi. In Germania, Polonia , Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia, Ucraina, Bessarabia, e via via in tutti gli altri paesi occupati, i nazisti applicarono un piano sistematico di sterminio, che avrebbe dovuto concludersi con l’eliminazione totale del popolo ebraico. I sistemi di sterminio furono due: la chiusura dei ghetti delle, cioè i quartieri abitati da Ebrei, e la deportazione nei campi della morte. Nei ghetti, recintati da alte mura e sorvegliati da sentinelle, centinaia di migliaia di persone vennero a trovarsi completamente isolate dal resto del mondo, e stipate in ristrettissimo spazio dove, prive di cibo, medicinali, assistenza, morirono in pochi mesi falciate dalla fame e dalle epidemie. Spaventoso fu il caso di Varsavia, dove perirono in poco tempo 360.000 Ebrei; i 40.000 superstiti insorsero disperati e combatterono contro i Tedeschi furiosamente per quarantadue giorni, finché non furono tutti morti. Lo stermino fu ancora più rapido nei campi di deportazione dove, per mezzo di speciali camere a gas e forni crematori, si potevano uccidere perfino 2.000 persone in una volta nello spazio di mezz’ora e ripetere l’operazione quattro volte al giorno. Treblinka, Maidanek, Buchenwald, Auschwitz, Dachau, Neuengamme, Mathausen, Ravensbrück, sono i nomi tristemente famosi delle località in cui milioni di esseri umani perirono vittime del fascismo e della brutalità del Nazismo hitleriano. All’annientamento sistematico furono condannati, oltre agli Ebrei, anche i “nemici” del Reich: i socialisti, i comunisti, i liberali, i democratici, i paracadutisti lanciati dagli avversari, i prigionieri evasi, e in genere coloro che, invece di obbedire, resistevano. Per tutti costoro c’era il lavoro forzato, l’alimentazione insufficiente e, infine, la morte.
L’Italia si salvò da questi orrori fino al 1943, finché fu alleata con la Germania. Ma successivamente, in conseguenza della caduta di Mussolini e dell’armistizio con gli Anglo- americani, venne anch’essa sottoposta al feroce regime nazista.
* La battaglia di Stalingrado.
Dalla seconda metà del 1942 le operazioni militari, fino a quel momento vittoriose per i Germanici, incominciarono ad essere favorevoli per gli Alleati. I Britannici e gli Americani, attaccate le forze italo- tedesche in Cirenaica e in Libia, le costringevano alla resa e si impadronivano dell’intera Africa mediterranea (ottobre 1942- gennaio 1943). Quasi contemporaneamente le flotte aeronavali statunitensi vincevano i Giapponesi nel Pacifico (battaglia del Mar dei Coralli) e ne arrestavano l’avanzata. Ma il fatto che segnò una svolta radicale nella guerra fu la battaglia di Stalingrado, in Russia. Contro questa città sul Volga, tra il Mar Nero e il Mar Caspio, chiave di volta dell’intero sistema difensivo sovietico, i Tedeschi lanciarono l’attacco risolutivo, cioè quello che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto far crollare l’URSS e costringerla alla resa. La resistenza dei Russi fu di un accanimento senza pari. “La nostra sorte dipende dall’esito di questa battaglia- riprendeva sempre la radio sovietica- soldati, neppure un passo indietro! Battetevi fino alla morte!”. I Germanici subirono perdite spaventose, tanto che, contrattaccati dai Russi (9 gennaio 1943), dopo ventidue giorni di scontri violentissimi dovettero arrendersi. Da quel momento la sorte della guerra di Russia si capovolsero. l’iniziativa, passò allora ai Sovietici, che attaccarono i Germanici senza posa e li obbligarono a ritirarsi. In quella ritirata, drammatica, come già lo fu quella di Napoleone, trovò una tragica fine anche il corpo di spedizione italiano (ARMIR), che Mussolini aveva voluto di sua iniziativa inviare in Russia. Durante la terribile marcia, circa 1800 Km quasi tutti a piedi o a dorso di un mulo, in pieno inverno, i nostri duecentomila uomini si ridussero a poche migliaia; la maggior parte perdette la vita , uccisa dal freddo, dalla fame, dagli attacchi dei Russi.
* La guerra in Italia. Il crollo del Fascismo.
Mentre i Russi costringevano i Tedeschi a ritirarsi, gli Anglo- americani, partendo dalle basi africane, attaccavano l’Italia. Il 10 luglio 1943 una flotta di 2.275 navi da trasporto, appoggiate da 280 navi da guerra e da 4.000 aerei, fece sbarcare in Sicilia un esercito poderoso e potentemente armato, di fronte al quale ben poco potevano le nostre scarse forze di difesa. In trentanove giorni gli Anglo- americani occuparono l’isola, accolti dalle popolazioni non come nemici ma come liberatori.
Il successo degli Alleati fu accompagnato dal crollo di Mussolini e del Fascismo. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, cioè due settimane dopo lo sbarco, i capi fascisti, spaventati di fronte alla catastrofe, tentarono di salvarsi votando una mozione di sfiducia contro Mussolini. Al mattino re Vittorio Emanuele III, che da qualche tempo cercava anch’egli di liberarsi del Duce, nominò Presidente del Consiglio, in sostituzione di Mussolini, il maresciallo Pietro Badoglio. Mussolini fu arrestato e trasportato in una località delle montagne abruzzesi. Il nuovo governo avviò trattative segrete con gli Anglo- americani per far cessare la guerra, trattative che si conclusero con l’armistizio, firmato a Cassibile in Sicilia il 3 settembre e reso pubblico l’8 settembre 1943.
L’armistizio fu seguito da un periodo che è il più drammatico della moderna storia d’Italia. Hitler, infuriato contro gli Italiani, perché avevano abbandonato la lotta e si stavano schierando con i suoi avversari, fece occupare la penisola delle Alpi fino a Napoli, deciso a contrastare l’avanzata degli Anglo- americani. L’Italia, perciò, si trovò divisa in due (il centro- nord sotto i Tedeschi, il sud sotto gli Americani) e fu percorsa e contesa tra i due eserciti avversari, che per ventun mesi, dal luglio 1943 all’aprile 1945, si combatterono sul nostro suolo, seminando distruzione e morte. In questo modo si è chiuso il ventennio fascista, con un disastro che faceva ricordare i secoli più sciagurati dell’Italia, divisa e soggetta agli stranieri. L’Italia in quel triste periodo ebbe due governi. Uno a Brindisi, dove si erano rifiutati il re e il maresciallo Badoglio, per non essere catturati dai Tedeschi. Uno a salò, sul lago di Garda, dove erano fuggiti, sotto la protezione Germanica, gli ultimi gruppi di fascisti. Il capo di questo governo neofascista fu Mussolini, che venne liberato da un gruppo di paracadutisti tedeschi, calatisi sulle montagne abruzzesi dove i Duce era custodito.
Dal settembre 1943 incominciò il calvario degli italiani. Affiancate dai militi fascisti (Brigate Nere), le SS applicarono anche da noi il programma nazista già applicato nelle altre nazioni soggette ai Tedeschi: rastrellamento di uomini da far lavorare per la Germania, fucilazione degli oppositori, deportazione e sterminio degli Ebrei. Le vittime non si contavano più.
* La Resistenza.
Una delle più grandi pagine di fede e di eroismo di questo periodo fu la Resistenza. La Resistenza fu un movimento di ribellione e di lotta contro l’opposizione dei nazifascisti, movimento che sorse spontaneo tra i popoli dei paesi occupati e che ebbe un’estensione europea, a somiglianza delle rivoluzioni liberali dell’Ottocento e del Risorgimento. In tutto il continente, dalla Norvegia alla Grecia, dalla Russia all’Italia, all’Olanda, al Belgio, alla Francia, alla Polonia, alla Cecoslovacchia, alla Iugoslavia, gruppi di uomini e di donne coraggiosi, di ogni età e ceto sociale, non vollero sopportare il giogo nazista e si ribellarono; affrontando rischi tremendi, essi si unirono in bande armate, si nascosero nelle montagne e nelle città, cospirarono e aggredirono il nemico con la guerriglia, i sabotaggi, gli attentati. Importanza morale e politica perché dimostrò che nessun oppressione e violenza può distruggere il bisogno di libertà e giustizia, che è un diritto fondamentale dell’anima umana. Importanza militare, perché provocò notevoli danni al nemico, ritardandone i movimenti e le comunicazioni, e costringendolo a tenere numerose forze lontane dal fronte, impegnate nella lotta antipartigiana.
In Italia la Resistenza si sviluppò specialmente dopo il settembre del 1943, in quella parte della penisola, dalle Alpi a Napoli, che era stata occupata dai Tedeschi. Le prime formazioni partigiane furono organizzate dai patiti antifascisti che, dopo la caduta di Mussolini, si erano immediatamente ricostituiti, nel sud in forma aperta e palese, nel nord in forma clandestina. Questi raggruppamenti armati, sebbene formati da uomini di fede diversa, erano accomunati da un medesimo desiderio e miravano ad un unico obbiettivo immediato: cacciare i tedeschi dalla patria, abbattere definitivamente il Fascismo e ridare all’Italia un governo libero e democratico.
Uno dei primi episodi di guerra partigiana di vaste proporzioni combattuta in Italia si verificò in Piemonte, sopra il paese di Boves, il 19 settembre 1943. In questa località un gruppo di circa mille soldati dell’esercito italiano con i loro ufficiali si era ritirato fra le montagne. I nazisti allora, prima di ritirarsi, appiccarono il fuoco nella rappresaglia alle case di Boves e massacrarono la popolazione. La strage di Boves aprì la tragica serie di distruzioni e di delitti contro i civili, compiuti dai nazisti anche in Italia.
Un altro importante episodio della guerra di liberazione furono le quattro giornate di Napoli (28 settembre- 1 ottobre 1943). In questa città la popolazione, esasperata dagli spietati ordini del comandante tedesco, colonnello Scholl, prese le armi dai depositi militari e insorse; dalle barricate, dai tetti, dalle finestre, i Napoletani combatterono contro i nazisti e li costrinsero a ritirarsi. Il 1° ottobre gli Americani, quando entrarono in Napoli, trovarono già la città liberata per opera del suo stesso popolo.
Un grave attentato fu compiuto dai partigiani a Roma nel marzo 1944. Il Via Rasella furono fatte esplodere alcune potentissime bombe nel punto preciso in cui stava transitando una colonna delle SS germaniche. La reazione dei Tedeschi fu feroce: dal carcere di Roma vennero prelevati 335 deputati politici e razziali che furono tutti massacrati.
Con il passare dei mesi le forze dei Volontari della Resistenza raggiunsero un effettivo di 82.000 uomini, gli ordini del comitato di Liberazione dell’Alta Italia, che ebbe a capo Ferruccio Parri, il generale Raffaele Corona, ed altri. Notevoli, tra le tante operazioni di guerra partigiana, la conquista di Firenze (agosto 1944); la difesa di una vasta zona dell’Appennino modenese; la difesa delle vallate alpine.
In questa lotta per la libertà i caduti furono migliaia: partigiani torturati, fucilati, impiccati; intere popolazioni sterminate, bruciate vive con i lanciafiamme nell’interno delle abitazioni. Tristemente note sono le stragi compiute dai nazisti a Marzabotto, sull’Appennino bolognese; a Teramo, negli Abruzzi; ad Alba, in Piemonte; a Sant’Anna a Stazzema in Lucchesia. Fra i tanti episodi di valore, rifulse l’eroismo di centinaia di combattenti, quasi sempre gente umile, che seppero affrontare il nemico con coraggio ed intelligenza, e morire con dignità e nobiltà.
* La fine della guerra
La guerra entrò nella sua fase risolutiva durante il 1944. Nella primavera- estate di quell’anno i tedeschi furono attaccati contemporaneamente, secondo un piano preordinato, dai Sovietici ad Oriente e dagli Alleati ad occidente. Il Sovietici, che dopo la vittoria di Stalingrado non avevano più cessato di incalzare gli avversari, sferrarono una serie di violentissime offensive e penetrarono in territorio germanico giungendo a 100 Km da Berlino. Gli Anglo- americani sbarcarono in Francia (Normandia) un armatissimo corpo di spedizione (6 giugno 1944) che, spezzate le difese tedesche, in poco più di due mesi giunse a Parigi, liberò l’intera Francia, e si spinse quindi rapidamente in territorio germanico. La Germania da quel momento diventò un paese assediato. Dopo avere per tanti mesi spadroneggiato in tutta l’Europa, ora era costretta a difendersi per sopravvivere, assalita a est dai Russi, a sud dagli Americani e dagli Inglesi. In Italia, intanto, gli Anglo- americani, oltrepassata Roma, salivano verso il Nord. Nell’aprile del 1945 fu sferrato l’attacco risolutivo per la conquista della Val Padana. Bologna fu liberata il 19 aprile, mentre le forze partigiane organizzarono l’insurrezione generale dell’Italia settentrionale: tra il 23 e il 24 aprile insorse Genova, il 24 Milano, tra il 25 e il 26 Torino. Incalzati da ogni parte, i Tedeschi cessarono di combattere e si ritirarono verso l’Austria. Il crollo germanico segnò la fine anche per il governo neofascista di Salò che, abbandonato a se stesso e privo di seguito nel paese, si dissolse in poche ore. Mussolini e i principali capi fascisti tentarono di mettersi in salvo, fuggendo oltre confine; ma furono riconosciuti e catturati da un gruppo di partigiani, sulla strada di Dongo, presso Como. Condannato a morte dal Comitato di Liberazione Nazionale, Mussolini fu fucilato il 28 aprile 1945 nella località di Bonzanigo di Mezzegra. Il 2 maggio 1945 le ultime forze tedesche ancora in Italia firmarono la resa senza condizioni con gli Alleati. Da quel momento la guerra nel nostro paese poté dirsi definitivamente conclusa.
Quasi negli stessi giorni Berlino fu conquistata dai Russi e così pure Vienna. Era la fine della Germania nazista. Il 30 aprile Hitler si suicidò. Il 7 maggio fu firmata dall’ammiraglio Doenitz la resa incondizionata delle truppe tedesche.
Il 10 maggio 1945 fu ufficialmente proclamata la fine della guerra.
Restava ancora il Giappone. In questo caso il conflitto fu concluso dagli Americani in modo del tutto nuovo e terrificante: 6 agosto 1945 un aereo sganciò sulla città giapponese di Hiroshima una bomba atomica, un ordigno spaventosamente micidiale, il primo del genere apparso nella storia del genere umano, che distrusse completamente la città e provocò 343.000 morti in pochi secondi. Una seconda bomba annientò Nagasaki tre giorni dopo (9 agosto 1945). Schiacciato dalla catastrofe, il Giappone dovette firmare la resa: era il 1° settembre 1945. Ebbe termine così la più spaventevole e sanguinosa guerra che l’umanità avesse mai sofferto nella storia.
* Le trasformazioni del dopoguerra. Il processo di Norimberga.
Le principali trasformazioni politiche derivate dalla guerra furono:
la GERMANIA venne divisa in due parti: l’Occidentale (Repubblica Federale di Germania, con capitale Bonn), sotto il controllo degli Alleati; l’Oriente (Repubblica Democratica Tedesca, con capitale Berlino), sotto il controllo dei Russi. Berlino, situata nella zona russa, fu ripartita in quattro settori, affidati rispettivamente agli Americani, agli Inglesi, ai Francesi, ai Russi.
La POLONIA, che aveva subito enormi danni dalla guerra, fu leggermente ingrandita, a spese della Germania.
La RUSSIA annetté gli Stati Baltici (Lettonia, Estonia, Lituania), la Carelia, la Bucovina, e la Bessarabia Orientale.
La IUGOSLAVIA, la ROMANIA, l’UNGHERIA, la BULGARIA, la POLONIA si trasformarono da monarchie a repubbliche di tipo social- comunista (sotto l’influenza russa).
Il GIAPPONE perdette tutte le colonie e restò per parecchi anni sotto il controllo americano.
L’ITALIA dovette rinunciare a tutte le sue colonie (Libia, Cirenaica, Eritrea, Etiopia), all’Istria e ai territori dalmati (assegnati alla Iugoslavia), a Briga e Tenda (due zone di confine che passarono alla Francia).
Molti degli Ebrei scampati alla persecuzione e agli eccidi emigrarono in Palestina dove, con l’appoggio degli Alleati, organizzarono un proprio stato (1948) di tipo repubblicano, che ebbe il nome di Israele con capitale Gerusalemme.
I principali capi del Nazismo, responsabili della more e delle sofferenze di milioni di esseri umani, furono arrestati e sottoposti a giudizio. Il processo che ebbe una risonanza mondiale, si tenne a Norimberga e fu celebrato da una corte internazionale. I giudici ritennero quasi tutti gli imputati colpevoli di delitti contro il genere umano e li condannarono, dodici a morte e tre al carcere a vita.
CENNI: L’ITALIA DOPO LA GUERRA
Finita la guerra e crollato il Fascismo, gli italiani si sono posti alla ricostruzione del paese. Il 2 giugno 1946 si sono tenute le prime elezioni libere e a suffragio universale, con la partecipazione anche delle donne. In conseguenza di tali elezioni l’Italia ha cessato di essere una monarchia e si è data ordinamento repubblicani. La nuova Costituzione repubblicana è entrata in vigore l’1 gennaio 1948. Da allora essa è Legge fondamentale del nostro paese. La Costituzione della Repubblica italiana si ispira ai principi più progrediti e civili dell’epoca contemporanea: la sovranità popolare, la libertà e l’eguaglianza.
Il rinnovamento economico in questi ultimi anni è stato imponente: tra il 1946 e il 1950 sono state ricostruite le industrie, le ferrovie, i ponti, distrutti dal conflitto. Alla ricostruzione è seguita una fase di sviluppo che ha fatto dell’Italia un paese a struttura industriale e moderna. Di grande importanza è stata la scoperta dei giacimenti metaniferi in Emilia- Romagna e del petrolio in Sicilia.
L’alimentazione degli italiani è migliorata: si consuma più carne, più zucchero, meno pane. Anche le abitazioni sono diventate più confortevoli; il benessere tende sempre più a diffondersi in ogni stato sociale. Notevoli sono stati i progressi anche nel campo dell’istruzione pubblica; lo Stato vuole assicurare a tutti l’istruzione gratuita fino al 14° anno di età. Anche nell’Italia meridionale si sono fatti e si stanno facendo importanti progressi per la ripresa delle regioni meno sviluppate.

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